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La giornata dell'oblìo PDF Stampa E-mail

29 gennaio 2010

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Ci risiamo. Anche quest’anno il countdown è arrivato alla fatidica data del 27 Gennaio, che da qualche anno è “giornata della memoria”: nel 1945 si aprono i cancelli di Auschwitz e si rivela al mondo una pagina infame della storia recente. Annientati sistematicamente milioni di ebrei, con un’efficienza “scientifica” che non esitiamo a definire figlia della modernità e del Novecento. Niente da dire in proposito, lungi da noi ogni assurdo “negazionismo”.
Solo che, come al solito, e non per un qualche nostro “ruolo” di bastian contrari o di “ribelli” ad ogni costo, ci teniamo a prendere le distanze. A prendere le distanze innanzitutto dall’osceno teatrino istituzionale-mediatico che in questi giorni sta funestando i pomeriggi degli amanti di Barbara D’urso, di Cocuzza, e dei loro epigoni. Poveretti: tra un grande fratello e un Briatore, tra un PierSilvio e uno stacchetto di veline, costoro vengono presi in contropiede laddove si chiami in causa la storia, che, piaccia o no, richiede sempre una certa capacità di discernimento, di comprensione, e soprattutto di cultura. Giacché al mondo non c’è davvero nulla di peggio dell’ignoranza. Da qualsiasi parte venga. Che sia quella di un negazionista, o che sia quella apparentemente meno pericolosa e più “inoffensiva” del televisivizzato di turno, crasso di luoghi comuni e di decenni di subdola propaganda atlantista.
A parte l'infimo livello del “dibattito” in merito all’evento storico, la più subdola disinformazione e unilateralità le ha raggiunte il Tg1 dell’ormai tristemente famoso Minzolini. Cosi nell'edizione di ieri esso non ha solo definito “farneticanti” le dichiarazioni, legittime e puntualmente documentate, di Ahmadinejad -il cui governo regolarmente eletto è stato chiamato non "governo" appunto, ma “regime”- che ha ribadito come l’ingerenza occidentale sia pericolosa per l’Iran, ma ha anche avuto l’impudenza di tacciare di "antisemitismo" chiunque contesti non solo la politica, ma la stessa esistenza dello stato di Israele. Cosa da cui si può anche prendere le distanze, ma che non è lecito definire "antisemitismo". E il fatto che chiunque dissenta non solo dal coretto comune, ma anche dalla totalitaria visione del mondo sionista, debba essere zittito e passato come “nemico dell’umanità”, è cosa che dovrebbe far riflettere. E questo “ricatto” morale, per cui chiunque osteggi Israele e la sua visione imperialista del mondo deve per forza essere anche uno spregiatore della razza e delle persone (perchè tale è la sostanza del termine "antisemita") sa ben poco di tolleranza, ed è soprattutto un’evidente “alibi” per un'impunità permanente.
Che uno Stato talmente totalitario da avere avuto in passato l’ardire di proclamarsi prescelto da Dio, che ha permesso l'esercizio dell’usura da applicare indiscriminatamente senza fisime morali, possa ergersi a vittima perenne, a cui tutto è concesso e a cui tutto deve essere perdonato, è quantomeno divertente. Non ci pare che altri popoli, che hanno avuto eguali (ma meno pubblicizzate) sventure, godano della stessa adesione e dello stesso sostegno da parte di governi ed opinioni pubbliche. Non di certo i giapponesi, che per il solo fatto di non arrendersi indegnamente come fecero gli italiani, ma finendo una guerra senza disonore, come il “bushido” prevedeva, vennero annichiliti con due bombe atomiche, a guerra praticamente già conclusa, per dare una dimostrazione di “forza” al nascente nemico sovietico. Non di certo i vietnamiti, aggrediti dagli stessi americani e carbonizzati con il napalm e sottoposti ad un genocidio “lecito”, in quanto “in nome della libertà”. Nemmeno tutti i sudamericani vittime di regimi fomentati dagli stessi liberatori statunitensi, che si dissetano da secoli alla giugulare dell’america latina. Non gli Armeni, cancellati a milioni un secolo fa da coloro che oggi si fregiano dell'etichetta di "Islam moderato" e occidentalizzato, alleati degli Usa e che tale genocidio invece negano senza pudore. Non i Tibetani, torturati e uccisi in massa dalla follia comunista e del cui genocidio, in nome degli affari con il partner cinese, in Occidente è meglio parlare cautamente e sottovoce. Neppure gli stessi popoli nativi del Nord America, sterminati a milioni e rapinati di territori immensi dallo stesso popolo che dinanzi al mondo si vende come paladino delle libertà contro il "male assoluto" e che ha ridotto alcuni degli uomini più fieri del mondo a delle larve umane annegate nell'alcol e nella droga, e ha ridimensionato la loro cultura e saggezza a pagliacciata per turisti.
E neanche i palestinesi. Loro no, a maggior ragione: sono arabi. Quelli sono “Usama” come li definiva sprezzantemente una particolarmente arteriosclerotica Oriana Fallaci, in uno dei suoi ultimi libri: sono terroristi che odiano (chissà perché diciamo noi) l’Occidente. Che la “povera” e “minacciata” Israele, uno Stato sorto arbitrariamente su territorio altrui, stermini ciclicamente, con l’aiuto dei nostri “liberatori” americani e le sovvenzioni delle varie lobbies bancarie e finanziarie, migliaia di palestinesi innocenti, è cosa che probabilmente i nostri “degni” governanti non ricordano o quantomeno fingono di non ricordare. A qualche malevola lingua potrebbe venire la tentazione di insinuare che è a causa delle risorse economiche e dei posti di potere che ricoprono i “leader” di quella stessa lobby mondiale, ma il terrore di venire tacciati di “antisemitismo” dalle anime belle democratiche, egualitarie e sostenitrici dei diritti umani ad oltranza, ci terrorizza un poco.
Sarà probabilmente che, nelle menti e nei cuori del solito popolame-bue, che si emoziona a comando dell’infame scatola che tiranneggia nelle loro case, e che determina quando si deve ridere, quando ci si deve commuovere o esaltare, sterminare migliaia di persone con un missile, o anche con una atomica come fecero i cari yankee non ha la stessa presa che vedere le agghiaccianti certo e mai giustificate immagini dello sterminio ebraico, opportunamente condite con musichette commoventi.
Quindi ben venga la “giornata della memoria”. Ma a patto che non sia solo quella della shoah: insieme ad essa andrebbero anche citate le altre "shoah" che hanno insanguinato il secolo scorso, quelle di tutti gli eccidi gratuiti e senza onore perpetrati nella storia recente, sia da parte di coloro che ora vengono denominati “male assoluto”, sia da parte di coloro che tale etichetta usano come alibi per cancellare delitti altrettanto odiosi che non hanno il privilegio di essere conosciuti e ricordati allo stesso modo.

