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La tecnologia ci danneggia? E noi la eliminiamo... PDF Stampa E-mail

1 aprile 2010

Recentemente dopo avere constatato che l'utilizzo di Facebook ha fatto incrementare il numero dei divorzi, l'Egitto, al fine di evitare uno sgretolamento della società islamica, ha deciso di proibirlo. Movimento Zero non prende alcuna posizione nel merito della questione in sè: ogni popolo e ogni cultura fa le sue scelte e ha la sua storia, l'Islam come l'Europa. Tuttavia vede con favore il fatto che un Paese sovrano abbia avuto il coraggio di porre un freno al dilagare della tecnologia e di regolamentarne il suo strapotere. In definitiva noi diciamo "no" a un ingresso indiscriminato della modernità e della tecnologia, e sì a un suo utilizzo ragionato e misurato nel rispetto delle esigenze di un popolo, della sua cultura e delle sue tradizioni. Tecnologia e innovazione devono essere al servizio dell'uomo e non viceversa: esse andrebbero introdotte con parsimonia considerando pesi e contrappesi della loro utilità sociale e individuale, e non indiscriminatamente. Esse devono essere al nostro servizio e non diventare tiranne della nostra vita come invece vorrebbero le élites economiche e finanziarie che ci governano e che sul "divide et impera" fondano il loro potere.

Comunicato di Movimento Zero

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 01-04-2010 10:25

D'accordo in tutto. Estenderei queste valutazioni alla ricerca scientifica. Assoluta libertà di ricerca e sperimentazione ma spetta poi ai poteri pubblici e non agli interessi privati decidere se le scoperte scientifiche debbano tradursi in una tecnologia da porre sul mercato o debbano restare nell'ambito della teoria. I pubblici poteri dovrebbero finanziare solo le ricerche finalizzate al bene di tutti. Per le altre gli scienziati provvedano autonomamente.
www.arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 01-04-2010 17:46

Troppo facile essere d'accordo. Immediato scatta il copia-incolla per diffondere questo pensiero.
utentefalso (IP:82.89.216.142) 13-04-2010 15:21

Chi decide quale sia l'utilizzo ragionato e misurato nel rispetto delle esigenze di un popolo, della sua cultura e delle sue tradizioni?

Limitare Facebook non significa porre un freno alla tecnologia, ma operare una CENSURA. Facebook è soltanto un mezzo usufruibile tramite la stessa tecnologia che ci permette oggi di conoscere il giornale del ribelle e di commentarlo.
Applicando lo stesso ragionamento, quindi, il censore potrebbe decidere di oscurare questo sito perché si auspica il cambiamento dell'attuale cultura.
Mi dispiace dirlo, ma con questo articolo avete preso una bella cantonata!
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