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Guerra dei sessi? PDF Stampa E-mail

11 ottobre 2010

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Sempre più spesso i fatti di cronaca ci permettono, quasi più delle relazioni politiche, di avere il polso sullo stato della nostra civiltà occidentale. Non passa giorno che sui quotidiani, nei telegiornali e in internet non ci raccontino storie terrificanti. C'è chi dice che i nostri governanti fanno apposta ad amplificare a dismisura notizie locali per tenere tutti in uno stato di tensione continuo, per indurci ad accettare più volentieri regole limitative della libertà e controlli polizieschi. In caso contrario, in un sistema cosiddetto democratico come il nostro, non potrebbero avere spazio e giustificazione. Vero certamente, ma è altrettanto vero che gli avvenimenti non sono inventati, e sono lì, più forti di ogni immaginazione, a testimoniare una realtà cruda, feroce, sempre più diffusa. Quello che colpisce è  la quantità e la varietà dei fatti. Salgono alla ribalta con impeto, meravigliano il più incallito dei delinquenti per l'efferatezza, l'assurdità delle circostanze, come se si avesse a che fare con un meccanismo perverso che va per i fatti suoi, senza ragionevolezza, sempre più in fretta, e che produce mostruosità sempre più grandi e... ancora, ancora, ancora.
C'è chi dice che ci sono sempre stati, con la differenza che ora se ne parla di più. Sarà. Ho qualche dubbio.
Fra i tanti casi spiccano per frequenza e gravità quelli di uomini che infieriscono sulle donne, tanto da far pensare ad una guerra dei sessi. Ci sono i sostenitori dell'idea che gli uomini non possono sopportare l'emancipazione delle donne, il loro abbandono del ruolo tradizionale; le accusano di aver scardinato l'ordine sociale. Ci sono teorie, per lo più femministe, che suppongono sia in atto un processo di regressione, voluto coscientemente, per togliere alle donne quei diritti e quell'uguale dignità di persona propria degli uomini che disturba equilibri millenari. C'è la tesi molto interessante di Marcello Veneziani per la quale l'uomo uccide non per maschilismo ma per infantilismo tragico, delirio puerile, ferocia dei deboli. Come se dicesse: “Se tu te ne vai, la mia vita non ha più senso”. Allora meglio farla finita.
Senonché l'ennesimo fatto di cronaca di questa estate scombussola le carte: “Follia a Milano; mollato dalla ragazza uccide una passante, le sfonda il cranio a furia di pugni”. Mettiamo pure che che fosse molto arrabbiato, che avesse perso la testa. Perché uccidere una donna sconosciuta, una qualunque? Perché proprio una donna? Una madre di famiglia poi.
Mi viene il dubbio che ci sia altro, che questo non sia che il segno estremo di una tendenza ormai comune, quella che evidenzia un bisogno, nella nostra società, di dominio, di potenza su qualcuno, su qualcosa. La chiamerò “necessità di sopruso”, tendenza trasversale, presente in tutti gli strati della società, che si proietta ad esempio dall'imprenditore al dipendente, dal manager alla segretaria, dall'uomo all'animale, dal padre al figlio handicappato o alla figlia, desiderata e violata. Se il dominio può essere esercitato dal più forte nei confronti di un altro più debole, spesso sono gli uomini a commettere delitti sulle donne, perché non hanno altro su cui dominare. Hanno solo le loro donne su cui sfogare le proprie frustrazioni, esercitare la loro potenza, la rabbia, il dolore. Statisticamente può sembrare ci sia una guerra dei sessi in atto, ma in realtà non è così.
Chiedersi il perché di tutto questo bisogno di dominare è più che legittimo. La nostra società, formalmente egualitaria, in realtà è retta dalla prepotenza e dal sopruso: non è forse vero che chi ha successo fonda, in modo più o meno appariscente, la sua fortuna sul predominio? Non è forse vero che chi non ci riesce invidia, odia e si rivale su qualcun altro?
Chi non ha quasi nulla cosa fa? Proietta il male fuori di sé. Non si spiega così l'accanimento su di un barbone? Lo stupro di una suora? L'uccisione del proprio criceto in un microonde? (ebbene sì, anche questo è successo).
In questo quadro si spiegano allora anche i casi di donne che uccidono i compagni, quando questi si trovano in condizione di inferiorità, di donne che uccidono i loro bambini, e tanto altro. Recentemente mi ha fatto accapponare la pelle il racconto di un gruppo di donne molto giovani che, con un oggetto, hanno a lungo stuprato un'amica che aveva portato via il fidanzato ad una di loro, e l'altra, di un bambino che ha ammazzato il fratellino semplicemente perché aveva voglia di uccidere qualcuno.
La nostra società è malata. Tutti contro tutti. L'individualismo, la sopraffazione, ci vengono inculcati e ci appartengono. La cultura non costituisce più un freno. Spesso trionfa l'incultura si dice. Ma qui c'è una cultura immorale che trionfa. I bambini vengono educati alla violenza con tutti i mezzi, dai videogiochi ai film, con o senza 3D, da compagni, da cattivi maestri, dai media davanti ai quali sono soli, dal divertimentificio che ci specula sopra.
Troppo facile allora dare la colpa alle femministe che hanno voluto l'emancipazione delle donne e che adesso non vogliono rinchiudersi in casa. Troppo semplicistico dire che ci sono le uome e i gay che confondono le acque e che hanno distrutto i ruoli. Il pasticcio è molto più complesso, richiede a tutti di boicottare il pensiero dominante. E anche un ripiegamento su se stessi per l'assunzione di una parte di responsabilità. Il proprio quotidiano è costruzione che deve essere scandagliata, ripensata, rivisitata in maniera consapevole. Solo così ci si potrà sedere tranquilli sulla sponda del fiume aspettando che tutto un mondo, storto e perverso, crolli.

Daniela Salvini

Commenti
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max (IP:79.51.98.159) 11-10-2010 10:53

La questione della violenza nella modernità a mio parere va affrontata sotto due aspetti. Da una parte c'è il versante della realtà concreta, di un mondo esasperante che induce ad atti di violenza spesso gratuita (e non solo verso le donne o verso i più deboli però...). A corollario di questa osservazione aggiungo però che non è mai esistita una società priva di violenza, e che tutte le società del passato hanno sempre trovato forme per incanalare l'aggressività onde renderla socialmente accettabile, e privarla dell'imprevedibilità e della efferatezza della violenza. Altrimenti non dovremmo criticare solo la società in cui viviamo, con i suoi vizi moderni, ma tutte le società esistite in passato, da quelle primitive a quelle più complesse, e il nostro ambito allora svolterebbe nell'utopia.
Dall'altra parte c'è poi da considerare il lato soggettivo di chi valuta la violenza da un mezzo di comunicazione di massa. Nella sua apparente docilità, il mezzo rende la violenza più pervasiva non solo perchè fa partecipare ogni persona a violenze che non avrebbe forse mai conosciuto (se ci si pensa bene, noi ogni giorni abbiamo a che fare con morti, sangue, stupri ecc...vivendo nel paesello di campagna, quanta di questa violenza avremmo visto?) ma anche perchè ne rende impossibile un vissuto reale, sociale e collettivo, impedendo di fatto di poterla esorcizzare.
Il problema della violenza nella modenità secondo me non sta tanto nel numero di casi concreti, che non sono più di quanti ce ne fossero in passato, bensì nel modo in cui la violenza viene compiuta (l'uomo sottomesso alla macchina e alla tecnica subisce una violenza invisibile non minore) e nell'impossibilità di poterla incanalare, vivere socialmente, esorcizzare, in tanti modi, da quelli più popolari (vedi il nostro precedente articolo sulla corrida) a quelli più sublimi (la poesia, l'arte, o la mistica per esempio). L'errore moderno è proprio questo, il non volere accettare l'aggressività come un dato di fatto ma come un errore, e volerla semplicemente cancellare, mettendo quindi l'uomo in una condizione di sofferenza esistenziale da una parte, dall'altra ponendo le basi per l'esplosione di violenze sempre peggiori.
ottavino (Registered) 11-10-2010 15:24

I gay e le femministe ci devono risolvere il problema. Sennò a che servono? A creare altre categorie? A fare altre richieste? A che serve continuare a pretendere diritti se le cose rimangono inalterate?
Il finale dell'articolo,poi, scusa ma è deprimente. Perchè ripropone lo stesso stile che è stato causa dell'aberrazione in oggetto.
saigon82@gmail.com
Saigon (Registered) 11-10-2010 17:27

Ci sono vari errori nell'articolo di Daniela, analizzo i più grossolani:

"Se il dominio può essere esercitato dal più forte nei confronti di un altro più debole, spesso sono gli uomini a commettere delitti sulle donne, perché non hanno altro su cui dominare."

Gli uomini uccidono principalmente ALTRI UOMINI. Infatti per ogni donna ammazzata (e nnon tutte vengono ammazzate da uomini), ci sono più di 3 uomini ammazzati. Gli uomini uccidono principalmente ALTRI UOMINI, non donne. Quindi, se il ragionamento della Daniela fosse vero, non sfogano la loro violenza con dei "più deboli".

Ma continuiamo con questo ragionamento. Se secondo la logica usata da Daniela il dominio si esercita dal più forte al più debole, allora si spiega anche il fenomeno degli INFANTICIDI, di cui le donne sono le principali responsabili:

http://antifeminist.altervista.org/risorse/maltrattamento_minori.htm

E andiamo avanti, continua Daniela:

"Chiedersi il perché di tutto questo bisogno di dominare è più che legittimo."

Non solo gli uomini hanno tutta questa "voglia di dominare", ma anche e soprattutto le donne... altrimenti perchè queste starebbero sempre pretendendo quote rosa nei POSTI DI POTERE ?

E poi:

"Troppo facile allora dare la colpa alle femministe che hanno voluto l'emancipazione delle donne e che adesso non vogliono rinchiudersi in casa."

E no, le femministe non hanno voluto alcuna "emancipazione delle donne". L'emancipazione delle donne è dovuta alla rivoluzione industriale, non alle femministe. Il femminismo è un'ideologia profondamente misandrica e anti-umana, un'ideologia fondata e sostenuta dai poteri forti, basti pensare che una delle principali femministe della seconda ondata, Gloria Steinem, era un'agente della CIA. Per maggiori informazioni, leggete:

http://antifeminist.altervista.org/

Il femminismo è l'arma che le Elites usano per tenere sotto controllo il popolo, per aizzare la "Guerra fra i Sessi" (esiste eccome...) e distruggere il matrimonio, per renderci tutti quanti invididui atomizzati alla mercè dei potenti. Leggetevi le "famose citazioni femministe", e ditemi se il femminismo è un'ideologia per "l'emancipazione delle donne" (emancipazione da COSA ? viviamo tutti nello stesso pianeta, nessuno si può "emancipare" da nessun'altro, siamo tutti "interconnessi"...):

http://antifeminist.altervista.org/risorse/citazioni_femministe.htm

E ancora:

"Il pasticcio è molto più complesso, richiede a tutti di boicottare il pensiero dominante."

Il pensiero dominante è femminista. Il femminismo è il pensiero dominante dell'Occidente, che infatti viene promosso e diffuso in primis dagli USA, grazie ai corsi universitari per il femminismo, i Women Studies, vera fucina di questo pensiero totalitario occidentale.
Saigon (Registered) 11-10-2010 17:37

Un altro commento sul fatto che il femminismo è l'ideologia dominante impostaci dal sistema:

Quelli di XXXX non si smentiscono mai con la loro sudicia, puzzolente misandria. Ma la cosa che lascia di stucco è che ancora oggi, nel 2010, la maggior parte della controinformazione italiana (all'estero son messi meglio su questo argomento) continui a ritenere il tumore femminista come qualcosa di "antisistema". Ecco quindi che si prendono dei CASI, incredibilmente minoritari e di rilevanza statistica pari a zero, per sparare contro la "famiglia", con lo scopo ovviamente di demonizzare questa istituzione e di abolirla. Cosa mi ricorda questa situazione... ah sì, Mondo Nuovo di Huxley. Aboliamo la "cattivissima famiglia", così poi ci penserà l'Adorabile Stato a crescere i bambini, indottrinandoli ben bene fin da piccoli. Distruggiamo la famiglia (da sempre il primo obiettivo delle femministe), così una volta spappolato il tessuto sociale, trasformate le persone in sterili entità isolate l'una dall'altra e senza alcuna forza, la massa potrà essere utilizzata e sfruttata come tante formichine schiave di chi sta al potere. David Rockfeller si vantava di aver inventato lui il "movimento delle donne". O possiamo parlare dei finanziamenti della Ford Foundation alle femministe, o dell'agente ebrea della CIA, Gloria Steinem, che fondò proprio con fondi della CIA il magazine femminista MS Magazine. O dell'ebrea femminista Betty Friedan (vero nome: Betty Goldstein), che paragonò il matrimonio ad un "confortevole campo di concentramento". Quello che i maschiettini castrati o con le palline atrofizzate, assieme alle loro padroncine misandriche femministe, ancora non capiscono, è che il femminismo NON è antisistema, ma è "un'invenzione dell'elites che fa parte dell'agenda per smantellare la civilizzazione e creare un Nuovo Ordine Mondiale" (cit. Henry Makow). Il femminismo è l'arma di distruzione di massa, di tipo "sociale", che le elites usano per il controllo del popolo. Quanti anni, secoli, o millenni ci vorranno perchè finalmente la controinformazione vicina alla "sinistra" se ne renda conto ? Quando questa Guerra fra i Sessi avrà spappolato completamente il tessuto sociale, e i nostri figli verranno cresciuti dallo Stato, come suggerisce la femminista Mary Jo Bane ?

"Affinchè i bambini vengano cresciuti con parità, dobbiamo portarli via dalle famiglie e crescerli in comuni appositi"

E non è la stessa cosa che si prefigurava in Mondo Nuovo di Huxley ? Per ogni famiglia in cui lo zio ammazza la nipote, quante famiglie ci sono dove una nipote può contare vita natural durante sul sostegno, l'affetto e l'amore dei genitori e degli zii, indipendentemente da quello che le accade ? Quante sono le famiglie dove lo zio ammazza la nipote, e quante sono invece le famiglie, che nel silenzio totale dei media, accudiscono i figli con degli handicap, ciechi, in sedia a rotelle, con sindrome di down, con problemi di droga o altro tipo ? Queste famiglie rappresentano la stragrande maggioranza delle famiglie del genere umano. Cosa sperano i femministielli alla XXXX, che lo "Stato" sarebbe forse più adatto a prendersi cura di queste persone ? E dove se ne prenderebbe cura, in asili lager dove le maestre sottopagate e stressate pestano i bambini per farli stare zitti (oltre ad indottrinarli con i "programmi statali"...), o negli ospizi sporchi e fatiscenti dove le inservienti compiono ogni tipo di abuso violento sugli anziani ?