Fabio Mazza

Commenti
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mcattali@tiscalinet.it
keramox (Registered) 29-01-2010 10:32

concordo in toto!!!!
alessio (Super Administrator) 29-01-2010 10:48

Sarebbe meglio, come invita a fare il titolo, a coltivare un po' di più di oblio, anzitutto per ragioni di sacrosanta sanità psicologica.
Molti popoli si sono creduti prescelti da Dio. Gli Ebrei non vanno attaccati: vanno messi in discussione quelli sionizzati, cioè gli Israeliani. Per una semplice ragione di giustizia storica: hanno sloggiato dalla propria terra e oppresso per decenni riducendoli in squallide riserve il popolo palestinese, e, vergogna inaudita, si sono pure inventati un inesistente diritto a farlo. Complici: Inglesi e Americani, che usano Israele come puntello della propria egemonia mondiale nella zona del Medioriente.
La Shoah, che va ricordata come gli altri genocidi di massa - cioè solo nelle scuole, non in strumentali "Giornate della Memoria" - è solo il pretesto a cui ci inchiodano dal 1945 per far dare una legittimità morale all'esproprio sionista.
alessio (Super Administrator) 29-01-2010 10:49

errata corrige:
*per dare (non per "far dare")
Gaetano (Registered) 29-01-2010 13:43

