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I fatti e gli ideali PDF Stampa E-mail


28 settembre 2009

I fatti, prima di tutto. Un fatto è che in Italia il mercato editoriale non è un mercato libero: è un oligopolio di potentati economici e finanziari intrecciati fra di loro, che se si fanno la guerra se la fanno lasciandone fuori chiunque non sia del loro comune giro. Sulla Voce del Ribelle ho dato conto di chi sono i padroni dell'informazione italiana: sette grandi gruppi (Rcs Mediagroup, Mediaset-Mondadori, Gruppo L’Espresso, Gruppo Il Sole 24 Ore, Gruppo Riffeser, Gruppo Caltagirone, Telecom Italia Media) fra i quali sta tentanto di infilarsi anche il magnate internazionale Murdoch con Sky, e in mezzo ai quali, negli interstizi, restano le briciole per i media locali. Di questa compagnia di industriali, palazzinari, banchieri e finanzieri, Silvio Berlusconi è il primus inter pares. La sola differenza, ma rilevante, è che ha unito nella sua persona potere invisibile (economico) e potere visibile (politico). Ha scoperto le carte sbattendo in faccia il conflitto d'interessi al popolo italiano, che non se ne cura e lo vota lo stesso.
Un fatto è che se il giornalismo è asservito agli interessi di questi editori tutt'altro che puri perchè immischiati in mille settori dell'economia e della finanza, il problema di essere messi a conoscenza di tutte le notizie utili per non farsi infinocchiare è una questione strutturale. Attiene alla proprietà dei mezzi di comunicazione in quanto tale, che dovrebbe non tanto assoggettarsi al criterio liberale della concorrenza e della pluralità, quanto alla prassi dell'editoria pura. Cioè: chi possiede un giornale, una tv, una radio, non deve poter occuparsi di nient'altro. Deve fare l'editore e basta. Il suo solo cliente e referente dev'essere il lettore.
Un fatto è che ci propinano il non fatto di una stampa divisa fra nobili ideali di destra e nobili ideali di sinistra. Di nobile c'è poco. Quel che davvero c'è lo vediamo ogni giorno coi ciclici "casi" fatti scoppiare da una banda contro l'altra. I repubblichini di Repubblica che montano una campagna su due querele del premier, invitando tutti i firmaioli del mondo a sottoscrivere un appello per la libertà d'informazione (che secondo loro s'indentifica nelle sue pagine e nelle sue domande), contro i giornalai del Giornale che usano lo stessa sistema di pescare nel torbido per far fuori giornalisti per niente scomodi - Boffo, una mezza figura - e magari ridurre a più miti consigli una Chiesa felicissima di ricontrattare i patti coi palazzi d'oltretevere.
Un fatto è che se dovessi immaginare una testata giornalistica che possa dirsi "libera", la descriverei come un'orchestra di voci dissonanti in cui più stecche si fanno sul coro e meglio è. E il coro esegue lo spartito sempre uguale dei totem e dei tabù del sistema. Un totem, per esempio, è dare per buono e intoccabile che esista un signore, tal Mario Draghi a capo della privata Banca d'Italia, che tiene in ostaggio la vita del nostro paese facendo la guardia al signoraggio monetario, oggi in formato euro. Un tabù è non parlare mai, dico mai, dei simpatici ritrovi di multimiliardari, generaloni e speculatori noti come Bildenberg Group e Commissione Trilaterale, ai cui preziosi consigli (leggi: ordini) si abbevera quel sant'uomo di Barack Obama.
Un altro fatto è che, per un giornalista (quale il sottoscritto prova ad essere), scrivere in totale liberà di coscienza è impossibile. Ci si deve adattare al meglio delle possibilità date. Ciò che va tenuto fermo, sempre e comunque, è il proprio diritto-dovere di mandare in stampa solo ciò che si vede e si pensa, e per il resto, umanamente, si fa quel che si può. Anche se si è zeristi.
Pochi giorni fa è nato un giornale, il Fatto Quotidiano, in cui si sono accasati quei revenants di sinistra che non trovano più spazio nell'editoria legata al Pd (La Repubblica, L'Unità) o abbarbicata sul comunismo di strada (Il Manifesto). Ma anche qui, ci sono fatti che non possono essere ignorati. E' un fatto che il Fatto abbia alle spalle una casa libraria (Chiarelettere), il suo direttore Antonio Padellaro e il vero dominus  dell'iniziativa, Marco Travaglio (che di sinistra per la verità non è, e che ha il pregio-difetto di imbastire tutto il suo modo di raccontare la realtà attorno alla discriminante giudiziaria). Nessun costruttore, titolare di cliniche, casa automobilistica, banca d'affari o raider di borsa - e nessun presidente del consiglio o aspirante tale. Tra l'altro, esistono penne indipendenti la cui firma campeggia su organi posseduti da costoro: un Franco Cardini, ad esempio, sulla Nazione e sul Tempo. Montanelli aveva come editore del suo Giornale lo stesso Berlusconi. Giulietto Chiesa, che pure ha un passato di ben sistemato inviato-apparatchick del Partito Comunista, si è dovuto creare un piccolo circuito (sito internet, rivista e web-tv) per non dover elemosinare un pezzo ogni tanto sulla Stampa o sui quotidiani EPolis. Ma, tornando alla novità del Fatto, un ultimo fatto è che, pur essendo la linea quella del mondo girotondino e radical-chic (Colombo, Flores d'Arcais, etc), c'è una salutare apertura a punti di vista che a quel mondo non appartengono (il nostro Fini, Telese, Beha). Secondo quel principio di coesistenza dei diversi che, come dicevo, è già garanzia di una sufficiente libertà. Sufficiente, non completa. Non ideale. Ma i fatti, purtroppo o no, non sono mai come li vorremmo.

Alessio Mannino 

Commenti
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aragorn (IP:79.15.249.41) 28-09-2009 13:50

Prima dei fatti e degli ideali, c'è un equivoco da chiarire. Fin dalla nascita della democrazia moderna, avvenuta nel bagno di sangue chiamato "rivoluzione francese", si è inseguito questo sogno di libertà assoluta piuttosto infantile ed utopico. I controllori dello schema del potere occidentale, utilizzano questa litania ipnotica (libertà, democrazia, libertà democrazia)alla stregua di un rosario cattolico, con una ritmica ossessiva, che non prevede alternative e che ha come obiettivo la rimozione di ogni altro scenario politico ed ideologico dall'orizzonte mentale dell'umanità. A sostegno di questo videogioco le elites impiegano un esercito di servi pagati funzionali al reiteramento dell'inganno: professori universitari, scrittori, giornalisti, registi cinematografici. E' ovvio che tra loro non tutti siano in mala fede. Infatti ci sono anche gli idioti, che sono ancor più funzionali degli altri. Tutti costoro sanno che per soddisfare le loro ambizioni, dalla casa al mare al diventare famosi, debbono pagare un tributo. Mai parlare delle cose essenziali, mai svelare gli inganni che sostengono il Sistema. Mai violare i santuari. Noi quindi non siamo degli utopisti, la reltà ci è ben chiara, e proprio per questo ci teniamo lontani da facili entusiasmi, ed anche da questo accontentarsi della "sufficiente libertà" (che dovrebbe essere garantita addirittura da Telese e Bhea), sentimento così poco vitalistico e rivoluzionario. Che Massimo Fini possa scrivere su questo o quel giornale a me sta bene. Ma ciò non toglie che il resto della banda sia la solita "compagnia di giro" non solo funzionale, ma alleata ai più consolidati ed antichi poteri economici e finanziari, che loro sorreggono e continuano a tenere nell'invisibilità, in vece di denunciarne l'esistenza, con le sceneggiate sulla costituzione e sulla legalità. Moriremo tutti sostenitori di Brunetta.
alessio (Super Administrator) 28-09-2009 14:19

Purtroppo o per fortuna, io non posso star lontano dalla "libertà possibile" perchè quello che so e mi piace fare è il giornalista. Morirò col marchio d'infamia di non essere abbastanza "vitalistico e rivoluzionario"? Pazienza.
Alessio Mannino
stediludo (Super Administrator) 28-09-2009 18:46

Primo: lasciamo da parte e fuori dalla discussione le nostre miserie di sopravvivenza quotidiana. Ognuno, per sopravvivere, nella professione come nella vita di tutti i giorni in genere, è gioca forza costretto a scendere a patti col sistema. Ma non credo certo che gli orientamenti di un movimento in cui si è deciso di militare possano dipendere da simili cose.
Quindi veniamo alla sostanza. E la sostanza è che io continuo a non capire cos'è quest'attenzione, quest'interesse, addirittura, a volte, questo entusiasmo per fatti come appunto la nascita del Fatto. Ma perché piuttosto non ci interessiamo alle miriadi di giornali, fogli e fogliacci del sottobosco antagonista che eroici "ribelli" ogni giorno cercano di far sopravvivere e che ogni giorno rischiano la chiusura? Ma sapete quanti di questi giornali, quanti storiche riviste dell'ambiente non conforme (siano di destra, di sinistra o di vattelapesca non fa differenza) stanno chiudendo in quest'epoca di crisi e di omologazione dilagante? Perché non diciamo una parola per loro invece di salutare, di pubblicizzare il lieto evento della nascita del Fatto? Perché, dite voi, il Fatto è pur sempre l'unico giornale del sistema che ci concede uno spazio. E allora? Io non sto a chiedere l'elemosina a lor signori. Dei loro spazi me ne frego altamente; i loro spazi mi ripugnano. Io dai miei "nemici" preferisco essere censurato, combattuto, messo a tacere. Se mi offrono la parola, se mi garantiscono libertà di movimento, la cosa è sospetta, la cosa mi puzza. Lo sappiamo, infatti, quando e perché il sistema offre spazi agli antagonisti: quando non fanno più paura, quando sono stati addomesticati, e la loro voce diventa una delle tante voci del coro, si perde e si annacqua nel pantano dell'omologazione generalizzata. E' una vecchia storia, no? Lo sappiamo che fine hanno fatto i miti ribelli del Sessantotto... Mode, sono diventate mode come tante; oggi i sedicenti ribelli di ieri sono gli ospiti più richiesti dei talk show, dei dibattiti culturali sulla stampa di sistema; insomma, fanno spattacolo anche, se non soprattutto, loro. State notando cosa sta succendendo alla Decrescita? Ad applicare quello che un Latouche ha scritto nei suoi libri bisognerebbe far saltare in aria tutto quanto con non so quante vittime sacrificali tra la popolazione mondiale. Eppure, piano piano, oggi tutti parlano di decrescita: su Repubblica, sul Corriere; Latouche viene invitato ai dibatitti coi parlamentari; tra poco lo inviteranno a Porta a Porta e si metterà a parlare di decrescita pure Tremonti. Ma che bello, dirà qualcuno: gli offrono degli spazi, perché non approfittarne? Ne approfittino pure, ma non si illudano: se glieli offrono, non è perché si sono convinti delle loro idee, ma è perché le loro idee non fanno più paura e quindi sono pronte per partecipare anche loro al grande circo mediatico. Anzi: è proprio perché partecipano al grande circo mediatico che non fanno più paura. Perché questa è la logica ferrea del sistema: una volta dentro, una volta "ospite", sei eo ipso uno di loro.
E già sento le solite obiezioni: tu vuoi chiuderci in una torre, vuoi fare la solita setta di emarginati compiaciuti della loro purezza... Torre, setta, chiamatela come vi pare, ma io voglio semplicemente continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto, quello che i veri antagonisti hanno sempre fatto, con i loro giornali e i loro fogliacci a perenne rischio chiusura, cercando e creando loro spazi, loro strade, senza chiedere elemosine e ospitate a chi offrendole altro non fa che portarti, volente o nolente, dalla sua parte.
Spero che Fini e le nostre idee riescano a sfuggire a tale inesorabile destino. A me di diventare un antimoderno da talk show, un antimoderno della domenica, non mi interessa più di tanto.
aragorn (IP:79.15.249.41) 28-09-2009 20:50

Concordo con tutti i concetti espressi da Stefano. Mentre questi servi pagati parlano di Berlusconi, stanno ratificando il Trattato di Lisbona, espropriando gli ultimi diritti formali degli europei. Il messia Obama sta preparando l'aggressione all'Iran. La finta "crisi" ha regalato montagne di utili alle banche ed agli apparati finanziari paralleli. E questi continuano a parlarci di cazzate. Leggetevi al proposito l'odierno manifesto dell'economia di Grillo. Tante belle piccole propostine ruffiane da finto rivoluzionario, ma nessuna proposta e nessun accenno alla moneta creata generando debito. Nessun accenno al falso in bilancio delle banche e delle banche centrali. A calci in culo bisognerebbe prenderli questi pezzenti, altro che le sufficienti libertà
Montenegro (Registered) 28-09-2009 21:00

ai ribelli servono numeri. dovremmo essere di più, compatti, forti. ben venga Massimo Fini sul fattoquotidiano, affinché qualche anima venga attirata nei nostri labirinti. penso che Alessio Mannino intenda anche questo, senza voler svendere l'ideale del Ribelle al costanzo show.
saluti.
alessio (Super Administrator) 28-09-2009 22:38

Io stavo parlando della libertà nei giornali, non della libertà in assoluto. Ma qui, come al solito, abbondano gli assoluti. Mentre il dubbio dovrebbe essere il vero, profondo carattere di un Ribelle.
Alessio Mannino
Montenegro (Registered) 28-09-2009 23:21

PS: Alessio Mannino come sempre attento e, se permettono, profondo. Tra tutti, gli articoli firmati da Lei sono quelli maggiormente animati da un pensiero che cerca la mediazione con la modernità, arrischiando un postmoderno che ben si distingue dalle correnti deboliste nostrane, senza cedere un grammo di una viva ispirazione Umanistica.
marco.milioni@poste.it
marco.milioni (IP:62.123.117.85) 29-09-2009 04:01

Durante l'ultima settimana ho incontrato sette persone. Un sedicente liberale classico, un sedicente post-comunista, un sedicente cattolico moderato, un sedicente leghista deluso, un sedicente anarcoide senza idee politiche, un sedicente ex missino, un sedicente e non ben precisato centrista alternativo. Tutti mi hanno parlato del trattato di Lisbona e me l'hanno definito una immondizia; nell'ordine: un tradimento dei princìpi liberali, cattolici, nazionalisti, socialisti e chi più ne ha più ne metta. Mi hanno detto: "tu che sei giornalista perché non pubblichi on-line un libercolo di una trentina di pagine"? A loro che fanno il rappresentante di libri, l'architetto, il dirigente comunale, l'imprenditore agricolo, l'informatico, l'assicuratore e il farmacista, ho chiesto: me la date una mano con le ricerche? Mettiamo insieme due soldini per stampare un po' di opuscoli mentre cerchiamo una casa editrice? Non li ho più sentiti... Armiamoci e partite! All'italiana insomma. E intanto gli altri manovrano più o meno nell'ombra. Barnard sul suo sito scrive cose giustissime su Lisbona, ma le scrive male. Noi di MZ? Riusciamo noi di MZ a buttare giù, insieme, 30-40 paginette dattiloscritte sulla ciofeca di Lisbona? Se non avrò risposta entro due giorni comincerò a copiaincollare i post di MZ. Ne farò un libro e diverrò ricco. Poi alla facciaccia vostra andrò sul Britannia cercando di screditare Draghi accreditandomi come suo necessario successore agli occhi dei rettili della finanza globale. Chiara la morale?

Marco Milioni
Fabio Mazza (Registered) 29-09-2009 08:38

Ogni strumento che serve a far conoscere le nostre idee ben venga. Se è il fatto piuttosto che il maurizio costanzo show, l'importante è giocare secondo le nostre regole, senza farci "normalizzare".
La drammaticità del momento impone qualsiasi strada percorribile.
Non possiamo fare i sofisti e fare le graduatorie dei ribelli o di chi è più o meno vicino alla nostra causa.
Chi è vicino alla nostra causa in questo momento non conta un cazzo, e che vi piaccia o no abbiamo bisogno sia di numeri che di visibilità.
Cosa diversa è se l'idea è attendere che il treno si schianti per costruire qualcosa di nuovo dopo: ma se questo è l'intento non ha senso un movimento. Meglio stare a casa e non contrastare per nulla la naturale disfatta di questo sistema.
ottavino (Registered) 29-09-2009 09:13

Fino a che la disfatta non arriva, non siamo autorizzati a perdere di vista degli obiettivi.
Se una trasformazione radicale è impossibile, in quanto a certi livelli le mosse sono "forzate"(nella economia/politica mondiale ci si "deve" comportare in un certo modo), non ci resta che concentrarci su argomenti apparentemente più "innocui", ma che contengono cli elementi per scardinare il sistema.
Io propongo di concentrare l'attenzione sulle caste.
Non è difficile vedere che la nostra società è in mano alle caste, che esercitano il loro potere (medici, avvocati, giornalisti, politici, ecc).
Questa è davvero una forza conservatrice.
E liberatorio non può essere che svincolare i cittadini dalla presa delle caste, degli esperti.
Dunque il nostro umile, devoto impegno dovrebbe essere gettato completamente verso una lotta senza quartiere alle caste.
Senza caste saremo tutti più liberi. Sono loro che traggono il massimo guadagno da questa situazione.
aragorn (IP:79.15.249.41) 29-09-2009 13:05

Io credo che il motivo delle inesistenti forme di ribellione che caratterizza questo periodo storico, risieda essenzialmente nella assoluta incoscienza dei popoli. La mistica del lavoro e dell'impegno civile nascondono lo schema usurocratico che regola ogni vita. Tutti credono che sia necessario lavorare 8 ore al giorno per 45 anni. Tutti credono che pagare il 70 % di quello che si guadagna in una vita sia un dovere. Tutti pensano che i debiti e le ansie che essi comportano siano la normalità, ed altrettanto normale sia essere espropropriati attraverso le forme di sottrazione legalizzata. Se le persone sapessero che esiste questo meccanismo mostruoso, che a sua volta genera le distruzioni ecologiche e sociali che la iper produzione industriale impone, credo che reagirebbero diversamente che di fronte a cazzate tipo la libertà di stampa o il rispetto della costituzione. Qui si tratta di spiegare, attraverso un complesso e rigoroso percorso di comunicazione a più livelli, che esistono elite che controllano la nostra vita, non solo attraverso la finanza o la politica, ma anche con il cinema, l%u2019editoria, la "cultura" in genere. Leggete al proposito "Neurosschiavi".
Ora, per parlare a questo popolo di potenziali ribelli, non è secondario far capire che è ingannevole e sviante pensare che noi abbiamo finti problemi tipo quelli che Grillo, Di Pietro, Stella e Rizzo, Travaglio e Santoro, con evidente complicità con il Sistema, si ostinano a strombazzare. Deviando le consapevolezze e gli intenti in primis di quei milioni di giovani che costituiscono il principale potenziale rivoluzionario, che si riducono ad infervorarsi per le piste ciclabili o per la fedina penale dei deputati e dei dipendenti dei fast food. Quindi non si tratta di paranoia o specializzazioni, d%u2019altronde se ne sono accorti altri, basta leggere Barnard o la Randazzo, ma di pura e semplice strategia metapolitica. Questi cialtroni non vanno ignorati, anzi vanno aggrediti e chiusi nell%u2019angolo delle loro false verità e delle loro vanaglorie, e siate certi che mentre attacchiamo loro stiamo già attaccando il Sistema, e mettendo nigliori premesse per la conduzione del popolo dei futuri ribelli. O vogliamo parlare di Mastella e Berlusconi?
Il mio prossimo pezzo si intitolerà "Caro Beppe Grillo, sei un leccaculo".
Dopo aver letto il suo manifesto dell'economia, un pò copiando anche il nostro manifesto dell'antimodernità, sono più che certo della sua mala fede.
alessio (Super Administrator) 29-09-2009 13:40

Politicamente sempre più divisi alla meta. Non è un problema: basta saperlo e mettersi il cuore in pace. Ma non mi si venga più a parlare di unità d'azione e cose simili.
Alessio Mannino
Fabio Mazza (Registered) 29-09-2009 14:16

Quindi mentre aspettiamo che la gente si accorga che esistono le lobbies e tutto il resto, cosa dovremmo fare?
Se devo scegliere tra avere la merda fino al collo e fino al torso preferisco averla fino al torso, fermo restando il tentativo di levarmi totalmente la merda di dosso..
Barnard e quelli come lui sono cosi focalizzati a vedere quanto gli altri sono appartenenti al sistema, o quanto siano più o meno controcorrente che non concludono, ne hanno mai concluso un cazzo, se non parlare parlare parlare..
Ma come qualcuno rispondeva ad un mio articolo sull'etica guerriera di qualche tempo fa..non esistono solo le questioni alte, ma anche quelle basse, come ad esempio la qualità della vita, i diritti di comunicare le proprie idee senza essere censurati, oltre ad altre piccolezze "borghesi" come il non volere mafiosi al governo, come incazzarsi perchè mentre qualcuno (stupido finchè si vuole) paga le tasse, milioni di stronzi con il culo parato dal governo riportano in Italia patrimoni di dubbia provenienza..
aragorn (IP:79.15.249.41) 29-09-2009 14:57

Caro Alessio, sinceramente di questa forma di centralismo democratico io non so che farmene. Scrivi quel che pensi e lo stesso farò io. Non eravate voi che sostenevate che le differenti opinioni arricchiscono?

*Per Fabio
Le questioni di cui parli non solo sono di terz'ordine, ma vengono strombazzate per coprire il meccanismo di schiavitù che Travaglio e Grillo ed i loro amici fanno finta di non conoscere. Chi paga le tasse dovrebbe smettere di farlo, e se qulcuno tira fuori la storia del "cittadino onesto che paga le tasse", ebbene si becca del piccolo borghese ed anche dell'anti rivoluzionario, perchè io non vedo l'ora che la gente smetta di pagare le tasse, e magari si incazzi anche un pò in altre maniere, così da vedere come faranno i signori dell'oro ad incassare i loro proventi da usura.
Comunque io non aspetto che la gente si renda conto, ma lavoro al piano utile ad ogni forma di risveglio popolare.

P.S.
Fabio, forse non ti hanno informato, ma i mafiosi al governo ci sono dal 1946.
Magmau64 (IP:93.32.230.153) 29-09-2009 14:57

Francamente posso capire la critica a Travaglio (anche se non la condivido completamente) e ai finti difensori della libertà d'informazione(che condivido totalmente), che spesso significa "finta informazione uguale e contraria" ma non capisco tutta questa acredine nei confronti di Grillo,come se la responsabilità di 300 anni di modernsmo , di illuminismo e post-illuminismo fossero colpa sua.
Avrà aspetti inquietanti (oltre a meriti per me indubbi) ma non è il paradigma del capitalismo e della tecnocrazia mondiale.
Oppure sì?
Ridurlo a caricatura parlando di piste ciclabili credo sia un po' ingiusto.
Non so, mi sembra un po' tortuoso individuare obiettivi marginali e insignificanti ( e lo dico ocn dispiacere)come Grillo quando ci sono obiettivi ben più significativi da aggredire.
Crocifiggerlo perchè non parla a sufficienza di banche?
La nostra qualità di vita è pessima ( in senso morale) e non è solo colpa delle banche.
Sul programma di Grillo ( copiato forse malamente da quello di MZ, ma chi se ne frega..)ci sono riferimenti alle oligarchie, alle utilities e altro ancora,considerazioni di macroeconomia e altro, non solo piste ciclabili.
Spunti spesso neppure naif..
L'aspetto che trovo sempre più insopportabile del movimento di Grillo è la sua occulta contiguità con Di Pietro,che offusca buona parte della sua credibilità.
Poi, se Travaglio può essere definito il sacerdote dell'antiberlusconismo(nel bene e nel male), allo stesso modo definirei Barnard sacerdote dell'antitravaglismo,visto che sempre più spesso leggo le sue inutili e noiosissime tirate "ad personam", che andrebbero, secondo me,convogliate su binari privati .
Se ha questioni aperte con Travaglio,eviti di risolverle in piazza.
Le invettive personalizzate sono sempre più stucchevoli,da qualsiasi parte vengano...
Mauro
aragorn (IP:79.15.249.41) 29-09-2009 15:28

Caro Mauro, quella che tu definisci insopportabile ed occulta continuità con Di Pietro da parte di Grillo, estendila a Travaglio, Santoro, Colombo, Padellaro fino a Dario Fo e Franca Rame passando per i vari Zaccaria, Flores D'Arcais e tutto il mondo "conservatore del progressismo", alleato da sempre con il grande capitale. Sono una compagnia di giro organica e strutturata a sorvegliare i confini dell'impero. Sono nostri nemici, travestiti da amici su alcune questioni (ma quando si scrivono enormi banalità come spesso capita a Grillo, come fai a non essere d'accordo?).
Prove ne è la ormai trita e ritrita vicenda della rimozione del signoraggio e della sovranità monetaria dai suoi scritti e comizi. I rinnegati si chiamano con questo nome e non si fanno giri di parole inutili. E' ovvio che Grillo non sia un nostro obiettivo, ma ti assicuro che quando facciamo i banchetti di MZ e parliamo con centinaia di ragazzi che si avvicinano, questi ripetono pappagallescamente: "la legalità", "la fedina penale pulita dei parlamentari", a dimostrazione dello sviamento sistematico che questi soggetti causano.
alessio (Super Administrator) 29-09-2009 16:01

Caro Marco, ribadisco che per me la diversità è un valore. Ma se essa è così radicale sul nostro modo di interpretare l'attualità politica - e ripeto, ormai mi sta bene - la conseguenza automatica è l'impossibilità di un'azione comune su questo livello. Ognuno si faccia le sue battaglie e amen. Fatte salve quelle, poche ed esclusivamente teoriche, in cui siamo d'accordo.
Alessio Mannino
Magmau64 (IP:93.32.241.252) 29-09-2009 16:02

Marco, metti insieme persone diversissime tra loro ,legate in realtà secondo lo schema del cosiddetto Neo CLN, ovvero il sedicente fronte comune antiberlusconiano.
Io personalmente non provo nessuna stima nei confronti di alcuni nomi da te citati ,di altri condivido alcuni aspetti .
Non è sufficiente per me definirsi antiberlusconiano o a favore di una fantomatica libertà d'informazione per essere catalogato tra i "buoni",ma neanche tra i "cattivi"
Chiarito questo punto ,personalmente la sofferenza nel vedere questo ridicolo dualismo politico che monopolizza e opacizza tutto il resto è sempre più forte.
Sulla questione legalità , il mio fastidio cresce sempre di più,soprattutto perchè sta diventando una sorta di manifesto politico monotematico , totalizzante e pre-totalitario.
E' una china pericolosa, il giustizialismo (anche se fisiologico in un paese ad altissima e diffusa densità criminale ,un naturale contrappeso)sfugge sempre di mano a chi se ne fa paladino.
Il direttore di Radio Radicale ha definito Il Fatto Quotidiano "bollettino delle procure".
Leggendo un paio di numeri ho avuto anch'io questa impressione, come impatto generale e malgrado abbia letto ance articoli interessanti.
Ecco, francamente si può pensare tutto e il contrario di tutto dell'informazione, ma un quotidiano dovrebbe essere qualcosa di più per definirsi pomposamente "libero"..
Mauro
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 29-09-2009 16:40

Marco ha ragione quando denuncia tutta la cordata liberal-social-progressista, quella di RAI3, Repubblica-Espresso, e ora Il Fatto, come perfettamente funzionale al sistema e manovrata da De Benedetti. Tuttavia non credo che sensibilizzare la gente contro la corruzione e l'immoralità della classe dirigente sia fuorviante e insignificante. L'esempio dei capi, a tutti i livelli, favorisce l'illegalità diffusa, che dilaga in tutti gli strati sociali. Ne deriva un'omertà generalizzata e un clima di reciproci ricatti che rende impossibile una presa di coscienza rivoluzionaria: tutti sulla stessa barca insomma, il grande speculatore come il piccolo truffatore e il furbastro. Le sollevazioni popolari nascono dallo sdegno per i comportamenti dei dirigenti. Se questo sdegno manca perché il clima sociale è segnato dall'immoralità diffusa, mancano le premesse per qualunque rottura rivoluzionaria. Insomma, si può stare nel fronte dei difensori della legalità con motivazioni nostre, che non coincidono con quelle di chi denuncia la corruzione solo per far funzionare meglio il sistema liberal-democratico. E' un po' il ragionamento che vale anche per le manifestazioni pacifiste. Non dobbiamo confonderci con le anime belle contemplatrici degli arcobaleni, ma stare nei cortei contro la guerra con le nostre motivazioni. Concordo con Alessio nel ribadire che la diversità di formazione culturale fra noi è una ricchezza, ma nel momento dell'operatività politica una convergenza deve esserci fra chi aderisce a uno stesso Movimento.
Fabio Mazza (Registered) 29-09-2009 17:43

Rispondo A Marco

1. sai (o avrai intuito da altri miei articoli) che tra me e te c'è una forte identità non solo ideologica, ma anche spirituale, nonostante poi nella prassi e nell'azione abbiamo idee completamente opposte

2.so benissimo che le questioni della legalità, delle fedine penali pulite, dei furbetti ecc. sono cose ridicole in un epoca di dissoluzione come quella attuale, e che certe questioni per noi debbono avere una rilevanza marginale (le dobbiamo affrontare come diceva qualcuno come "accidenti", partecipare magari alla vita "politica", ben sapendo che è solo una questione amministrativa e di gestione, piuttosto che di ideale di vita o spirituale), ma se permetti io preferisco di gran lunga che un ragazzo parli di fedina penale dei parlamentari pulita e di legalità, piuttosto che di grande fratello di "magna e futti" e di discoteca: lo vedo già come un segno di sensibilità ai problemi della società che non va sottovalutato ma coltivato

3.so benissimo che la mafia al governo non c'è con silvio, ma c'è dall'inizio della repubblichetta, ma ciò non mi esime dall'incazzarmi se mi si propina, ed è solo un esempio mangano come un eroe, con una mancanza di dignità e di rispetto per i veri eroi che sono morti per combattere la mafia (e se permetti non è trita retorica)

4. mi piacerebbe che a tutto questo "negare" e "distruggere" e "rivoluzionare" si accompagnasse una progettualità: ossia, cosa abbiamo intenzione di proporre al posto della democrazia rappresentativa? cosa abbiamo intenzione di sostituire all'economia bancaria? cosa abbiamo intenzione di fare per le questioni epocali che riguardano il collasso del pianeta?
Saluti
martiusmarcus (Registered) 29-09-2009 18:14

Sciacquarsi la bocca con la frase "sono un ribelle" può trasformarsi in un sano esercizio quotidiano - forse meglio di un colluttorio. Ci ripulisce perché ci fa prendere le distanze da chi ci sporca con la sua sola presenza nel mondo. Ma domandiamoci: corrisponde a una qualche realtà di fatto? Non so che tipo di copiaincolla Marco Milioni produrrebbe. So quello che mi piacerebbe produrre a me, del blog di MZ. L'atmosfera è quella dei film che più o meno fanno il verso a quel "Occhi bianchi sul pianeta Terra" di cui l'ultimo remake è "Io sono leggenda": catastrofe planetaria trasforma tutti gli uomini in zombies infetti: i pochissimi sani rimasti tentano di perpetuare il genere umano sulla terra...Il tipo antropologico di MZ è quello del sopravvissuto che va avanti a scatolette barricandosi su una torre d'avorio, il filo spinato delle idee lo difende dai mostri partoriti dalla modernità. Alessio Mannino vuole avventurarsi in mezzo ai morti viventi perché gli piace fare il giornalista? gli sia permesso di andare turandosi il naso e opportunamente vaccinandosi. Mi piacerebbe, in questo instant book su MZ, metterci pure la poesia che vi aleggia. Non andando nel lirico, come quel bellissimo inno all'aristocratico non più riconosciuto come tale neanche dal suo cane (figuriamoci la moglie cosa gli manda a dire da dietro le spalle, all'aristocratico!). Mi piacerebbe dargli come titolo "Il lamento dell'alfiere": sì perché molti di noi sono come un alfiere che dentro a una partita di scacchi non si rassegna al ruolo e alle mosse che la partita e forze soverchianti e rigidissime strutture gli assegnano... Il povero alfiere fa allora la faccia truce e borbotta e si lagna, ogni volta che lo smistano a destra o a sinistra nella scacchiera! Eppure ha la verità in tasca! e con quella sa di potersi anche ribellare! Ma come? Come mai nessuna pedina lo segue? Magari ogni tanto il povero alfiere se la piglia col Re e la Regina che pure gli danno da mangiare e gli forniscono stemma e stendardo sotto cui allinearsi...
Capisco che la mia è forse la solita provocazione, di certo non è una iniezione di ottimismo, ma tant'è... almeno non vi prendo per i fondelli(come Grillo, Travaglio, Padellaro, Barnard). Se invece vi ho fatto sorridere, beh sono contento: Freud diceva che il riso è l'unica forma di godimento collettivo possibile. Io aggiungerei che ridere di se stessi e delle proprie miserie e sofferenze può allargare il cuore e rendere più sopportabile il passaggio.
ottavino (Registered) 29-09-2009 18:27

Beh, allora definiamo i termini.
Per me l'anti-moderno è uno che è stufo del fatto che gli propongono sempre giocattoli, nuovi giocattoli....in questa specie di luna park, di paese dei balocchi....sembra che i giri i giostra non costino nulla....ma ancora non ci hanno portato il conto!!
Quindi l'antimoderno è uno che sa che lo stanno fregando.
In questa situazione, io credo, possiamo solo chiedere uno Stato più leggero, meno oppressivo, magari con meno servizi al cittadino....ma liberi dallo stress dello stato!
Di quello che sarà il "sistema liberal-democratico", non oso occuparmi perchè rispetto a quello mi sento impotente.
L'anti-modernità è la lotta all'apparenza...alla "tutta fuffa" checi circonda....
ottavino (Registered) 29-09-2009 18:40

Martius, hai scritto una cosa bellissima. Grazie.
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 30-09-2009 08:53

Cadendo nel solito luogocomune, io la domanda che mi pongo è: ma che cervello ha uno che compra un quotidiano.
Giovanni Marini (Registered) 30-09-2009 12:11

Questo accanimento su Travaglio, Santoro ed altri ha del surreale. Secondo l'accusa questi giornalisti sono massimamente colpevoli perchè pur conoscendo la realtà del complotto usurocratico se ne guardano bene dal divulgarlo preferendo attaccare il povero Berlusconi che i potentati economici vogliono distruggere. Ergo sono al soldo dei poteri forti e Berlusconi coi poteri forti naturalmente non c'entra nulla. L'accusa fa il paio con un'altra che circola in rete di cui è vittima Grillo: Grillo non parla più del signoraggio, quindi è un traditore, e via dibattiti su quest'aria fritta. Qui la domanda da porre è: CHI ha investito Santoro, Travaglio, Grillo di questa missione evangelica? Non ha il diritto un giornalista di essere giudicato sulla veridicità di ciò che scrive piuttosto su ciò che avrebbe potuto scrivere? O che ci piacerebbe che scrivesse? Perchè queste accuse non vengono rivolte ai giornalisti della cosiddetta destra? Il punto su cui riflettere secondo me è un altro: c'è in Italia una pluralistica informazione? Lasciamo perdere la libertà di stampa che è una parola grossa e che già definirla è arduo. Non condivido chi dice che la libertà di stampa non c'è, ad esempio, io ricevo regolarmente la copia della Voce del Ribelle. E allora come la mettiamo? Il problema è che ci sono grandi gruppi editoriali legati a potentati economici di cui difendono accanitamente gli interessi, e poi ci sono un po' di cani sciolti. Secondo me non si può intendere la libertà di stampa come un tutto o niente ma piuttosto come una serie di spazi che si possono aprire o chiudere e oggi il governo è attivamente impegnato a chiudere. E' in questa contingenza del possibile che siamo chiamati ad agire o no. Chiudersi nella torre come dice Martius o uscire e combattere, con la consapevolezza però di una battaglia forse inutile perchè non sarà certo lo sparuto gruppo del MZ o chiunque altro a cambiare le cose, lo farà la Storia al momento opportuno anzi lo sta già facendo. Infine vorrei ricordare al direttore Di Ludovico che Annozero fece una puntata sulla rappresaglia di Gaza mostrando i bambini palestinesi ammazzati sotto le bombe quando tutta la stampa di regime giustificava Israele. Come ricorderà ne seguì la fuga dell' Annunziata, l'ennesima inchiesta-intimidazione su Annozero e la protesta dell'ambasciatore israeliano. Quello sciagurato del ministro degli esteri anziché difendere la televisione italiana diede ragione all'ambasciatore.
Dartagnan (Registered) 30-09-2009 14:03

Martius colpisce nel segno e sorrido delle nostre miserie, del senso di impotenza che tende ad invadere il campo.
Per imparare qualcosa e agire nel piccolo, spesso più alla mia portata, servono persone come Fuschini, Milioni, Marini, e li ringrazio per la loro saggezza, un'arma che arma, che li rende nobili, anche se non hanno sangue blù o azzurrino, e da cui si vorrebbe essere contagiati.
Dario
Magmau64 (IP:93.32.233.44) 30-09-2009 14:05

Sì,
Anch'io come Giovanni Marini trovo bizzarra (usiamo un eufemismo) la tesi secondo cui Berlusconi si sarebbe opposto ai poteri forti, a questa sorta di Spectre comandata da Draghi, Prodi, Travaglio , Santoro , Grillo e Vauro (che discutono di tecnocrazia e del trattato di Lisbona sul Britannia,tra una vignetta, un vaffanculo day e una cronaca giudiziaria) e per questo motivo meno tecnocrate dei plutomassoni appena citati.
Ha fatto bene Giovanni Marini a ricordare quella meravigliosa e atroce puntata di Anno Zero su Gaza, puntata che gli valse l'epiteto "antisemita" regalatogli da quel noto sacerdote dell'antimodernismo ,fautore dell'autodeterminazione dei popoli, anti-europeista ,vittima dei massoni Prodi e Draghi, ovvero Frattini.
Ora, come ho scritto ,detesto la personalizzazione della politica, nel bene e nel male.
Sono con Santoro quando (unico in TV) parla di Gaza , resto interdetto quando organizza un'intera puntata su Luxuria o si lancia in lunghe filippiche autocelebrative e autoindulgenti.
Non ho preconcetti nei confronti di nessuno o quasi, non delimito la persona in un paradigma negativo o positivo(Travaglio complice, Grillo in malafede, Santoro tecnocrate, Facci servo di Berlusconi,Barnard duro e puro oppositore del sistema ecc),seziono e circoscrivo di volta in volta .
Insomma, mi sento ancora una volta vicino a Marini quando scrive"la libertà di stampa è da intendere come una serie di spazzi che si aprono e chiudono"
Mauro
aragorn (Registered) 30-09-2009 15:25

Caro Mauro, se vogliamo "paracularci" non facciamo altro che abbassare il levello della discussione. La Spectre di Travaglio e Vauro non fa ridere e confonde soltanto il pensiero altrui, che è molto più articolato, anche se non condiviso. Credo che il tuo modo di esporre le tesi altrui sia eccessivamente all'ingrosso e quindi poco rispettoso.
Quello da te riassunto non è il mio pensiero per cui faccio fatica
rispondere.
Caro Dartagnan, le liste dei bravi a breve forse corrisponderanno ad un movimento diverso dall'MZ attuale, nel quale due anime diverse si evidenziano sempre più. A definirli nobili in spregio agli altri, e per di più prendere in giro l'altrui modo di definire la nobiltà ci vuole veramente una rara bassezza intellettuale. Mi piacerebbe sapere chi sei, come ti chiami, di dove sei e sei fai parte del movimento. Comunque, visto che lo scherno e la ridicolizzazione delle altrui opinioni sembra essere il nuovo stile comunicativo, io da oggi non parteciperò più a nessun confronto di idee.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 30-09-2009 17:24

Vorrei dire all'amico aragorn, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente in quanto militiamo entrambi in MZ e non siamo semplici bloggisti, che non mi sento iscritto ad alcuna lista di bravi, da cui, se esistesse, mi cancellerei immediatamente. In MZ ci sono sensibilità e orientamenti ideali diversi ma vedo tante individualità forti, non anime diverse che si organizzino in sottogruppi contrapposti. Aragorn esprime a un livello intellettuale e letterario assai alto posizioni che arricchiscono la dialettica interna. Altri contributi alla discussione da commentatori esterni che dobbiamo ringraziare per l'attenzione con cui ci seguono, non devono essere motivo di risentimento. L'ironia è un artificio retorico accettabile, quello che non è accettabile è l'insulto, molto praticato in altri siti ma non in questo.
tristram19 (Registered) 30-09-2009 17:58

Commento sintetico. Apprezzo entrambe le posizioni che si sono create, ma vorrei solo far presente che ho conosciuto Massimo Fini tra le colonne del Resto del Carlino. Ogni santo giorno ad aspettare quelle poche righe di lucidità come manna dal cielo che mi aprivano un mondo. Poi ho avuto occasione di approfondire, affinare, radicalizzare, insomma interpretare a modo mio il suo pensiero. Ma senza quelle poche righe su un giornale NON ribelle, forse non sarei qui a scrivere su questo blog e nemmeno sarei quello che sono. Se ho una mia precisa visione del mondo, ciò è dovuto anche alla voce del risveglio di Massimo Fini.

ciao
martiusmarcus (Registered) 30-09-2009 17:59

per aragorn
qualcosa mi sfugge o non conosco qualche precedente su chi è nobile o chi non lo è: non capisco l'animosità nei confronti di dartagnan che mi pare abbia solo nominato delle persone degne di rispetto
per ottavino: la bellezza sta negli occhi di chi... legge. Grazie a te.
per lucianofuschini
se ti riferisci a me, un po' di ironia forse c'era, in quello che ho scritto, ma più che altro c'era disincanto ed empatia per la nostra generale condizione di impotenza.
Magmau64 (IP:93.32.254.88) 30-09-2009 20:02

Marco,
l'ironia non sarà il mio forte, pazienza.
In realtà so bene che il tuo pensiero è molto più articolato ,non per nulla ti leggo da sempre con grande interesse e profonda stima, a volte condividendo,altre volte no.
Poi, quando ho parlato di questo fantomatico gruppo di potere superiore, nemico acerrimo di Berlusconi rappresentandolo in modo caricaturale non mi riferivo a te in particolar modo.
E' una vulgata diffusa in rete,soprattutto in una certa area ,che spesso trovo ridicola (almeno nella sua esposizione) e alcune propaggini emergono anche da siti autorevoli come questo,seppur il pensiero risulti più articolato ovviamente.
Ciò non significa che questo sistema di potere e di controllo che monopolizza , egemonizza ed appiattisce la progettualità politica e l'informazione (vedi articoli di De Marco e Mannino)non sia una realtà.
Non mi sembra di aver mai ridicolizzato il pensiero altrui .
Se l'ho fatto vi chiedo scusa..
Mauro

alessio (Super Administrator) 30-09-2009 21:13

Ecco, ragazzi, il post di tristam19 è esattamente ciò che nel mio piccolo sogno di ottenere in chi mi legge, semplicemente facendo il mio mestiere. Il flash sulla sua esperienza personale dice più di mille spiegazioni.
Alessio Mannino
Dartagnan (Registered) 01-10-2009 08:18

Caro Aragorn, so che a volte mi accusano di essere un po' tagliente. Quasi non me ne accorgo e me ne scuso. In realtà volevo, in modo forse un po' troppo sintetico, indicare un mio diverso modo di intendere la nobiltà, l'aristocrazia. Pur rifacendoci entrambi all'antimodernità. Lungi da me fare una lista di bravi. Non sono certamente titolato a questo. Sono Nessuno, sono padano, vi seguo da quando vi siete costituiti e pubblicate, e simpatizzo per il movimento pur non facendone parte. Ci sono, sul vostro blog, posizioni, atteggiamenti e idee che approvo, altre meno. Alcune mi sembrano appiccicate con la colla. Come tutti voi, mi entusiasmo talvolta, critico ferocemente talaltra, quasi sempre silenziosamente. Quando ho accennato alle miserie, mi riferivo più che altro alle mie. Mi dispiacerebbe molto se non partecipassi più ad alcun confronto di idee. Mi daresti troppo credito se tu pensassi che c'è, all'interno del movimento, un fronte organizzato. Riconosco la tua bravura e la tua profondità, ma a volte esageri.
Dario Danesi
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