Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
I chiassobond e il paradosso finale PDF Stampa E-mail

23 luglio 2009

Image

Alle volte pure dai piccoli dettagli ci si accorge che la storia cambia passo. Da mesi si ascoltano analisi altisonanti sul dopo crisi, come se gli effetti della crisi stessa siano già passati. Si sente spesso dire che la politica economica dei grandi del mondo avrà una svolta. Ma difficilmente, con le dovute eccezioni, ho letto sui media main-stream che uno dei grandi temi è il dollaro. Ovvero l'abbandono della divisa statunitense come moneta di scambio globale. In tanti l'hanno scritto, nessuno ormai lo dubita. Il dollaro è stato per sessant'anni uno dei mezzi con i quali gli Usa hanno sbidonato il loro benessere sulle spalle del resto dell'orbe terraqueo. Però l'abbandono del biglietto dello Zio Sam non è una cosa che si può fare dall'oggi al domani. E soprattutto questa exit-strategy potrebbe essere il luogo virtuale, ma segreto, nel quale si disegnano le nuove mappe del potere che verrà. Un potere nel quale i signori della grande finanza e delle banche pretenderanno un posto in primissima fila.
In questo contesto la notizia dei titoli di stato americani sequestrati a Chiasso è indicatore del fatto che la guerra per la definizione del nuovo potere monetario mondiale sia di fatto cominciata. E credo si tratti di una partita grossa per la quale il silenzio pressoché totale della grande stampa risulta fin troppo eloquente. Non si sa ancora se quei titoli siano veri o falsi. Ma la cosa non importa alla fine. Il loro valore di faccia (100 miliardi di euro) è enorme. Circa tre manovre finanziarie italiane. Se si tratta di una truffa, è risibile che si pensi all'operato di qualche ghenga più o meno mafiosa. Se si tratta di una truffa, siamo di fronte al progetto di agenzie che sono emanazione di qualche governo. È già successo in passato che le banche centrali di vari paesi si falsificassero il danaro a vicenda. Tra i tanti i sovietici avevano acquisito grandi doti nel falsificare dollari e sterline. Mai però si era giunti alla notizia di un valore di faccia tanto elevato. Piccola parentesi. Se in questo frangente lo Stato italiano agirà secondo le sue leggi e se si dà credito agli Stati Uniti secondo i quali quei documenti di credito sono fasulli, allora l'Italia avrebbe fatto comunque bingo perché la norma prescrive in questo caso una ammenda pari al 40% del valore di faccia del titolo falso sequestrato. Ma a chi chiederemo il risarcimento se ai due spalloni, in probabile violazione della legge, è stato permesso di abbandonare il Paese? Chiusa la parentesi è comunque certo che se ora le banche centrali cominciano a guerreggiare in questo modo, significa che hanno l'acqua alla gola. E ciò significa che debbono mettersi a fare le falsarie perché i governi di riferimento sono alla canna del gas.
Se invece si tratta di titoli di stato veri, pronti ad essere dismessi dalla banca centrale giapponese, siamo di fronte ad uno scenario altrettanto grave. Perché ciò comporta che il dollaro viene giudicato spazzatura da una delle più importanti banche centrali del pianeta. Il tutto comporta ovviamente un rischio incalcolabile, quello per cui i risparmi di tanti privati in giro per il mondo finiranno al macero. Addirittura si è autorizzati a pensare che il Giappone avrebbe potuto agire conto terzi (Stati Uniti?) al fine di rifilare i titoli Usa, alias debito-credito contratto in dollari, ad ignari investitori fresconi ammaliati a dovere. Insomma un altro collasso finanziario, ben più pesante di quello dell'anno scorso, sarebbe all'orizzonte. Un collasso che è al contempo causa ed effetto di uno scontro sotterraneo tra il vecchio potere Usa e il nuovo che avanza. Cina in primis. Ma c'è un'altra questione da approfondire.
All'interno di questa guerra, reale o virtuale che sia, nessuno tra i big dello scacchiere globale però si è minimamente posto il dubbio se sia il caso di mettere in discussione il peccato originale di tutto quanto il moloch, leggi l'attuale modello di sviluppo. Forse perché non si può chiedere ai tacchini di festeggiare il natale. Ma il modello di sviluppo rimane tuttavia sul banco degli imputati assieme alla cosiddetta modernità: quest'ultima generata dall'industrialismo, sulle cui matrici filosofiche, sempre che esistano, sarebbe interessante approfondire.
E nel medesimo contesto permane pure una macroscopica anomalia di fondo. Le cronache della crisi, sia quelle ad ampio scenario, sia quelle più spicciole, ci portano ad un paradosso finale che non può essere ignorato. Infatti se si ammette che il sistema attuale è l'unico possibile, si evince chiaramente dalla storia degli ultimi 150 anni che tale sistema non possa basarsi che sulla frode, sull'inganno, sulla sperequazione, sulla mistificazione. E che a livello politico, globale e non, la democrazia (rappresentativa) non è che un paravento rispetto ad un sistema iniquo che nel suo conto consuntivo non permette di riportare gigantesche anomalie economiche, sociali, ambientali, di giustizia, di libertà. Di umanità si potrebbe dire. E quindi, sempre usando i parametri della democrazia rappresentativa moderna, tale sistema intriso di sedicente libero mercato, ha forza per essere tale solo se i suoi princìpi fondanti possono essere sistematicamente violati da elite ben circoscritte.
Per dirla in parte alla Marco Travaglio, l'intero sistema è un gigantesco, inumano e storicizzato falso in bilancio. Rispetto ad un rilievo del genere non ho mai sentito una replica efficace da parte dei sostenitori del “contemporary way of life”. Probabilmente perché non hanno argomenti.  Se ne può uscire? Può essere. Ma questa è un'altra storia. C'è solo uno spunto di riflessione da aggiungere. Che non è mio ma di Enrico Rosa, un gagliardo sostenitore vicentino di Movimento Zero. «L'economia ha ragione di essere solo in quanto serve a me e ai miei simili. Ovvero quando essa è funzione di un rapporto fra uomo e uomo. Ma nel momento in cui questa cessa il suo supporto agli individui e alla gente per divenire una astrazione auto-referenziale, io essere umano che me ne faccio? A che cosa diavolo mi serve? Sbarazziamocene».

Marco Milioni

Commenti
NuovoCerca
www.arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 23-07-2009 20:05

L'ultima osservazione di Enrico Rosa è davvero buona. L'economia, come molte altre discipline, è molto più alla portata dell'opinione pubblica di quanto non si vuol far credere.

Ma, per evitare i sottoporla al giudizio pubblico, la si è artificiosamente resa roba da esperti...
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 23-07-2009 22:14

Quando fra la grande stampa quotidiana di tiratura nazionale c'era ancora qualche voce relativamente libera e qualche giornalista capace e coraggioso, ci sarebbe stata una inchiesta approfondita su una vicenda come quella di Chiasso, ben più seria di tutte le stupidaggini che campeggiano sulle prime pagine. Marco Milioni l'ha messa a fuoco benissimo, completando il suo discorso con valutazioni di grande spessore politico, esattamente quello che ci si aspetta da un sito come questo: analizzare un fatto o discutere un tema culturale per indicare una direzione.
francomarializzana@yahoo.it
fml71 (Registered) 25-07-2009 01:30

Conosco Marco Milioni da un pezzo. Apprezzo la sua cultura e il suo temperamento e apprezzo lo spessore culturale di questo blog, che ogni tanto leggo nei ritagli di tempo, pochi, tra un cliente e l'altro. Ma la vostra è una battaglia avulsa dalla realtà, fuori bersaglio. I rilievi di Marco sono astrattamente corretti, ma non correlati alla contingenza. E' chiaro che il mondo della finanza è popolato da squali. Io faccio il broker assicurativo e lo vedo da me che pure non lavoro a Wall Street. Ma voi credete che abbattendo questo sistema ce ne sia una migliore? Le disfunzioni e le ingiustizie che pur ci sono, sono una sorta di pegno che occorre pagare perché le condizioni di vita migliorino progressivamente nella storia. Oggettivamente si sta meglio oggi che cento anni fa. Dall'altra parte c'è prima o poi il caos. E l'uomo il caos non lo vuole, è inconsciamente disposto ad abbassare la testa al capobranco che gli assicuri via via sopravvivenza e benessere. Può non piacere ma è così. La storia degli ultimi 5000 anni ce lo insegna. Ribadisco che apprezzo le vostre speculazioni teoretiche ma personalmente avrei un po' paura ad affidare le sorti di una comunità a persone così attaccate ad una visione estrema. Anche gli antichi romani definivano virtù l'aurea mediocritas? Insomma Marco in teoria hai ragione, ma in pratica hai torto. Scusa se te lo dico.

Franco Maria Lizzana
mzpuglia@hotmail.it
pirata (IP:79.29.3.69) 25-07-2009 04:17

Gentile Lizzana,
l'assunto che qui globalmente si mette in discussione è proprio il concetto che lei pone come imprescindibile: il fatto che "le condizioni di vita migliorino progressivamente nella storia". Il progresso storico dell'umanità è una categoria storiografica ed esistenziale ormai davvero desueta. Ovvero non è più rilevabile una relazione tra il trascorrere del tempo ed il miglioramento delle condizioni dell'uomo e del pianeta in cui abita. Lei crede di vivere un miglioramento perchè assume certi specifici criteri di giudizio, che sono facilmente smascherabili in quanto PREGIUDIZI. Davvero possiamo definire felicità un mondo in cui la tecnologia dal suo dover essere strumento per l'uomo è divenuta fine ultimo e supremo della civiltà occidentale? Per molti oggi inseguire soldi e successo per tutta la vita significa realizzarsi, ma questi "molti" diventano sempre di meno. Perchè purtroppo il prezzo che si paga a volere l'attuale sistema di sviluppo, e immaginarlo come l'unico possibile (!!!???) non è "soltanto" (si fa per dire) qualche sporadica ingiustizia sociale,(vorrei ricordare masse di disperati inurbati nelle metropoli di mezzo mondo) ma la sopravvivenza stessa del pianeta.Per mantenere la civiltà dell'occidente moderno si succhia ogni risorsa e si inquina ogni angolo di un pianeta che non si può in nessun caso considerare fonte di energia INDEFINITAMENTE rinnovabile!! Questo è evidente a tutti. Per cui non credo sia giusto accusare Milioni (e noi con lui) di essere astratto e teorico proprio quando si analizzano i meccanismi cruciali su cui regge questo Sistema canceroso. Lei, come altri, vuole continuare a vivere la sua vita di manager di maggiore o minore successo senza preoccuparsi di altro. Ma questo non vuol dire che chi si occupa, in primo luogo, della propria liberazione interiore, esistenziale, intellettuale, e, si spera, sociale e concreta, dal mondo dominato dal Dio Danaro debba essere stigmatizzato come "astratto". Forse partiamo da punti intellettualmente molto distanti, eppure anche io sono inserita in questo mondo. Sono certa di poter identificare tante categorie di persone che non manifestano il loro disagio perchè la vita moderna deve essere per oggligo sociale: FELICE. Eppure covano disperazione. Negli Stati Uniti questo sta diventando un problema sociale ingestibile che si manifesta in decine di episodi di ordinaria follia.
La vita nel sistema moderno di civiltà non è migliore per le masse. E' migliore per pochissimi. Questo Sistema, in particolare nel suo aspetto di sistema economico, non è frutto di un processo naturale di sviluppo, ma una rete a maglie strette montate ad arte per tenere sotto controllo e guidare masse di esseri umani secondo determaniti binari dell'esistenza. Uno degli interventi più profondi scritti a commento dell'articolo di Fabio Mazza è di un lettore esterno al movimento, critico con il movimento, e parla di sofferenza, di cuori che sanguinano. Ma non per difficoltà od ambasce economiche e materiali! Esiste la percezione di se stessi e della propria vita e questa percezione deve essere per ognuno, ricca, soddisfacente, gioiosa, piena. La disperazione e la solitudine interiore che questo mondo di lustrini porta con sè, è un evento reale che non può essere tacitato da un appello continuo alla concretezza.Sono REALTA' anche se non misurabili materialmente. Riguardano l'uomo. E per quanto sia l'uomo stesso autore di questo male soffocante che si chiama modernità, è sempre l'uomo che deve essere curato in quanto custode di questa sfera splendida nella quale abitiamo. Noi dovremmo riuscire ad aprire una strada nuova nella vita delle persone anche favorendo la acquisizione di una lucidità diversa sulle dinamiche economiche e politiche attuali. Per cui, per quanto difficile, credo proprio che terremo fermo il "target" banche e finanza e li considereremo sempre come nemico pubblico N 1.Da abbattere e disintegrare. La saluto
fosco2007@alicice.it
lucianofuschini (Registered) 25-07-2009 09:50

Chi ci critica dicendo che ora si sta meglio di cento anni fa non tiene conto di due fatti: non rimpiangiamo il primo Novecento perché si era già nel pieno della modernità, ora giunta al parossismo che confina con la decadenza estrema; oggi rispetto al passato disponiamo di più comodità, ma affermare che la vita più comoda è una vita più felice è l'assunzione di un presupposto tutt'altro che dimostrato. Sottoscrivo tutto quanto ha ben scritto la bravissima pirata.
max (Super Administrator) 25-07-2009 09:52

Per franco maria: la visione antimoderna è estrema solo in relazione a questo tipo di civiltà e alla forza che la sospinge. Presa di per sè, non lo è, anzi, per un uomo del medioevo noi siamo dei pazzi suicidi!
Aurea mediocritas? proprio quello che la modernità ha distrutto, proiettandosi a una velocità estrema verso una condizione astratta e "ridotta", di cui considera solo il lato "oggettivo" e mai quello interiore...
Montenegro (Registered) 25-07-2009 10:28

prevedo entro sera almeno 50 reply a questo articolo. non tanto purtroppo per confermare ed applaudire le tesi acute e penetranti di Marco Milioni, quanto per il commento lasciato da fml71.
lei afferma:
"Le disfunzioni e le ingiustizie che pur ci sono, sono una sorta di pegno che occorre pagare perché le condizioni di vita migliorino progressivamente nella storia. Oggettivamente si sta meglio oggi che cento anni fa"
le condizioni di vita sono migliorate progressivamente? dobbiamo intendere sotto quale punto di vista, e lo chiarisce lei nella frase seguente. Oggettivamente si sta meglio oggi: ecco, mi permetto di forzare il senso della sua frase per inchiodarne la verità che cela. Oggettivamente: in riferimento a quali valutazioni? quale metro? l'oggettività è relativa ad un parametro condivisibile. e questo parametro possiamo chiamarlo ricchezza ovvero benessere materialista, pil, velocità nelle comunicazioni, sviluppo tecnologico. ma è altrettanto vero che, per come intendo io l'antimodernismo (non faccio parte di MZ quindi parlo per me stesso; quindi fatemi capire se c'è spazio anche per me) è proprio questo parametro per valutare la situazione umana che va aggiustato. e va regolato su quel dato terribile, homo natura, che è terribile appunto perché infrange le aspettative dell'uomo moderno, tecnoschiavo, alienato. Massimo Fini ne "La Ragione Aveva Torto" mostra con ampie argomentazioni, supportate da quelle statistiche che sembrano quasi superflue al lettore che sente immediatamente dentro di sè quanto quello scritto colga nel segno solamente a parole, come l'oggettivo progressivo miglioramento da Lei indicato come meritevole di sacrificio sia una mera illusione. un errore di prospettiva. se ci mettiamo nei panni della macchina (Gestell, dispositivo) allora Lei ha ragione. oggi meglio di cent'anni fa. ma l'uomo? l'uomo soffre e muore come sempre, e oggi peggio di cent'anni fa. mettiamola così: il dolore a cui è destinato l'uomo è metafisicamente immutabile. cambiano le sue epifanie, il modo in cui si effettua storicamente. e cambiano le maniere di trasfigurarlo, di sublimarlo esteticamente, di viverlo o meno con spirito eroico. questo spirito eroico nella sofferenza è venuto a mancare proprio perché il preseguire l'oggettivo miglioramento progressivo della nostra condizione preclude ogni spazio di approfondimento spirituale, di scavo nell'anima. troppo poco tempo libero tra un cliente e l'altro (non mi riferisco a Lei, ma cito per aiutarmi a rendere l'idea) e oggi un professionista non può minimamente pensare di abbandonarsi alla lettura delle Vite di Plutarco, di sognare un'integrità marmorea, di anelare all'uomo completo. abbassare la testa al capobranco è la morale del gregge, ma se qui viene messa in discussione questa che sembra l'unica via è proprio per il fatto che ci sentiamo Ribelli. capisce dunque come l'oggettivo miglioramento progressivo delle condizioni materiali (dell'umanità bianca occidentale, e neanche tutta, anzi...) per chi vive o segue o legge MZ corrisponda al disumano progressivo deperimento di quelle qualità che hanno dato alla luce, pochi nei secoli, grandi uomini, i quali hanno saputo riscattare ogni dolore e sacrificio. questi uomini, oggi, non ce li possiamo più permettere, neanche per caso.
fengshuitherapy@gmail.com
Misopickle (Registered) 25-07-2009 10:51