Queste famiglie sono la stragrande maggioranza, ed è questa istituzione che garantisce un minimo di UMANITA' a questo mondo, un'istituzione che è sotto attacco feroce da parte del Tumore Femminista ben manovrato dalle elites, grazie anche agli utili idioti che ancora oggi non si sentono ridicoli a fare i femministielli. Chi pensa realmente che il femminismo sia "antisistema", si chieda come mai negli USA ogni college ha un corso studi chiamato "Women Studies", il corso di laurea sul femminismo, dove vengono create come dei robot folte schiere di femministe misandriche che poi andranno a fare il "lavoro sporco" per conto dello Stato nella Guerra fra i Sessi. Se il femminismo è così "antisistema", perchè gli USA si preoccupano tanto di DIFFONDERLO come un tumore attraverso i corsi universitari di ogni college ? Forse perchè è utile per creare un esercito di robot femministe che spenderanno il resto della loro esistenza a buttare benzina sul fuoco della Guerra fra i Sessi ? E perchè esistono gli orwelliani "Ministeri per le Pari Opportunità" (cioè, Ministero per il Femminismo...) ? Perchè esiste una pletora di organismi internazionali con lo scopo preciso di diffondere l'ideologia femminista in ogni luogo del pianeta, organismi gestiti dai Rothschilds, dai Rockefeller, dai Warburg, etc.etc, se il femminismo fosse "antisistema" ? Quale sistema di potere avrebbe interesse a diffondere un'ideologia "antisistema", come molti cazzoni della controinformazione italiana considerano il "femminismo" ? Si chiedano loro signorini femministi a chi giova questa guerra fra maschi e femmine fomentata dallo Stato e condotta dalle/dai militanti femministe/i. A che serve ? Serve a demolire ogni tipo di comunità umana basata sulla fiducia interpersonale, comunità la cui cellula principale è proprio la famiglia. Ci vogliono tutti una massa di individui atomizzati, intercambiabili, senza sesso, senza identità, e con il solo obiettivo di produrre e consumare il più possibile, come api in un alveare. Api "strappate" fin dalla nascita a quello che resta delle "famiglie" e cresciute e indottrinate dallo Stato, per prepararle ad una vita da automi servetti senza identità, e senza poter contare sul sostegno e il calore di una micro-società umana come è appunto la famiglia.

Famose citazioni femministe:

"Dobbiamo terrorizzarli ancora ed ancora e distruggerli come potere, finchè anche l'ultima loro voce verrà azzittita... allora avremo distrutto il nucleo della famiglia, la norma eterosessuale... e questo sarà il nostro contributo alla storia del mondo" -Françoise d'Eaubonne, 1974

"La famiglia nucleare dev'essere distrutta... qualunque sia il significato finale, lo sfascio delle famiglie è adesso un processo obiettivamente rivoluzionario" -Linda Gordon

"Non possiamo distruggere le iniquità fra gli uomini e le donne finchè non distruggeremo il matrimonio" -Robin Morgan

"Il Femminismo è la teoria, il Lesbianismo è la pratica" -Ti-Grace Atkinson

"Qualsiasi rapporto sessuale, anche il sesso consensuale all'interno del matrimonio, è un atto di violenza perpetrato contro una donna" -Catherine MacKinnon

"La questione è molto semplice, ogni donna deve essere desiderosa di essere indentificata come una lesbica se vuole essere completamente femminista" -National NOW Times, Gennaio, 1988 (NOW= "National Organization of Women", la più grande e potente organizzazione femminista americana.)

"Dal momento che il matrimonio costituisce una schiavitù per le donne, è chiaro che il Movimento delle Donne debba concentrarsi per attaccare questa istituzione. La libertà per le donne non potrà essere acquisita finchè il matrimonio non verrà abolito" -Sheila Cronan, Leader Femminista

"Ho molta difficoltà con l'idea che possa esistere un uomo ideale. Per quanto mi riguarda, i maschi sono il prodotto di un gene danneggiato. Loro fanno finta di essere normali ma tutto ciò che fanno è stare lì seduti con un sorrisino sulla faccia nel mentre che producono sperma. Lo fanno tutto il tempo. Non si fermano mai." -Germain Greer

"Il Cromosoma maschile è un cromosoma femminile incompleto. In altre parole, il maschio è un aborto che cammina, abortito allo stadio genetico. Essere maschio è essere deficiente, emozionalmente limitato: la mascolinità è una malattia di deficienza e i maschi sono storpi emotivi." -Valerie Solanas

"I rapporti sessuali etero sono la pura, formalizzata espressione di disprezzo per il corpo delle donne" -Andrea Dworkin

