17 giugno 2009
"Fare informazione per creare un nuovo pensiero, adatto a tempi in cui la Ribellione al teatrino Destra/Sinistra e ai suoi pupari, la finta democrazia e il Dio Mercato, è diventato un imperativo morale ancora prima che politico. La bellezza e il valore di questa piccola voce corsara è identica a quella del Movimento di cui sarà il libero organo di dibattito: contribuire ciascuno in prima persona a svegliare il subconscio collettivo dall’ipnosi “lavora, consuma, crepa”. Ricominciamo dalle idee e dai fatti che nessun altro vi dà. A questo serve MZ, il Giornale del Ribelle". Così scrivevamo ai primi vagiti di questo blog, nell'estate di due anni fa. Sono stati due anni intellettualmente molto intensi, per chi scrive e, sono sicuro, anche per chi legge - i nostri venticinque lettori. Un arco di tempo nel quale, per stare sulle generali, si è parlato di politica come facciata imbonitrice dell'industrialismo finanziario, dell'economia come moderna schiavitù, dell'informazione come meccanismo di controllo mentale di massa. Sì è gettata luce sulla grande truffa del signoraggio bancario internazionale, ultima battaglia, in ordine di tempo, di Movimento Zero. Si è prospettata la decrescita come esigenza esistenziale e politica in alternativa al modello di sviluppo che ha generato la crisi di cui siamo tutti vittime (sottoscritto compreso, che non ha difficoltà a dire pubblicamente che si dibatte fra gli assilli della sopravvivenza economica, come tanti, come troppi). Si è data voce all'arcipelago, vastissimo e disperso, di individui, associazioni, movimenti giunti alla consapevolezza che non ce la facciamo più a reggere la frustrazione, le umilianti sottomissioni e la nevrosi di massa a cui l'attuale sistema di vita ci ha costretto e assuefatto. Ho cercato, coi limiti della giovane età e del bagaglio culturale in fieri, di dare spazio alle idee, anche molto diverse quando non contrastanti fra loro, che circolano dentro il movimento fondato nel 2005 da Massimo Fini. I confronti, le discussioni, gli scontri, spesso aspri e a fil di spada, hanno fatto crescere il bambino, che oggi è un po' più adulto e conscio delle proprie eccellenze (l'assoluta unicità ed elevatezza di pensiero nel panorama anticonformista italiano, in gran parte povero di ampi orizzonti ideali - un pensiero forte basato sul Manifesto dell'Antimodernità) e delle proprie debolezze (riassumibili in una: essere troppo avanti nella critica, troppo radicali per un presente immaturo, non ancora pronto a scavare e sovvertire i valori della modernità, che poi sono i non-valori del denaro, del lavoro, della globalizzazione, della disumanizzazione mediatica). Da parte mia, ho cercato di fare, di questo organo on-line di Movimento Zero, il podio, aperto a tutti coloro che ne condividono la sensibilità, per fare informazione. Profonda, non di superficie. Contraria alla disinformatjia di regime, perciò sana controinformazione. Ancorata saldamente ai principi dell'antimodernismo, da me interpretato in chiave attuale, combattente, di rivolta. Ci sono in parte riuscito e in parte no. Ecco perchè oggi lascio l'incarico (e con me l'amico e collega Marco Milioni): perchè l'indirizzo che d'ora in poi avrà questo blog punterà maggiormente ad approfondire gli aspetti di fondo di questa modernità che noi, stragiustamente, odiamo. Io sono solo un giornalista, e come tale è corretto che ad una impostazione non più - non più soltanto - giornalistica sovrintenda chi coltiva un'inclinazione più adatta. Massimiliano Viviani, zerista della prima ora che mi succederà affiancato da Stefano Di Ludovico (bentornato!), è l'uomo giusto al posto giusto. Gli faccio i miei migliori auguri. Tanto sa, come lo sapete voi, che non si libererà facilmente dei miei articoli.
Alessio Mannino
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