L'obiezione di Franco Maria è sensatissima, ma la sua attualità è come la tecnologia, e i tempi, dei romanzi fantastico/tecnologici di Jules Verne: totalmente fuori tempo!Infatti è bastato un secolo, forse due se partiamo dalle grandi rivoluzioni borghesi, e poi quelle proletarie, che han fatto da necessaria corona a quella industriale occidentale e poi mondiale, per arrivare ad un estremo punto di non-ritorno come ben detto dall'amica Pirata. Come ogni fenomeno, naturale o non, il Modernismo a causa della sua stessa propulsione accelerata e pervasiva, una volta spintosi ad ogni angolo del pianeta ha rapidamente esaurito qualsiasi parvenza di "Progresso" per diventare un'oppressione terrificante per l'Umanità intera, con annessi il Pianeta con tutto l'ecosistema. E' una legge ineluttabile che possiamo accostare, o forse s'identifica, con quella del Paradosso che traspare in molti articoli recenti di questo blog. I bimbi occidentali litigano, sono obesi e nevrotici tra mille giochi elettronici, dolcetti esagerati ed ogni possibile tipo di cure ed attenzioni, mentre tra gli smilzi e laceri negretti di Nigeria sbocciano sorrisi stupendi, e tra loro cresceranno dando calci a palloni di stracci i futuri campioni del nostro campionato e di altri. Non è tanto la ricerca della FELICITA'il problema, è la rapida vittoria nell'ottenerla che si prova essere una sconfitta sonora, anzi un peggioramento, "obbiettivamente" tant'è vero che è pervasivo ormai, in molte forme, tra la gente il sentire che "si stava meglio una volta, quando certe cose non succedevano". La felicità materiale produce angoscia, la bellezza si muta in tragedia, l'abbondanza di cibo produce obesità e sindromi metaboliche, la sicurezza sociale produce delinquenti, il crollo spirituale causa neo-culti idioti, la rivoluzione sessuale genera frustrazioni, la medicalizzazione forzata produce deliri di vita eterna artificializzata da un lato, suicidi in auto, in sostanze psicotrope, mentre la ricerca della felicità - sempre quella, elusiva e mai raggiungibile, in una bottiglia, nelle pillole o dentro una siringa. L'allungamento della vita media ha prodotto milioni di vecchi spesso infelici, vegetanti, malati e bisognosi d'assistenza più dei bimbi, quasi a minacciare la struttura assistenziale sotto l'onere eccessivo.Anche il "controllo delle nascite" artificioso ha indebolito la popolazione media, eliminando nascituri sani da soggetti giovani, su basi spesso d'opportunismo esistenziale ed economico, mentre al contrario mature ultra-quarantenni cercano fertilità rischiose che sovente producono figli fragili e pure loro, segnati da handicap. La ricerca del denaro dal denaro ha prodotto la spaventosa bolla finanziaria con impoverimento generale....e cos' via, in ogni campo, Paradossi prodotti da un'intenzione marcita fino alle sue stesse radici, proprio perchè perseguita troppo...bene!
Dietro a tutti i fenomeni moderni - forse sempre esistiti, come il cancro, ma mai così diffusi, così estremizzati, così violenti e di massa - c'è poi anche una volontà ottusa, perversa e come satanica, di pochi ai quali la ricchezza è talmente tanta da permetter loro una vita artificiale schermata per lo più dalle miserie umane su citate, anche se pure questa è futile illusione, che perseguono stolidamente la via suicida dello Sviluppo. Forse pensano di avere l'arca di Noè, di fuggire su altri Pianeti....Qualsiasi nome e faccia abbiano, essi sono il Nemico, la cui maschera detta democrazia, pace, progresso, sviluppo ecc. non incanta più nessuno.
Fabio Mazza (Registered) 25-07-2009 10:56

Fantastico! non tanto per lo spunto che il signor Lizzana ci fornisce (che è come un invito a nozze, specie quando sostiene, sulla scia degli economisti liberali classici, che le "distorsioni" sono il prezzo da pagare per la modernità), ma proprio per il fatto, che una persona che a ben vedere nulla a che spartire con le idee di MZ, si interessi e venga a discutere di questi argomenti sul blog!!!!
Questa per me è una soddisfazione incredibile! Come avevo detto tempo fa, molti, anche insospettabili inseriti nel cuore pulsante del sistema, sentono il malessere che questo provoca, e il signor Lizzana, probabilmente con più cultura e sensibilità di altri, si è indirizzato, inconsciamente, verso una direzione che fa da contrasto alla sua scelta lavorativa.
La speranza resiste..!possiamo far si che le persone capiscono per cosa ci battiamo..e allora nessuna banca centrale o finanza internazionale potrà più comprare la dignità dei popoli!

