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Fermenti di antimodernità PDF Stampa E-mail

3 dicembre 2009

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Quella che in termini gramsciani potremmo definire l’egemonia culturale del progressismo scientista e “sviluppista”, a ben vedere comincia a mostrare crepe vistose. Sono visibili fermenti che possono preludere a una svolta reazionaria. Chiariamo subito il significato dei termini, operazione sempre doverosa per evitare equivoci. Reazionario non è affatto sinonimo di conservatore. Conservatore è chi vuole mantenere lo stato di cose vigente; il reazionario vuole cambiarle appellandosi ai valori del passato, o meglio a ciò che deve restare costante pur nel divenire; il progressista vuole cambiarle in nome di un futuro immaginato diverso e più avanzato rispetto a tutto ciò che la storia ha precedentemente prodotto. La misura del cambiamento, qualora sia radicale, può far parlare di rivoluzione sia nella prospettiva reazionaria che in quella progressista.
Considerando che il crollo dell’Impero sovietico è stato più un’implosione, un’autodissoluzione, che una rivoluzione, l’ultima grande rivoluzione politica del Novecento è stata quella khomeinista in Iran, una rivoluzione reazionaria. Il progressismo, il laicismo, l’adesione ai modelli di vita occidentali, erano stati il segno distintivo del regime monarchico che fu rovesciato da un compatto moto popolare guidato dal clero tradizionalista, nel nome dei valori antichi dell’Islam. Una rivolta popolare che richiama alla mente quella dei vandeani durante la rivoluzione francese, quella dei sanfedisti nell’Italia e nella Spagna napoleoniche (in Spagna gli insorti gridavano “abbasso la libertà!”, visto che i francesi invasori si dicevano portatori della libertà contro clero e aristocrazia), quella dei “briganti” nel meridione d’Italia aggregato a viva forza alla liberal-progressista monarchia sabauda, quella del movimento mujahid nell’Afghanistan “liberato” dai sovietici (che dicevano di aver portato il progresso, il socialismo e l’emancipazione delle donne, come la NATO oggi, con la variante della democrazia al posto del socialismo) e quella dei talebani nell’Afghanistan odierno. Lotte su cui grava lo sprezzante giudizio degli storici accademici ma che, con tutte le loro ambiguità e strumentalizzazioni da parte di altre potenze straniere che cercavano di approfittare della situazione per indebolire la potenza rivale, avevano una carica di passioni vitali e di valori autentici. Fu una lunga serie di sconfitte, cui deve aggiungersi la tragedia della vana resistenza delle popolazioni indigene travolte dal colonialismo, perché la modernità industrialista era nella sua fase di piena espansione. Oggi è significativo il fatto che il vitalismo reazionario della rinascita islamica appaia tutt’altro che perdente.
Nel nostro Occidente da alcuni decenni si consolidano movimenti localistici la cui ispirazione ideale profonda è sanamente reazionaria: recupero delle radici culturali, ritorno alla terra e all’artigianato, senso della comunità solidale.
Sono ormai una realtà profondamente radicata i movimenti ecologisti, col loro sviluppo più recente in direzione della Decrescita. Anche in essi ribollono fermenti di antimodernità, di cui dovrebbero essere più coerentemente consapevoli.
Insomma, c’è un terreno fertile e già dissodato su cui innestare la pianta dell’antimodernità. Non dobbiamo sentirci isolati e incompresi.
Sia ben chiaro: abbiamo ben poco da spartire con il truce fanatismo islamista. Semmai potremmo interloquire col cattolicesimo tradizionalista, invitandolo a liberarsi del perbenismo quietista e conservatore, per recuperare lo spirito del Cristo che scacciava i mercanti dal tempio e del profetismo apocalittico scagliato contro ogni acquiescenza ipocrita.
Abbiamo ben poco da spartire col leghismo alleato di Berlusconi, becero e razzistoide. Però in quell’area ci sono fermenti di rivolta e confuse esigenze suscettibili di sviluppi in senso antimoderno, quando le attese sul federalismo fiscale e sulla carica innovativa dell’attuale governo si saranno dissolte.
Abbiamo poco da spartire con un ambientalismo e una decrescita tuttora egemonizzati da un sinistrismo progressista, illusi che pensano di affidarsi ancora alla Tecnica, quella “buona” capace di produrre energia pulita, senza rendersi conto che l’inquinamento più letale è quello che sta desertificando le menti. Tuttavia in quell’area c’è la possibilità di lavorare per far crescere la consapevolezza che una lotta coerente contro la devastazione ambientale comporta la messa in discussione di tutta una filosofia modernista dalle radici plurisecolari.
Ci sono le condizioni per la critica di tutte le fondamenta, economiche e ideali, del progressismo e dell’industrialismo. C’è da recuperare il grande filone culturale del pensiero reazionario, che va liberato dal pregiudizio in gran parte errato della sua compromissione col fascismo. Ci sono le condizioni perché i ribelli dell’antimodernità non disperino.

