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7 giugno 2010

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L’ultima nefandezza compiuta da Israele ha inevitabilmente avuto grande risalto mediatico e ha suscitato forti condanne, indignazione e sdegno in tanti. Noi compresi, come testimonia questo blog. Non torno sull’episodio in sé, perché solo i servi in malafede o gli idioti irrecuperabili possono anche solo lontanamente giustificare l’ennesimo atto criminale commesso dall’unica nazione capace di gareggiare con gli Stati Uniti d’America nel concorso dei veri “Stati canaglia”.
Ma proprio il fatto che, invece, anche in questo caso, i soliti professionisti della difesa aprioristica del regime sionista siano riusciti anche solo a rendere oggetto di discussione ciò che doveva semplicemente e inesorabilmente essere condannato, è la testimonianza della nostra sconfitta. “Nostra” non solo come nemici della politica repressiva messa in atto da decenni ai danni del popolo palestinese ma, più in generale, come piccoli ma indomiti difensori della verità.
Se anche questa volta i media di regime, i politici camerieri, gli pseudo-intellettuali al servizio di Israele sono riusciti a buttare nel solito polverone di accuse, repliche, giustificazioni, attenuanti, corsi e ricorsi storici questo ignobile massacro, significa che non c’è veramente più speranza di smuovere le coscienze attraverso l’informazione. Perché questi cani da guardia del Sistema non hanno bisogno di censurare né di negare: sono riusciti in decenni di mistificazioni e lobotomizzazioni a togliere alla cosiddetta “gente” l’energia e la voglia se non di indignarsi, sicuramente di far seguire all’indignazione qualche fatto concreto e determinante.
Manifestazioni, proteste ufficiali, persino campagne di boicottaggio di prodotti israeliani: rimangono episodi marginali o comunque di esclusivo appannaggio di una parte politica, quella alla quale si contrappone – sullo stesso piano – la schiera dei difensori dell’”unica democrazia del Medioriente”. Qualche settimana di chiacchiere inutili, qualche sasso scagliato contro individui subito pronti ad atteggiarsi a vittime dell’”ennesimo rigurgito di pulsioni antisemite”  e poi calerà la consueta coltre di silenzio, in attesa del prossimo atto criminale israeliano.
Ma prima sarà arrivato un presunto attentato terroristico, un discorso o un atto di Ahmadinejad che avranno suscitato – questì sì – unanime preoccupazione e sdegno, un petardo palestinese (subito ribattezzato “razzo qassam”) che avrà “gettato la paura sui martoriati coloni israeliani”, o altre disgustose amenità in stile Fiamma Nirenstein atte a dar vita al solito polverone che tutto avvolge, nasconde, uniforma.
E tutti o quasi torneremo alla nostra vita. Certo più facile di quella di un abitante di Gaza, ma comunque sufficiente a distrarci da quanto accade da quelle parti.

Andrea Marcon

Commenti
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Pucciarelli (Registered) 07-06-2010 18:49

Sconfitta. Vocabolo tragico e mai come adesso appropriato...
alessandra.scala@alice.it
alessandra (Registered) 07-06-2010 23:30

Cosa aspettarci da chi per decenni ha utilizzato l'Olocausto per ottenere scopi politici e non solo (Finkelstein ha esposto chiaramente l'utilità di questo strumento di propaganda politica).
Ebbene si. Sconfitti lo siamo, ormai da tempo, ma il desiderio di far emergere la verità a chi cerca di insabbiarla ci fa onore in un mondo dove le menti sono troppo offuscate per riflettere.
Nonostante lo sconforto e l'amarezza "Esserci" è già importante.
MarMar81 (Registered) 09-06-2010 22:25

tanto per cambiare stasera il tg5, dopo una settimana dal tragico evento, ha cercato di instillare il dubbio nello spettatore televisivo, nel contempo tornato a interessarsi al solito teatrino ("e Berlusconi, e Bersani, e Tremonti, e Napolitano"...), mostrando foto falsificate (attribuite, mi pare, alla Reuters) e dicendo che non c'è ancora chiarezza sulla dinamica dei fatti, che tutto va ancora investigato per bene... Insomma, l'operazione "confondi e insabbia" prosegue a gonfie vele, col tacito consenso delle masse, nuovamente distratte dai teatranti del circo politico italiano e internazionale...
http://saigon2k.altervista.org
Saigon (Registered) 10-06-2010 00:09

Potremmo anche aver "perso" una battaglia, ma la guerra è ancora lunga. Tra l'altro, io non son sicuro che questa sia stata una sconfitta, al massimo un "pareggio". L'apparato di propaganda sionista è riusciuto a limitare i danni, ma l'avversione contro Israele è in crescita e inarrestabile. Il tempo ci darà ragione.
fosco2007ò@alice.it
lucianofuschini (Registered) 10-06-2010 13:12

Ci sono molte tecniche che consentono di manipolare i fatti in modo da condizionare l'opinione pubblica. Uno di questi modi consiste nell'insistere su dettagli oscurando l'essenziale. In questo caso la sostanza consiste nell'abbordaggio piratesco di un convoglio disarmato, in acque internazionali, che portava aiuti a una popolazione sottoposta ad assedio. Sono disposto a credere che qualcuno degli aggrediti abbia brandito dei bastoni o dei coltellacci raccattati in cucina: bastoni e coltelli si possono trovare anche in una nave disarmata. Questi sono dettagli insignificanti. Tutto l'apparato della (dis)informazione fa del dettaglio la sostanza, deformando completamente la notizia. Purtroppo la trappola funziona sempre e allora le amare costatazioni di Marcon sono giustificate.
Panizzi (Registered) 10-06-2010 16:39

e' giusto indignarsi ma nessuno di noi si meraviglia perche' mi sembra sempre piu' evidente che siamo nel piu perfetto TOTALITARISMO che sia mai esistito ,fatto di manipolazione mediatica e consenso,il piu' totale e annichilente,le tv e i giornali che sembrano un coro.Pero'qualcosa a mio avviso si sta incrinando,la dura realta' dei fatti mette a dura prova i lacche' del pensiero unico.
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