Grazie Marco per la tua sagacia. In economia hai un analisi e un chiarezza espositiva invidiabili..dovevi scriverlo tu euroschiavi!!!
marco.milioni@poste.it
marco.milioni (Registered) 25-07-2009 11:28

Ciao Franco, le posizioni come le tue sono quelle che più mi mettono in difficoltà perché come si fa a ribattere ad uno che in premessa ti dà ragione? La tua è una critica molto diffusa (io te lo posso dire perché ci conosciamo da una vita) tra i "neo yuppie" come te, che badando principalmente al risultato economico giustificano tutto il resto. E' la logica di Gekko in Wall Street... ma come vi comporterete quando non ci sarà più nella "predare"? Il mondo come sistema chiuso e non infinito è un concetto che è accettato anche da tutti i neo-liberali; i quali però non hanno affrontato mai la questione. E poi concluderei con l'osservazione del buon Rosa che mette in crisi una intera visione della società senza obiezioni sostanziali da parte degli "altri". Io ho l'impressione che quelli come te (cui è rimasta dell'onestà intellettuale) abbiano invece scelto una strada diciamo edonista: "andiamo avanti fin che la barca va, poi si vedrà, se si affonda pazienza..." Sono contento però che ogni tanto leggi MZ. Ti stai stufando degli spritz ai Navigli con la 'Milano da bere'?

Marco Milioni
francomarializzana@yahoo.it
fml71 (Registered) 25-07-2009 11:41

A Marco Milioni e agli altri zeristi,

sul piano teorico potete avere anche ragione, ma sul piano pratico le cose sono diverse. Usate internet, cellulare, andate anche voi a bere gli spritz, anche a voi piacciono le modelle e il calcio moderno, siete parte integrante di un mondo fatto alla maniera che criticate e del quale, forse senza accorgervene, avete succhiato ogni aspetto principale e "moderno". Il vostro tasso di integrazione con la modernità è talmente elevato che non ha senso nemmeno dire di essere contro o meno tale modernità tanto vi soverchia. L'unica questione per la quale Fini ha veramente ragione è la possibilità di tenuta. Qui ci sono dei problemi e tutti si potrebbe finire nel fosso. E' tutto vero, il rischio c'è ma non si può fare nulla per evitarlo, quindi, è come se tale eventualità non ci fosse. Tanti colleghi o conoscenti hanno fatto così negli affari, grosso rischio, grosso guadagno, se ti va bene vinci, se ti va male fallisci. Se i miei amici sapessero che scrivo su questo blog mi darebbero sicuramente del comunista... Ciao Marco, ora chiudo baracca e burattini e vado al lago, caso mai leggo la tua replica sul Berry.

Franco Maria Lizzana
Montenegro (Registered) 25-07-2009 12:17

"Usate internet, cellulare, andate anche voi a bere gli spritz, anche a voi piacciono le modelle e il calcio moderno, siete parte integrante di un mondo fatto alla maniera che criticate e del quale, forse senza accorgervene, avete succhiato ogni aspetto principale e "moderno""

mai sentito parlare di "autocritica del moderno"? solo chi vive delle contraddizioni può farle emergere, portarle alla luce e mostrarle nella loro nudità. è proprio perché internet, il cellulare, il calcio e le modelle vogliamo farli entrare ed uscire dalla nostra vita senza che ci leghino ad un modello illusorio creduto come il migliore, o il "meno peggio..." che attacchiamo la modernità pur facendone parte. internet e il cellulare un uomo integro li USA, non ne diventa schiavo. vogliamo sconfiggere la Medusa con uno scudo lucido come uno specchio. o se preferisce annegarla nello spritz.
Fabio Mazza (Registered) 25-07-2009 15:05

Il signor Lizzana ha indubbiamente ragione a dire che siamo perfettamente integrati nella modernità. Che ne usiamo gli strumenti, che (almeno per quanto riguarda le modelle ) ne desideriamo a volte gli status symbol. Ma questo a livello materiale.
A livello ideale e di valori veri, noi viviamo si in quest'epoca (anche perchè non vi è alternativa reale se non fuggire sulle montagne, ma sarebbe una resa), ma non ne abbiamo introiettato i valori.
Mi spiego meglio.
La mentalità del "broker", o più in generale dell'imprenditore, (che, da papi silvio in giù, è doventato il nuovo idolo della società, in vece di eroi, filosofi, militari, artisti, laddove da che mondo è mondo il mercante è sempre stato visto con disprezzo), del "guadagno io, se perde qualcun altro affari suoi", dell'edonismo sfrenato (e straccione), della "bella vita di lucignolo,mediaset", dell'essere sempre "carichi" e competitivi, volenti o nolenti, con l'uso di stimolanti e droghe varie, del sentirsi qualcuno perchè puoi parcheggiare il cayenne davanti al bar (dove ti vai a bere lo spritz ), di fare le rate per la vacanza, e passare il pomeriggio alla mediaworld o all'unieuro, ad ammirare i ritrovati (?) della tecnica, a noi non interessa.
Non siamo schiavi di questo sistema di produzione e di questa (in) cultura dominante, di disvalori e di perdita di responsabilità, in primis verso la propria comunità, e poi verso la propria terra.
Io sono giovincello. Vado tranquillamente in discoteca se mi capita. Ho addirittura lavorato in certi posti. Uso internet e (ahime, visto che lo odio) il cellullare.

