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A proposito di libertà di informazione… PDF Stampa E-mail

di Stefano Di Ludovico

2 novembre 2009

E’ del 3 ottobre scorso la tanto celebrata manifestazione per la libertà di informazione, che ha visto scendere
in piazza a Roma circa 300.000 persone. Tra i principali sponsor dell’iniziativa il quotidiano La Repubblica, sedicente vittima del presunto attacco del premier Berlusconi alla libera stampa, e un gruppo di giornalisti - i vari Travaglio, Colombo, Padellaro - che in quegli stessi giorni, sempre in nome della libertà di informazione a loro dire in pericolo nel nostro paese, davano vita ad nuovo quotidiano, Il Fatto.
Il 22 dello stesso mese, sempre su Repubblica, compariva, in prima pagina, questo titolo: “Lo sterminio degli ebrei è una leggenda. Prof. negazionista, shock alla Sapienza”. Ci si riferiva ad Antonio Caracciolo, ricercatore di filosofia del diritto presso l’ateneo romano, accusato, nel relativo articolo annunciato in prima pagina, di sostenere su alcuni suoi blog tesi “negazioniste”, ovvero tesi che negano la realtà storica dell’Olocausto. Apriti cielo: la rivelazione di Repubblica dava la stura a tutta una serie di reazioni indignate, presto riprese un po’ da tutti i quotidiani e i mezzi di informazione nazionali, da quelle del rettore della Sapienza, il prof. Luigi Frati, che assicurava l’apertura di rapide indagini a carico di Caracciolo, a quelle del sindaco di Roma Alemanno e del presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, d’accordo nel chiedere immediati provvedimenti contro il malcapitato ricercatore, ritenuto ormai inidoneo a svolgere attività di insegnamento in una delle più prestigiose università italiane.
In realtà – e basta dare un’occhiata al principale blog di cui il ricercatore incriminato è animatore, http://civiumlibertas.blogspot.com, per rendersene conto – Antonio Caracciolo non è affatto un “negazionista”, né in generale uno storico, ma un filosofo del diritto, che ha deciso di fondare una “società virtuale”, appunto la Civium Libertas, che si batte per la libertà di pensiero e di informazione, di tutti i pensieri e di tutte le informazioni, offrendo così la possibilità anche a quegli storici cosiddetti “negazionisti” – a cui in molti paesi europei è fatto divieto di divulgare le loro tesi – di pubblicare sul suo blog i loro scritti, senza prendere alcuna posizione in merito, non avendo, come da lui più volte ribadito, competenze specifiche in materia. Visto ciò, quella scatenata da Repubblica e dagli altri giornali altro non è stata che una vera e propria campagna di disinformazione, prossima alla diffamazione, campagna a cui non si è sottratto il neonato Fatto, anch’esso in prima linea nel chiedere alle autorità della Sapienza la testa di Caracciolo. Secondo i corifei nostrani della libertà di informazione, dare ospitalità su un proprio blog ad autori negazionisti equivale ad esserlo, così come equivale ad essere, secondo una pretestuosa quanto abusata equazione che solitamente viene fatta risuonare in simili circostanze, “antisemita”, altra infamante accusa mossa a Caracciolo da parte dei suddetti corifei.

Come noto, attorno alla questione del “negazionismo” è in corso una querelle che dura ormai da decenni. In molti paesi europei, come ricordato, è fatto divieto di pubblicare tesi negazioniste, e molti sostenitori di tali tesi hanno subito procedimenti giudiziari e pene detentive (celebre è stato il caso dello storico inglese David Irving). Anche in Italia, a più riprese, si sono levate voci a favore dell’introduzione di misure simili. In nome di una distorta quanto malcelata “ragion di stato”, si è dunque arrivati, nel continente culla della libertà di pensiero, ad instaurare una sorta di “storiografia di stato”, per cui la verità storica è di fatto sottratta alla ricerca e fissata, una volta per tutte, dai governi e dai tribunali: come in Turchia è vietato affermare la realtà storica del genocidio armeno, in alcuni paesi europei è vietato negare la realtà del genocidio ebraico. Così, mentre si è liberi di affermare o negare la realtà di qualsiasi evento o figura storica – vi sono storici che negano la storicità di personaggi quali Gesù Cristo, Socrate, Buddha senza per questo essere perseguitati, ingiuriati o messi al bando dal consesso scientifico – sull’esistenza delle camere a gas si deve essere tutti d’accordo, per legge. Mentre in merito a tutti i fatti della storia - e non solo - è attraverso la libera lettura, la libera informazione che ogni cittadino può e deve farsi un’opinione, in merito ai fatti della seconda guerra mondiale la verità è data ufficialmente dallo Stato. Ma se non si è liberi di esprimere, leggere e valutare tesi anche controcorrente sull’argomento in oggetto, quindi anche le tesi “negazioniste”, non si vede proprio come ci si possa fare un’opinione in merito, anche per giudicare dell’eventuale inconsistenza delle tesi suddette. Perché tali tesi non possono essere valutate liberamente, come avviene in relazione ad ogni altra controversia storiografica o scientifica? Solitamente si dice che le tesi negazioniste sono prive di qualsivoglia fondamento, e che i loro sostenitori sono mossi in realtà da altri inconfessabili fini: bene, se così è, perché non smascherarli attraverso un pubblico dibattito, attraverso un contraddittorio dove non potrebbero che uscirne, a sentire i loro detrattori, con le ossa rotte? Il tappare loro la bocca per via giudiziaria, quasi ad instaurare una novella Inquisizione, non rischia di sortire, anche a voler prendere le parti dei sostenitori delle ragioni proibizioniste, l’effetto opposto, ovvero far nascere il sospetto, presso l’opinione pubblica, della plausibilità delle loro tesi e, per contro, della fragilità degli assunti dei loro avversari nel caso di un dibattito aperto?
Ernst Nolte, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi storici viventi del fenomeno fascista, nella stessa opera, Controversie, in cui afferma perentoriamente che “le prove sulle quali la bibliografia ufficiale si basa per l’esposizione e l’interpretazione della ‘soluzione finale’ o ‘Olocausto’ sono schiaccianti”, definisce Carlo Mattogno, il principale “negazionista” italiano, “uno scienziato serio”; quello stesso Carlo Mattogno i cui scritti, tra gli altri, Caracciolo si è reso colpevole per i redivivi inquisitori nostrani di pubblicare sul suo blog! Se uno storico del calibro di Nolte non ha avuto remore a misurarsi con i negazionisti, non si vede perché mai essi non possano essere pubblicati e letti da tutti, perché tutti possano farsi un’opinione ponderata sull’Olocausto e giungere eventualmente alle stesse conclusioni a cui è giunto il grande storico tedesco. Ma quanti, tra i giornalisti che si sono lanciati a testa bassa contro Caracciolo, hanno davvero letto i testi di Nolte, di Mattogno e di tutti gli altri storici “seri” dell’Olocausto? Questi giornalisti, che come spesso i giornalisti sono soliti pontificare su tutto come fossero onniscienti, sono tutti consumati storici o parlano solo per sentito dire? Addirittura del “caso Caracciolo” si è parlato anche nel rotocalco popolare di Rai Uno “Uno Mattina”, il cui pubblico non pare certo di quelli avvezzi alle diatribe storiografiche, dove a dare man forte agli ospiti - tra cui il già citato rettore della Sapienza Frati - nell’opera di vero e proprio linciaggio mediatico a cui è stato sottoposto Caracciolo ci si sono messi gli stessi conduttori del programma, ovvero Michele Cucuzza, noto giornalista di cronaca rosa, ed Eleonora Daniele, showgirl ex del Grande Fratello, conduttori sulle cui competenze in materia storiografica è lecito nutrire qualche dubbio!
A volte, si sostiene che, al di là delle questioni storiografiche, nel caso dell’Olocausto c’è di mezzo una tragedia ancora troppo viva nella coscienza europea, e che le leggi proibizioniste si giustificano a partire dal rispetto che si deve alle vittime e ai sopravvissuti di quella tragedia, vittime e sopravissuti che non potrebbero non sentirsi offesi dalle tesi negazioniste. Tale argomento appare alquanto paradossale: a parte il fatto che i negazionisti non negano di certo né le persecuzioni né i morti che tali persecuzioni hanno causato, ma unicamente le modalità delle stesse, per caso i miliardi di cristiani che sono nel mondo dovrebbero sentirsi offesi da quegli storici che negano la storicità di Cristo? E i buddisti da chi nega la storicità del Buddha e noi tutti occidentali da chi nega quella di Socrate visto che questi è universalmente considerato il padre della filosofia occidentale? E seppure così fosse, può essere questo un buon motivo per mettere il bavaglio alla ricerca storica?
La verità, come dicevamo, è che ben identificabili e neanche troppo inconfessabili ragioni politiche sono alla base di tali restrizioni all’elementare diritto alla libertà di espressione, libertà ampiamente garantita in tutti i campi in Occidente, tranne in quelli politicamente “scottanti”. E così nella nostra tanto onorata “società aperta” ognuno è libero di dire quello che vuole, di scrivere ciò che più gli aggrada; le vetrine delle nostre edicole, gli scaffali delle nostre librerie e i blog della nostra rete sono pieni delle pubblicazioni più varie, bizzarre ed insensate; ognuno può liberamente credere a quello che vuole: che Gesù non è mai esistito, che le creme di Vanna Marchi aiutano a dimagrire, che i marziani ci osservano e sono prossimi a sbarcare sulla Terra; solo mettere in dubbio le camere a gas non può essere lecito. Antonio Caracciolo, finora semisconosciuto ed anonimo ricercatore di filosofia del diritto, si ritrova così al centro di una bufera mediatica sconcertante e spropositata, “mostro” di turno sbattuto in prima pagina, la prima pagina di giornali, come Repubblica e il Fatto, scesi in campo lancia in resta a difesa di quella libertà di pensiero a loro dire seriamente minacciata nel nostro paese; quella libertà che da sempre per gli apologeti e i cani da guardia del “pensiero unico” occidentale in altro non consiste che nella libertà di pensarla come loro.  

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 02-11-2009 10:54

I negazionisti sono chiamati anche revisionisti, un termine che fino a pochi decenni fa significava tutt'altro. Il lavoro dello storico è sempre revisionista, pretendere che gli storici continuino a ripetere verità considerate tali solo perché si sono sedimentate nel tempo o sono state imposte, significa negare agli storici il diritto di fare il loro lavoro. Pertanto anche i negazionisti hanno pieno diritto di discutere le cifre dell'Olocausto e le sue modalità. Irving si è fatto parecchi mesi di carcere per una sentenza che è di vero e proprio reato di opinione, cioè la negazione dei princìpi di cui si vanta l'Occidente. Detto questo e denunciata l'aberrazione persecutoria, bisogna comunque sempre ribadire che quanto è successo fu una mostruosità fra le peggiori della storia. Interessa poco che gli ebrei sterminati siano stati 6 milioni o la metà, né che siano stati soppressi nelle camere a gas o siano morti di stenti nei lager. L'essenziale è che milioni di persone di entrambi i sessi e di tutte le età sono state rastrellate e rinchiuse in campi di concentramento solo per la loro appartenenza a un gruppo etnico. Continuare a denunciare questa mostruosità, pianificata con una logica scientifica che appartiene solo alla Modernità, è un obbligo morale. Il generale Eisenhower, che poi sarebbe diventato presidente degli USA, a me personalmente odioso nella sua duplice veste di generale americano e di presidente degli Stati Uniti, sembra che davanti allo spettacolo di morte dei lager rivolgendosi ai suoi sottoposti abbia pronunciato una frase la cui fondatezza bisogna riconoscergli: "fotografate tutto, documentate tutto, perché un giorno qualche imbecille dirà che tutto ciò non è mai avvenuto".
Gaetano (IP:82.53.13.51) 02-11-2009 11:29

Come spiega bene l'autore dell'articolo, la questione dell'Olocausto è uno dei paradossi tipici della libertà di pensiero in Occidente. Stesso livore da crociata si manifesta quando qualcuno si permette di criticare l'operato di Israele nei confronti dei palestinesi. Anche in questo caso, prima che le argomentazioni a favore del popolo arabo vengano analizzate con raziocinio, volano accuse di antisemitismo. Bisognerebbe spiegare ai difensori del "Bene" che se una persona sostiene la causa palestinese non può essere antisemita, visto che i palestinesi stessi appartengono alla stirpe semita.
A prescindere da questo, credo che difficilmente in futuro potremo affrontare serenamente il tema dell'Olocausto. Nei confronti di questo argomento c'è un atteggiamento dogmatico: chi osa metterne in discussione i suoi punti cardine deve essere scomunicato.
Lungi da me negarne l'esistenza, ma da qui a incarcerare chi fa il proprio mestiere o condannare mediaticamente chi si apre a diverse visioni del fenomeno, ce ne passa...
Fabio Mazza (Registered) 02-11-2009 14:32

Non ho simpatie per i "paladini della libertà", e mi vanto di avere idee libere e da me documentate sulla storia di cui sono un grande appassionato.
Un esempio di quello di cui parla l'autore è il linciaggio morale che si abbatte cicilicamente su chiunque provi ad abozzare che, in fin dei conti, c'erano persone oneste e combattenti d'onore in entrambi gli schieramenti partigiani e repubblichini.
Apriti cielo! Secondo la lobbies dell'ANPI solo loro erano dalla parte del giusto, perchè combattevano per la libertà (libertà da cosa, visto che poi siamo diventati una colonia americana non si sa), mentre quelli che non vollero tradire il patto italo-tedesco, e pensarano che era quantomeno imbarazzante cominciare la guerra con un partito e finirla con un altro, erano tutti esaltati, assassini, servi delle ss e via dicendo.
Il famoso Pansa, che nei suoi libri non fa apologia del fascismo, ma si limita semplicemente a constatare come da entrambe le parti ci furono eccidi, stupri, comportamenti riprovevoli e disonorevoli, anche tra le fila dei nostri liberatori partigiani, è stato sottoposto ad un linciaggio morale dai "guardiani" della storia e del vero: la sinistra che da sempre ha predominato nella scuola e nel dettare i programmi scolastici. Cosi che nei libri di storia delle superiori trovavo due capitoli sull'olocausto e niente sulle foibe, che furono senza dubbio un eccidio "minore", ma non di certo per gli italiani che lo vissero sulla loro pelle.
Detto questo, e concordando sull'intento dell'autore, che rimarca giustamente COME TUTTI PENSIAMO, che nè repubblica, nè il fatto sono i paladini dell'informazione libera, mi trovo però in disaccordo con l'esempio.
Difatti una cosa è negare la storicità di cristo, di budda o di socrate, che sono ormai, più che uomini, idee o ideali; un conto è negare un genocidio. Perchè è inutile che ce lo stiamo a raccontare. Fuschini lo fa giustamente notare. Che importa come morirono queste persone?è inconfutabile che morirono. Non mi interessa perchè o per come. Non mi interessa se per gas o per fucilazione.
L'intento, non troppo mascherato di questi "storici" è quello di riabilitare il nazismo e l'antisemitismo hitleriano, cosa che sarebbe anche possibile (e per alcuni aspetti lecito) fare, perchè il nazismo non fu per molti versi peggio di altri regimi, cosi come i crimini contestati (con una mostruosità giuridica) ai nazisti a Norimberga, erano stati (e sarebbero stati) compiuti e superati dagli americani e dai russi e da molti altri. Il problema è che questi "storici" cercano in questo modo di far sembrare il cosidetto olocausto "meno grave" di quello che è stato, aprendo la strada a torme di fanatici che di verità storica sanno ben poco.
Fabio Mazza (Registered) 02-11-2009 14:34

Detto questo credo che ognuno, se porta prove a sostegno delle sue teorie, debba poter esprimersi liberamente. Ma sappiamo che la democrazia rispetta tutte le opinioni..democratiche!
stediludo (Super Administrator) 02-11-2009 15:50

Per la verità, Fabio, non ho capito in che senso sei in disaccordo con l'esempio.
mircopanizzi@libero.it
Panizzi (Registered) 02-11-2009 19:27

e',secondo me, nauseante l'ipocrisia di certi campioni del politicamente corretto che parlano di liberta' di informazione solo per chi sta nel recinto da loro creato.Volendoci tutti schierati contro il padrone populista a favore del padrone oligarca internazionale,contro il partito azienda a favore del giornale partito,non permettono liberta' vera di analisi politica e storica e vedono come fumo negli occhi chi non saltella beato al suono di paroline magiche come democrazia,diritti e tutto il restante mantra sistemico.
Fabio Mazza (Registered) 02-11-2009 20:17

Nel senso che un conto è delegittimare un idea o una religione, un conto un genocidio.
Longino (IP:93.43.141.215) 02-11-2009 21:04

C'è un altro fattore che si deve considerare su cui spesso si è reticenti: è che la comunità ebraica esercita una sorta di timore reverenziale. Politici, giornalisti, magistrati hanno, nei confronti di questa comunità di meno di 50000 italiani, quasi una sudditanza per cui qualsiasi cosa che la riguarda ne diventa un affare di Stato...Quando in altre occasioni e per un numero più elevato di italiani lo Stato è completamente assente...
Edoardo Buso (IP:93.37.140.181) 03-11-2009 13:19

Qui è da accertare se Caracciolo facesse solo un rilevamento storico,un'analisi, o se entrasse anche nel politico,se cosi fosse sarebbe anticostituzionale,ma se cosi non fosse ci sarebbe una grave limitazione alla libertà di ricerca storica nella nostra nazione.
Non voglio entrare nel dibattito sul revisionismo e sul negazionismo non prendo posizione su di essi,ma se vogliamo proprio mettere al bando negazionismo e revisionismo dovremmo anche mettere al bando tutti i libri di scuola che dalla Rivoluzione Francese fino al comunismo fanno un'opera di revisione storica al fine di mettere in buona luce certi gruppi politici e altri in cattiva luce,per non dire poi che tutti i partiti ex comunisti in Italia sono sempre stati revisionisti in quanto non hanno mai amesso le colpe di 50 anni di regime comunista che ha fatto 58 milioni di morti in tutto il mondo.
amugnolo (Registered) 03-11-2009 16:25

Nella seconda guerra mondiale sono morti milioni di europei, non soltanto ebrei.
Questa guerra non è cominciata per difendere un pezzo di territorio polacco come ci spiega la storiografia di parte.
Esisteva un imperialismo, quello inglese,che serviva a quegli stessi gruppi di potere che reggono (ancor di piu oggi) le sorti del mondo per svolgere nel mondo i loro traffici, con il furto delle risorse dei popoli e delle nazioni, la loro trasformazione industriale, il commercio e la gestione delle risorse finanziarie che ne scaturisce.
Esulando da considerazioni di ordine politiche in merito ai regimi politici di segno fascista che sorsero in europa, ci basti prendere in considerazione l'opposizione che questi regimi manifestarono nella pratica politica e poi militare verso quelle stesse elite finanziarie che, governavano attraverso governi democraticamente eletti, ma decisi da loro "padroni del vapore".
Credo che su questo blog non sia da chiarire troppo che, semplicemente, oggi come gia allora, questo avveniva e con sistemi simili (non ho detto uguali).
Opposizioni che si concretizzavano, giusto per fare qualche esempio, nella ribellione del governo fascista italiano al predominio inglese, e di quello nipponico a quello americano. La riforma monetaria hitleriana che, sganciandosi dai meccanismi monetari internazionali, portò in pochi anni la germania dal disastro economico di weimar alla ricchezza ritrovata come per magia.
Se, come risaputo, le lobby ebraiche esprimono oggi un fortissimo potere di condizionamento, è evidente come le loro vestali si debbano stracciare le vesti se si pretende di applicare al periodo della guerra, gli stessi sistemi di studio ed analisi normalmente adoperati dagli studiosi.
Gli storici "revisionisti" pretendono addirittura di evidenziare che per esempio: i campi di sterminio si trovavano tutti dall'altra parte della cortina di ferro; che i forni crematori trovati in questi campi, secondo loro non avevano la possibilità tecnica di incenerire quelle quantità di cadaveri stabilite per legge, e chiedendo la consulenza di ingegneri e tecnici che si occupano degli impianti di incenerimento che noi utilizziamo oggi.
Non tutti gli storici revisionisti sono simpatizzanti nazionalsocialisti, un esempio il primo revisionista è stato il francese Fourisson, internato in campo di concentramento tedesco ove perse anche l'uso di una gamba.
In definitiva, questi regimi politici, oltre che sconfitti, andavano demonizzati, per allontanare qualsiasi possibilità che una qualche opposizione al sistema che realmente governa il mondo, potesse prendere spunto da quegli aspetti di rivolta a quello stesso sistema che, qualunque idea politica noi abbiamo, quegli stati sconfitti avevano messo in campo.
stediludo (Super Administrator) 03-11-2009 19:26

Per "amugnolo": forse confondi Faurisson con Rassinier: il primo "negazionista" o revisionista che dir si voglia, reduce appunto da un campo di concentramento tedesco e militante socialista, è stato quest'ultimo. Faurisson - docente universitario francese - è venuto molto dopo ed è ancora attualmente uno dei "negazionsti" più attivi (protagonista, tra l'altro, dei casini scoppiati all'Università di Teramo quando fu invitato a parlare da un docente di quell'università, il prof. Moffa).
amugnolo (Registered) 03-11-2009 21:21

Giusta osservazione, ho citato male il nome. grazie.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 03-11-2009 22:09

Mi sembra che qui tiri una certa aria di rivalutazione del nazismo. Mi vedo pertanto costretto a ribadire che il semplice fatto di rastrellare e deportare milioni di persone solo per la loro appartenenza a un gruppo etnico, fatto indiscutibile che nessun revisionismo potrà smentire, è una mostruosità. Tutto il resto è dettaglio.
stediludo (IP:87.2.150.172) 03-11-2009 22:40

Non ho ben capito neanch'io che aria tira, ma con l'articolo in oggetto io ho voluto porre innanzi tutto una questione, quella della libertà di espressione e della ipocrisia che regna in merito in Italia e nell'Occidente tutto, al di là della specifica questione storiogafica da cui l'articolo prende spunto. Non solo: io non condivido neanche quello che dici tu, Luciano, perché anche quello che dici tu porta a mio avviso ad un netto ridimensionamento della natura criminale del nazismo. Come fai a dire, infatti, che la differenza tra uno sterminio programmato e attuato su scala industriale tramite camere a gas (tesi della storiografia cosiddetta ufficiale e che io, per inciso e per quello che può valere e interessare, ritengo la più plausibile condividendo le tesi di Nolte) e la morte per stenti dovuta ad una deportazione di massa (tesi della storiografia cosiddetta negazionista o "revisionista radicale", per usare un'espressione sempre di Nolte) è una differenza di dettaglio? Nel primo caso, infatti, il genocidio nazista acquista caratteri per molti aspetti unici, nel secondo rientra nella casistica, piuttosto comune, delle persecuzioni. La stessa querelle, come saprai, interessa il genocidio turco: le tesi ufficiale dello Stato turco è che si trattò solo di morti dovute alla durezza delle deportazioni, la tesi degli storici "anti-governativi" (e che per questo in Turchia rischiano la galera) è che si trattò di sterminio più o meno preordinato. Se la differenza fosse solo di dettaglio, tutta la querelle che ruota attorno al revisionismo cadrebbe e non si giustificherebbero i toni così animosi (fino alle persecuzioni giudiziarie) che la animano, mentre tutto ruota proprio attorno a tale punto fondamentale, fondamentale non a caso sia per la storiografia "ufficiale" che per i "negazionsti".
amugnolo (Registered) 03-11-2009 22:44

Bene, ringraziamo gli eroi democratici e i loro padroni,che ci hanno liberato dalle mostruosità e regalato questo meraviglioso mondo spargendo qualche tonn di bombe sui civili di dresda, e quella atomica sui civili giapponesi.
Luciano, forse non te ne sei accorto, ma hai utilizzato gli stessi toni delle vestali della VERITA' di cui si occupava
l'articolo.
amugnolo (Registered) 03-11-2009 22:49

Addirittura..."Vedendoti pertanto costretto a ribadire"
amugnolo (Registered) 03-11-2009 23:00

L'aria che tira è quella che per tanti anni ha fatto vergognare i tedeschi, oltre che sborsare pingui risarcimenti,del dopoguerra di essere nati in germania.
La stessa aria che non permette di avere una visione critica dei vari aspetti che hanno caratterizzato la guerra, pena essere scomunicati e passare per difensori del demonio. Aria che asfissia evidentemente un po dappertutto. Purtroppo mi vedo costretto a ribadire che: i nazionalsocialisti, per quanto cattivi in confronto agli altri, la riforma monetaria l'hanno fatta davvero e con successo e soddisfazione del popolo tedesco.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 03-11-2009 23:55

Stefano ha posto la questione nei termini corretti nel suo articolo e ha puntualizzato benissimo anche nel suo ultimo intervento. Devo riconoscere che se lo sterminio fosse stato programmato scientificamente e realizzato nelle camere a gas, sarebbe stato un unicum nella storia. Però il fatto che milioni di persone siano rastrellate con una metodicità e una organizzazione pure scientifiche e poi lasciate morire di stenti, soltanto perché appartenenti a un gruppo etnico, non sarà un unicum ma rappresenta comunque una mostruosità con pochi precedenti. In questo senso ho parlato di dettagli.
Ad Andrea vorrei concedere che se a vincere fossero stati i tedeschi e i giapponesi, con la stessa logica degli anglo-americani avrebbero avuto il diritto di processarli per crimini di guerra. Questo non attenua le responsabilità di chi ha condotto a termine un massacro per ragioni di odio razziale. Un ladro non è autorizzato a chiedere comprensione solo perché anche altri hanno rubato.
amugnolo (Registered) 04-11-2009 01:27

Ed io ti ringrazio per la gentile concessione.
Quello che mi sembrava interessante rilevare prendendo spunto dall'articolo, era il fatto che il concentramento degli ebrei DEVE essere e rimanere lo sterminio.
Con l'obiettivo, evidente a chiunque voglia vederlo, di non poterlo equiparare a quelli commessi dagli alleati. O forse pensiamo che questi ultimi erano davvero i paladini della DEMOCRAZIA e della LIBERTA'?
Concesso che la deportazione etnica è una barbarie moderna (qualcosa di simile é avvenuto negli USA nei confronti dei giapponesi che vi risiedevano), ma basta questo a coprire la barbarie di allora e di adesso dei vincitori che hanno massacrato e ridotto al silenzio ed alla vergogna tedeschi e giapponesi? Gli italiani, da popolo che si sa arrangiare, hanno fatto da soli.
Se la risposta é no, perchè assurgere, con accenti simili alle vestali i cui sopra, a difensori della GIUSTIZIA e della VERITA' definendomi nazista?
Ripeto: nell'ultima atroce guerra sono morti milioni di persone e non solo ebrei, a causa delle modalità con cui è stata fatta da una parte e dall'altra: guerra totale all'ultimo sangue.
Non ritengo che chi l'abbia vinta abbia combattuto per la giustizia (e d'altra parte non se ne è vista l'ombra fino ad oggi) ma semplicemente gli europei, tra loro fratelli o quantomeno cugini, si sono scannati per gli sporchi e laidi interessi di quella cricca rapace di finanzieri e banchieri che continua a succhiarci il sangue e la giustizia, e la verità.
fosco2007@alice,it
lucianofuschini (Registered) 04-11-2009 10:40

Caro Andrea, mi sembra che qui nessuno ti abbia definito nazista. Ritengo soltanto che sia sbagliato attenuare le colpe di chi, realizzando un programma di eliminazione degli ebrei e di riduzione a schiavitù di tutti gli slavi, programma già enunciato negli anni Venti nel "Mein Kampf", ha fatto qualcosa di peggio che tenere sotto custodia i giapponesi che vivevano negli USA. Garantendoti che la mia avversione per la cricca dei banchieri e per l'Impero anglo-israelo-americano non teme confronti, considero chiusa da parte mia una polemichetta fra amici.
Gaetano (IP:79.3.26.109) 04-11-2009 12:36

Io credo sia opportuno distinuguere il fatto storico, dalle conseguenze che questo ha generato.
Il dato oggettivo è che l'Olocausto c'è stato e solo chi ha sentimenti di spropositato odio razziale può negarlo in toto.
Le conseguenze di tale evento, invece, non solo hanno avuto e continuano ad avere effetti negativi sui diretti interessati, ma generano conseguenze spiacevoli anche in chi non è immediatamente coinvolto e ciò non è "corretto".
Mi spiego meglio. Ho la netta sensazione che l'Olocausto venga strumentalizzato per infondere un forte senso di colpa non solo nei tedeschi (come dice amugnolo), ma in tutti i popoli europei, affinchè a favore degli ebrei si abbia sempre un atteggiamento di totale e servile pietà.
Non si spiegherebbe altrimenti, un esempio tra i tanti, la copiosa proiezione cinematografica di film (spesso e volentieri di produzione americana, ma non solo) sull'argomento in questione.
Per nessun altro evento storico vi è una così precisa, puntuale, partigiana e stucchevole (permettetemelo!) riproposizione.
Questo è un atteggiamento propagandistico che obnubila lo spirito critico, non fa onore a chi è direttamente coinvolto nell'Olocausto e produce conseguenze devastanti non solo sulla valutazione dell'evento in sè, ma anche sulla valutazione di fatti storici a noi più recenti (conflitto israelo-palestinese in primis).
Fabio Mazza (Registered) 04-11-2009 14:59

Ragazzi è mai possibile che qui non si possa mai muovere una critica che qualcuno si sente offeso e toccato nell'intimo?
Quando Luciano avrebbe dato del nazista ad amugnolo?
cerchiamo di manterci sempre entro reciproco rispetto, specie quando si parla con Luciano che è un pilastro del movimento oltre ad avere una cultura storica quasi impareggiabile.
Dico questo, da sostenitore di quanto dice Amugnolo, al 100%.
Il blog deve rimanere uno strumento per fare informazione e confrontarsi. Se l'avete preso per un "punching ball" per sfogarvi è un problema.
amugnolo (Registered) 04-11-2009 16:45

Caro Luciano, e rispondo anche a Fabio, non sussiste per me alcuna polemica da chiudere, ne mi sono sentito in alcun modo offeso.
Abbiamo semplicemente discusso utilizzano anche degli accenti polemici, cosa che non mi dispiace affatto.
La mia esperienza mi ha insegnato che le cose vere vengono fuori quando entrano in ballo nervi, sangue (nel senso di bollenti spiriti) ed impeto.
Mi rendevo perfettamente conto di allargare la discussione sull'aspetto prettamente storico, ma, secondo me, l'argomento guerra è fondamentale per comprendere quella -guerra non guerreggiata con le armi- che viviamo tuttora.
Argomento quindi, che non puo essere discusso con lo spirito distaccato e un po freddo utilizzato in altri ambiti di discussione e di analisi.
Fermo restando per me, amante della libertà dell'uomo (al singolare), la lontananza da qualsiasi forma di totalitarismo, compreso l'attuale:
SURSUM CORDA
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 04-11-2009 17:03

Ringrazio Fabio ma non mi sento né un pilastro né uno che in questa sede possa dare lezioni di storia, dato il livello culturale insolitamente alto di chi frequenta questo sito. Non ho nemmeno avvertito una particolare animosità negli interventi di Andrea: In altri casi, non in questo, si ha l'impressione che la critica a certe tesi sia recepita come un attacco alla persona, da cui suscettibilità fuori luogo. Quando si discute si può ricorrere anche ad artifici retorici, non esclusa l'ironia, ma nessuno se ne deve sentire urtato.
Per concludere: sottoscrivo l'intervento di Gaetano. Da tempo non guardo più film sull'Olocausto perché avverto immediatamente la propaganda pro Israele.
martiusmarcus (Registered) 04-11-2009 19:33

Piace il SURSUM CORDA di amugnolo,e serve anche parecchio, quando si vanno a toccare le piaghe aperte del genere umano, quando si esamina dispiegata al suo massimo la scientifica efficienza della belva umana nel produrre il MALE (Dresda e Hiroshima comprese): questo è stato l'Olocausto, milione in più milione in meno, forni o non forni...
Andrea Marcon (Registered) 05-11-2009 13:59

Mi sembra comunque che nei precedenti commenti si è innestata una discussione molto interessante e costruttiva ma non incentrata su quello che ritengo il punto fondamentale dell'articolo, che non è la valutazione dell'Olocausto ma la mentalità profondamente totalitaria dei sedicenti paladini della libertà e della democrazia.
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