"Tutti gli uomini sono stupratori, questo è ciò che sono" -Marilyn French

"Perchè continuare ad avere maschi in questo pianeta ? Ogni cultura deve iniziare a dichiarare che il futuro sarà femminile. La responsabilità della specie deve esser riportata nelle mani delle donne in ogni cultura. La proporzione dei maschi deve venir ridotta e mantenuta ad una percentuale del 10% della razza umana" -Sally Miller Gearhart, dal manifesto femminista "Il Futuro - Se ce n'è Uno - E' Femmina"

"Se una metà della popolazione si riproducesse per via eterosessuale, e l'altra metà per partenogenesi, nel giro di una sola generazione si potrebbe raggiungere una proporzione della popolazione del 75% di femmine e il 25% di maschi." -Sally Miller Gearhart, dal manifesto femminista "Il Futuro - Se ce n'è Uno - E' Femmina"

"Penso che non sia affatto una brutta idea. Se vogliamo che la vita continui in questo mondo, ci dovrà essere una decontaminazione del pianeta. Io penso che tutto ciò verrà accompagnato da un processo evolutivo il cui risultato sarà una drastica riduzione della popolazione maschile. La gente ha paura di fare affermazioni simili però." -Mary Daly

Mary Daly era una professoressa femminista del corso universitario "Women Studies" al Boston College... ah, che ideologia "antisistema" che è il femminismo! Così "antisistema" che E' IL SISTEMA STESSO A FINANZIARLA, diffonderla e promuoverla... e guarda un pò qual'è la mira di questa ideologia "antisistema": lo sfoltimento della popolazione mondiale, attraverso la distruzione della famiglia e la guerra fra i sessi. Eh sì, il femminismo è proprio "antisistema"...
simone.org (Registered) 11-10-2010 17:42

Mmm... in effetti questo articolo ha un sapore troppo intra-sistema rispetto a quanto di solito leggo qui.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 11-10-2010 21:34

Nemmeno io credo che il femminismo sia contro il sistema, tuttavia non condivido l'asprezza polemica di Saigon. Le sue citazioni attingono al femminismo più datato e più estremista. Questi toni alimentano una guerra dei sessi di cui non è il caso di compiacersi. Molto interessanti le riflessioni di max. Però io penso che anche oggi ci sono forme per incanalare l'aggressività in modo rituale. Lo sport cos'altro è se non una di queste forme? Non c'è solo la pratica sportiva mercificata dei professionisti. Ci sono moltissimi praticanti a livello amatoriale. Ebbene, ogni gara sportiva è simbolicamente una guerra. Eppure le ritualizzazioni che anticamente mettevano sotto controllo la violenza, non funzionano più. C'è qualcosa di abnorme, di qualitativamente nuovo in ciò che accade. Cosa è successo? Forse per capire bisogna coniugare considerazioni sociologiche e riflessioni su qualcosa che ha a che fare con la fatalità dello svolgersi di grandi cicli storici. C'è la violenza allucinata di una società resa folle dalla competizione sfrenata e dalla mercificazione di tutti i rapporti umani, ma c'è anche il Male metafisico che segna l'epoca dell'estrema decadenza, il tempo della fine.
Drachen (Registered) 12-10-2010 10:05

Trovo l'analisi molto semplicistica. La gestione dell'aggressività manca completamente e ringraziamo il cielo che ci sono valvole di sfogo come sport e intrattenimenti. Anche io sono cresciuto con mazinga e heavy metal. Il problema sta altrove. Sta piuttosto nella psiche condizionata da società ed educazione. Ha ragione Veneziani e non bisogna dimenticare che il femminismo è essenzialmente individualista. Quindi concausa, attraverso la disgregazione identitaria, di uomini e donne alienate.
daniela (IP:151.15.187.185) 13-10-2010 12:06

E' vero. La tv amplifica la violenza contenuta in un fatto. E' vero: l'aggressività è sempre esistita. E' vero: la violenza va incanalata.
Alcuni fatti di questi giorni sembrano avvalorare tuttavia la mia ipotesi. Un tassista è in coma perché ha investito incidentalmente un cane, una donna in metropolitana è stata atterrata con un pugno micidiale per un diverbio. La gente non lo ha subito fermato e non si è subito occupata di una donna a terra. Certamente il tassista e la donna non erano innocenti, però non trovate che siano stati superati limiti invalicabili di indecenza?
Continuo a pensare che non ci sia una guerra dei sessi, né perché gli uomini sono più cattivi delle donne, né perché esiste un tumore femminista.
Del femminismo ho parlato solo incidentalmente, per riportare dei pareri fra gli altri, per dire che per me è molto semplicistico attribuire a quel movimento la responsabilità di tutto.
Sono d'accordo con chi vede la fine della famiglia patriarcale nell'industrialismo. In Italia la fuga dalle campagne negli anni Sessanta ha fatto prevalere la famiglia nucleare. Le donne negli anni settanta se la presero con la famiglia nucleare, che lasciava la donna casalinga da sola, isolata, senza status sociale e senza risorse economiche, nelle quattro mura domestiche. Credo sia impossibile ricacciarla lì. Oggi le famiglie che funzionano sono quelle in cui i coniugi riescono a collaborare nella gestione familiare e dei figli, anche se questo crea altre volte terribili tensioni interne. Qui si potrebbero aprire ampie analisi e riflessioni, per rivitalizzare la famiglia in un diverso contesto comunitario. Non è questa la sede, ma mi auguro che ne vogliate parlare in futuro.
Drachen (Registered) 13-10-2010 12:17

