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Basta con la televisione! PDF Stampa E-mail

12 aprile 2010

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Nell’epoca della “libertà”, in un paese “democratico”, assistiamo quotidianamente alla più subdola e strisciante forma di totalitarismo mai esistita: quella della televisione.
Presente in ogni casa, inonda, forte della sua apparente innocenza, in qualunque momento della giornata la vita delle famiglie, sottraendo spazio alla comunicazione e alla vita di relazione in favore di tante piccole solitudini.
Non è solo una questione di qualità dei programmi; non si parla solo della disinformazione utilizzata ad arte dal regime bi-polare destra-sinistra, per arringare le folle di spettatori ogni sera; non si parla solo dell’uso criminale del telegiornale che diffonde mezze verità o totali menzogne, creando inoltre emergenze inesistenti (influenza A, cani killer, bullismo, stupri), che dopo qualche settimana scompaiono dalle discussioni, come se improvvisamente in Italia non esistessero più. Mostra quello che vuole far vedere di ogni avvenimento, tralasciando quelli che non sono funzionali alla sua logica e ai suoi scopi, ben diretti dai gruppi di potere che si spartiscono la torta. Non si tratta nemmeno del livello indecente raggiunto dai programmi e dalle trasmissioni, e dei messaggi che trasmettono, che stanno disgregando dall’interno la nostra società, dando “valori” di riferimento deleteri, come l’apparire ad ogni costo, la forma sopra la sostanza, la prostituzione come modus vivendi. Non è questione di riformarla.
È qualcosa di più: è l’invadenza di un mezzo che distrugge la vita di relazione all’interno della famiglia. In luogo del vecchio “salotto” dove la famiglia passava il tempo in comune in varie attività, spesso confrontandosi e comunicando, è ora il triste e sinistro “totem” televisivo, che inonda con la sua “droga” le case di milioni di persone; che crea solitudini “beate”, ognuno in una stanza diversa con la sua televisione e il suo programma preferito.
È il mezzo che fa si che i bambini passino metà della loro giornata davanti ad essa, trangugiando le merendine industriali che la stessa televisione pubblicizza, che non amino più la vita all’aria aperta. È il mezzo che impedisce il formarsi di una fantasia libera e feconda nei giovani, che in epoche più felici, si faceva attraverso la lettura. È il mezzo che impedisce a chi non ha altri mezzi per informarsi di vedere la verità, perché strumentalizzata e diretta ad arte, senza possibilità di contraddittorio, perché con la televisione non puoi interagire. Puoi solo subirla. È provato da ricerche scientifiche di lungo corso che la televisione ha effetti simili alla droga su molte persone, specie su quelle più incolte e quindi più vulnerabili alle lusinghe del perverso strumento. La televisione con le sue trasmissioni e con la sua pubblicità crea tendenze, detta i gusti del pubblico, decide quando dobbiamo ridere e quando piangere. Crea stili di vita e status symbol. Porta alla ribalta stili di vita che tutti vogliono copiare per essere anche loro “qualcuno”.
Con uno strumento del genere non esiste dialogo, non si può interagire, non si può contestare. È una vera e propria dittatura. Ammorbidita dall’apparente presenza di programmi “bipartisan” che però sono in realtà tutti figli degli stessi gruppi di potere della cricca “destra-sinistra” che si spartisce l’Italia. Nessun miglioramento è possibile. È lo strumento televisivo stesso il male. Non c’è altro modo se non ritornare ad una vita liberata dall’invadente “totem” che campeggia religiosamente in ogni casa dello stivale. Per questo motivo il 24 aprile Movimento Zero manifesterà a Roma contro la televisione.
Basta con la televisione!

Fabio Mazza

Commenti
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daniela (Registered) 12-04-2010 14:46

Vorrei tanto sapere in che cosa può consistere una manifestazione contro la televisione, perché mi piacerebbe partecipare alla vostra del 24 aprile.
Sono d'accordo con quanto viene detto dei programmi televisivi.
Mi chiedo se potrebbero avere senso delle lotte per promuovere dei digiuni programmati di massa dall'ascolto e dalla visione di programmi molto seguiti.
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 18-04-2010 12:17

Ti aspetto alla manifestazione dalle ore 13,00 sarò presso il Bar Gran Caffè Mazzini Piazza Mazzini 9-11 Roma 340-4926424 Vittorio
max (IP:79.41.95.127) 12-04-2010 16:50

Nel panorama conformista di oggi, dove il massimo della contestazione verso la televisione è di criticarne i contenuti oppure l'orientamento politico di chi li trasmette, già anche far vedere che c'è qualcuno che contesta il mezzo in sè -oltre che implicitamente anche i contenuti- senza per questo aver paura di risultare fuori dal mondo o dal tempo, credo che sia già un bel segnale.
In ogni caso la manifestazione in questione la si può trovare anche sulla relativa pagina di facebook:


http://www.facebook.com/event.php?eid=112781442067236&ref=nf

matteo (Registered) 12-04-2010 23:03

Condivido le motivaziono. Penso però che, purtroppo, oggi non è possibile protestare con efficacia contro la televisione. Prima di tutto perchè per essere diffusa, la protesta, dovrebbe andare in televisione. Converrebbe invece protestare "nella" televisione, ad esempio convincendo tutti i partecipanti ad una trasmissione a starsene zitti per tutta la sua durata, finchè il conduttore non chiude baracca.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 13-04-2010 09:30

Mi sembra che lanciare la parola d'ordine dell'abolizione della TV sia una fuga in avanti incomprensibile alla quasi totalità delle persone. Invece proporrei una riforma tanto radicale che non sarebbe tacciabile di riformismo: conservare alcuni canali nazionali sotto controllo pubblico, senza pubblicità e con programmazione differenziata: un canale per lo sport, uno per le dirette di avvenimenti di interesse pubblico, per documentari e trasmissioni di carattere culturale, uno per la musica. Altre frequenze dovrebbero essere riservate alle emittenti locali, gestite dalle amministrazioni regionali e aperte alle iniziative culturali e artistiche di associazioni giovanili espresse dalle realtà del territorio. Chi vuole vedersi le porcherie dell'attuale programmazione se le paghi sottoscrivendo abbonamenti per le trasmissioni criptate delle emittenti private. Suggerirei queste linee generali per una proposta che fosse dirompente e nello stesso tempo fattibile.
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