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La tessera del suddito PDF Stampa E-mail
4 ottobre 2010

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In questi mesi si fa un gran parlare della tessera del tifoso, espediente commercial/poliziesco escogitato dal ministro Maroni con la scusa di reprimere  la violenza negli stadi (uno dei tanti finti problemi che il Potere ha interesse a creare). La nostra opinione su tale schedatura obbligatoria, e più in generale sul processo di “modernizzazione” del calcio in nome, neanche a dirlo, del dio business, è già stata espressa da Massimo Fini nel suo recente articolo “Io sto con gli ultras”, e sarebbe quindi inutile ribadire in questa sede i medesimi concetti. Il calcio sta morendo, probabilmente è già morto, e l'insopportabile Maroni è soltanto l'ultimo dei suoi becchini. Quanto all'utilizzo strumentale di tale sport come banco di prova per sperimentare tecniche di repressione poliziesca, chi scrive si è già espresso in un suo articolo di questo blog diversi mesi fa. Qui mi interessa soffermare l'attenzione sulla reazione della “gente” (ma forse sarebbe meglio ripristinare il desueto ma più calzante termine di “popolino”) a questa ennesima quanto palese restrizione della libertà personale. A parte appunto gli ultras, che rifiutano la schedatura e la logica per la quale per assistere ad una partita di calcio bisogna essere immacolati come se si volesse entrare nell'Arma, il commento più diffuso è sostanzialmente questo: “Sì, forse è un provvedimento un po' eccessivo, ma se serve a combattere la violenza e a portare tranquillità negli stadi va bene lo stesso”. Il processo è così completo e in tal modo sintetizzabile nelle sue fasi essenziali:
1) Creazione ad arte di un problema o suo ingigantimento attraverso gli strumenti mediatici;
2) adozione di provvedimenti che limitano la libertà o altri diritti personali anche di rango costituzionale spacciandoli come necessari per la risoluzione del “problema” che precede;
3) persuasione circa l'opportunità di tali provvedimenti secondo il vecchio adagio per  cui “il fine giustifica i mezzi”.
Se a qualcuno è venuto in mente il Patriot Act ha colto l'essenza del meccanismo. Il cui nocciolo non è tanto l'aspetto autoritario e repressivo, che non costituisce una novità rispetto a tanti espedienti utilizzati nel corso della storia dell'umanità, quanto la sua combinazione con l'efficace attività persuasiva che porta a far ritenere gli espedienti medesimi necessari e, in definitiva, giusti. Una medicina amara, ma efficace.
Perchè quello che rende, almeno ai miei occhi, veramente insopportabile questo Sistema liberticida non è tanto l'essere tale quanto l'ipocrisia di cui si ammanta, la sua volontà di voler apparire diverso da quello che è, la costante mistificazione della realtà anche attraverso l'utilizzo di termini privi di senso, a volte di veri e propri ossimori (come le “guerre umanitarie” o le “bombe intelligenti”). Maroni, finiamola con queste prese in giro, e creiamo una volta per tutte lo strumento giusto per tenere sotto controllo la popolazione chiamandolo col suo vero nome: tessera del suddito.

Andrea Marcon

Commenti
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Fabio Mazza (Registered) 04-10-2010 13:55