Luciano Fuschini

Commenti
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stediludo (Super Administrator) 03-12-2009 17:09

Non capisco perché mai potremmo interloquire con il cattolicesimo tradizionalista mentre con l'Islam no. Solo perché il cattolicesimo è più legato alla nostra storia di europei? Dopo tutto, il cattolicesimo tradizionalista si riduce ormai a ben poca cosa, a concenticole di nostalgici senza più alcuna forza propulsiva, mentre l'Islam dimostra vitalità da vendere. E poi non è che con esso, come in genere con tutte le altre forze antimoderne, si debbano stringere alleanze politiche o cartelli elettorali. Per me gli islamici possono anche rimanere "truci": ognuno per la sua strada, ognuno a combattere la sua battaglia. L'importante è che il nemico sia comune: i frutti verrano poi da sé.
caffedelletre@libero.it
Edoardo Buso (IP:93.37.133.42) 03-12-2009 17:20

Beh che dire.bell'articolo...anche se non penso vi sia in Europa un "truce fanatismo islamista".Anzi gli islamici sono oggi i veri ribelli contro il pensiero unico che Massimo Fini ha analizzato nel suo capolavoro "Sudditi".Penso che se siamo per la difesa di popoli che stanno per essere colonizzati dall'Occidente in modo più odioso delle colonizzazioni che sono avvenute nella storia(perchè qui c'è il falso pretesto della "democrazia")che siamo di destra o sinistra siamo dalla parte giusta;per questo avrei preferito uno come Dalema in Europa.Oggi l'odio antiislamico di certi politici e giornalisti di centrodestra che guarda caso alcuni di loro erano ex comunisti,ricalca quell'odio di cui si macchiò la Germania nazionalsocialista verso gli ebrei,d'altronde mussulmani ed ebrei sono facenti parte tutte e due della stirpe semitica e della religione monoteista.E vero anche che c'è un cosidetto conservatorismo cristianista di destra tipo teocon che tanto ledono e confondono il pensiero degli antimodernisti facendo si che cadano nel tranello del razzismo o del sostegno a politiche che nascondono dietro l'accezzione "cattolica"obiettivi di potere mondialista.Per quanto riguarda l'indipendenza dei popoli,devo dire che il marxismo non è mai crollato del tutto e continua a mietere le sue vittime in Birmania e negli stati colonia Cina e Mongolia.In Birmania in particolare cercando di assimilare(come fà moderatamente l'Occidente con gli immigrati con il pretesto dell'integrazione;secondo me sono alquanto violente frasi del tipo:"gli immigrati devono adattarsi alla nostra cultura,devono integrarsi"che sentiamo sulla bocca di tanti politici)violentemente un'etnia come quella dei karen.
Per quanto poi riguarda il pensiero antimodernista e relativista culturale all'interno delle neodestre postfasciste italiane,voglio spendere solo due parole:Innanzitutto la destra sociale quanto la sinistra è molto varia e varie sono le sue correnti.Oggi il nostro pensiero politico và identificato tutto sommato in correnti ideologiche extraparlamentari,correnti che sono riuscite a fare una sintesi tra idee di destra e idee di sinistra in senso antiliberista,si parte da Noam Chomsky a Massimo Fini a Alain De Benoist.
Edoardo Buso
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 03-12-2009 17:54