Apprezzo molto questo scritto di Fabio Mazza.
Vorrei aggiungere che, l'accusa di antisemitismo mossa in queste circostanze è quanto di più stupido si possa ascoltare.
Anche i palestinesi, infatti, sono semiti, per cui chiunque screditi un critico di Israele con questo epiteto cade in contraddizione, oltre ad essere un emerito ignorante: non si può essere antisemita e contemporaneamente sostenere la causa palestinese.
Considerato il trattamento che lo Stato israeliano riserva ai palestinesi, non ho alcun dubbio su chi considerare realmente antisemita...
ps. Sarà necessaria una grande rivoluzione culturale per liberarci dal ricatto morale della Shoah (che non va disconosciuta, per carità), ma vedo troppa passività nelle menti della gente.
ottavino (Registered) 29-01-2010 15:17

E' un problema che qualcuno voglia far credere agli italiani che gli arabi sono terribili.
Essendo noi mediterranei, condividiamo una parte dell'energia degli arabi, che del resto vivono sulle sponde del nostro mare. I fenici stavano in Libano e si sono sparsi in tutto il mediterraneo.
Odiare gli arabi, per noi italiani, vorrebbe dire odiare una parte di noi stessi. L'italiano è un pò arabo. Chiunque sia stato in mediooriente credo, non può sentire che vicinanza con quelle genti.
Dunque io trovo che istintivamente questa cosa ci repelle, che un italiano non può condannare questi popoli, perchè l'intuito ci dice che "sono buoni" o perlomeno "non sono cattivi".
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 29-01-2010 16:25

Sono in totale sintonia con Fabio Mazza. La commemorazione della shoah si connota sempre più chiaramente come un'operazione propagandistica, a sostegno di Israele e contro quello che di volta in volta viene indicato come il suo nemico principale. Oggi è l'Iran. Così il 27 gennaio i telegiornali si sono soffermati sulla falsa minaccia iraniana di distruggere Israele con le armi, quando i capi di quel Paese invano precisano che parlano non di distruzione ma di inevitabile estinzione dello Stato sionista, paragonando la sua presumibile fine al disfacimento dell'URSS. Ma queste precisazioni vengono puntualmente ignorate, mentre sullo sfondo dei volti minacciosi degli islamisti barbuti si stagliano i missili della Repubblica islamica, lasciando intendere che il loro carico di morte presto potrebbe provocare un nuovo Olocausto e tacendo completamente il fatto che la potenza militare di Israele è incomparabilmente superiore a quella iraniana e che Israele possiede armi nucleari fin dagli anni Sessanta. Questa è l'informazione nei sistemi democratici.
Fabio Mazza (Registered) 29-01-2010 20:22

Grazie a tutti e a Massimiliano per l'aiuto nella stesura record dell'articolo..
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 30-01-2010 13:02

Complimenti a Fabio per l'articolo.
Giuseppe (Registered) 30-01-2010 19:44

Faccio veramente i complimenti per questo articolo che condivido in toto. Era difficile rimanere in equilibrio su un tema spinoso come questo. Da parte mia aggiungo che trovo vomitevole tutta la retorica spicciola da talk show che si vede in tv questi giorni. La spettacolarizzazione del dolore e della tragedia, così di moda nei programmi pomeridiani, raggiunge il suo culmine proprio in queste occasioni.
Andrea Marcon (Registered) 01-02-2010 13:48

Basta sentire le parole di quelo buffone di Amos Oz in questi giorni: "E' importante ricordare la Shoah perchè anche oggi c'è chi - vedasi ad esempio l'Iran - vuole un nuovo Olocausto"...
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