La guerra dei sessi non è attribuibile solo alla violenza tra generi.
E' molto più subdola e meno appariscente di solito.
Il problema di fondo è la neutralizzazione dei generi che è sicuramente una conseguenza ideologica femminista.
Per parlare di questi argomenti bisogna sicuramente parlare anche di psicologia di genere e antropologia. Non si scappa.
E' vero, non possiamo ricacciare la donna in un ruolo passato. Ma possiamo ricreare ruoli nuovi che mantengano e valorizzino le differenze invece di soffocarle in una fanatica omologazione.
Sempre pronto al confronto.

Marco
ottavino (Registered) 13-10-2010 13:55

Io mi aspettavo che se il tema era la violenza in società, l'autore indicasse le cause e le possibili cure. La violenza in società è evidente, ma si potrebbe discutere delle cause e delle cure. Nessuno accusa gay o femministe di niente, casomai possiamo lamentare la loro ininfluenza.
Misopickle (Registered) 13-10-2010 19:23

Trovo che quasi tutti siano stati un poco ingenerosi-oltre che poco cavallereschi se mi permettete il sentimentalismo un poco démodeè- con la signora autrice, e ce ne vorrebbe di pareri femminili, in queste pagine! A dimostrazione che la guerra dei Sessi c'è eccome, e non ha ancor mostrato la sua faccia più brutta e feroce temo. L'autrice ce lo ricorda concisamente, identificando questa guerra con la putrefazione terminale del modernismo illuminista e progressista, suggerendo per ora solo un atteggiamento di distacco confuciano, e se qualcuno ha idee migliori...
Ora, l'uomo viene dal Cielo, la donna dalla Terra. Questo archetipo antico ci parla di Polarità, di legge degli Opposti che complementandosi si integrano unendosi carnalmente e spiritualmente,la chiave di tanta armonia sta nelle loro caratteristiche fisiche e mentali, diverse e complementari. Mi pare invece evidente che l'appiattimento democratico modernista ed egualitario abbia svilito le "pètites differences"su tutti i piani, incoraggiato dalla co-educazione a classi miste dove le femmine più posate e riflessive facilmente umiliano in rendimento scolastico i maschi più irruenti e ribollenti di fisicità, e peraltro perfino fisicamente, a causa della dieta proteica le prime sviluppano caratteri e ormoni androgini, mentre i secondi si fanno effeminati a suon di dolcetti e gelatini...verificare prego le abitudini culturali e alimentari"innocue" dei gruppi gay e lesbici per riprova!
Calo di polarità, anzi confusione della stessa dunque; tutto ciò genera frustrazione, caos, cui segue l'estremo prodotto di tanta ignoranza delle leggi universali: la violenza. Questo fattore egualizza i sessi nella loro degenerazione, e così il violentatore colpirà per esorcizzare la minaccia al suo preteso "potere" di ex capofamiglia, maschio dominante, mentre la madre moderna colpirà il figlio neonato, colpevole di averla sottratta alla "liberazione" del lavoro e della vita sociale in stile maschile che si concedeva.
Questa società ha un radioso futuro fatto di virago affette da irsutismo ed eccessi di testosterone palestrato ottimo per i corpi speciali degli eserciti professionali,e di femminielli depilati alla Maria Defilippi o di ballerini trans. Ma costoro son solo l'effetto e non la causa, fa male qualcuno a citare aberrazioni femministe di natura gravemente psicotica come fossero condivise dalle donne in toto,si tratta invece di mostruosità derivanti dai traumi provenienti dai miti giudeo-cristiani, comunque destinati all'estinzione come tutto ciò che è vecchio e inattuale. Certo la famiglia è quasi spazzata via specie tra i "cristiani" occidentali, ma gli ebrei orditori del "complotto" non sembrano star meglio. Ci siamo rovinati tutti con le nostre mani, e la violenza è solo strumentale a farla finita prima, non già solo contro il nemico di nazione o di classe, ma tra le stesse mura domestiche. Ultimi giorni di Pompei, o di Gomorra,o di Bruxelles, fate voi.
Fabio Mazza (IP:188.153.75.26) 17-10-2010 15:59

Avevo scritto un lungo commento. Non ho più voglia di discutere di questi argomenti. Mi pare però giusto tracciare dei punti fermi,a cui se vogliamo sopravvivere,non possiamo derogare.
1-la famiglia è il centro della società
2-il femminismo è un cancro che deve essere estirpato dalla faccia della terra
3-rimettere le donne in casa è utopico,e forse anche ingiusto,ma la donna deve cominciare a capire il concetto di PRIORITà:prima c'è la famiglia e la stirpe;poi vengono le soddisfazioni individuali e "carieristiche". Se non si comprende questo siamo destinati allo sfascio totale.
4-la violenza attuale è probabile che sia data da un insieme di congiunture,tra cui la deriva valoriale imperante,la mancanza di sfoghi per la violenza che è insita nell'uomo,e sopratutto dal fatto che probabilmente alcuni uomini,non essendo "centrati" e non sopportando che gli venga "tolto" quel minimo di autorità che rimane loro,hanno reazioni criminose;
5-è ora di uscire dal campo "etico" e di entrare in quello "pratico". Il problema è che allo stato attuale il discorrere di certe tematiche non ha più rilevanza;parallelamente che rilevanza può avere,anche potendolo,costringere la donna a fare cose che non vuole e non sente di fare?si otterrebbe solo l'opposto risultato e la vita sarebbe ancora più avvelenata.
6-allo stato attuale si possono solo "contenere i danni". Occorrono delle politiche precise,miranti a riequilibrare la situazione,e sopratutto IN CULO ALL'UNIONE EUROPEA,ALLA PARITà E AGLI AVVELENATORI DEL NOSTRO MONDO. Niente donne nell'esercito,niente donne nelle forze di polizia,educazione scolastica alle attività TIPICHE femminili,contrasto a tutte quelle forme di pensiero sovvertitore che fanno credere che comportarsi da virago sia una conquista;lotta ai "diritti" degli omossessuali e sopratutto delle lesbiche;limitazioni dei divorzi,o meglio,valorizzazione del matrimonio,che non può essere assolutamente sciolto per un certo periodo di tempo. RESPONSABILITà è la parola chiave. Ocorre che torniamo uomini veri,se vogliamo vere donne. E questo all'inizio costerà fatica,sangue e lacrime.
7-occorre LIBERARSI,sopratutto,dall'INTOSSICAZIONE SESSUALE ODIERNA,ossia smettere di essere ossessionati dalla donna e da tutto quanto è sesso,e piacere individuale,riportandolo alla sua giusta e sana dimensione. Questo sia per il rispetto che si deve alla donna,continuamente mercificata,sia per rettificarci e uscire dall'assurda dipendenza psico-fisica che colpisce anche i più valenti tra noi.
ottavino (IP:213.243.202.168) 17-10-2010 21:48

Anche per me questo articolo è diventato un'ossessione. Ogni tanto ci penso e mi sembra pazzesco.
L'autrice viene a chiedere: "non rimetteteci ai fornelli". Come se noi si avesse un qualche potere....mah. Semplicemente le donne andranno dove vorranno andare.
Trovo ridicolo questo appellarsi continuamente....ma a chi? Siete ancora delle vittime? Ah, ma allora non è vero che vi siete liberate...
Su molti punti concordo con il pensiero di Fabio Mazza.
Aggiungo:
1) Se resta la democrazia, dividere il parlamento in una camera femminile e una maschile. Gli uomini votano un uomo e le donne una donna. Stesso numero di deputati. Il governo viene fatto da ambedue.
2) In società bisogna lavorare a una separazione. Gli uomini stanno con gli uomini e le donne con le donne.
Bisogna riabituarci a vivere separati. Quindi scuole maschili, scuole femminili, grembiulini di diversi colori, ecc.
3) Casi come quelli della D'addario devono essere ritenuti intollerabili. La prostituzione è severamente punita, sia la donna che l'uomo che la compiono.
MA QUESTE COSE DOVREBBE DIRLE UNA DONNA NON NOI!!! PERCHE' LE DONNE NON SI ESPRIMONO MAI?
Perchè la donna viene a chiederci di essere tolleranti quando noi non possiamo essere tolleranti PERCHE' CI CONOSCIAMO! Che sia la donna ad essere tollerante, ma poi non ci venga a chiedere nulla!! Usi i suoi metodi per risolvere i problemi se ne è capace, ma non ci importuni!
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 18-10-2010 11:11

Mi sembra che l'articolo fosse incentrato sul tema della violenza più che sulle rivendicazioni femministe. Le domande che si impongono sono: gli episodi di violenza brutale e cieca che la cronaca ci propone ormai quotidianamente sono l'espressione di una normale aggressività sempre esistita o c'é un salto qualitativo? Se c'è un salto qualitativo, quali ne sono le cause profonde? A queste riflessioni ci sollecita il testo, non a sfogare dell'astio verso le donne di oggi, squallide e degradate esattamente come gli uomini e non per colpa del femminismo: il femminismo è a sua volta il prodotto e non la causa di una decadenza generale che ha dimensioni epocali. Come ha precisato l'autrice, il femminismo è stato il tentativo di ricollocare il rappoprto fra i sessi nella nuova realtà della famiglia nucleare, una realtà creata dall'industrializzazione e non dal femminismo.
ottavino (Registered) 18-10-2010 12:09

Va bene, Luciano. Allora diciamo che l'articolo mi sembra un'esercizio di retorica. Non dice nulla, ma lo dice.
kulma (IP:193.204.89.132) 18-10-2010 14:46

Rimango a dir poco allibito da certi commenti. Le proposte di ottavino e soprattutto di Fabio (non ti riconosco proprio in quest'ultimo commento) sembrano inneggiare ad un regime poliziesco. Se ottavino mi sembra provocatore, tu Fabio mi sembri molto serio.