Non sono d'accordo con l'articolo di Fini,e men che meno con questa puntualizzazione. E spiego subito perchè.
Allora sfatiamo defitivamente il "mito" per cui gli ultras sarebbero dei duri e puri anti-sistema,o gente che si ribella al calcio moderno,perchè è fatto di bussines,di sky di digitale terrestre ecc. Questo forse è il pensiero di una minoranza. La maggioranza degli ultras è semplicemente composto di ignoranti che alla domenica da coglioni,diventano leoni,quando sono in branco e possono sentirsi qualcuno,trovare un identità dietro una bandiera di una squadra di calcio.
Inoltre vorrei far notare il decadimento interno di una persona che non si schiera nemmeno più per un ideale politico o etico,non si mena per qualcosa di importante..ma per una squadra di calcio. Mi pare ovvio che questo sia un pretesto per sfogare l'alienazione e l'aggressività che il sistema induce ad incanalare. E su questo non c'è dubbio che vada ripensato seriamente il sistema di valvole di sfogo che la società dovrebbe mettere in atto (nel mio recente articolo sulla corrida parlavo di questo). Ma ricordo a tutti quelli che di questi fenomeni sanno poco,o vogliono renderlo "romantico" e ricamarci sopra,che la realtà è molto meno prosaica. Non poveri ultimi ribelli al calcio moderno:semplice feccia che non perde occasione per vandalizzare la città e mettere in pericolo la vita dei cittadini. O forse distruggere treni e stazioni,auto in sosta ecc. deve essere giustificato solo perchè è un segno di "ribellione". Perchè allora non approvare anche i new global che sfondano le vetrine dei negozi e mettono a ferro e fuoco le città? Nessuna tolleranza per la violenza allo stadio. Da ex sbirro darei alla polizia il permesso di sparare ad altezza d'uomo al primo lancio di sassi e via dicendo. Non è che andare sempre controcorrente sia sintomo di intelligenza. Se domani la massa dice una cosa intelligente,cosa facciamo?le diamo contro per fare i bastian contrari ad oltranza?
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 04-10-2010 17:55

Mi sembra che l'essenziale dell'articolo di Marcon non sia la difesa degli ultras, bensì la denuncia di una tecnica del regime in cui abbiamo la sventura di vivere: inventare falsi problemi o ingigantire piccoli problemi per creare il clima adatto a rafforzare il potere. Fanatici che credevano di fare la rivoluzione sparacchiando qua e là esistevano effettivamente, ma il pericolo delle Brigate Rosse fu ingigantito ad arte per rafforzare il sistema; il fanatismo islamico esiste ma il pericolo terrorista viene moltiplicato per mille ai fini dell'espansione dell'Impero; la violenza attorno agli stadi (più che negli stadi) esiste e ne sono protagonisti gli imbecilli teppisti ben descritti da Mazza, ma il fenomeno viene ingigantito per i motivi spiegati da Marcon. Fra l'altro la tessera del tifoso è obbligatoria solo per gli
abbonati e per i tifosi che vanno in trasferta in viaggi organizzati. Basta non abbonarsi e, peggio, andare allo stadio in trasferta alla spicciolata, mischiandosi al pubblico pacifico delle tribune, lontano dalle curve, per rendersi ancora più minacciosi per il famoso ordine pubblico, i teppisti non essendo più relegati nella curva e controllabili. Insomma, la bella trovata di Maroni è una stupidaggine.
Andrea Marcon (Registered) 04-10-2010 21:54

Sì, il mio articolo non parla degli ultras. In ogni caso nelle curve ci sono tante persone diverse, molto difficile esprimere un giudizio unitario per qualificarli. Di certo, però, non costituiscono un serio problema di ordine pubblico come si vuole far credere e come anche Fabio Mazza li dipinge. E' vero che andare sempre controcorrente non è sinomino di intelligenza, ma accodarsi all'opinione maggioritaria per la quale gli ultras "mettono a ferro e fuoco le città" o meritano di essere presi a fucilate lo è ancor meno.
ottavino (Registered) 04-10-2010 23:20

Così a occhio non mi verrebbe si sostenere gli ultras.
Per un semplice motivo, se volevano far fallire l'operazione, bastava che non si abbonavano.
Certo, i governanti fanno schifo, ma non bisogna dimenticare che la libertà che viene donata non è vera libertà. La libertà uno deve prendersela, e se questi tipi non sono stati capaci di prendersela è "giusto" che siano stati schiavizzati.
Andrea Marcon (Registered) 05-10-2010 10:16

Infatti, Ottavino, moltissimi ultras non hanno sottoscritto la tessera del tifoso e, quando vanno in trasferta, comprano i biglietti di settori diversi da quello riservato agli ospiti (il che, per inciso, aumenta i rischi di ordine pubblico che la tessera dovrebbe eliminare!).
Fabio Mazza (Registered) 05-10-2010 15:46

Ma carissimi. Mi pare chiaro che ho capito che Marcon citava la tessera come estremo "casus" da cui traspare la mentalità corrente del totalitarismo buonista democratico. Il problema è che è solo una goccia nel mare,perchè si potrebbero citare miliardi di esempi (e questo infatti lo stesso Marcon lo cita nel suo articolo,parlando di guerre umanitarie,bombe intelligenti ecc.). Il problema è solo che,come è sbagliato fare i buoni borghesucci che vogliono lo stadio pulito e in ordine (ma non mi pare che la mia critica fosse di tal ordine),è sbagliato anche remare schierarsi sempre dalla parte di chi "sgarra" identificandolo automaticamente come un ribelle nell' ethos,quando novanta su cento è solo un cretino. So che non è l'intenzione dell'articolo di Andrea,ma io parlavo del fenomeno ultras in generale che era stato ripreso anche dall'articolo di Fini. Poi parlamoci chiaro. Io ho visto cosa fanno spesso e volontieri gli ultras e già il fatto che milioni di risorse debbano andare per tenere impegnati ogni domenica migliaia di poliziotti e carabinieri per seguire questi coglioni,io lo trovo quantomeno scandaloso;che vengano vandalizzate le città e che si rischi l'incolumità per andare a vedere una partita anche. Provate a chiedere ai tempi d'oro,quelli di Roma,se la folla delle corse tra bighe o dei munera gladiatorii si fosse comportata cosi come sarebbero intervenuti i pretoriani o chi per loro. Altro che DASP e fumogeni.
Poi se vogliamo discutere sull'utilità della "tessera" è ovvio che è inutile,stupida,strumento di propaganda del governo,che dovrebbe far dormire bene il buon cittadino mansueto. Ma la mia critica non è infatti alla contestazione della tessera del tifoso,bensì all'idealizzazione dell'ultras come un ribelle antimoderno o antisistema che può venire logica leggendo.
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 06-10-2010 08:59

In quanto non suddito, condivido l'articolo, non sto ne con gli ultras ne con i tesserati, tutti gli sport sono una finzione, non c'è più agonismo, il tiro è più forte tanto quanto il premio, lasciamoli soli, preferisco giocare con il mio cane.
MattiaG (IP:151.20.240.210) 13-10-2010 13:13

Leggo spesso gli articoli di questo sito e spesso sono d'accordo su alcune opinioni(altre volte no) ma questa volta mi sento in dovere di intervenire sull'argomento in quanto spesso frequento la curva della mia città.Secondo me l'autore ha colto in pieno il problema di tali misure(esplosione ed ingigantimento del problema con conseguenze liberticide annesse) mentre,a leggere dai commenti, pare di capire che la gente si accapigli più nel dire se gli ultras sono più o meno buoni/cattivi o ribelli/utili al sistema che di ragionare sul problema in sè (ossia limitazioni delle libertà personali).Questo è proprio ciò che vogliono Lorsignori:spostare l'attenzione sulle cause,e insistere sempre e solo su quelle,tralasciando gli effetti.Solo un consiglio a Fabio Mazza:dato che le piace tanto la Storia(riferimento alle bighe romane) vada a documentarsi sugli scontri che avvenivano durante le partite di Calcio Storico Fiorentino o agli albori del Calcio moderno e vedrà che nella storia di questo sport la violenza è sempre stata di contorno,ben prima dei famigerati ultras.
MattiaG (IP:151.20.240.210) 13-10-2010 13:13

Leggo spesso gli articoli di questo sito e spesso sono d'accordo su alcune opinioni(altre volte no) ma questa volta mi sento in dovere di intervenire sull'argomento in quanto spesso frequento la curva della mia città.Secondo me l'autore ha colto in pieno il problema di tali misure(esplosione ed ingigantimento del problema con conseguenze liberticide annesse) mentre,a leggere dai commenti, pare di capire che la gente si accapigli più nel dire se gli ultras sono più o meno buoni/cattivi o ribelli/utili al sistema che di ragionare sul problema in sè (ossia limitazioni delle libertà personali).Questo è proprio ciò che vogliono Lorsignori:spostare l'attenzione sulle cause,e insistere sempre e solo su quelle,tralasciando gli effetti.Solo un consiglio a Fabio Mazza:dato che le piace tanto la Storia(riferimento alle bighe romane) vada a documentarsi sugli scontri che avvenivano durante le partite di Calcio Storico Fiorentino o agli albori del Calcio moderno e vedrà che nella storia di questo sport la violenza è sempre stata di contorno,ben prima dei famigerati ultras.
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