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Gusci vuoti e rami secchi PDF Stampa E-mail

8 novembre 2010

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Il liberal-capitalismo, col contributo provvisorio della socialdemocrazia, ha vinto la sfida portata dal comunismo e dal fascismo sul suo stesso terreno, quello della Modernità.
Quando si fa questa affermazione, sui siti alternativi c’è sempre chi si inalbera.
Si inalberano gli irriducibili del marxismo-leninismo. Il loro argomento è in sintesi questo: quello che è stato sconfitto è lo stalinismo, non il comunismo. Il comunismo non è stato mai realizzato, ciò che si è affermato e che alla fine si è dissolto è lo stalinismo, che del vero comunismo è solo una caricatura e una negazione.
Credo che questo modo di ragionare sia soltanto autoconsolatorio. Il tentativo di realizzare il comunismo ha interessato circa metà dell’umanità. E’ stato il fenomeno politico e culturale più grandioso del Novecento e forse la più grande illusione nella storia dell’umanità. Pertanto non è limitabile al comunismo sovietico, che i neomarxisti definiscono stalinismo negandone la natura comunista. Essendo stato un processo di dimensioni mondiali, quel fenomeno ha interessato nazioni con storie e situazioni socio-culturali diversissime. Non c’è stato solo lo stalinismo sovietico con le sue propaggini nell’est europeo. Ci sono state altre esperienze che volevano essere originali e che si distinsero dal modello moscovita. Basti ricordare la Jugoslavia di Tito, dichiaratamente antistalinista. Basti ricordare la grande rivoluzione cinese, che ben presto ha cercato una sua via autonoma rispetto all’URSS. Infine non dimentichiamo Cuba, che voleva essere un altro riferimento ideale. Ma ci sarebbero anche la Romania, la Corea del Nord, il Viet Nam, ognuno con la propria storia e una propria via autonoma. Negli anni Settanta perfino alcuni Paesi africani scelsero la via del socialismo di ispirazione marxista. Ebbene, in tutti i casi registriamo delle costanti, nonostante la diversità delle condizioni storiche: un collettivismo statalista e accentratore, un’accentuata burocratizzazione, la dittatura di un partito unico. Evidentemente c’è un fondamento comune che dà luogo a fenomeni analoghi nonostante tutte le diverse circostanze. Questo elemento comune non è lo stalinismo ma qualcosa che attiene strettamente ai fondamenti ideologici condivisi. Avevano quindi ragione i vecchioni impataccati della gerontocrazia del Cremlino quando ribattevano ai loro critici, comunisti “democratici” alla Berlinguer, che quello era il socialismo reale (realizzato). Il resto è chiacchiera. Il comunismo libertario e procedente verso l’estinzione dello Stato è sempre di là da venire e rimane nel mondo dei sogni. Conta quello che è esistito nel concreto dei processi storici.
Si inalberano anche i nostalgici del fascismo. Il loro argomento è il seguente: il fascismo combatté con successo il capitale finanziario; risolse col corporativismo il conflitto fra capitale e lavoro; godette di un diffuso consenso e crollò solo per la sconfitta in guerra: vince il più forte, non necessariamente il più giusto. Il fascismo ha ceduto solo ai bombardamenti, mentre il comunismo si è svuotato al suo interno ed è morto per autoconsunzione.
Anche questi argomenti sono autoconsolatori. È molto discutibile che il fascismo abbia combattuto il capitale finanziario. Le grandi concentrazioni private industrial-finanziarie prosperarono sotto il fascismo e il nazismo. La pace sociale fu ottenuta più con la repressione poliziesca che col corporativismo. Infine non è vero che i fascismi hanno ceduto solo alla forza delle armi. Questo si può dire per il fascismo italiano e il nazismo, che essendo stati esperienze di breve durata non hanno avuto il tempo di esaurirsi per le loro contraddizioni interne. C’è stato anche un fascismo iberico, il franchismo in Spagna e il salazarismo in Portogallo. Quei regimi, che ebbero l’accortezza di non farsi coinvolgere nella guerra, durarono diversi decenni. Alla scomparsa dei loro caudillos svanirono come la nebbia al sole, esattamente come i regimi comunisti. Implosione per consunzione interna. Erano gusci vuoti, o rami secchi che un venticello stronca.
La conclusione è obbligata: il liberal-capitalismo ha vinto tutti coloro che lo hanno sfidato sul terreno della modernizzazione perché esso è la Modernità nella sua espressione più efficiente e più coerente.
Irriducibili del marxismo e nostalgici del fascismo hanno il grande merito di non essersi lasciati omologare. Hanno scelto di restare fra i perdenti senza saltare sul carro del vincitore. Ora devono fare un passo avanti. Devono prendere atto che oggi gli obiettivi da porsi sono la decrescita, il comunitarismo, la lotta alla speculazione finanziaria, la difesa delle culture locali e l’antiprogressismo. Su questo terreno potrebbero finalmente ritrovarsi dalla stessa parte della barricata. Bisogna liberarsi del peso di ideologie logore e sterili. Nella frana epocale che sconvolge i nostri orizzonti, il passato che deve ispirarci non è quello recente di ideologie consunte.