@ ottavino, per punti:
1 e 2- la divisione totale tra uomini e donne la ritengo veramente "pizzosa". che noia stare in una classe di soli maschi...
anche da un punto di vista filosofico la separazione degli opposti la vedo una cosa deleteria.
3- vuoi vietare la prostituzione? e perché? non capisco neanche cosa c'entri. ovviamente non lo dico per difendere la d'addario.

@Fabio, per punti:
1- dipende dalla società: in quella spartana, che tu apprezzi molto, l'intera comunità era molto più centrale della famiglia.
2- esagerato! è proprio questo che intendeva criticare daniela: a volte, da molti post qui in MZ, sembra quasi che tutti i problemi della società moderna non siano imputabili ad una deriva economicistica, turbo-capitalistica e ultraindividualistica, ma a froci e femmine! altro che FMI, WTO, Banche centrali, Bildelberg, Trilaterale, lobby finanziarie,... tutti gli aspetti più beceri dell'occidente sono imputabili alle femministe, alle donne in genere, ai gay e ai no-global. Se il Potere ha a volte "favorito", come qualcuno sostiene, tali movimenti di emancipazione e di rivolta, non l'ha fatto di certo per nobili ideali o comunanza di intenti, ma per semplice interesse. Così come in altre occasioni ha "favorito" movimenti ultra conservatori e paramilitari.
6- quindi per "contenere i danni" tu proponi uno stato poliziesco che VIETA alle donne alcune attività e le costringe ad imparare quelle "TIPICHE femminili" (e quali sarebbero? spero non ti riferisci a roba tipo cucina e uncinetto...e sai benissimo che non sono uno stimatore dell'essere neutro), che ELIMINA i diritti dei gay e "soprattutto delle lesbiche" (scusa ma questa discriminazione all'interno della discriminazione non l'ho capita) e, infine, che "LIMITA" i divorzi o PROIBISCE di divorziare per un certo periodo di tempo (stabilito da chi e in base a cosa?).

"E questo all'inizio costerà fatica,sangue e lacrime." questa mi puzza di morale cattolica...il sacrificio, la sofferenza, che pizza!

7) questo punto invece lo sottoscrivo in pieno! qui ti riconosco.
Sempre con immutata stima.

ottavino (Registered) 18-10-2010 17:20

Kulma, abbi pazienza, non farai mica parte di quel gruppo di persone che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca? Pensi che dobbiamo arrivare a un cambiamento dandoci la mano e sorridendo?. Tutti in armonia, mentre le telecamere ci riprendono?
Io invece credo che dobbiamo strapparci di dosso qualsiasi attitudine sognatrice...pensa un pò....
kulma (Registered) 18-10-2010 17:29

@ottavino
non ho ben capito a quale frase da me scritta ti stia riferendo. se è in relazione alla mia critica alla morale del sacrificio e della sofferenza, ti dico che mi hai frainteso. Criticare questo non significa avere una visione "happy" del cambiamento (la realtà è sempre più complessa di due modelli estremi ed opposti). è che mi puzza, come ho già scritto, di morale cattolica e anche moderna: il sacrificio e la rinuncia per un futuro migliore, ultraterreno per i cattolici, terreno per i progressisti. tutto qui.
ottavino (Registered) 18-10-2010 18:07

Il riferimento è alla paura del regime poliziesco.
Ti fa paura? Se è così non avrai nessun cambiamento. Non ci può essere nessun cambiamento senza un Gengis Khan. Inutile farsi illusioni, la "democrazia" sarà vittima delle proprie mancanze.
Ci sarà un momento che qualcuno occuperà il potere......
Quindi nessun cattolicesimo e nessuna speranza per il futuro e ovviamente nessun progressismo.
kulma (Registered) 18-10-2010 19:17

non capisco se la tua è una visione nefasta del futuro o un augurio. il tuo ultimo commento mi sembra intriso di pessimismo, soprattutto in quel "inutile farsi illusioni". però la frase "Se è così non avrai nessun cambiamento." sembra nascondere una tua speranza in un nuovo khanato.
scusami ma dopo una giornata di lavoro sono un po' cotto...

comunque non mi fa paura, assolutamente. ma se ci fosse non sarei allineato. non fanno per me i regimi polizieschi.
poi non sono d'accordo, non credo che ci sia necessariamente bisogno di un gengis khan per cambiare le cose. dicendo questo, ti anticipo, non intendo dire che tutto avverrà tenendoci per mano e cantando inni alla gioia. anzi...
saluti
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