Per me un vestito è un indumento. Un'auto un mezzo di trasporto, un locale vale per la compagnia di chi lo frequenta e non perchè è "in".
Ma il punto è che potrei tranquillamente prendere tutto questo, e buttarlo nel cesso.
Quanti di voi potrebbero dire in tutta coscienza altrettanto?
Misopickle (Registered) 25-07-2009 17:28

quoto Mazza in toto, chiarendo che in ogni caso, il periodo delle vacche grasse è finito per tutti, ed è ahimè inevitabile che siamo solo all'inizio del peggio, volenti o nolenti. Forse al nostro fortunato amico ciò non è ancora apparente, questione di tempo. Tra le molte cose da imputare a questa società bacata e torno a ripetere,terminale, è la mancanza della visione d'insieme, e di lungimiranza nel futuro.Un altro orrore calvinista made in USA, della serie "business as usual".
sercabras@gmail.com
Sergio (Registered) 28-07-2009 13:02

Be', ragazzi, sembra che Franco Maria Lizzana si collochi apertamente dalla parte opposta alle tesi di questo blog ( e deve frequentare gente con idee politiche molto vaghe e confuse se lo prenderebbero per comunista sapendo che interviene qui). Pero', lui almeno, mi sembra chiaro e lineare sia nelle parole che nei fatti: non mi pare che abbia troppa immaginazione quanto a cosa si possa fare nella vita, ne' mi pare veda gran differenza tra il rischio che accetta di correre per se' stesso e quello che riguarda le conseguenze che la somma di milioni di comportamenti individuali stanno avendo sul mondo intero. Questo non stupisce: e' proprio perche' tale atteggiamento e' cosi' comune che stiamo messi come stiamo.
Quando pero' leggo risposte come quelle di Montenegro e Fabio Mazza non posso nascondere che mi caschino un po' le braccia. Ma insomma, in mezzo a tanto idealismo e tanta eroica virtu' interiore, possibile non ci rimmanga un po' di attenzione alla materialita' della realta' cosi' come funziona per capire che la storia non l'hanno mai fatta le nobili parole e neppure la limpida lucidita' delle analisi? Non che queste non siano un presupposto importante, ma se poi non si concretizzano in stili di vita , in fatti materiali, economici, strutturali, non cambiano nulla: finche' continuiamo ad essere buoni consumatori e produttori, al sistema non lo tange proprio quali libri leggiamo, di cosa parliamo e che giudizi esprimiamo su di esso e sui suoi servitori.
Quando leggo che certe cose si possono far enrare ed uscire dalla propria vita a piacimento, che certe contraddizioni si possono cogliere e cricticare solo dal di dentro (questa e' davvero una vecchia storia fin troppo gia' sentita), che si puo' star fuori da determinate realta' pur facendone parte, non mi stupisco che si arrivi poi alla conclusione (pur scherzando) che magari si possa annegare tutto in uno spritz. Perche' viene da chiedersi se allora, in mezzo a a tanto volare alto e a cuori sanguinanti che mettono tutti d'accordo (e, per carita', mi fa piacere) tutto non si riduca poi a chiacchere da bar in versione telematica e post(piu' che anti)moderna.
Vorrei far presente che internet (come pure la amplissima liberta' di parola e di informazione/antagonismo/trasgressione, in una parola le liberta' del tipo di demoscrazia consumista in cui viviamo, possono esser viste pure come un'ampia valvola di sfogo a disposizione di tutte le rabbie e le frustrazioni possibili, tale che aiuti a mantenere in limiti accettabili le diverse spinte che potrebbero invece maturare in esiti davvero e concretamente incompatibili con il sostegno effettivo, diffuso e necessario di cui vive il sistema. Tutte le parole i dialoghi e le riflessioni sono importanti, ma poi ci vogliono i fatti materiali ed economici conseguenti a partire dalla propria piccola vita personale, altrimenti.... nella modernita' ci stiamo dentro oltre il collo e ne siamo solo una delle varianti, degeneri, ma compatibilissime.
E' solo quando materialmente, economicamente, oltre che a livello esistenziale, la nostra vita non sarebbe significativamente cambiata dalla caduta di questo sistema, che possiamo dire di esserne -almeno in parte - esterni, di poter tranquillamente perdere tutto questo ecc... Non basta avere "altri riferimenti" e parlarne con gli stessi mezzi e negli stessi luoghi di chi ne ha di opposti.
A me pare che, affascinati da una visione del mondo idealistica e con cio' astrattistica (e dunque ancora moderna), molti dimentichino di riconoscere l'mportanza dovuta alla realta' materiale che, mi dispiace se puo' non piacere, ma, come Marx (e piu' in generale il pensiero scientifico) insegna, sta alla base e condiziona/produce anche le visioni culturali/ideali. Se si bypassa questo punto si puo' anche credere di passare immediatamente ad un livello piu' profondo, ma si fallisce sistematicamente nel riuscire a cogliere le ragioni solide che tengono ancora in piedi il presente stato di cose pur essendo criticato a parole da molte parti diverse. Non si potra' neppure vedere in una prospettiva realistica il modo fondato e praticabile per una uscita dalla modernita' e per far crollare il sistema imperante (immaginando al tempo stesso un'alternativa possibile) senza misurare le proprie idee sull'essere conseguenti con esse sul piano dei crudi fatti economico-materiali sui quali si fonda la nostra vita. Insieme ad essi cambieranno di conseguenza il tipo di esperienze che la nutrono e la nostra interiorizzata visione delle cose.