Luciano Fuschini

Commenti
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ul.lucio (Registered) 08-11-2010 15:49

Mi sembra una facile semplificazione per portare acqua al mulino dell' anti-modernità.
Se avete approfondito la scienza marxista, il comunismo è una fase evolutiva del liberal-capitalismo. Dunque non può sussistere all'interno di un mondo globalmente capitalista.
Tutti gli esempi da voi citati, cuba, corea nord, ecc. sono appunto esempi di CAPITALISMI DI STATO, ossia vani e fallimentari tentativi di avere un'alternativa statalista al capitalismo liberista.(anche il fascismo è un capitalismo di stato).
La decrescita, il comunitarismo, la lotta alla speculazione finanziaria, la difesa delle culture locali ...sono una immane utopia se prima non si supera l'attuale sistema di produzione capitalista. La prossima crisi globale porterà alla guerra. I lavoratori salariati dei 3 blocchi imperialisti di usa-europa-cina, come nelle 2 guerre mondiali, si massacreranno tra di loro per gli interessi delle rispettive borghesie. A meno che. Il proletariato non reagisca con la rivoluzione internazionalista puntando i propri fucili contro chi li ha mandati in guerra invece che contro i lavoratori!...
Stefano DAndrea (IP:193.205.146.53) 08-11-2010 19:15

@ Lucio
1) Decrescita, comunitarismo, lotta alla speculazione finanziaria, difesa delle culture locali saranno pure immani utopie; ma ti chiedo: utopie più immani del comunismo?
2) Anche ad accettare la tua "facile semplificazione" (uso le tue parole), secondo la quale comunismo e fascismo sono stati capitalismi di stato, resta il fatto che non puoi obbligare le persone alla cooperazione, né trovo equo impedire le attività autonome. Perciò lo schiavismo e la servitù della gleba non hanno altra alternativa che il rapporto di lavoro subordinato (statale o privato). Il proletariato può reagire quanto vuole ma se aspira a liberarsi dalle catene del lavoro subordinato (e a non tornare schiavo o servo) deve aspirare a diventare AUTONOMO, a costo di morire di fame e di lotta per la difesa della piccola terra o della piccola attività artigianale. Questo, se ci rifletti, è il mondo puramente antimoderno; ed effettivamente è una utopia. Il proletariato è capace di capire tutto ciò? Ed è capace di volerlo? Io non credo. E tu?

@ Luciano
L'articolo, come sempre, è lucido. Due cose, però, si devono ammettere, se si vogliono svolgere ragionamenti realistici:
1) il comunitarismo, la decrescita, il chilometro zero, ecc., si realizzano non affidandosi al mercato, bensì mediante una "programmazione", concetto comunista (e in parte fascista) che è anche nella nostra Carta costituzionale. Per esempio, come si crea il chilometro zero se non obbligando ad acquistare merci prodotte in loco e cioè vietando la libertà del commercio? Salvo voler utilizzare lo splendido metodo corso: bombe a chi vende prodotti stranieri. Ma è un metodo di riserva, che si utilizza quando non si ha il potere sovrano di decidere il divieto di vendere merci straniere.
2) l'affermazione che sta diventando un pò troppo diffusa secondo la quale comunismo (e secondo te anche fascismo) e liberismo sarebbero accomunabili come forme di produttivismo, che è in certo senso vera, non deve far credere che in un regime di mercati locali e nazionali (e non europei o mondiali), di chilometri zero e di politica del risparmio, energetico e non solo, non esisterebbero la indigenza, il rapporto di lavoro subordinato (salvo voler tornare allo schiavismo o alla servitù della gleba), l'esigenza di gestire beni comuni e diritti legati alla cittadinanza (scuola pubblica, sanità pubblica, ecc.). Insomma esisteranno sempre i problemi che il socialismo (in tutte le sue forme, persino, in certe esperienze, quella fascista) ha cercato di risolvere.
In questo senso, il socialismo resisterà alla fine del (neo) liberismo ed esprimerà esigenze ed istituti anche in caso di avvento della società che tu ed io auspichiamo. In particolar modo l'istituto della programmazione (che è compatibile con una certa libertà dei privati) avrà una nuova stagione d'oro. Su questo punto, perciò, della sottovalutazione del socialismo, Massimo Fini sbaglia, o meglio è davvero utopisticamente e anzi irrealisticamente antimoderno.
Con stima
p.s.: Mercoledì pubblicherò l'articolo su AppelloAlPopolo

ul.lucio (Registered) 09-11-2010 01:14

@Stefano
Caro stefano tu ragioni con la mentalità del 2010. Il processo storico umano è dialettico ed è determinato dalle condizioni materiali che si susseguono.
Ogni modello economico è nato, vissuto e superato. Succederà anche x questo.
Ogni periodo storico ha avuto le proprie ideologie dominanti mirate al mantenimento dello stesso tramite la considerazione utopica del suo superamento.
Il proletariato diventerà AUTONOMO quando, grazie alla rivoluzione, si sarà liberato della classe dominante (chi detiene la proprietà privata dei mezzi di produzione) eliminandola come classe sociale. In modo tale da liberare la scienza e la tecnologia dall'asservimento al capitale ed al profitto.
Gli indizi concreti di ciò sono già evidenti:
-la globalizzazione permette a moltitudini di lavoratori di collaborare in ogni parte del mondo.
-il processo di proletarizzazione (cina in primis)è in aumento esponenziale.
Il 98% di nuovi laureati diventeranno salariati.
L'attuale 94% di popolazione mondiale attiva è salariata contro il 6% di borghesia.Ed il rapporto è in continuo aumento.
-Le aziende si ingigantiscono sempre cannibalizzando le piccole e riducendo il ruolo dell'imprenditore ad un mero ruolo di investitore finanziario.
Le aziende del 2010 sono già socializzate. figurati quelle del 2030...
Ciao e grazie per il confronto.
Lucio
anarca@hotmail.it
Martin Venator (IP:93.145.31.71) 09-11-2010 04:07

Il proletariato diventerà autonomo quando, grazie all'attivazione di una coscienza degna di uomo libero (e non di animale bisognoso, dunque robot manipolabile), si sarà liberato di questa stessa categoria a livello mentale, nella quale si è incatenato da solo e inizierà a capire che non deve liberare la scienza e la tecnologia, ma solo il suo spirito, la grande potenza che ha dentro.

La società e il pianeta non marciscono a causa di una plutocrazia composta da una ventina di esseri demonici che gestiscono e manipolano il mondo: marciscono a causa dell'esistenza di esseri che reputano troppo comodo dare la colpa di tutte le disgrazie della propria vita agli "altri" (categoria sempiterna), non tentando neanche una volta di prendere coscienza di sè, per capire quanto si è stupidi, al fine di cambiare visione e atteggiamento e così facendo svincolandosi dalla manipolazione di quella ventina demònica, demònica come la mente bacata che hanno generato in coloro dalle menti manipolabili e manipolabili in quanto immemori del proprio spirito, se non prive di spirito, ma in tal caso quello di schiavi è il loro destino, in qualunque sistema.

Esistono manipolatori perchè esistono animali, che per natura innata sono manipolabili attraverso i loro bisogni.
ottavino (IP:213.243.202.131) 09-11-2010 05:44

Concordo con Venator. Il livello medio dell'umanità è sempre quello degli aborigeni ai quali i colonizzatori bianchi portavano delle perline di vetro da scambiare con oggetti preziosi. Quando l'aborigeno vede le perline, esclama sempre "Ohhh!".
Per quanto riguarda il sistema sociale, l'unica cosa che bisognerebbe far capire è che i migliori sono quelli che imitano la struttura dell'uomo. C'è una testa e c'è un corpo. Ci sono le cellule del cervello e quelle del fegato. Finchè sono le cellule del cervello sociale che guidano la società, tutto bene, qualsiasi sia il sistema sociale adottato.
I problemi sorgono quando le cellule del fegato pretendono di sostituire quelle del cervello.
In quest'ottica nazismo, stalinismo e dittature varie sono superiori a qualsiasi democrazia, perchè c'è una testa e c'è un corpo ben distinti in grado di prendere decisioni rapide, costi quel che costi.
Certo, poi c'è la conta dei morti prodotti da questi sistemi sociali, ma vuoi mettere una grande capacità decisionale contro il numero dei morti?.
Meglio grande capacità decisionale!.
Quello che vorrei dire è che la "liberazione" di grandi masse è realmente utopica, in quanto la massa non considera mai la possibilità di vivere in ristrettezze, di auto-controllarsi. E ogni liberazione presuppone l'auto-controllo!.
Addirittura l'auto-controllo viene impedito dell'autorità!
Prendiamo il caso di Pomigliano. Marchionne ha fatto delle richieste che sono quelle che sono, non stiamo qui a giudicarle. Gli operai hanno votato sì, dimostrando che in fondo gli interessava lavorare. E' come se avessere dichiarato "Va bene, sono disposto ad auto-controllarmi, pur di lavorare". Arrivano quegli altri sindacati e si mettono in mezzo, invocando il fatto che "si tolgono diritti". E' o non è questa una sterile perdita di tempo?.
ul.lucio (Registered) 09-11-2010 14:12

Concordo.
Il proletariato è un gigante addormentato. Occorre risvegliarlo.
Come? Non certo con la spontaneità, ma con una minoranza organizzata che ne faccia riattivare la coscienza tramite un partito rivoluzionario mondiale che si radichi nelle metropoli industrializzate nel cuore dell'imperialismo europeo, asiatico e americano.
Quando le condizioni materiali determineranno il passaggio da fase controrivoluzionaria a fase rivoluzionaria, il lavoro di studio socio-economico, la diffusione dello stesso e l'organizzazione saranno in grado di trascinare le masse.
L'alternativa a tutto ciò è far indossare ai propri figli la divisa e l'elmetto blu con le stelle gialle (unione europea)e mandarli in guerra a massacrarsi contro i proletari cinesi per gli interessi del capitale.
Meglio la rivoluzione. O no?
zacheo01 (IP:86.120.144.63) 09-11-2010 16:57

Comunismo e liberal - capitalismo sono modelli totalizzanti, nel senso che per compiersi hanno bisogno di occupare tutti gli spazi disponibili per non implodere. Il liberal captalismo ha necessita' di espandersi continuamente per ricercare le crescite senza le quali imploderebbe, e quindi ci verrebbe da dire che probabilmente implodera' quando avra' tutto omologato a se. Il comunismo, come dice giustamente Lucio, sarebbe lo stadio evolutivo del capitalismo, cioe' quello che nelle tesi marxiste dovra' essere l'ordine delle cose da costituire sulle macerie del capitalismo. Nel frattempo, essendo anch'esso totalitario, funzionerebbe se tutto il globo fosse comunista, la sua coesistenza con regimi capitalisti ne decreta per forza il fallimento, perche' meno efficiente.
Il nazifascismo, e' stato anch'esso totalizzante, sia nella ideologia, che nella visione economica (la teoria dello spazio vitale).
Ma qui stiamo ancora a soffermarci su considerazioni che ormai lasciano il tempo che trovano. Tutte queste forme, in quanto totalizzanti, moderne e progressiste, non possono trovare spazio nei cuori ribelli di chi auspica un nuovo ordine, delle nuove vocazioni territoriali, un nuovo modo di intendere la vita, il tempo, la natura, il lavoro, la produzione, la tecnologia lo spirito.
Ripulirsi da tutto questo fango e' difficile, ma e' esercizio doveroso.

@lucio:
frequentare "lotta comunista" e organizzazioni di questo tipo e' affascinante, per certi versi anche molto utile pero' il punto di fondo e' che chi crede in mz ritiene questa chiave di lettura arrugginita ed inservibile.
max (Super Administrator) 09-11-2010 18:32

Anche io come zacheo01 ho avuto l'impressione che lucio venisse proprio da Lotta Comunista. Mi ricordo che ai tempi quando ero un moderato simpatizzante di questa formazione, nelle loro lezioni utilizzavano le medesime argomentazioni, in particolare mi colpì un discorso sulla salarizzazione dei lavoratori mondiali, lo stesso che ha rispolverato lucio. Per non parlare della definizione che loro davano, del comunismo sovietico come "capitalismo di stato"....
Non so poi se sia vero che lucio proviene proprio da lì...
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 09-11-2010 22:43