Mi fa piacere la difesa dell'islam che leggo nei primi commenti, perché anch'io provo addirittura un sentimento di gratitudine per la dura resistenza islamica contro l'appiattimento coloniale e l'omologazione delle culture. Tuttavia l'islamismo più fanatico, quello che definisco "truce", si sottrae a ogni dialogo che non sia conversione forzata. Con persone come Hamza Piccardo, italianissimo e fra i massimi responsabili delle comunità islamiche italiane, sarei pronto non solo al dialogo ma all'accordo. Si tratta comunque di minoranze ancora insignificanti. Nel grande disorientamento che ha investito il mondo cattolico perlomeno a partire dal Concilio Vaticano II, credo che si potrebbe far leva sulle correnti tradizionaliste, con l'intento di far maturare uno spirito combattivo di rifiuto dell'esistente, al posto del loro quieto conservatorismo.








stediludo (IP:82.58.90.74) 03-12-2009 18:27

A chi ti riferisci quando parli di islamismo più fanatico e truce? Ai gruppi terroristici che gravitano attorno ad Al Qaeda? Se sì, magari sono questi ad essere minoranze insignificanti. Invece un Ahmadinejad dove lo collochi? Il suo governo, che l'Occidente sicuramente considerà tra i "truci" con i quali è impossibile parlare, stringe accordi e relazioni amichevoli con molti stati laici o regimi "atei" (la Cina, la Russia, il Venezuela di Chavez, ecc). Hamas, altra bestia nera dell'Occidente, dialoga anch'essa a tutto campo (con Fatah, con l'Egitto, con forze antagoniste occidentali di matrice anche marxisteggiante, ecc). Hezbollah in Libano governa e stringe alleanze con le forze sunnite e cristiane. In Iraq le forze radicali scite filo-iraniane sono al governo con sunniti e curdi. Gli stessi Talebani, prima che diventassero il demonio degli States quando decisero di fare una politica sganciata dai loro interessi, erano ammanicati con i pakistani e i sauditi filo-occidentali e con gli stessi americani. Insomma, l'Islam che conta e cerca di contare si muove spregiudicatametne sulla scena politica e non mi sembra avere preclusioni verso nessuno. Gli unici ad everle siamo noi, a seconda di come e quando ci fa comodo...
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 03-12-2009 22:46

Stefano, quello che dici è tutto vero. Ci sono anche i musulmani servi dell'Impero, e sono tanti. L'islamismo truce è quello dei tagliagola e dei bombaroli, che esistono anche se sono ampiamente infiltrati e strumentalizzati. Ma a me preme trovare interlocutori qui, in Italia e in Europa. Sarei felice di averne fra i musulmani ma purtroppo i più radicali, quelli che rifiutano l'Impero e i valori della modernità occidentale, interpretano il Corano nel modo più rigido, senza la minima apertura. Su un piano puramente politico le convergenze sono possibili ma quando affermano che tutte le parole del Corano sono dettate da Allah e sono chiarissime e indiscutibili, il dialogo culturale e interreligioso è già chiuso: non resta che convertirsi. Per questo credo che per il momento sia più utile cercare di spostare su posizioni di alternativa al sistema qualche coscienza inquieta che ancora esiste nella palude del cattolicesimo. Vorrei un Islam intransigente in politica e nel contempo aperto alle altre fedi, ma per ora pretendo troppo.
Fabio Mazza (IP:93.149.19.169) 04-12-2009 09:57

La dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, dell'onesta intellettuale e della grandezza culturare di Luciano Fuschini, la si ritrova nei suoi commenti. Pur essendo un ammiratore dell'islam, e avendo spesso difeso le posizioni islamiche, la sua obbiettività e sensibilità sono tali da vedere oltre l'apparenza dell' "opposizione al satana occidentale",e del "tradizionalismo" islamico.
Dirò la mia opinione. Conosco persone, antimoderne, che sono venute via dall'Iran e mi hanno spiegato come si comportano gli islamici la. Noi, in definitiva, abbiamo un'immagine in parte distorta degli arabi, perchè siamo portati a vederne (giustamente) il valore della lotta contro il mondialismo e l'omologazione forzata in nome della democrazia.
Il problema è che se fossimo ora in un paese islamico, per la metà delle cose che scriviamo su questo blog saremo quanto meno incarcerati, forse peggio.
Non vedo dialoghi con l'islam. é una delle tre religioni rivelate, delle tre la più vitale al momento e anche la più fanatica. Del cristianesimo dei "bei tempi" ha mantenuto la spocchia, la volontà di "convertire" gli "infedeli". Ha tutto quello che aveva il cattolicesimo post-medievale con inquisizione e via dicendo, oltre che una visione del mondo che si discosta profondamente dalla mia. Sono gli stessi che hanno distrutto ogni forma politeista dal medio oriente, con la loro lercia conversione forzata (simile a quella dei cristiani).
Così, mentre credo sia possibile, come dice Luciano, trovare aderenze all'interno di un tradizionalismo cattolico (non cristiano), credo invece che fare il gioco di certe persone sia come cercare di "cavalcare una tigre" che in realtà ci ha già ingoiato.
Anche il fatto di vedere come becere le rivendicazioni, per quanto "da bar" e populiste di certe aree politiche, contro le moschee e l' "invasione islamica" è miope.
Ma come?Ci battiamo per un ritorno alle "piccole patrie", siamo tutti più o meno reazionari, cerchiamo spesso un senso più alto della tradizione europea, e non vediamo il pericolo di un'islamizzazione?
Io non sono un difensore ad oltranza dell' "italianità" e delle tradizioni "giudaico-cristiane" (che sono un falso storico a mio avviso), e credo che sia abbia tanta paura del mussulmano, perchè egli è portatore di valori forti, di coesione comunitaria e sociale, di una visione del mondo non solo materialista, tutte cose che l'occidente ha perso, e che sente, oscuramente, di non avere armi sufficienti davanti alla devozione e alle certezze di vita che il relativismo moderno ha distrutto.
Ma nello stesso modo non sono contento se da una moschea, passiamo a cinque, a dieci a cento. Perchè questa gente, come i cristiani e i giudei, è convinta di dover convertire tutti al loro credo. Anche i più in buona fede lo fanno. Così, usato il buonismo occidentale e il politicaly correct dei governi "democratici" e liberali europei come un cavallo di troia, queste persone avranno buon gioco a plasmare la società a loro immagine e somiglianza. Basta farsi due conti e vedere la loro prolificità (tipica degli strati bassi della popolazione) rispetto a quella dell'italiano medio.
Non mi piace questa Italia, e nemmeno questo mondo. Ma nemmeno un mondo islamizzato mi piacerebbe.
Fabio Mazza (Registered) 04-12-2009 10:00

Scusate nell'ultima frase ho scritto "come i cristiani e i giudei.." rettifico..i giudei non lo fanno, hanno un intolleranza più elitaria ed eslusiva da popolo eletto..
stediludo (IP:87.5.134.195) 04-12-2009 10:49

A mio avviso Fabio, come spesso si evince dai suoi interventi, confonde i suoi convincimenti culturali personali - visione sostanzialmente antimonoteista e filopagana, che, per inciso e per quel che può interessare, è anche la mia - con la battaglia odierna. Se l'Islam oggi - e quando dico Islam qui dico paesi come l'Iran e forze politiche come i Talebani, Hamas, Hezbollah, non certo l'Islam come religione in genere - è contro l'Occidente in nome della difesa della sua tradizione, esso è oggettivamente un nostro alleato, come lo sono tutte le altre forze che Luciano cita nel suo articolo e tutti i paesi che partecipano a questa lotta (come il Venezuela di Chavez ad esempio, non a caso uno dei principali alleati dell'Iran: e non mi risulta, caro Fabio, che l'Iran voglia convertire Chavez!). Lo stesso vale a casa nostra: se le comunità islamiche presenti in Italia come in tutto l'Occidente rivendicano la loro tradizione contro il consumismo omologante, fanno una giusta battaglia e noi dobbiamo essere dalla loro parte. Ma che significa dire io non vorrei vivere in un mondo islamizzato? Ma cosa c'entrano le nostre preferenze personali? Qua stiamo parlando di una battaglia politica e culturale di portata epocale: i nostri destini personali sono dettagli. E poi, detto francamente, a me pare che proprio questo vedere l'Islam attuale come forza che vuole "convertire" tutti altro non sia che una visone distorta frutto della più subdola propaganda occidentale: se c'è qualcuno che vuole convertire tutti questo oggi è proprio l'Occidente, e quella dell'Islam è solo una giusta e sacrosanta "resistenza". Dire il contrario significa offrire il fianco proprio alla propaganda occidentale, per cui le nostre guerre ai vari Irak, Afghanistan, Gaza sarebbero esse una nostra resistenza all'attacco dell'Islam alla civiltà occidentale; favola, questa, a cui credo non creda più nessuno.
Fabio Mazza (IP:93.149.19.169) 04-12-2009 11:39

Probabilmente non sono stato chiaro nel mio intervento.
Per quanto mi rigurda io dialogo con chinque si opponga all'appiattimento culturale e morale occidentale. A me francamente non importa che professione di fede o di ateismo faccia. Il problema è che nell'articolo di Luciano non si parlava di hamas e di hezbollah, ma in generale di un certo islamismo intollerante e "evangelico" che ritiene infedeli tutti quanti non si pieghino alla sua visione del mondo. Ora, sotto la maschera della ragion di stato, un vero islamico è sostenitore di questa visione, che egli ne sia conscio o meno, cosi come un vero cristiano la penserà nella stessa maniera. Fini parlò di questa mentalità quando era inviato in Iran, e ricalcava la visione delle cose che sto tracciando. Se poi mi parli di alleanze geopolitiche stile Venezuela-Iran, è un altro discorso. Ma il caro Chavez ha interessi petroliferi da smerciare..
Se le comunità islamiche rivendicano la loro tradizione mi sta bene, ma a casa loro, o quantomeno con un rispetto per il paese che li accoglie che dimostrano di non avere. Dai retta a chi ha lavorato a stretto contatto con immigrati di quei paesi. Hanno solo diritti. I doveri per loro sono sfumati, in quanto nella loro mente, lo status di immigrati (non capisco questa smania di chiamarli migranti, che si adagia sul buonismo ipocrita che impera nel nostro paese), li pone in una posizione di diritto a ricevere trattamenti di favore. La legge di un paese non si cambia. Se mi capitasse di vivere in un paese arabo, credo che eserciterei le mie convinzioni in maniera discreta, sapendo che potrebbero arrecare turbamento a quelle persone, e rispettando la loro sovranità. Non abbiamo sempre detto che ogni popolo deve poter filarsi da se la propria storia? Bene allora gli arabi rivendicano pure la loro sacrosanta identità culturale, ma che gli italiani e gli europei facciamo altrettanto con la loro! O, per il pericolo insito nella modernità, vogliamo perdere anche gli ultimi barlumi di cultura e tradizione prettamente europea che abbiamo conservato?(per me è quella greco-romana, ma ve ne sono altre).
A me non piace nemmeno questa visione, o con l'occidente, o con l'islam. A me non piace nessuno dei due "partiti". Sosterrò sempre il diritto all'autodeterminazione dei popoli, siano essi di ogni colore o religione, con qualsiasi forma di governo essi scelgano, ma ciò non significa che mi debbano andar bene tutti, che voglia che la loro visione del mondo sia anche quella della mia patria (intesa in senso di terra dei padri) e della mia vita. Conoscendo il "vizio oscuro delle religioni rivelate" che è quello di convertire con le buone o le cattive (un po come fà l'occidente con la democrazia) i popoli alla loro visione, non trovo alcun punto di contatto con la visione del mondo che queste propugnano. Potremmo, sia chiaro, trovare punti di contatto nella lotta contro il mondialismo globalizzante, ma per il resto credo che ben poco ci unisca. proprio perchè sostengo la necessità di lasciare che i popoli se la sbrighino da soli e perchè credo nella ricostituzione delle comunità locali, credo che dobbiamo lavorare in senso di ritornare alla concezione europea del mondo che esisteva prima delle rivoluzioni del 1700, non confonderci in un globalizzato "meltin pot" in cui tutte le culture vanno bene, basta siamo contrarie al livellamento occidentale.
Fabio Mazza (Registered) 04-12-2009 11:47

Il succo è: non vorrei che sostenendo certe posizioni si cadesse dalla padella nella brace..un po come chi nel dopoguerra, per resistere giustamente all'avanzata e pericolo sovietico, si mise sotto l'egida americana, con tutti i danni di lungo corso che sperimentiamo ora nella nostra società..
caffedelletre@libero.it
Edoardo Buso (IP:93.37.142.220) 04-12-2009 13:29

Mi convincono sia le prese di posizione di Stefano di Ludovico sia di Fabio Mazza anche se con qualche riserva.Io penso che sia l'Occidente con il suo profetismo del mercato libero a suscitare reazioni di integralismo nel mondo religioso;in tutti i culti religiosi dall'Induismo all'Islam al Cristianesimo all'ebraismo ortodosso.Penso che la reazione maggiore delle religioni sia provocata dalla caduta di certi costumi e solidarietà meccanica come le chiamava Durkheim;uno scontro epocale tra campagna e città globale che si tramuterà sempre più in lotta tra periferia e centro globali del pianeta.L'uno la periferia degradata,in cui vi saranno fermenti integralisti di disaredati esclusi dal circuito consumistico;ove risederanno anche gli esclusi dal mercato globale(andate in certi Paesi come Romania e Turchia e capirete come dopo il crollo del comunismo con l'occidentalizzazione vi sia una sociologia di questo tipo);l'una la campagna che diventa periferia dove risiedono persone più legate alle tradizioni ad un modello di vita passatista; con minori titoli di studio(con il processo di Lisbona votato anche dall'Irlanda che era fino a ieri l'ultimo baluardo della Tradizione in Europa il mondo si dividerà sempre più tra chi ha un titolo di studio e chi no,l'uno entrerà nel mercato,l'altro ne sarà escluso mancando lavoro manuale perchè mediante la robotizzazione le industrie non avranno più bisogno di operai ma solo di tecnici,nel futuro capitalismo finanziarista (Dughin)tecnocratico (Il libro nero del capitalismo)l'altra il centro cioè le città globali moderniste avanzate cosmopolite ricche consumiste,dove risiederanno i "migliori" per la "democrazia meritocratica".
Anche Israele non scamperà alla perdita delle sue radici,anche se fino ad adesso si è nascosto dietro un'altro integralismo teopolitico cioè la pretesa della sua superiorità sulle nazioni islamiche.
Quindi le periferie diventeranno i nuovi templi dell'integralismo,(lo stiamo già vedendo oggi).
Per quanto riguarda l'ultima cosa scritta da Fabio Mazza,un tempo allearsi con gli Stati Uniti era un dovere storico negli anni 50 60;oggi caduto il comunismo nell'Urss è venuta a cadere anche l'alleanza tra borghesia capitalista(identificata negli USA) e tradizionalismo cattolico,o islamico(pensate all'Afghanistan);il capitalismo tecnocratico sta arrivando alle stesse conclusioni del marxismo cioè il dominio culturale e l'egemonia attraverso il mercato e i superstati neocolonialisti in cui questa concezione si incarna.

Edoardo Buso
MarMar81 (Registered) 04-12-2009 16:00

Caro Luciano, nel mio ambito lavorativo mi occupo anche di tecnologie alternative per la produzione di energia e ti posso assicurare che non c'è nulla di illusorio in loro, sono tecniche "pulite" che possono concretamente aiutarci a mandare a quel paese l'inquinamento da usi civili...Non scendo in dettagli tecnici per non tediare i lettori. E' chiaro che l'utilizzo di queste tecnologie, come sostiene la teoria della Decrescita (di cui sono un fervente sostenitore), va associato ad un radicale cambiamento dei nostri stili di vita, primo su tutti il meccanismo "produzione-consumo" elevato a Vangelo dei nostri tempi. Un mondo con meno industrie, stili di vita sobri e maggiormente rispettosi dell'ambiente di cui siamo parte integrante, una produzione a servizio dell'uomo (e non il contrario) e l'utilizzo di tecnologie "pulite" per produrre energia, specie per usi civili, non mi pare nulla di assurdo. Per quanto riguarda il cristianesimo tradizionale, ho moltissimi dubbi che ci si possa venire incontro, conoscendoli...
stediludo (IP:87.5.134.195) 04-12-2009 16:56

Quando Luciano criticava un certo ambientalismo interessato solo a trovare altre fonti di energia, credo volesse evidenziare il fatto che la vera battaglia si pone appunto sul piano delle mentalità e delle visioni del mondo: se ci fermiano solo alla ricerca di altri "strumenti produttivi", restiamo nell'ambito della visione tecnomorfa dominante, ovvero quelle visione secondo cui l'unico fine della vita è quello di migliorare appunto i sistemi di produzione, visione di cui l'ambientalismo tecnicista è solo una delle varianti; anzi, per molti aspetti, la variante più avanzata e progressista, che salverà il mondo della Tecnica dallo sfacelo a cui lo porterebbe il persistere nei vecchi modi di produzione.
Tornando a Fabio: se l'alternativa oggi, ahimé, non è tra la nostra tradizione, greco-romana, cattolica o vattelapesca (tutte cose morte e sepolte) e la tradizione islamica (se così fosse anch'io mi schiererei per la prima contro la seconda), ma tra l'Occidente tecnocratico (ovvero il mostro che ha fatto e vuole fare tabula rasa di tutte le tradizioni) e la tradizione islamica, noi non possiamo che simpatizzare per l'Islam, come per qualsiasi altra tradizione che si batta contro il mostro. Altrimenti facciamo come i leghisti o le destre populiste che cianciano di difesa della nostra tradizione ma con questa in realtà intendono l'americanizzazione e i macdonald's. Ergo, se l'Islam riuscisse a sconfiggere il mostro tecnocratico e a islamizzare il mondo, io ne sarei più che felice: certo, l'ideale sarebbe un mondo con tante religioni e tante culture; ma se l'alternativa è tra Tecnica e Islam, io preferisco l'Islam. E poi ricordiamoci che l'Impero ottomano, come quello cristiano universale, le comunità e le piccole patrie le ha sempre difese: l'universale di questi imperi non era l'universale astratto e omologante della Tecnica, ma un universale concreto quale sintesi organica di particolari: negli imperi ottomano e cristiano si parlavano mille lingue, c'erano mille costumi e tradizioni e anche l'Islam e il cristianesimo al loro interno avevano mille varianti e diversificazioni!
Visto ciò, perché, come MZ, invece di fare un referendum contro i minareti - splendidi esempi di architettura tradizionale - non proponiamo un referendum contro i grattacieli post-moderni e le altre aberrazioni della nostra cara architettura occidentale?
NON SIAMO SOLI
Misopickle (Registered) 09-12-2009 06:47

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