www.ecofondamentalista.it
Fabio Mazza (Registered) 28-07-2009 15:49

In cosa del mio discorso ti cadono le braccia Sergio?
ottavino (Registered) 28-07-2009 17:10

Leggo ora il commento di Franco Maria Lizzana. Secondo lui ci sarebbero buone idee qui, ma nella pratica non realizzabili. Non ci affiderebbe mai il potere. "Così va il mondo", sembra affermare il buon Franco Maria.
"Anche voi siete corrotti dal potere dalla modernità". "il pelo vi tira, il successo e la carriera pure".
Poveretto, gli turbiamo i sogni.
Che vuoi che facciamo chiudiamo il blog, così ti senti più trnquillo?
ottavino (Registered) 28-07-2009 17:15

Poi ci sono "i suoi amici"....è già...deve avere degli amici molto altolocati...non dirglielo, sai che c'è questo covo di carbonari. Non vorrei che ai tuoi amici prendesse male...poi rompono l'amicizia con te "perchè frequenti gentaglia".....UN PO' DI RISPETTO!! STRONZO!!
Fabio Mazza (Registered) 28-07-2009 17:34

Calma ottavino..in primis non offendiamo, visto che questo signore, pur con idee differenti, è interessato evidentemente alle nostre posizioni, e sente un malessere interiore..e in più non ha offeso. Ha semplicemente espresso un dato di fatto. Nella (in) cultura di massa, siamo identificati come nella migliore delle ipotesi, sognatori. Nella peggiore sovversivi.
Ma la presenza di modernisti all'interno di questo blog è importante..sennò ce la cantiamo e ce la suoniamo tra di noi..e allora li si che non combiniamo nulla..
ottavino (Registered) 28-07-2009 17:53

Modernisti si, però non si viene qui a trattare gli altri come dei "paria", degli intoccabili, lasciando credere di appartenere a una classe, a una casta superiore....la spocchia del ricco che ha tutto da guadagnare da questa situazione. Certo, tutti "abbiamo guadagnato" da questa situazione. I commercianti "guadagnano" fiumi di denaro grazie alla stupidità della massa...lo sappiamo, lo sappiamo. Ma sappiamo anche che questa situazione sfocerà in una specie di guerra civile in cui ci uccideremo l'un l'altro, quando verranno a mancare le risorse.
L'uomo è sempre il solito animale e la sua filosofia la stessa di sempre "mors tua viva mea". Forse Franco Maria ha già pure la pistola nel cassetto.... Ma io non ho paura che si attui la consueta filosofia umana e c'è del vero in quello che dice Franco Maria...tanti bei discorsi, poi viene il momento delle armi...ma almeno che ci venga lasciata la possibilità di vedere lucidamente dove siamo. Ma per Franco Maria non va neanche detto, tanto è inutile....per lui contano gli amici, il berry e la sua invidiabile posizione sociale....e allora, dico io, potevi risparmiartela, Franco Maria.
sercabras@gmail.com
Sergio (Registered) 28-07-2009 18:00

per Fabio Mazza:
mi pareva di averlo detto: questa idea per cui si possa separare l'aspetto materiale/fattivo da quello mentale/interiore. Io credo che esista una differenza tra cio' che ' strutturale e cio' che e' sovrastrutturale: non che uno abbia piu' valore dell'altro, ma svolgono due funzioni diverse nel produrre la realta'. E se non si basa su cio' che e' strutturale, cio' che e' sovrastrutturale e' essenzialmente illusorio e diventa pertanto funzionale a cio' che - basandosi sulla realta' strutturale - continua indisturbato ad imperare. Si puo' anche partire dalla consapevolezza per arrivare all'utopia (diciamo cosi' senza precisazioni), ma bisogna passare per le scelte di vita materiali, economiche, fattive, strutturali. Senza questo passaggio la realta' non cambia.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 28-07-2009 22:09

L'intervento di Sergio delle ore 18 è purissimo marxismo, di quella parte del marxismo che resta un insegnamento e un patrimonio per tutti. Tuttavia non dovrebbe trascurare il valore di ciò che si chiama "presa di coscienza". Chi usufruisce degli agi e degli strumenti che gli offre il sistema, ma nello stesso tempo ne vede lucidamente tutte le negatività, è più pronto a ricollocarsi, qualora si creassero le condizioni, di quanto non lo sia chi si appropria di quegli strumenti in modo irriflesso.
Fabio Mazza (Registered) 28-07-2009 22:10

Sono convinto di quello deci Sergio..dove vedi una dicotomia tra il mio stile di vita (che non ho spiegato in toto) e le mie idee?
sercabras@gmail.com
Sergio (Registered) 29-07-2009 02:17


