Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
Nemmeno padri PDF Stampa E-mail

16 ottobre 2009

Image

L’assuefazione dell’uomo d’oggi ai dogmi della Modernità è un dato di fatto. Concetti come il primato dell’economia, la democrazia, il progresso, lo sviluppo, la tecnologia non sono semplicemente condivisi, sono introiettati. Sono indiscutibili, definitivi, pacifici: oltre non esiste che il buio, l’orrore, la barbarie… l’inconcepibile. L’uomo moderno ha perso la voglia di combattere, concepisce tutta la sua vita in funzione del lavoro, subisce passivamente il proprio stato di servo di un meccanismo politico ed economico che non comprende e tantomeno controlla. Quando non si inebetisce con i feticci del materialismo, trova soddisfazione e senso soltanto nella propria sfera personale: gli amici, gli affetti, la famiglia.
Quello che però è veramente sconcertante è che non riesce a tenere neppure questi ultimi contesti immuni dal virus della Modernità. Oggi l’uomo non solo si fa imporre e regolamentare persino i suoi sentimenti più profondi, ma trova che sia giusto così. Emblematico di questo spaventoso meccanismo è l’intervento legislativo e giudiziario nella crisi coniugale e nel conseguente rapporto dei genitori con i figli. Oggi si considera assolutamente normale non solo che soggetti terzi (legislatori e giudici, appunto) stabiliscano i torti e le ragioni nel rapporto tra marito e moglie e ne regolamentino la fine e i successivi sviluppi, ma persino che decidano il destino dei figli che da quel rapporto sono nati.
Ecco, io trovo veramente incredibile che un uomo, in quanto tale, non sia in grado di rendersi conto della mostruosità contro natura che è insita in disposizioni del tipo “Il padre potrà vedere i figli dalle ore A alle ore B dei giorni X e Y”. Il delirio totalizzante, tipico della Modernità, di controllare e legiferare circa ogni aspetto della vita dell’individuo, raggiunge in questo ambito il suo apice, mostra tutto lo scarto tra la freddezza del dettato normativo e la carne e il sangue che sono propri della vita vera. Quella carne e quel sangue che, a prescindere da ogni valutazione di opportunità e di convenienza, dovrebbero spingere chiunque a rifiutare con orrore l’idea di vedersi limitato e regolamentato pure in quel ruolo, quello di genitore, che è forse l’unico a dare un senso alla propria esistenza. Perché accettare di essere privati della propria dignità politica e sociale e di divenire schiavi del sistema produttivo è indubbiamente allucinante. Ma accettare di non poter più essere nemmeno padri è disumano.

Andrea Marcon

Commenti
NuovoCerca
max (Super Administrator) 16-10-2009 11:24

Il tema toccato da andrea è di importanza capitale, e come tale, ovviamente non se ne parla quasi mai, neppure nei luoghi cosiddetti di contro-informazione.
Invece il controllo suscitato da tale indebita e mostruosa invadenza dello stato moderno nella vita affettiva ha effetti devastanti.
Ma gli ingranaggi della Macchina vanno ben oltre: non solo legiferano sull'affidamento dei figli in casi di divorzio -caso in cui per lo meno, il problema si pone realmente- ma legiferano oramai se una famiglia è titolata a tenere un figlio o meno. I casi di bimbi tolti alle famiglie per delle amenità (psicologi che nei disegni dei bimbi hanno ravvisato dei segnali di abusi sessuali, che so, può essere anche un serpente disegnato nel modo "sbagliato") sono in spaventosa crescita. Il più delle volte si tratta ovviamente di casi inesistenti.
Il controllo del Sistema arriva oramai a questi livelli.
Arriveremo al punto in cui i figli potranno essere tolti se le idee del padre non sono conformi a quelle dominanti (tipo le nostre, per fare un esempio).
Ovviamente nessuno scandalo per questo. Il conformista ringrazia: se la Macchina gli legifera anche quando va al cesso, lui si sente protetto.
Fabio Mazza (Registered) 16-10-2009 11:33

Ottimo articolo.
Una considerazione. La legge e il giudice, come Andrea che è operatore del settore e "collega" ben sa, intervengono (indegnamente) a colmare lacune che andrebbero però ricercate non nella legge stesa, ma altresì negli alterati rapporti sociali e familiari e tra sessi che si sono venuti a creare.
Perchè è vero che da un lato è il giudice che nove volte su dieci statuisce che il figlio rimanga con la madre e che il padre lo possa vedere solo per qualche misero giorno alla settimana, ma è anche vero che il giudice ha la possibilità di intervenire e di "intromettersi", a causa della mancanza di onestà, rispetto, responsabilità, e rigetto di tutte le micraniose ipocrisie con cui il 90% dei divorzi e separazioni si caratterizzano.
Lungi dal considerare il bene del bambino, cosi come lontani dal comportamento dignitoso e limpido che dovrebbe caratterizzare, tra esseri equilibrati, anche il momento della fine di un esperienza matrimoniale, le mogli (ma anche molti mariti) cercano in realtà di "farla pagare" all'ex consorte, e tali comportamenti da bimbetti troppo cresciuti si riverberano ineluttabilmente sui figli.
Per questo è vero che c'è un ingerenza giudiziaria nella famiglia, ma è anche vero che con la connotazione di quest'epoca sarebbe inconcepibile pensare che certi problemi vengano risolti all'interno della stessa famiglia, magari affidati alla dignità e reciproco rispetto, anche se l'amore è finito (se mai è esistito), tra i coniugi.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 16-10-2009 16:31

Andrea ha richiamato l'attenzione su un problema dei più drammatici, ma purtroppo ha ragione Fabio con la sua puntualizzazione.
stediludo (Super Administrator) 16-10-2009 18:42

Il problema giustamente evidenziato da Andrea si colloca all'interno del problema generale del dominio assoluto che l'Apparato esercita sugli individui, in un'epoca che pretende di essere la più "liberale" tra quelle finora succedutesi nella storia. E invece oggi all'individuo è sottratto tutto, e in nulla può disporre e decidere liberamente della propria vita. Tutto è deciso dagli "esperti" dell'Apparato: gli "esperti" della produzione gli dicono cosa deve produrre; gli "esperti" del consumo cosa deve consumare; gli "esperti" della salute come deve curarsi; gli "esperti" dell'istruzione cosa deve studiare; gli "esperti" del tempo libero come divertirsi quando smette di lavorare; gli "esperti" ambientalisti come raccogliere la spazzatura e costruire casa; gli "esperti" sessuologi come fare l'amore; gli "esperti" dell'educazione come educare i suoi figli e quante ore al giorno può vederli nel caso non li sappia più educare. Una volta invece ognuno si faceva i fatti suoi ("gli uomini erano egoisti!" - tuonano i "moralisti" e gli "umanitari" odierni, gli "esperti" del bene altrui appunto) e lasciava che ognuno si predesse cura di se stesso, dei suoi cari e del proprio tempo come meglio gli pareva.
Ed è pur vero, come dice Fabio, che un po' l'uomo moderno se l'è cercata, ma questo non è certo un buon motivo per autorizzare altri a ficcare il naso nelle faccende altrui. Ragionare così significa restare sul terreno del'Apparato, ovvero della Tecnica, quindi della Modernità: perché se la famiglia è fallita è colpa proprio della Tecnica, della Modernità, e risolvere i mali della Tecnica con altre massicce dosi di Tecnica è proprio quello che pretende la Tecnica stessa, assicurandosi così il dominio perpetuo.
Riccardo.Sampaolo@libero.it
cipresso verde scuro (IP:151.30.8.125) 29-11-2009 16:06

Il fatto che attualmente, la maggior parte delle crisi familiari si concluda, sotto il ferreo controllo della legge anche negli aspetti più intimi e personali, con una condizione spesso penosa per il genitore di sesso maschile, dovrebbe quanto meno far sollevare qualche perplessità da parte degli organi preposti a garantire la pari opportunità tra i sessi.
Il padre si ritrova spesso privato dell'uso adeguato della casa coniugale e senza figli, ma con somme da elargire.
Tuttavia non facciamoci illusioni, il tramonto del padre non è certo un problema per la contemporaneità che vede nella crisi della famiglia, nella creazione di bisogni futili, nella competizione tra i sessi nuovi sbocchi favorevoli al consumo spicciolo.
Che il padre, nel passato, rappresentava il testimone del sacro se lo sono scordati quasi tutti, ma questo è un motivo in più per ricordarlo alle menti con poca storia.
Infatti accanto al preoccuparsi di alcuni aspetti del consumismo degli oggetti, è bene iniziare a parlare del consumismo dei rapporti umani.
Questi ultimi, nell'era frenetica dei "tempi veloci", tendono al tempo determinato, grazie soprattutto ai modelli culturali imperanti che fanno della collaborazione, del coraggio, del rispetto della parola data, una sorta di armamentario inservibile.


Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >