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25 aprile/1 PDF Stampa E-mail
di Massimo Fini
 
24 aprile 2009
 
 
No alla retorica della Resistenza

Si celebra domani il 25 aprile, la giornata della Liberazione. Per la prima volta vi parteciperà anche l’attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che l’aveva finora snobbata. Temo però che questa adesione prestigiosa, e peraltro doverosa, non farà che rafforzare un voluto equivoco su cui gli italiani hanno vissuto per decenni e ancora vivono, e che è stato foriero di gravi guasti per la vita nazionale. Questo equivoco si chiama Resistenza.
Come fatto militare la Resistenza fu del tutto marginale all’interno di quel grandioso e tragico evento che è stato il secondo conflitto mondiale. Servì come riscatto morale per quelle poche decine di migliaia di uomini e di donne coraggiosi che vi presero parte. Dico poche perché nel dopoguerra si è assistito non solo al miracolo gaudioso per cui, da un giorno all’altro, il 25 aprile appunto, gli italiani divennero tutti antifascisti da fascisti che erano stati, ma perché non c’è stato quasi italiano adulto che non si sia appuntato sul petto fasulle medaglie partigiane. E anche non adulto. Non c’era chi, all’epoca ragazzino o addirittura bambino, non dichiarasse di essere stato, come minimo, una "staffetta partigiana" (a dar retta a questi racconti i partigiani più che combattere avrebbero fatto altro che scambiarsi messaggi). La Resistenza è stata invece interpretata come un fatto che riguardava tutti gli italiani per cui, nell’immaginario collettivo, è nata la comoda convinzione che l’Italia si sia "liberata" da sola e non grazie alle truppe angloamericane e che avesse quasi vinto una guerra che invece aveva perso nel più vergognoso dei modi. Con i nazisti non ci si doveva alleare, ma una volta alleati è stato troppo facile, comodo e vile pugnalarli alle spalle in una lotta per la vita o per la morte nel momento in cui si profilava la sconfitta. Per cui l’8 settembre dovrebbe essere ricordato come la giornata della vergogna e non celebrata come il suo contrario. E i ragazzi che andarono a morire per Salò lo fecero a loro volta per un riscatto morale, per altri valori che allora contavano qualcosa e che noi oggi, nella finta libertà democratica, abbiamo perduto, l’onore e la lealtà, e meritano il rispetto che si deve a tutti i vinti che si sono battuti in buona fede. (Rispetto che non va a Mussolini che dopo tanta retorica sulla "bella morte", in nome della quale si sacrificarono tanti giovani fascisti, fugge travestito da soldato tedesco. Che è poi l’eterna e disgustosa storia dell’"armiamoci e partite" che segna la classe dirigente italiana, da Caporetto, al Re, a Badoglio che, con i loro bauli, fuggono da Roma lasciandola in balia dei tedeschi, a Toni Negri, a Moro, che dalla sua prigione scrive le lettere che scrive, a Bettino Craxi, classe dirigente che, al momento del dunque, trova sempre qualche autogiustificazione per non pagar dazio e per violare quelle regole e quei codici morali che aveva chiesto agli altri di rispettare).
La Resistenza non fu quindi il riscatto dell’Italia né degli italiani, la stragrande maggioranza dei quali stette alla finestra aspettando di vedere chi fosse il vincitore per poi accodarsi a lui o addirittura prenderne la guida. Ma aver fatto credere il contrario ha avuto come conseguenza che gli italiani, a differenza dei tedeschi e dei giapponesi che la guerra la condussero fino in fondo e la persero fino in fondo, non hanno mai fatto veramente i conti con sè stessi e con il proprio passato. È dalla retorica della Resistenza (no, sia ben chiaro, dai veri partigiani che meritano il nostro rispetto, la nostra ammirazione, il nostro omaggio) che è nato il fenomeno del terrorismo rosso che insanguinò il nostro Paese per una decina d’anni e che ancor oggi, di quando in quando, continua ad insanguinarlo.
Io credo che il 25 aprile potrà essere una giornata di memoria condivisa solo quando cesserà di essere la celebrazione retorica di un’epoca che riguardò i pochi e diventerà invece un momento di riflessione autentica sulla nostra storia, sui nostri errori, sulle nostre responsabilità.

da www.ilgazzettino.it
Commenti
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max (Super Administrator) 25-04-2009 11:55

Per quel che mi riguarda, i veri partigiani non avranno mai il mio rispetto e la mia ammirazione.
Primo perchè come dice fini, il loro sacrificio si poteva evitare poichè la liberazione l'hanno effettuata gli anglo-americani (anzi, i veri partigiani crearono spesso con il loro eroismo gratuito e irresponsabile situazioni tragiche come quelle delle fosse ardeatine, o come molti altri massacri, inutili perchè i nazisti sarebbero stati cacciati ugualmente, bastava aspettare chi la guerra la faceva sul serio); secondo perche molti partigiani erano comunisti e avrebbero barattato volentieri Hitler con Stalin facendoci cascare dalla padella alla brace, mentre per lo meno con gli americani abbiamo goduto di una certa libertà.
marcello.marvento@gmail.com
marvento (Registered) 25-04-2009 12:07