Per Fabio:

naturalmente io il tuo stile di vita non lo conosco e dunque non posso parlarne - e in ogni caso io mi riferivo, anche al tuo, ma soprattutto all'intervento di Montenegro.
In ogni caso posso parlare delle tue parole: quando dici che " siamo perfettamente integrati nella modernità. Che ne usiamo gli strumenti, che ne desideriamo a volte gli status symbol. Ma questo a livello materiale.
A livello ideale e di valori veri, noi viviamo si in quest'epoca (anche perchè non vi è alternativa reale se non fuggire sulle montagne, ma sarebbe una resa), ma non ne abbiamo introiettato i valori" mi sembra appunto che trovi accettabile (e possibile) la separazione tra i due aspetti materiale e mentale di cui dicevo sopra. Questo, a mio modo di vedere, autorizza la propria "presa di coscienza" a rimanere solo teorica e con cio' virtuale e con cio' ineffettiva: all'atto pratico non cosi' diversa dal ruolo che svolge nel mondo chi questa consapevolezza non ce l'ha. Io credo che, mentre dopo che tutti avremo preso coscienza ci restera' ancora da mettere questa coscienza nella pratica (e potremmo scoprire che nel trasferimento da un piano all'altro c'e' un bel salto sul quale cambiano molte cose), d'altra parte, nel partire direttamente col vivere strutturalmente secondo un modello radicalmente diverso e creargli uno spazio ed una possibilita' qui ed ora nella nostra vita, forse dentro a questo percorso troveremmo una sorgente di consapevolezza anche piu' completa, piu' autentica e piu' profonda, anche se forse non cosi' lineare come la teoria, ma tale da comprendere ed abbracciare i vari aspetti apparentemente contraddittori della realta'.

Fabio Mazza (Registered) 29-07-2009 09:34

Sono d'accordissimo con te Sergio. Ma io ho sempre pensato che il dramma della modernità, a parte i danni ambientali e lo scempio che l'uomo sta facendo della terra, sia la perdita di determinati valori orientativi di vita.
Ad esempio negli anni 50 del 900, pur essendo già inseriti in piena modernità, vi erano valori condivisi (buoni o cattivi, falsi o veri che fossero) un senso del noi profondo, una solidarietà sociale, che impediva l'atomizzazione è l'isolamento che il dispiegarsi successivo della società dei consumi e dell'edonismo sfrenato ha portato.
Credo che il problema principale sia proprio quello di ridare all'uomo un senso di vita comune, un idea più alta dell'esistenza, che non si limiti al circolo "produci, consuma, muori", ma che ponga alcuni valori al di sopra del denaro e del successo.
Solo così si potrà creare una speranza e una prospettiva per tutti quei disperati, che questa società competitiva ha creato.
In una cornice di rifiuto non della modernità tout court, cosa che molti utenti di questo forum fanno, e che è un errore, in quanto si rischia di emulare i discepoli della "ragione" e i modernisti, che decantano le meraviglie di quest'epoca, denigrando tutto quello che venne prima delle rivoluzione settecentesche; ma di riscoperta appunto di cosa è importante è cosa no. Di cosa si può fare a meno e cosa no.
Degli oggetti possiamo (e in molti casi dobbiamo) fare a meno.
Dei valori di vita, delle nostre radici, e di un senso più alto e spirituale dell'esistente no. Tutte le società che l'hanno perso sono storicamente andate verso la decadenza.
Quest'epoca ha, a mio parere, come poche prima di essa, moltissimi lati negativi, ma alcuni positivi.
Cosi come le epoche precedenti avevano molti lati positivi, rispetto alla situazione attuale, ma anche molti negativi.
Come dice Fini, usiamo il passato per demistificare il presente, non per adorarlo come la mitica (e inesistente) età dell'oro, che non è stato.
Non credo, e scusa se sono andato fuori tema, che la scelta sia drastica: non o modernità o antimodernità. Ma valori dell'antimodernità applicati all'epoca reale e contingente in cui viviamo. Un nuovo inizio se vuoi.
marco.milioni@poste.it
marco.milioni (Registered) 29-07-2009 11:32

Conoscendo Franco sabato leggerà questi commenti; da buon dritto sapete perché si è messo a frequentare siti come questo? Perché sta più o meno subodorando che la nave da crociera sulla quale conduce una vita che lo soddisfa (forse) o andrà a sbattere o potrebbe presto cominciare ad imbarcare acqua. E quindi? Comincia ad annussare possibili vie di fuga. Se dopodomani va tutto a catafascio, dico per dire, sarebbe il primo a tessere le lodi dell'MZ di turno per un posto col sedere all'asciutto. Vero Franco? Non ti arrabbi se te lo dico vero? Questo commento te lo mando anche sul tuo "Berry" così ti faccio perdere un po' di tempo con qualche cliente...

Marco Milioni
ottavino (Registered) 30-07-2009 13:57

Per Fabio Mazza. Io non penso che sia proprio un fatto di modernità o di anti-modernità. Il problema, io credo, si possa inquadrare in questi termini. L'uomo "vero" dovrebbe poter affermare: "non riconosco nessuna autorità all'infuori della mia".
Purtroppo, per vari motivi, appena può questo essere si getta tra le braccia di un'autorità!!.
Quindi paradossalmente, l'unica autorità di cui c'è bisogno è quella che impedisce all'uomo di gettarsi tra le braccia di un'autorità!!
Fabio Mazza (Registered) 30-07-2009 14:12

Idealmente sono d'accordo con te. E la mia vita segue questi binari.
La massa però nella realtà ha bisogno e deve essere sottoposta ad un autorità: non tutti siamo uguali, non tutti sono capaci di autocoscienza.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >