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L’importante è funzionare PDF Stampa E-mail

12 ottobre 2009

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Uno dei tratti caratterizzanti il nostro tempo è il pullulare di movimenti, gruppi e associazioni che si lamentano e si indignano per lo scarso “funzionamento” di questo o quel settore della società. Le associazioni per il commercio equo e solidale si lamentano e si indignano che l’economia non funziona e che la ricchezza non è ben ridistribuita; le associazioni per i diritti umani che la giustizia non funziona, i malviventi restano impuniti e i diritti non vengono garantiti; le associazioni ambientaliste che il modello di sviluppo non funziona e che non se ne trova uno più ecocompatibile; le associazioni dei consumatori che il mercato non funziona e che i prezzi non sono controllati a dovere; le associazioni dei cittadini “attivi” che la sanità non funziona e i malati non vengono curati come si conviene; i comitati di zona che i trasporti non funzionano, le metropolitane sono sempre guaste e i treni sempre in ritardo; i comitati delle mamme di quartiere che le scuole non funzionano e rischiano di crollare in testa ai loro figli da un momento all’altro. Insomma, non funziona niente, non va bene niente.
Migliorare il funzionamento di questo e quello è così l’obiettivo di questo variegato mondo associazionista, la sua ragion d’essere, la sua missione. E si tratta proprio di una missione, visto che per questi gruppi pare non ci siano altri problemi, altri guai, al mondo d’oggi, che tale scarso funzionamento che investe la società nel suo complesso. Il nostro resta certamente “il migliore dei mondi possibili”, il mondo più “civile” che la storia abbia conosciuto, solo che non funziona bene; per molti aspetti, anzi, funziona malissimo; bisogna quindi farlo funzionare meglio. Loro ci sono per questo, ed è per questo che per tali gruppi stare all’opposizione, rappresentare un’alternativa, avere un pensiero non conforme si identificano con la loro opera, si riducono alla loro azione volta al miglior funzionamento, alla missione di cui si sentono, con grande orgoglio, i profeti.
A guardar bene, dietro ad un simile fenomeno, ad una simile ansia e fervore di miglioramento universale, si celano null’altro che l’esasperazione, l’estremizzazione della mentalità tecnomorfa, dell’ottica e della visione del mondo proprie dell’epoca della Tecnica, per cui l’unico problema che l’uomo e la società dovrebbero porsi sarebbe il continuo ed indefinito perfezionamento della “megamacchina”, la riproduzione fine a se stessa dell’ “organizzazione” perché divenga davvero “totale” e nessun ingranaggio risulti più fuori posto, funzioni male o approssimativamente. La presunta alternativa che tali gruppi rappresenterebbero rispetto alla realtà in cui si opera maschera in verità il costituire di tale realtà proprio l’avanguardia estrema, l’espressione massima e definitiva, quel “dominio” assoluto della Tecnica che di questa società, ovvero della società moderna, è il fondamento stesso. In essi vediamo in azione quegli “ultimi uomini” delineati dallo Zarathustra nietzscheiano, ultimi inconsapevoli apologeti di un mondo ormai al tramonto che essi si illudono di salvare portandone alle estreme conseguenze i presupposti, aggrappandosi alle sue manifestazioni terminali, quasi in un ultimo sussulto prima dell’implosione finale.
La Modernità non funziona? Ci pensiamo noi a farla funzionare meglio! – ecco il motto, ecco il vero volto della critica “funzionalista”. E perché la Modernità non funziona? Ma è chiaro: in giro ci sono ancora troppi mascalzoni, ancora troppi lestofanti, ancora troppi ignoranti, inesperti, oziosi, perdigiorno e fannulloni che di rigare dritto, di mettersi a lavorare sodo, di dare anima e corpo affinché la macchina funzioni a dovere, sia efficiente come dio comanda, proprio non ne vogliono sapere. Alla fine, ci sono ancora troppi residui di mentalità arcaica, retriva, “antimoderna”. In Italia poi… Il paese dei chiari di luna e dei mandolini, delle serenate e dell’arte di arrangiarsi… I modelli da imitare per i “funzionalisti” sono ben altri, sono la Svizzera , l’Olanda, i paesi scandinavi: là tutto funziona, la ricchezza è ben ridistribuita, i diritti sono garantiti, le case ecocompatibili, gli ospedali superattrezzati, le scuole sicure e i treni sempre in orario (che poi ci sia la più alta percentuale di suicidi per loro è un dettaglio: che ci vuoi fare, è il prezzo della modernità!). Per non parlare del Terzo Mondo: là la macchina in molte zone manco l’hanno ancora avviata! E allora vai con la costruzione di scuole, strade, ospedali: da far funzionare al più presto come e meglio che da noi! Anche questi negri, poi… Pensano solo a ballare e cantare…! Che si “civilizzino”! Perché il sogno dei “funzionalisti” è un mondo dove tutto sia al suo posto, tutto sia organizzato, pianificato, programmato: la macchina perfetta. Un mondo dove non ci sia più spazio per il caso, per l’imprevisto, quel caso e quell’imprevisto che soli rendono veramente affascinante ed intrigante la vita; dove siano messi al bando l’indefinito, l’indeterminato, quell’indefinito ed indeterminato che sono il presupposto stesso della libertà, della possibilità che ci sia ancora Storia; dove non ci sia più posto per la meraviglia ed il mistero, meraviglia e mistero che per Aristotele sono la condizione stessa del filosofare e per tutte le Tradizioni dell’aprirsi dell’uomo al Sacro.
Ma cosa vuoi che gliene importi ai “funzionalisti” di simili discorsi, di simili sogni di visionari e metafisici sempre con la testa tra le nuvole? Loro hanno ben altri problemi, problemi concreti, pratici, di sopravvivenza quotidiana a cui pensare! E per risolverli, a loro dire tutta la società, tutti i cittadini dovrebbero dedicare più tempo, anzi, tutto il loro tempo, tutta la loro vita a preoccuparsi, ad impegnarsi, ad ingegnarsi; tutto il mondo dovrebbe essere mobilitato in modo permanente per la “ricerca”, al fine di studiare e trovare le soluzioni migliori, i meccanismi più efficienti, perché tutto funzioni al meglio e, dopo, ancora meglio di prima e, dopo ancora, ancora meglio di prima ancora! Perché, per caso qualcuno vuole fermarsi, stravaccarsi al sole e godersi in santa pace quel poco che ci è dato da vivere? Ma non c’è limite al perfezionamento! Non c’è limite ai progressi della “ricerca”! La megamacchina esige il migliore dei funzionamenti possibili… E allora basta con questo dolce far niente! Non vogliamo mica tornare al Medioevo, ai tempi antichi, quando nessuno si preoccupava di far funzionare meglio le cose, quando nessuno si preoccupava di costruire ospedali, scuole, strade, quando nessuno si era accorto di stare male, di essere un becero ignorante, di metterci una settimana per andare da un posto all’altro… Nessuno si era accorto di avere i “diritti umani”! Ma dove stavano con la testa? Meno male che ora ci siamo svegliati, che ora, bene o male, tutto funziona. “Tutto funziona. Questo è appunto l’inquietante, che funziona e che il funzionare spinge sempre oltre un ulteriore funzionare”… (Martin Heidegger)

Stefano Di Ludovico

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 12-10-2009 12:43

Niente da aggiungere a questa pagina perfettamente calibrata su un tema decisivo, se non che lo "sviluppo sostenibile" di cui tanto si ciancia è un altro volto del moderno efficientismo. Non capiscono che è proprio lo sviluppo il problema.
Annamaria (Registered) 12-10-2009 15:09

Aria!
Questa mattina rispondendo alla mail di un'amica affermavo qualcosa di simile, seppur in una forma più elementare, e lo facevo con un pizzico d'imbarazzo, quasi un senso di colpa.
Grazie...
Annamaria
max (Super Administrator) 12-10-2009 15:17

Quando le cose non funzionano, ci si sente invasi da un senso di rabbia, ma quando funzionano, da un senso di vuoto e di inutilità. Tale è la disumanità della tecnica.
In realtà, l'uomo non ha bisogno di un mondo che funzioni, ma di un mondo in cui fronteggiare delle difficoltà naturali che possa superare con forza e intelligenza sentendosi realizzato, mentre un mondo che funziona è un mondo senza senso.
Costruendo un mondo in cui tutto funzionasse come un orologio -tanto per riprendere un'immagine tanto cara ai vari Cartesio e Leibniz- l'uomo avrebbe decretato la propria fine.
Non a caso i vari miglioristi quando finalmente qualcosa si mette a funzionare, non sono paghi, ma vanno alla ricerca di altre cose che non funzionano! Il che dimostra quanto paradossale sia tutto questo folle marchigegno...
ottavino (Registered) 12-10-2009 19:58


Abbiamo delle persone(i funzionalisti) che vorrebbero cambiare il mondo rimanendo "borghesi"!.
Ma questo è impossibile! Il mondo cambia solo se si molla l'identità, il modo di valutare "borghese"....
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 12-10-2009 21:54

Polvere eri polvere tornerai, nel frattempo un drink non ci sta male.
Detto questo non possiamo esentarci dal mettere le nostre idee e pensieri a disposizione di tutti,il tutto per cambiare la direzione, se riteniamo che tale direzione sia sbagliata, questo è un primo passo, poi a qualcuno potrà forse sembrare umano troppo umano.Certamente nell'associazionismo e movimentismo ci sono tante contraddizioni, una per tutte, in Italia qualcuno spende 200 euro al mese per un cane, non farebbe lo stesso per uno straniero, trattatemi come un cane.
Longino (IP:93.43.137.123) 12-10-2009 23:03

Sono un funzionalista consapevole. Sono un tecnico. Il mio lavoro consiste nel far funzionare ingranaggi. E' più forte di me: quando vedo un macchinario penso a come ottimizzarlo, a come farlo funzionare sempre meglio. E' il mio lavoro. Quando guardo e osservo il cielo in una giornata ventosa penso che con una turbina eolica si potrebbe sfruttarne l'energia. Quando sto al mare le onde che si infrangono mi ispirano meccanismi di sfruttamento delle onde. I miei luoghi di lavoro somigliano molto alle rappresentazioni di Isengard nella saga del Signore degli anelli. Penso ci sia qualcosa di satanico in questo sfruttamento della Terra...ma non sono un satanista. Sono un uomo moderno. Vivo nell'epoca moderna. Mi comporto da moderno. Non sono un borghese a tutti gli effetti, mi tengo lontano quanto posso dalle manie dei miei vicini. Anzi, ne resto fuori...In linea di principio non penso a cambiare il mondo ma dentro di me sono un ribelle e i ribelli si sa: non sempre possono cambiare il mondo...Ho un sogno rivoluzionario simile al vostro e in un attimo potrei riscattare una vita da borghese. Ma a che fine agire? Forse siamo al tramonto di un epoca e per dirla alla Spengler l'unica cosa che è giusto fare è quella di dar seguito alle aspirazioni della propria epoca, per non esserne sopraffatti...Ci sono solo due alternative diverse: pagane o cristiane che siano. Io non vedo altro per noi. Scusate la provocazione.
stediludo (Super Administrator) 12-10-2009 23:23

Caro Longino, tutti noi, volenti o nolenti, siamo "tecnici", siamo "moderni": è questo il mondo in cui siamo nati e siamo "gettati" e non possiamo fare altro, nel nostro lavoro come nella nostra vita quotidiana (a meno che uno non vada a vivere nella foresta vergine; ma anche lì, con la sua testa ormai plagiata dalla mentalità moderna, non potrebbe far altro che rimettersi a ragionare da funzionalista). Ma, come te, anch'io penso che ci sia qualcosa (anzi molto) di "satanico" in tutto ciò: averne consapevolezza, provarne disagio, provare dentro un moto di ribellione, è già tanto, rispetto a chi è completamente succube del sistema e trova tutto ciò addirittura positivo, piacevole, "dono di Dio". Riuscire a risvegliare un po' le menti è già un obiettivo arduo; sarebbe già un risultato grandioso. E non hai nemmeno tutti i torti nel dire che, secondo un'ottica ciclica che accomuna tanto pensiero antimoderno, la cosa migliore, nella nostra epoca di tramonto, è forse proprio quella di assecondare il sistema accelerando lo schianto finale (la vede così per molti aspetti anche il nostro Fini). Insomma, mi pare che sono più le cose che ci accomunano che quelle che ci dividono. Anche se non ho ben capito a cosa ti riferisci quando parli delle due alternative, pagane o cristiane che siano.
ottavino (Registered) 13-10-2009 06:52

Interessante la provocazione di Longino. Il desiderio che le cose funzionino non è sbagliato in se. E neppure sbagliato è cercare di fare le cose al meglio, di avere buoni raccolti, di avere abbondanza di energia elettrica o un buon paio di scarpe contro la pioggia e il fango.
Il problema risiede, secondo me, nel fatto che ogni miglioramento prevede un maggiore o uguale consumo di beni. Ecco perchè parlo di mentalità "borghese". Infatti il "borghese" non è nient'altro che colui che è abituato ad un determinato standard e non può concepire la possibilità che il "miglioramento" si traduca in una riduzione della quantità di "benessere".
Insomma il punto è l'attaccamento alla struttura sociale ed economica che abbiamo creato.
Non c'è dfferenza tra noi e gli uomini primitivi, solo che noi consumiamo immensamente di più e valutiamo questo come indispensabile.
Longino (IP:93.43.169.138) 13-10-2009 19:48

Penso che una visione consolidata da secoli, che per noi europei rappresenti ancora una valida alternativa, è quella che appartiene alla chiesa cristiana in genere. Lo dico non da cattolico (è difficile credere che un uomo morto dopo tre giorni sia potuto risuscitare, anche se nemmeno lo si può escludere assolutamente, per rispetto a quelli che ci credono). Dico "consolidata" perché da secoli la chiesa agisce prevalentemente su un piano che non sia solo della tecnica o solo della materia e ha sviluppato punti di vista e pratiche adatte ad uomini che non vogliono aderire al mondo moderno. Dico "alternativa" perché praticabile, non astratta come rischia di essere la scelta pagana, con i suoi pochi riferimenti dottrinari (a me viene in mente solo Rimbotti che pure è intervenuto qui). Spero di non essere stato generico.
Fabio Mazza (Registered) 14-10-2009 15:29

Scusa se intervengo a sproposito Longino..
Ma dove la scelta pagana sarebbe astratta??
L'unica cosa che c'è di astratto è la dottrina giudaico cristiana, che ha tolto il sacro dal mondo per traslarlo in una dimensione altra..che ha mortificato i grandi valori della antichità pagana: forza, onore, dignità, trascendenza attraverso la guerra, per inoculare la sua lercia filosofia orientale nel ventre italico: una filosofia quella del cristo fatta da servi e per servi.
Una filosofia che insegna che in questo mondo occorre umiliarsi e prostrarsi per meritare la salvezza; che ha terrorizzato per duemila anni il mondo con i suoi spauracchi apocalittici; che ha elevato a virtù la debolezza e la pusilanimità (porgi l'altra guancia; gli ultimi saranno i primi); che prevede che l'uomo sia altro da dio..e non egli stesso possibile parte della divinità, che va conquistata per il paganesimo, con l'elevazione al di la della soglia del terreno e del materiale.
Una filosofia in cui non si deve SAPERE, ma bisogna CREDERE, e "meglio chi sa di non sapere, che ci CREDE".

Oltre a portare in se i germi del modernismo e dell'industrialismo stesso, con il suo delirio di evangelizzazione del mondo e dell' "uguaglianza" di tutti gli uomini (ottimi precursori dell'uguaglianza giacobina e dell'anarchismo di diritti e doveri attuali); con il suo farneticare dell' "avvento" del regno di dio, che spregia il presente a favore di un orgiastico e sempre spostato in avanti futuro, cosi come il "progresso" fa nel mondo di oggi.

Se c'è una cosa di cui abbiamo bisogno è liberarci da questa filosofia semitica che ha avvelenato il nostro mondo, ha fatto implodere dall'interno Roma, e che pervade ancora cosi tanto la mentalità corrente.
alessio (Super Administrator) 14-10-2009 18:13

Vai Fabio!
Giovanni Marini (Registered) 14-10-2009 22:58

Accidenti,credevo che Fabio fosse un moderato!
Va bene, ma come spieghi che alla fin fine i cristiani hanno assoggettato i pagani? e continuano a farlo.
kulma (Registered) 15-10-2009 10:22

grande fabio! anche se non ci sono riuscito, era quello che volevo esprimere nel commento a "Sovversioni spirituali". hai spiegato benissimo tutto ciò che ho sempre odiato della cultura cristiana e ciò che ho sempre amato di quella pagana (anche se non sono un pagano).

p.s.: comunque apprezzo moltissimo concetti come "basso", "ctonio" e "tellurico".
Fabio Mazza (Registered) 15-10-2009 18:09

Per Giovanni..
Ma io sono moderato..

L'unico problema è che il cristianesimo ci ha portato a quello che siamo ora..ha un concetto di "progresso" che, a mio parere, è incompatibile con l'antimodernità.
La tua frase sul fatto che i cristiani abbiano "assoggettato" i pagani, contiene già, involontariamente, la risposta alla domanda. Il cristianesimo (specie nelle sue versioni calviniste e luterane dei paesi anglossasoni) ha in se i germi del capitalismo e della globalizzazione, vuole ridurre tutto il mondo allo stesso identico "bellissimo" paradiso terrestre, dove siamo tutti fratelli, crediamo tutti nella stessa religione e ci scambiano segni di pace..

Il paganesimo romano, che mai si è definito tale, cosi come quello dell'ellade, quello celtico, (insomma tutti quelli indo-europei), mai si è sognato di imporre la propria "religione" al mondo.
L'impero romano conquistava territori, e lasciava liberi i conquistati di praticare i propri culti, tant'e che in più di un occasione moltre divinità orientali (come Mitrha ad esempio) entrarono a far parte del pantheon romano.
Anche con il cristianesimo la romanità si comportò all'inizio nello stesso modo, finchè non si rese conto che questa "filosofia" era molto pericolosa, specie in un momento in cui i barbari premevano sulle frontiere e i cittadini romani convertiti al cristianesimo si rifiutavano di combattere in onore dell'inno alla pusillanimità "porgi l'altra guancia".
La religione dei romani era strettamente legata allo stato. Si può dire che il culto religioso facesse parte, permeasse la struttura statale romana. Ma la "lieta novella" asserì che questo mondo è tutta una "valle di lacrime", che dio è altro da questo mondo, e che dovremmo ringraziarlo ogni momento, perchè ci ha creato, cosi che è inutile occuparsi delle cose mondane, come lo stato, perchè occorre preoccuparsi della "salvezza dell'anima".
Sai perchè il cristianesimo si diffuse cosi tanto?Perchè è una dottrina consolatoria, adatta ai deboli e ai servi, che al mondo sono la maggioranza, e che prometteva un aldilà, che invece il paganesimo assicurava solo ai valenti, relegando gli altri all'ade, dove non si prova nulla, ma si è come ombre, anche se si è comunque parte del "tutto" divino.

Il cattolicesimo invece, in qualche modo dovette "paganizzarsi", rispetto al cristianesimo..perchè la dottrina cristiana è quanto di più anarchico e antisociale esista..E dal compromesso naque la chiesa cattolica, che nella sua storia a mio modesto parere ha più demeriti che meriti..ma questa è un altra storia..

Per farti un idea..se ti interessa l'argomento ti consiglio i libri:
Imperialismo pagano di Evola
Come si può essere pagani? di DeBenoist
E anche la storia di Ippazia di Alessandria, da cui hanno tratto un film recentemente, che stranamente in Italia non verra proiettato..chissà perchè..

Per Kulma..
utilizzo tali termini perchè sono quelli che rendono meglio il concetto..
amugnolo (Registered) 15-10-2009 20:18

Ottimo Fabio, concordo completamente, ma forse Longino intendeva semplicemente dire che contro la civiltà della tecnica abbisogna una visione della vita non materialistica.
Non riuscendo lui a intravvedere possibilità di tipo "pagano" (che ci sono, esistono e torneranno a essere di guida agli uomini, al momento opportuno
per aiutare la modernità a finire ed una nuovo ciclo di civiltà a nascere) guarda alla chiesa cristiana, nelle sue espressioni meno moderne. Sbagliando anche secondo me a vedere del positivo in essa, esprime comunque un concetto valido: una civiltà che sia di stampo non materialistico e tecnico abbisogna di un approccio ed una visione del mondo e della vita che non sia sostanzialmente ateo.
Longino (IP:93.43.164.123) 17-10-2009 13:40

E' proprio così. Tuttavia insisto su un punto: che in duemila anni di storia la cristianità in genere ha conosciuto molte espressioni e molte di queste ancora oggi rappresentano valide alternative alla modernità: una concezione gerarchica dell'organizzazione sociale, la vita come militia spirituale, l'esistenza di forze invisibili che agiscono nella storia, e via dicendo. L'elenco si può allungare...
Fabio Mazza (Registered) 17-10-2009 15:28

Caro Longino, guarda caso tu stai citando tutti gli elementi "pagani" del cristianesimo.
Parliamo ad esempio della vita come militia, che è concetto stoico tanto per cominciare.
I Templari, considerati "cristiani" guerrieri, erano in apparenza (e forse anche per se stessi) cristiani, perchè erano nati in un epoca in cui il cristianesimo era cosi dominante e totalizzante da aver (quasi) eliminato ogni concezione diversa dalla propria, ma erano in realtà "pagani". Questo perchè avevano tra i loro cardini:

1) il sentirsi "speciali", superiori agli altri cristiani e crociati, e con diritti "aristocratici" derivantigli dalla loro superiore virtus, cosa contrastante con l'egualitarismo cristiano;
2) il ricercare ed esaltare la morte in battaglia, e la guerra in se, cosa che urta sia contro la morale cristiana del porgi l'altra guancia e del rifiuto della violenza (che ricorda tanto le anime belle dei nostri tempi);
3) il ricorrere spesso, nonostante fossero monaci e nonostante l'imperante moralismo cristiano a rapporti con donne, e anche alla bisessualità, intesa come comunione di spirito guerriero.

Passiamo alla "concezione gerarchica dell'ordine sociale". Questa è tipicamente pagana! é infatti all'interno del paganesimo e della società delle "caste" intesa in senso lato, che è prevista una classe di "aristoi" che governi, sopra mercanti (borghesi) e lavoratori (plebei).
La concezione CRISTIANA è proprio il contratrio! Uguaglianza, comunione di vita, fratellanza e via dicendo, tant'è che molti autori vedono nel cristianesimo del Cristo, un pre-socialismo, e un pre-anarchismo.
Tu ti riferisci forse alla dimensione gerarchica del CATTOLICESIMO, che come dicevo nel mio precedente intervento, laddove dovette "istituzionalizzarsi" e abbandonare l'anarchismo delle prime comunità cristiane che avevano contaminato la gloriosa Roma, assumette in se molteplici caratteristiche dell'organizzazione sociale non solo romana ma proprio pagana (roma=pax deorum).

L'esistenza di forze invisibili che agiscono nella storia?
Concezione tipicamente progressista per cui la storia ha un fine, che tende incommensurabile ad un miglioramento, verso il "paradiso".
Contraltare ne è la concezione indo-aria della ciclicità del tempo, e dell'eterno ritorno, per cui nella storia non vi è un fine, ma è la concordia tra uomini e dei a dare ad un popolo la gloria e la prosperità.
Del resto dio o jahvè è altro da questo mondo..l'ha creato ma non interviene direttamente..

Credo che tu sia in buona fede, ma che sia stato influenzato dalla propaganda giudea e cristiana che vorrebbe trasformare il cristianesimo e il cattolicesimo in quello che non sono: una dottrina che dice tutto e il contrario di tutto, che ha permesso di perpetrare i peggiori eccidi, in "nome di dio" in omaggio all'intollerante visione del suo fondatore gesù, che voleva portare la buona novella a tutta l'umanità. Il che mi ricorda la "civile" e "spontanea" conversione che venne regalata ai popoli delle americhe, che idolatravano idoli, secondo i "civili" SERVI (la parola è indicativa) di un dio di cui questi non sentivano il bisogno.
Longino (IP:93.43.164.123) 17-10-2009 21:51

Quelli che hai analizzato sono solo aspetti secondari. Dei templari non puoi non citare che la loro regola era stata scritta da San Bernardo ed il contesto storico in cui nascono.
La concezione gerarchica della chiesa nasce da subito come dimostra la lettera di San Paolo a Romani (XIII,2): "non est potestas, nisi a Deo". Lo stesso imperatore romano cominciò a manifestarsi cristiano e di seguito i successivi...
Il riconoscimento di forze invisibili significa poterle attivare mediante riti e pratiche che solo pochi comprendono, non necessariamente significano progressismo e rinuncia, ecc. Non tutti i cristiano sono "servi". Il vero nucleo della fede cristiana è che un uomo è morto e poi risorto, se questo è vero il resto viene di conseguenza.
Inoltre quando si parla di cristianesimo bisogna decidere se lo si guarda da un punto di vista dottrinario-teologico oppure storico...
Fabio Mazza (Registered) 18-10-2009 10:11

L'hai detto tu. La concezione gerarchica della CHIESA (cattolica), non del cristianesimo. Gesù non aveva in mente la fondazione di una chiesa: quello che è successo poi è storia, è interesse, è istituzionalizzazione, che con il cristianesimo tout court hanno poco a che fare.
Che la regola dei templari fosse stata scritta da S.bernardo conta fino ad un certo punto: quello che conta sono le imprese templari e la loro contrapposizione senza appello al cristianesimo, che difatti infine costò loro l'estinzione.
Sull'imperatore romano che si converte al cristianesimo, sulla trascuratezza dei riti secolari che mantenevano la "pax deourum" e che avevano permesso a Roma di divenire la più grande civiltà della storia, non mi esprimo. Troppo è l'astio ideologico che provo verso chi profanò il sacro potere dell'imperium, e abdico in alcuni casi (come l'imperatore Graziano e Valentiniano) al titolo di pontefice massimo. Stranamente dalla conversione dei vertici romani al cristianesimo, passarono cent anni..e Roma collassò sotto la spinta dei barbari che fino a cent'anni prima sarebbero stati spazzati via.
Il vero nucleo della religione cristiana è che un uomo è morto sulla croce per scontare i PECCATI ORIGINALI DELL'UOMO, e questa visione penitente, disperata e colpevolizzante ha perseguitato l'occidente per duemila anni..
L'attivazione di riti e pratiche che solo pochi comprendono riguarda l'aspetto exoterico di una "religione" e questo aspetto il cristianesimo, come ben saprai, non cè l'ha neanche lontamente.
Anzi, qualsiasi pratica iniziatica, di cui il paganesimo era ricco (si contrapponeva infatti una religione exoterica per l'elite e una essoterica per le masse) è vista dal cristianesimo con sospetto, come "l'uomo che cerca di elevarsi a dio", come "peccato di superbia": del resto l'uomo non deve forse inginocchiarsi davanti al crocifisso e implorare la salvezza dell'anima, che solo dio può concedergli, con un atto di arbitrio?
Nessun atto superiore personale, per elevarsi al di la della condizione meramente umana e ascedere al rango di semi-dio, nessun atto trasfigurante per abbandonare la condizione di semplice mortale: solo l'osservazione pedissequa di una morale eterodiretta, che non solo urta contro ogni istinto dell'uomo e lo frustra alla radice, ma che, tra l'altro è stato concepito da giudei (senza nessun antiebraismo sia chiaro) ed è quindi influenzato da una cultura lontana anni luce da quella italica greco-romana.
Ci sarebbe da continuare ore..ma devo dire, sono contento di affrontare questo discorso con una persona preparata come te..
vale
amugnolo (Registered) 20-10-2009 18:45

Continuo ad apprezzare gli interventi di fabio e sottoscriverli.
Un semplice contributo ad una eventuale nuova discussione: i templari si sono estinti, ma lo spirito cavalleresco e tradizionale da loro interpretato nella loro epoca ha continuato ad esprimersi sotterraneamente, nell'attesa di tempi migliori.
Fabio Mazza (Registered) 21-10-2009 09:31

Certo amugnolo..
lo spirito cavalleresco è un'espressione dello spirito eroico che da Roma, si trasfuse nel medioevo..per questo parlavo di continuità pagana..
i tempi sono critici..ma certe forze non muoiono mai
Longino (IP:93.43.134.43) 21-10-2009 20:22

Ci ho messo tempo a trovare la risposta giusta alle considerazioni di sopra,non per rispondere punto per punto perché altrimenti si rischia di rimanere sulle proprie posizioni, invece partire da un punto di vista comune forse è più proficuo. Allora la considerazione finale, ovvero iniziale, la prendo a prestito dal senatore romano Simmaco che sono sicuro solleticherà il tuo interesse: "dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento. Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda. Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande."
Coerentemente si deve rimaner fedeli a quella "tolleranza" senza rinfacciare martiri o martire delle varie parti. Anche perchè, per dirla proprio tutta e alla maniera di Nietzsche, i martiri cristiani sono stati il modo migliore per diffondere il cristianesimo...
Saluti.
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