Replicare qualcosa di sensato a quello che Fini dice sul 25 aprile è arduo. Si affrontano nel suo argomentare due versanti. Il primo: i partigiani furono pochi, non determinanti dal punto di vista bellico, ma eroici per la capacità di riconoscere criticamente la dittatura e combatterla in prima persona. Il secondo: i combattenti della RSI furono coerenti coi loro principi ai quali si mantenerono fedeli onorando il sentimento di lealtà nei confronti degli impegni presi con l'alleato tedesco. Questi due versanti delimitano per Fini una immensa pianura, forse anche un po' paludosa e melmosa, che rappresenta la grande massa degli italiani, che nella circostanza si limitò a salvare la pellaccia e talvolta pure a cambiarle colore camaleonticamente al mutare del clima politico.
A questo scenario si può aderire o meno, specie a seconda delle proprie storie familiari, ma di sicuro questa è una mappa storicamente credibile.
Ma un'altra posizione mi pare stia andando per la maggiore in questi ultimi tempi sul 25 Aprile, ed è questa: "perché in questo giorno dell'anno, caratterizzato spesso da un clima mite e gradevole, non togliamo il 25 e lasciamo solo l'Aprile, parola che nella nostra bella lingua ha un bel suono dolce che invoglia alle scampagnate e ai picnic sui prati?"
Stante la mia scarsa inclinazione alle pompe magne e ai discorsi delle autorità, ammetto di aver subito il fascino di questa posizione sul 25 Aprile totalmente disimpegnata dal punto di vista civile. Che sia anch'io un erede della palude che in quei giorni ha pensato di sfangarla e nulla più? Può essere, e man mano che invecchio mi sento un po' in colpa per questo mio rimuovere (sano o insano che sia, a seconda dei punti di vista). Ma ancora oggi, a sessantaquattro anni di distanza, mica è facile fare una sintesi fra quei due versanti contrapposti. Diciamo anzi che viene bacchettato sulle dita pure colui che una qualche composizione del quadro tenta di porsela; non si illuda, Fini, la sua non è una posizione maggioritaria nelle coscienze degli italiani: chi perché bombardato dalle maestre elementari o dai massmedia, chi perché ancora gli fa male il proprio congiunto ucciso o angariato dalla parte avversa, questo popolo, che mai è stato un popolo, continua a stringersi sotto il gonfalone della propria parte politica (anche perché non è raro che questa parte gli dia pure da mangiare e da bere).
admin (Super Administrator) 25-04-2009 13:06

Ah secondo te, Max, uno che rischiava di finire impiccato imbracciando le armi contro l'invasore non sarebbe degno di rispetto?
e sai bene (basta leggere il mio pezzo sopra) che non sono certo un "resistenzialista".
a.m.
marvento (Registered) 25-04-2009 13:38

Concordo con te, a.m, e mi fa piacere che sei vigile a rintuzzare opinioni come quelle di Max. Bisogna stare attenti a che le posizioni anticelebrazioniste non siano dei varchi per idee del tipo "è notte e allora tutte le vacche sono nere..."
Giovanni Marini (Registered) 25-04-2009 17:58

Condivido la sintesi di Fini. La guerra e come è finita è stata una brutta pagina della nostra storia: siamo entrati in guerra dalla parte sbagliata, non motivati e male armati. L'Italia, vittoriosa della I guerra mondiale non aveva validi motivi per fare la guerra come li poteva avere la Germania. Il comportamento dell'esercito poi è stato deplorevole, l'unica cosa di pregio che avevamo e cioè la Marina non ha fatto bella figura e poi la pugnalata alle spalle. Il complesso di scarsa credibilità come Paese che ci perseguita, come popolo di gente poco seria è forse nato proprio qui ed è da qui che secondo me dovremmo ricominciare se vogliamo continuare ad esistere come Nazione. Come non so.
max (Super Administrator) 25-04-2009 18:43

Limitatamente al punto che mi interessa, ossia l'ammirazione e soprattutto l'omaggio verso i partigiani, punto nel quale Fini mi pare caschi un po' nel conformismo, rispondendo poi anche ad Alessio: non erano solo i partigiani a rischiare la vita, ma anche tanti combattenti di Salò, che allo stesso modo combatterono per la Patria, seppure intesa diversamente...considerando oltretutto che molti partigiani ideologizzati, comunisti nello specifico, molto volentieri avrebbero consegnato il nostro Paese a una potenza straniera ed estranea (l'Urss di Stalin) laddove il nostro Paese aveva invece creato autonomamente il fascismo di Mussolini, non l'aveva importato, e noi tutti qui sappiamo il consenso e il fascino che aveva avuto il fascismo presso gli italiani...
Inoltre molti partigiani di area comunista o simpatizzante tale (che poi erano la maggioranza, anche se non tutti ovviamente) si macchiarono di eccidi gratuiti verso i combattenti di Salò, che oltre ad assere stati spesso passati alle armi senza un'accusa e senza motivo solo perchè erano fascisti, furono -e in buona parte sono ancora- soggetti alla damnatio memoriae del bempensantismo partigianesco...
Per cui su un tema così delicato, con tante sfaccettature, andiamoci piano -e mi rivolgo anche a Fini- a rivolgere omaggi a chicchessia, dato che il problema del 25 aprile non è solo quello di un popolo che è saltato sul carro del vincitore senza fare i conti col proprio passato, ma è lo stesso suo passato che è stato totalmente distorto, deformato e diffamato, mettendo sullo stesso piano il fascismo italiano con quello tedesco solo in virtù di una malaugurata alleanza, e sottoponendo il fascismo italiano a una demonizzazione totale e senza appello che dura tuttora (complice proprio la storia scritta anche dai partigiani...).
E chi mi conosce sa che parlo non da nostalgico o simpatizzante del Ventennio, ma solo come amante della verità e dell'obiettività.
Pucciarelli (IP:84.222.252.239) 25-04-2009 21:09

Abito in una citta medaglia al valore della Resistenza e ne sono fiero . Nella provincia di Massa Carrara l'azione dei partigiani non è stata ne minoritaria ne marginale . Ho la fortuna di conoscere in prima persona alcuni protagonisti di quelle vicende e credo che parlare di mitologia in certi casi possa essere alquanto fuorviante .
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 25-04-2009 21:33

Concordo con Max, ormai non è una novità che siamo in sintonia
Magmau64 (Registered) 26-04-2009 11:15

Dopo aver letto gli interventi di Viviani ,Cossu e Nibelunga (??) mi rendo conto che anche in questo spazio si fa fatica ad uscire dalla logica della contrapposizione rabberciata .
Una pura semplice operazione cosmetica e un sentimento sordo di rivalsa emergono qua e là.
Mi spiace, qui in questo spazio ci sono ancora persone che hanno conti da regolare con il loro passato.
Non ve ne faccio una colpa, ci mancherebbe.
Rilevo solo il fatto che se quando tu hai rancori tutt'altro che sopiti difficilmente riesci a guardare avanti con curiosità e coraggio .
Mi sembra che qualcuno abbia scambiato movimento Zero come una sorta di camera di decompressione in senso anti-sinistrorso.
Scorgo un certo revanchismo che non credo porti nulla di interessante e produttivo al movimento..
Mauro
max (Super Administrator) 26-04-2009 13:53

Quando si vuole superare un momento storico, evitando ogni tipo di contrapposizione, si evita di parlarne, come quando si sotterra un morto che esce dalla tua vita, e pian piano la sua memoria diventa sfumata.
Ma quando si è costretti a parlarne, e non certo per colpa mia nè di alberto nè di qualunque altro (per me sul 25 aprile caro mauro si metterebbe una bella pietra tombale come sulle guerre napoleoniche, che evidentemente non suscitano più revanscismo di alcun tipo a nessuno) e quando sei costretto ad ascoltare retorica e falsità, allora in qualche modo devi replicare.
Alternativa è il volemose bene stile Pdl Pd che vanno alla festa del 25 aprile a braccetto, ma tu sai bene che c'è una bella differenza tra superare un momento storico ed attuare un compromesso storico.
Conti da regolare con il mio passato non ne ho, anche perchè l'ambiente nostalgico del ventennio non mi ha mai interessato: nonostante questo continuo a sostenere la verità e l'obiettività.
kulma (Registered) 26-04-2009 15:06

Io concordo nettamente con Mauro. Ammetto che anch'io a volte faccio fatica ad oltrepassare completamente la sinistra, a cui sono tradizionalmente legato. Penso, però, che la forza di MZ sia proprio questo andare oltre. Spesso ci si riesce, ma ancora troppe volte no.
Magmau64 (IP:93.32.239.18) 26-04-2009 15:56

Nell'altro post sul 25 aprile Mannino ha scritto "la storia è continuo revisionismo".
Pensiero assolutamente condivisibile.
Si potrebbe aggiungere che la storia è continuo revisionismo quando passa attraverso la contestualizzazione degli eventi.
In questo senso a me non interessa misurare con il bilancino quelle che furono le responsabilità dei fascisti e quelle dei partigiani, così come non m'interessa evidenziare la buona fede degli uni e degli altri.
Io, se avessi vissuto in quel periodo, forse sarei stato partigiano, forse avrei commesso atrocità contro qualche repubblichino in buona fede, forse sarei stato a Piazzale Loreto , a prendere a calci le salme .
Comunque, non ho dubbi, sarei stato da quella parte lì.
E, forse, dopo, sarei stato stalinista.
Ecco, oltre a questo non vado.
Voglio dire che ,secondo me,la questione cambia quando io voglio decontestualizzare quel periodo storico , che avrei comunque vissuto secondo la MIA prospettiva storica e quando voglio sovrapporlo agli eventi degli ultimi 30-40 anni.
Quindi, la mistica resistenziale contemporanea ,il mito dell'antifascismo in un mondo devastato dal mercatismo post-fascista diventa esercizio sterile, di inutile de-contestualizzazione storica,appunto.
Ma, allo stesso modo diventa esercizio di decontestualizzazione sterile l'invettiva antistalinista post-mortem (vedi commento di Viviani)o la par condicio posticcia di cadaveri degli uni e degli altri..
Ecco, io credo che Movimento Zero non debba riequilibrare la storia o decontestualizzare gli eventi.
La retorica e ilpiagnisteo fastista e anti-fascista si combatte tutto nel presente e nel futuro..
Mauro
max (Super Administrator) 26-04-2009 16:53

Ma quale invettiva antistalinista?!
Certo che si può capire che molti negli anni '50 fossero anche stalinisti, ma allora, contestualizzando, si può capire anche che molti negli anni '20 fossero fascisti! Però perchè questa contestualizzazione non si fa mai? E se uno tenta di farla con un minimo di obiettività viene considerato "di parte".
Allora il problema è questo: è proprio il pensiero della resistenza a essere profondamente de-contestualizzante, astratto, totalitario, a generalizzare un periodo storico -il dopoguerra- a valore assoluto!
E io, volendo andare contro il mito dei partigiani ho semplicemente tentato di ri-contestualizzarli nel modo giusto, evitando di considerare i partigiani come delle reliquie, sacre e intoccabili solo per il fatto di avere combattuto il fascismo, e di rendere contestuale la cosa, anche verso chi in quegli anni è stato fascista ed è morto per le sue idee.
Senza de-contestualizzare nessuno, nè gli stalinisti ma neppure i fascisti.
Magmau64 (IP:93.32.224.40) 26-04-2009 17:03

Scusa viviani,
ma io questo l'ho detto!!
E' evidente che la mistica resistenziale sia assolutamente decontestualizzante, ed è per questo che non mi appartiene,oggi.
io credo che Movimento Zero, dovrebbe, semplicemente, ignorare celebrazioni e ricorrenze ormai parte di un'astrazione.
Forse , neppure commentarle..
Mauro
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 26-04-2009 21:26

I tre articoli sul 25 aprile convergono su un unico obiettivo: non denigrando la Resistenza, trasferirla dal mito alla storia. Le difficoltà nascono quando si tenta l'operazione successiva, quella di passare dalla storia alla valutazione politica. Alcuni commenti ai tre articoli mettono in evidenza il rischio che MZ sia visto come un gruppuscolo dell'estrema destra fascisteggiante. Occorre ribadire che MZ nasce dall'esigenza di andare oltre la falsa contrapposizione destra-sinistra. Andare oltre significa volare più alto di destra e sinistra, non fare giochi di equilibrismo in cui si rischia di inciampare a ogni passo e di finire in un fosso o nell'altro. Volare alto significa ribadire che noi siamo un movimento antimoderno. Ci ispiriamo a modi di vivere e di pensare che precedono la modernità, quella modernità di cui fascismo, comunismo, social-democrazia e liberal-democrazia sono tutte espressioni politiche. Scusate la pedanteria della puntualizzazione, ma credo sia necessaria perché questo ultimo dibattito sulla Resistenza può essere frainteso collocandoci in un'area che ci sta stretta.
Barazz (IP:79.52.44.226) 26-04-2009 21:46

é da vari anni che studio la storia della Resistenza per vari motivi: familiari, piacere personale... Trovo che Fini, pur non avendo torto, basi la sua analisi su una serie di errori derivanti da alcuni luoghi comuni.
Afferma che la r. fu un fenomeno marginale, ma lo fa, credo, in modo semplicistico e poco analitico: la r.italiana fu si marginale sullo sviluppo complessivo della guerra, ma fece parte del fenomeno più vasto e decisivo che fu la resistenza di tutti gli stati occupati dal nazifascismo, cosa che attraversò l'europa incidendo non poco sull'andamento della guerra. Certo, gli alleati liberavano l'italia da soli, ma qualche dato aiuta a riflettere: 20.000 (ventimila!) soldati nelle sole province di modena, reggio e parma impegnati contro i ribelli (oggi sarebbero "terroristi" che va di moda)e sottratti quindi al fronte, Gli americani che speravano di usare la repubblica di Montefiorino per sfondare la Gotica mesi e mesi prima dell'aprile '45, circa 45.000 morti partigiani... Sono poca roba in una guerra mondiale, ma neanche tanto poca, Fini bastona e sminuisce troppo la nostra storia e il nostro "riscatto", sembra quasi un contraltare polemico ma altrettanto erroneo alla retorica del "ci siamo liberati da soli".
Circa la "vergogna" dell'8 settembre, dico che la situazione fu ben più complessa per esser liquidata dicendo che in una notte si diventò tutti antifascisti. L'antifascimo esistente per tutto il ventennio si saldò alla grande maggioranza della popolazione, che era stata per un certo periodo fascista (convinta o per quieto vivere che fosse...) e che con il disastro dei primi anni di guerra, e le privazioni, si accorse di aver aderito ad un sistema sbagliato, non è una colpa esser stati ingenui o cambiare idea sulla base dei fatti. Quando c'è ne fu l'occasione si tentò di liberarsi di questo errore, l'8 settembre appunto, che per me non fu una vergogna (lo fu, si, il comportamento degli alti papaveri), ma una occasione giocata male, molto male, ma tentare di dissociarsi e salvare almeno la faccia era un obbligo. *
Fini sostiene che le miriadi di persone in festa il 25 luglio per la caduta del fascimo erano ipocriti in attesa di riciclarsi? Fini è una persona intelligente e non puo' bersi simili superficialità

* Perchè bisogna chiedersi: è più vergognoso oggi pensare di aver "tradito" l'alleato o sarebbe peggio sentirsi rinfacciare di aver sostenuto i nazisti fino all'ultimo ed essere identificati quindi con quello che furono?

Discussione stimolante questa

Alessandro Marmiroli
Andrea Marcon (Registered) 27-04-2009 14:13

Faccio una premessa: a mio avviso la rivisitazione storica del fascismo, della Resistenza, etc. non è un tema che può interessare Movimento Zero, che credo debba guardare ben oltre situazioni che non fanno altro che mantenere posizioni e rivalità del passato, laddove sarebbe meglio guardare al presente e al futuro. Ciò detto, è chiaro che ognuno di noi ha un'opinione sull'argomento. La mia è che si debbano distinguere l'analisi storica da quella morale. Sotto il primo profilo, la Resistenza fu un fenomeno militarmente insignificante ed inquadrabile per lo più (anche se non interamente) nella lotta di militanti comunisti che, come dice Max, volevano portare l'Italia sotto Stalin. Salò rappresentò invece il patetico tentativo di proseguire con il fascismo, ma significò di fatto sottomettersi al nazismo, visto che solo i tedeschi potevano garantire la sopravvivenza stessa della RSI in quel momento storico. Fu, è bene dirlo, una guerra civile, dove vedo molto difficile stabilire chi fosse dalla parte del giusto, visto che a conti fatti si tratterebbe di scegliere tra il nazismo di Hitler e il comunismo di Stalin. Sostenere anche che la Resistenza si battè per la libertà e la democrazia mi sembra quantomeno una forzatura: lasciando stare coloro che volevano l'Italia legata all'URSS, gli altri partigiani ci consegnarono agli Stati Uniti, terza e ultima di queste odiose dominazioni straniere.
Quindi, dal punto di vista storico, mi sembra evidente che se il 25 aprile si celebra la Resistenza è solo perchè, molto semplicemente, fu la parte che uscì vincitrice da quel conflitto.
Altra cosa è il giudizio morale, che però non può riguardare un evento nel suo insieme (Resistenza, RSI, etc.) ma delle singole persone. Ecco allora che sicuramente tra i partigiani, anche comunisti, ci furono persone degnissime che si batterono per la libertà (o così credevano), e altrettanti ci furono nella RSI che lo fecero in nome di valori non meno nobili come la fedeltà , la dignità e la coerenza. Ma, ripeto, tutto ciò non può inficiare il discorso storico.
Un'ultima cosa: pregherei tutti, a cominciare da Mauro, dall'evitare di strumentalizzare le nostre opinioni in chiave nostalgica o resistenziale, cadendo così nelle logiche consunte e patetiche contro le quali MZ si fonda. Qui ognuno esprime le proprie idee senza etichette o pregiudizi di appartenenze ammuffite.
Magmau64 (IP:93.68.47.222) 28-04-2009 09:04

@Andrea
Chiave nostalgica o resistenziale?
Ecco, il tuo commento rispecchia in pieno quello a cui mi riferivo.
Quale sarebbe la logica consunta del mio intervento?
Dire che sarei diventato stalinista?
Quale il pregiudizio ammuffito?
Potresti ,per favore, uscire dallo slogan?
La mia non è stata apologia resistenziale, anzi tutto il contrario.
Francamente sono stupito che qualcuno abbia letto questo in ciò che ho scritto!
Mi spiace che il mio pensiero sia stato interpretato così superficialmente.
Io ,forse poco modestamente, credo di essermi affrancato dalle mie appartenenze del passato, lo stesso non credo si possa dire di qualcun altro, qui.
Non ho nessun mito resistenziale, in realtà non ho alcun mito in assoluto.
Sostengo che MZ abbia cose più urgenti di cui occuparsi che la rilettura in chiave trasversale di eventi di 60 anni fa.
Non mi interessa proiettare gli eventi del passato nel presente per riequilibrare la storia, come ho scritto sopra.
Gli eventi in questione li lascio dove sono.
Ho semplicemente detto che se avessi vissuto il periodo mi sarei schierato sicuramente dalla parte dei partigiani.
Difficile pensare che in quel periodo qualcuno potesse esaminare pacatamente e in maniera equilibrata quel presente.
O da un parte o dall'altra.
Pochi intellettuali hanno il dono della preveggenza, Fini sicuramente.
E comunque, purtroppo questi restano negli interstizi della storia.
Tutti gli altri si arrabattano come possono ,compiendo azioni di cui poi si vergogneranno
La rilettura avviene sempre ex-post e ,come ho detto, è esecizio sterile per molti, di rivalsa per altri.
Andrea, leggi con più attenzione quello che scrivono gli altri qui.
Tutti noi abbiamo chiavi comunicative complesse, credo sia la caratteristica peculiare di MZ.
Questo è un valore che richiede impegno ed attenzione da parte del lettore, le semplificazioni e le brutalizzazioni lasciamole altrove..
Mauro
Mauro
Andrea Marcon (Registered) 28-04-2009 11:27

Non ci siamo capiti, Mauro. Io non ti ho accusato di stalinismo o altro ma di usare simili etichette per giudicare gli interventi degli altri. Il tuo primo intervento (26/4) in questa discussione è un concentrato di simili accuse. Quindi, concordo con te, le semplificazioni lasciamole altrove. Tu per primo.
Magmau64 (IP:93.32.226.212) 28-04-2009 11:50

Io sostanzialmente esprimo un mio parere su alcuni interventi, non giudico ponendomi sul piedistallo, ci mancherebbe..
Ritornando al mio primo intervento, ho semplicemente colto un astio eccessivo,da parte di alcuni amici, nei confronti del mondo ascrivibile alla sinistra.
Non è la prima volta, capita spesso.
E allora mi sorge un dubbio.
Applicando ,rudimentalmente, un principio psicanalitico, o meglio "antimodernamente" un semplice principio fisico , quello di causa-effetto, ne deduco che ci sia ancora qualcosa di irrisolto in alcuni passaggi e che quell'obiettivo auspicato da Movimento Zero di superamento delle appartenenze destra-sinistra non sia stato ancora raggiunto.
Mi spingo oltre.
In alcune pieghe emerge persino una sorta di complesso d'inferiorità nei confronti della presunta egemonia culturale sinistrorsa degli anni passati.
Da qui un florilegio di citazioni di intellettuali appartenenti ad una sfera opposta, in un straniante effetto di bilanciamento, secondo me, un po' inutile.
Rilevare questo non significa, come hai scritto tu, strumentalizzare le opinioni in chiave nostalgica.
Io sono ferocemente critico nei confronti della sinistra, basta leggere i mei interventi.
A tal punto che quando mi trovo in mezzo a persone di quel mondo vengo accusato di essere diventato "destroso".
Altrove, in ambienti destrorsi, rimango un vetero-comunista.
E questo penso sia un buon banco di prova .
Mi permette, cioè, di vedere fino a che punto sono riuscito a liberarmi delle pastoie del mio passato.
Mi piacciono i percorsi accidentati, forse per banale masochismo più che per particolari doti analitiche.
Ecco, mi piacerebbe percorrere questi percorsi accidentati insieme a persone che reputo colte (molto più di me!!), curiose e coraggiose,come gli amici di Movimento Zero.
Mauro
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 28-04-2009 15:15

Dite basta alla retorica sulla liberazione, a questo reperto archeologico, basta al fascismo e al comunismo.
Si vuole andare "Oltre" e si pubblicano ben 3 articoli su questa "cosa" che non so nemmeno come definire (perchè non merita nemmeno una definizione), alla pari di tutto il carrozzone mediatico, trattandolo lievemente in maniera diversa, ma grossomodo mi sembra di leggere i quotidiani nazionali (ora dell'una ora dell'altra parte), col risultato di far emergere antifascismo e anticomunismo nei commenti.

Sarebbe stato più ribelle un articolo su San Marco, magari scritto da un ateo..
marvento (Registered) 29-04-2009 11:11


Si può partire da Zero? Davvero si può essere OLTRE? Si può stare insieme a dispetto dei santi? Può un Movimento non avere una Storia condivisa su alcuni punti che fondano i cosiddetti "valori" di ciascuno? C'è una canzoncina a Napoli che secondo me può fotografare la questione: Chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, scordammoce 'o passato, siamo 'e Napule, paisa'...
Può essere questo l'inno del Movimento Zero?
Absit iniuria verbiis, si fa per fare quattro risate, ma credo ugualmente che sia questo materia per riflettere...
Andrea Marcon (Registered) 29-04-2009 12:58

Fa sempre piacere vedere che un anonimo che di Movimento Zero conosce giusto il blog abbia così a cuore il nostro destino.
marvento (Registered) 29-04-2009 14:17

Battibbeccare sui blog non mi diverte, anche perché il mezzo telematico non facilita, semmai ostacola una buona comunicazione: ho messo nove faccine apposta per spiegare che il mio era un modo scherzoso di spingere proprie le persone più "azzerate" a reagire. Ebbene: sì, il test, per te Andrea, è positivo: quazndo le idee sono poche ci si aggrappa a tutto per farle prevalere, anonimato compreso.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 29-04-2009 16:51

Voglio rassicurare marvento. Veniamo da esperienze che vanno dall'estrema destra all'estrema sinistra e conserviamo sensibilità molto diverse, ma condividiamo un'identità forte. Siamo contrari a quell'industrialismo che ha trovato la sua espressione più compiuta nel capitalismo, siamo contrari all'imperialismo che omologa i popoli e le culture, siamo contrari ai progressismi che giustificano tutti i luridumi. Non è poco ciò che ci unisce.
marvento (Registered) 29-04-2009 21:01


apprezzo il gesto, fosco. La mia idea, al di là del merito (amhadinejad sì o no, sionismo la piovra infernale o meno, partigiani meglio o peggio di salò) è che un movimento debba costruire una visione del mondo e della storia sufficientemente condivisa - nel contrasto e nella discussione dei singoli, ma anche sulla scorta dell'autorevolezza dei suoi leader. Mi pare che MZ al momento sia esposto al capriccio delle correnti di aria fredda dell'artico come degli scirocchi più caldi del sahara. E tra l'altro, lo ripeto, ho forti dubbi che il blog di per sé possa essere un luogo dove "costruire" una politica. Le buone intenzioni e la buona volontà dei frequentatori del sito per me sono fuori discussione.
amugnolo (Registered) 30-04-2009 11:28

Mi unisco a quanto detto da Fuschini che, ribadisco, non è poco anzi di questi tempi e in queste lande desolate (ricordate il deserto che cresce, sia dentro che fuori di noi?)e un bel po.
Cose vecchie... cose nuove...intanto ragionare su schemi che ci hanno ficcato in testa da piccoli sui banchi e da idioti attraverso la tivvi, e rivisitarli criticamete non fa male, qualsiasi risultato si consegua.
Storia passata, certo. Errore è viverla oggi con spirito partigiano per fazioni che nella loro estrinsecazione temporale non esistono piu come espressione concreta, che idee valide manifestatesi in quel periodo, da una parte e dall'altra, non nascevano con quegli uomini ne sono morte con essi.
Ma riflettere criticamente sul novecento e cercare di spiegarsi in quali modi il mondo di oggi sia debitore a quel secolo e quali forze e dinamiche abbiano appoggiato certi percorsi o si siano contrapposte tra loro, credo debba interessarci anche in virtù delle istituzioni politiche ed economiche, che hanno ridisegnato l'assetto politico ed economico del pianeta, cosi come si sono delineate dalla fine della guerra in poi: accordi sulla moneta, fmi, onu ecc.

Gentile marvento, lei parla (volendo ridicolizzare) di "piovra infernale sionista" ma io le assicuro che sui giornali liberali e liberisti (e, le assicuro, sento anche alla tv ) leggo di lobby ebraica (all'interno della quale sarebbe maggioritaria la componente sionista), deteminante nell'indirizzo della politica usa in generale ed in particolare nella gestione delle politiche che investono e riguardano il medio oriente e, le confesso, che cio mi ma riflettere.
Fabio Mazza (Registered) 30-04-2009 13:06

Non capisco ancora perchè qualcuno, anche interno al movimento, si ostini a pensare, e a volte neppure troppo velatamente, che movimento zero si leghi all'area della destra sociale o ne sia una prosecuzione.
Non lo è, così come nulla ha a che vedere con la sinistra.
Se aveste capito che andiamo oltre la divisione compagni-camerati, che è degna di un bambino di sei anni, non continuereste a perdere tempo in inutili discussioni. Dal mio punto di vista chi pensa che MZ abbia qualche legame fascista dovrebbe cordialmente cambiare indirizzo..non se sono stato chiaro..non abbiamo bisogno di persone che ci screditino.
Probabilmente molti che scrivono in questo blog, dovrebbero metterci la "faccia" e militare attivamente nel movimento, e non solo scrivere quattro righe sul forum, che è molto comodo.
amugnolo (Registered) 01-05-2009 13:02

Scusa Mazza, ma non ho capito a chi o a cosa si riferisce il tuo intervento.
Fabio Mazza (Registered) 01-05-2009 15:59

amugnolo, chi mi vuole intendere mi intenderà..
aragorn (Registered) 01-05-2009 17:00

* Per Fabio Mazza
Solo per una questione di forma e comunicazione. Sull'argomento dei post non intervengo, non avendo opinioni da esprimere. Non c'è niente di male a rispondere a Tizio e Caio in modo esplicito, facendo nome e cognome. Laciare intendere o i puntini puntini non appartengono allo stile di MZ. In questo blog ci sono stati aspri contrasti motivati da opinioni diverse, ma sempre in maniera diretta e dichiarata. "Chi vuole intendere intenda" apppartiene ad altre culture ed altri modi di fare che non sono quelli che, normalmente, si utilizzano in MZ. Per inciso, il nostro modo di dialogare mi appare migliore.
Cordiali saluti.
Marco Francesco De Marco
Fabio Mazza (IP:93.149.19.90) 03-05-2009 10:04

Gentile De Marco.
Indubbiamente la mia risposta è stata sbrigativa, e da un certo punto di vista anche scorretta.
é però proporzionale all'abitudine, presente su questo forum, di commentare posizioni del movimento dall "esterno", con alterigia, e senza "metterci la faccia" e le energie.
Il mio scoramento nasce da questa situazione che del resto tu conosci molto bene visto il tuo ruolo.

La "fictio" di questi strumenti di comunicazione è l'illusione della partecipazione, mentre in realtà se non si è presenti nel territorio e nella realtà fattuale, non si esiste, non si può effettivamente influire sulla realtà.
Questo in primis.

In secondo luogo, pur se foriero di promuovere cicliche polemiche, che sembrano non avere mai fine, su partigiani e repubblichini, il 25 aprile è stato criticato per una semplice ragione:
viene celebrata la festa di una liberazione che, seppur tale nell'intenzione di chi vi partecipò, non lo è stata nella realtà, consegnando il paese a 60 anni di vergognoso governo di lobbies e di leader imbelli e corrotti.

La "democrazia" rappresentativa, nata dalla liberazione è stata ed è una truffa, o come dice il nostro caro Massimo, "un modo per metterlo nel culo alla gente con il suo consenso".
Questa è la funzione della critica al 25 aprile fatta dallo stesso Massimo e da altri nostri appartenenti.
E non quella di perdersi in inutili, stanche e faziose polemiche su i "buoni" e i "cattivi", individuandoli di volta in volta nei partigiani o nei repubblichini.
Queste idee sono lecite a livello personale, ma nessuno spazio devono trovare all'interno di MZ, perchè come non devo certo ricordare a te vista la tua cultura e la tua posizione, va oltre queste logiche sterili, che hanno caratterizzato e ancora caratterizzano i partiti politici di allora e di oggi.

Tanto per chiarire, non vorrei che il movimento venisse scambiato da taluni come sede per continuare percorsi intrapresi altrove, nè di sinistra, nè tantomeno "fascisti", perchè ricordo a tutti che il nostro Movimento si basa sulle idee di Fini e sul MANIFESTO (seppur ovviamente non solo su questi).
Per questo caro De Marco, il mio tono era dovuto alla constatazione di questa triste realtà: nonostante le dichiarazioni di intenti, molti non riescono a non ragionare se non con i soliti, logori schemi.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 03-05-2009 10:23

Bravissimo Fabio. Ragionamento inappuntabile
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 03-05-2009 19:22

"Indubbiamente la mia risposta è stata sbrigativa, e da un certo punto di vista anche scorretta.
é però proporzionale all'abitudine, presente su questo forum, di commentare posizioni del movimento dall "esterno", con alterigia, e senza "metterci la faccia" e le energie."

In altri termini non si può partecipare a questo forum se non si fa parte di Movimento Zero?
Fabio Mazza (Registered) 03-05-2009 23:44

Assolutamente si può partecipare. Questo forum è aperto a tutti.
Ma occorrerebbe dare pareri e non esprimere sentenze come fanno molti, che da quanto leggo di MZ sanno o hanno capito ben poco.
La mia non è spocchia o arroganza bada bene.
Mi limito semplicemente a constatare le cose come stanno.
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