Condivido alcune affermazioni di Lucio. Penso anch'io, lo pensiamo tutti in MZ, che i nostri obiettivi potrebbero essere realizzabili solo dopo la fine dell'attuale sistema. Sono convinto anch'io che la prossima crisi sarà il preludio di una guerra disastrosa. Invece non ho fiducia in un proletariato che Lucio dipinge nell'ottica di un marxismo-leninismo molto datato. Può darsi che la globalizzazione crei una gran massa di proletari, ma non è una classe compatta e consapevole di un suo ruolo storico; è frammentata in molte categorie , non solidali fra loro, la figura dell'operaio della grande fabbrica è nettamente minoritaria. Inoltre se questa classe così composita e frammentata dovesse diventare dirigente, erediterebbe un mondo in sfacelo, anche ambientale, deprivato di risorse, un panorama umano e materiale di desolazione, non la poderosa macchina produttiva creata dalla borghesia e pronta a essere utilizzata dalla classe operaia per il progresso e la liberazione dell'umanità dalle sue catene, come sognava il marxismo-leninismo. Zacheo ha ben riassunto la nostra posizione.
Stefano D'Andrea, una delle menti migliori fra quante scrivono sui blog alternativi, ci invita a considerare che col socialismo deve fare i conti anche l'antimodernità. Sottoscrivo la sua affermazione. La categoria "socialismo" non si esaurisce col prometeismo progressista del marxismo, con cui l'antimodernità è incompatibile. C'è un socialismo che ha matrici biblico-evangeliche; c'è un socialismo cosiddetto utopista in cui possiamo trovare tratti antimoderni (trovo interessante soprattutto Proudhon); lo stesso fascismo, al contrario dei luoghi comuni correnti, potrebbe essere visto come una forma di socialismo, come lascia intendere lo stesso Stefano. Ci sono anche tante diverse espressioni dell'antimodernità. Il pensiero antimoderno nasce con De Maistre, due secoli fa, e si sviluppa attraverso una lunga catena di grandi pensatori, molti ascrivibili genericamente alla destra, altri con posizioni politiche di sinistra. Il pensiero socialista e quello antimoderno si incontrano, oltre che in socialisti non marxisti, in figure più recenti come i pensatori della scuola di Francoforte, o in Pasolini, marxista antimoderno dai tratti decisamente reazionari. C'è chi ha preso atto di questa che sembrava un'eresia, il socialismo coniugato con l'antimodernità. Per esempio qualche tempo fa è uscito un libretto di Bruno Arpaia che si intitola eloquentemente "Per una sinistra reazionaria". Certamente la decrescita necessiterà di una programmazione, non è questo ruolo dei poteri pubblici che noi neghiamo. Con Stefano D'Andrea le convergenze sono più consistenti delle divergenze, per quel che mi riguarda.
ul.lucio (Registered) 09-11-2010 23:29

Oggigiorno per proletariato si intende: precari, operai, impiegati, quadri, dirigenti, ingegneri, bancari, ecc. ossia chiunque abbia un salario. Certo, oggigiorno non è una classe compatta e consapevole di un suo ruolo storico. Ma domani? quando le figure sopracitate, che il processo di socialdemocratizzazione ha illuso di essere borghesi,verranno toccate pesantemente dalla crisi? dove pensate che si rifugino?
Con la crisi della lehman brothers, i bancari licenziati si sono accorti di essere proletari solo quando hanno dovuto mettere i loro oggetti di scrivania nella scatola di cartone...
Grazie di concedere questo spazio di confronto è un ottima opportunità soprattutto per far chiarezza in me stesso...
ul.lucio (Registered) 09-11-2010 23:09

Mi avete sgamato! :-)
Sono un sostenitore del partito scienza denominato Lotta Comunista, frequento i loro incontri di circolo ed ho provato anche a fare diffusione del giornale.
Leggo i libri della loro edizione.
E ho partecipato a 2 cortei del 1° maggio internazionalista.
Se faccio tutto ciò volontariamente e senza interessi opportunistici è perchè ritengo che le informazioni che stò ricevendo siano obiettive,scientifiche e storiograficamente attendibili.
Voi conoscete qualche altra altra organizzazione in grado di fornire lo stesso livello di informazione? senza opportunismi, massimalismi e ideologie mirate ad altri fini se non la tutela della classe lavoratrice e l'impegno rivoluzionario per cambiare veramente il mondo? Dunque se ne avete voglia, confrontiamoci sugli argomentazioni concreti senza aride valutazioni preconcette relative alla fazione di appartenenza.
Grazie x il riscontro e per il successo investigativo. :-)
zacheo01 (IP:86.120.144.63) 10-11-2010 15:42

Concettualmente e strutturalmente Lucio avresti pure ragione....ma vaccelo a spiegare tu a Profumo, sopo che ha incassato 40 ml di liquidazione, che e' un proletario, vallo a spiegare tu alla classe dirigente pubblica e privata, ma anche al singolo operaio che si lamenta di guadagnare poco perche' ci sono i "negri" che spingono al ribasso i salari...sarebbe curioso anche vedere quanti dipendenti della Lemahn dopo il licenziamento si siano convertiti al marxismo-leninismo...eppoi basta vedere Pomigliano per constatare quanta coscienza di classe hanno i salariati...mah. Quanto alle tue frequentazioni, non vi e' alcuna preclusione, tanto che ho messo poco a "sgamarti" perche' anche io ho frequentato per un po' quei circoli, di cui devo riconoscere impegno, devozione ed organizzazione...quello che poi alla fine diventa il noccilo della questione e' questo: credi che il materialismo, il positivismo, l'economicismo, lo scientismo, l'industrialismo siano le chiavi di lettura e di governo dell'umanita'? beh, noi no...credi insomma che l'industrializzazione e quindi la produzione in serie di beni dia appagamento all'esistenza umana? beh noi...credi che l'innovazione tecnologica ad uso di massa migliori la vita dell'uomo? noi no... credi esistano diritti universali e trasversali dell'uomo? noi no, nella misura in cui riteniamo che ogni comunita' debba stabilire i suoi codici di convivenza. credi che esista insomma una forma unica e globalizzata di governo che deve essere racchiusa sotto la dicitura di comunismo? noi no, perche' siamo per la diversita' e non per l'omologazione, sia essa comunista o capitalista...insomma se alla radice ci sono convinzioni diverse, poi possiamo pure arrivare insieme a dire che il mondo di oggi e' una merda e che il capitalismo e' il suo male, e saremo anche d'accordo, ma e' l'impianto filosofico di fondo e la visione dell'ordine che verra' che poi fa la differenza....
ul.lucio (Registered) 10-11-2010 18:47

Non si stà parlando di conversione
al m-l ! Siamo ancora in fase controlivoluzionaria. Quello che intendevo è che quando la prossima crisi porterà alla guerra globale si potrà reagire con la rivoluzione. E' ovvio che non tutti parteciperanno, sicuramente non profumo...è ovvio che nella fase attuale non c'è coscienza di classe diffusa, ce l'hanno in pochi, quei pochi che saranno l'avanguardia rivoluzionaria e trascineranno quei tanti...
Per q. rig. il "nocciolo della questione" ritengo che occorre essere realisti e non utopisti. Ritengo che non sia possibile ma anche sconveniente fare a meno dell'industria, anche x' il livello di sviluppo della stessa è arrivato ad un livello tale che se solo si riuscisse a cambiare il MODO DI PRODUZIONE e L'OBBIETTIVO (non il profitto ma i bisogni dell'essere umano)i vantaggi x l'umanità sarebbero mostruosi...
Sono in completo disaccordo invece quando parli di governo unico e omologazione. La società marxista post-capitalista, per essere tale, deve aver raggiunto l'estinzione dello stato, dunque anche del governo, almeno quello che riteniamo tale oggigiorno. Questo è scientificamente possibile solo grazie alla diversità ed eterogeneità degli individui. La scienza marxista non ha mai parlato di livellamento delle masse o omologazione degli individui, quella era tipica della dittatura stalinista e post-staliniste ove solo il dittatore era libero grazie alle masse omologate.
Sono dell'idea che sia io che Voi vogliamo le stesse cose per il futuro dell'umanità soltanto che, probabilmente, io non conosco approfonditamente la concezione di MZ e viceversa Voi di LC.
Ancora grazie.
Lucio
anarca@hotmail.it
Martin Venator (Registered) 12-11-2010 08:27

A voler essere realisti e non utopisti, per una qualunque modifica di questo mondo, bisogna necessariamente partire da questo mondo, dalla realtà, è ovvio.

Per capire che modifiche apportare, in che misura e come, bisogna capire innanzitutto perchè vogliamo queste modifiche, quindi la volontà che ci spinge ad attivarci in loro favore.

La realtà è che oggi la stragrande maggioranza della popolazione mondiale è spenta, giacente in uno stato larvale.
La realtà è che oggi il pianeta è per lo più una pattumiera.
La realtà è che non è sempre stato così.

E' questa la realtà che non ci piace e che ci spinge a volere delle modifiche e sostanziali anche. Correggetemi se sbaglio.

Questa realtà è effetto di cause, conseguenza di azioni passate. Le modifiche che decidiamo di fare oggi, vanno fatte ricordando quelle cause.

Lo spirito degli uomini comincia a incrinarsi ben prima, ma è con l'avvento della rivoluzione cristiana che nasce la mentalità-virus del gregge popolare guidato dal pastore e indistinto dinnanzi ad un unico tiranno che ha il diritto di giudicarci secondo un'autorità che non si è guadagnato.

La popolazione e le tecnologie vedevano crescere i propri numeri già prima, ma è con la rivoluzione industriale che ha luogo quella particolare e sostanziale deviazione che ci conduce alla condizione odierna, in un pianeta ombra di sé stesso, come l%u2019uomo che vi abita.

L'oggi è frutto di molteplici cause, ma tra quelle a noi più vicine e determinanti ci sono queste due e sono due rivoluzioni.

Le modifiche che desideriamo, che spesso vengono pensate con spirito rivoluzionario, si badi bene che vanno in contrasto proprio con due rivoluzioni storiche esemplari.

Se dunque questo mondo non va conservato così com'è, è anche vero che a questo mondo ci siamo arrivati proprio secondo il principio della rivoluzione.

Le rivoluzioni sono state compiute sempre da una parte della massa, quella più soggiogabile, ma questa parte è stata sempre condotta da pochi, mentre la parte restante era costretta ad adeguarsi, pena il linciaggio.
Quello che va pesato è l'intenzione di questi pochi, il cuore, lo spirito.
E uno spirito acceso e un cuore sano e leggero non avrebbero mai generato rivoluzioni di tal specie, usando le masse come pedoni da mandare al macello, senza degnarsi nemmeno di schierarsi con loro, in prima linea, dimostrando inoltre totale intolleranza nei confronti di chi si ostinava a conservare la propria identità, controcorrente rispetto alle masse impazzite e violente.

Da un po%u2019 di anni anche queste rivoluzioni sono state rivoluzionate e sono diventate un brand, nel perfetto stile moderno del merchandising: le rivoluzioni colorate, con pecore colorate, per sembrare più belle, ma più pecore che mai, che porteranno alla prossima guerra mondiale, stavolta teleguidata, magari attraverso alcuni blog che si battono per la libertà, la fratellanza e l%u2019uguaglianza.

Contro tutto questo c%u2019è un%u2019unica rivoluzione che può rendere possibile un'uscita da questo circolo vizioso, per farci entrare in un circolo virtuoso, ed è quella in cui l'uomo si riconduce a sè stesso.
Questa però non è una rivoluzione, ma un uscire dallo stato d%u2019animo della rivoluzione, che appartiene ai nostri bassi impulsi, animaleschi ed è piuttosto un ri-cordare: una rinnovata accensione del cuore. E' l'uomo che elimina le sovrastrutture e va alla fonte, alla sua origine, ritrovando il suo centro, il suo asse che non vacilla.

Se degli uomini, pochi, attiveranno questo circolo virtuoso in maniera decisa ed impetuosa, combattendo il virus (il parassita che è in loro e che li riduce a bestie pascolanti in gregge e in recinti sempre più invisibili) e combattendo quei pochi che l%u2019hanno generato e ne fanno un arma, allora le masse sapranno che un altro esempio di esistenza, più degno d%u2019uomo che non di bestia (magari colorata), è ancora in vita e qualcosa nelle loro coscienze comincerà a muoversi, così come nelle loro gambe e nelle loro braccia.
E il pianeta avrà un alleato contro le pattumiere che su di lui avanzano e avrà più voglia di rigenerarsi: il fiume avrà voglia di ripulirsi e il pesce di nuotarvi e un albero avrà più voglia di nascere e crescere, in compagnia di un bisonte in lontananza che scorrazzerà con più vitalità e magari anche lo spirito di Tatanka Yotanka (e di tanti, tanti altri..) avrà più pace.

Tutto è diverso, ma organico, a diretto contatto: per un uomo che ritrova il suo centro, il suo asse che non vacilla, in modo forte ed esemplare, un pianeta intero raddrizza il suo asse annullando secoli, se non millenni di errori.
Fabio Mazza (Registered) 12-11-2010 19:12

Ora oltre a questi signori di lotta comunista,tra le tante degenerazioni dovute alla confusione del età oscura,abbiamo anche,vi invito a cercare la pagina sul web, i "comunisti nazionali", o i "nazional-bolscevisti",che con la scusa di superare il modello capitalista e quello socialista hanno creato un alleanza tra stalin e il fascismo..con il peggio delle ideologie novecentesche..sono arrivato alla saturazione.
Fabio Mazza (Registered) 12-11-2010 19:19

Io mi stupisco che voi perdiate tempo a parlare con gente che: 1-o viene a provocare; 2-o non sa che movimento siamo,perchè non fa altro che esaltare dall'inizio alla fine tutto quello contro cui combiattiamo e per cui l'Europa è diventa una cloaca.
ul.lucio (Registered) 14-11-2010 02:42

Mettere sullo stesso piano un movimento come LC, nato negli anni 50, le cui analisi scientifiche sono sempre state confermate dalla dialettica storica, con i nazional-bolscevichi, è semplicemente ridicolo e tipico solo del becero e qualunquista cretinismo parlamentare.
Ritengo che non sia necessario aggiungere altro a queste ultime 2 esternazioni del signor Mazza (che se avesse letto attentamente i miei commenti non avrebbe fatto) in quanto si commentano da sole.
Ringrazio invece gli altri commentatori per il confronto civile, costruttivo e privo di preconcetti.
Mi auguro che il Mazza possa trovare in futuro solo commentatori compiacenti ed allineati al suo pensiero al fine di realizzare gli obiettivi prestabiliti, sorvolando sul fatto che egli non abbia in alcun modo chiarito quali siano i mezzi e le strategie per ottenerli.
Un saluto rispettoso.
Lucio
Giovanni Marini (Registered) 14-11-2010 10:51

Concordo con Luciano. Nella storia conta ciò che poi alla fine si realizza, e comunismo e fascismo sono stati realizzati come gli uomini hanno saputo e potuto realizzarli. Quella che sembra una buona ricetta non è detto che si traduca in un piatto buono da mangiare. Il comunismo ha avuto indubbi meriti: ha sconfitto la fame, ha dato a tutti un lavoro, un'istruzione, un'assistenza sanitaria, una dignità a milioni di persone. Nei paesi comunisti la gente era povera, ma non miserabile come in certe dittature del sudamerica o negli slums della ricchissima America ancora oggi. E per ultimo ha saputo tenere testa alla potente macchina da guerra americana su tutto il pianeta.
E nonostante tutto questo la gente cercava di fuggire dalla Germania Est all'Ovest. Perchè? Su questo i comunisti di oggi dovrebbero riflettere. La teoria marxista-leninista come la ricetta della saker è un'astrazione, cosa ben diversa è la sua traduzione nel reale. Rendersi conto di questa cosa ovvia è importante perchè una nuova realizzazione del marxismo, caro Lucio, sarà comunque opera di uomini e non è detto che questi saranno meglio di quelli, e Quelli furono uomini di capacità eccezionali. Quanto al fatto che il marxismo sia una scienza in grado di predire il futuro permettimi di avere dubbi. Nell'ottocento si credeva che il determinismo fosse il fondamento della scienza. Il determinismo è quella posizione filosofica secondo la quale i fenomeni del presente sono il risultato di condizioni antecedenti; estrapolando ciò si potrebbe sostenere che il futuro è la necessaria conseguenza del passato. Si riteneva che se si fosse conosciuta la situazione dell'Universo ad un dato istante se ne poteva predire lo sviluppo, un po' come se conoscendo posizione e velocità delle bocce su un biliardo se ne potevano calcolare le posizioni in un momento x futuro. Su questa base Marx fece le sue profezie. Sembrava logico e verosimile, oggi però sappiamo che non è così e la scienza può essere rigorosamente scientifica senza essere deterministica. In altre parole non c'è ragione di pensare che tra tutte le scienze, la scienza sociale sia quella che ha realizzato l'antico sogno dell'uomo di svelare cosa il futuro ha in serbo per noi.
Quanto a me sono convinto che all'attuale fase del capitalismo globalizzato non seguirà il comunismo, ma un nuovo feudalesimo, guarda un po'. Io non sono nessuno, ma nel campo delle previsioni del futuro la mia non è migliore né peggiore di quella di chiunque altro. Un saluto a Lucio.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 14-11-2010 17:26

Mi permetto di azzardare un po' di psicologismo d'accatto, Lucio me lo consentirà. Credo che dietro le sue dichiarazioni di scientificità del marxismo-leninismo ci siano non certezze granitiche ma molti dubbi, altrimenti non visiterebbe il nostro sito e non cercherebbe il dialogo. Dovremmo accogliere con simpatia chi ci prende in considerazione e ci ritiene interlocutori validi. Non vedo in Lucio né arroganza né un atteggiamento provocatorio, ma soltanto un desiderio di misurarsi e di conoscerci meglio. Non ho niente da dire a chi provoca e offende, mentre penso che chi, da posizioni antisistema, cerca il dialogo in modo molto civile, meriti considerazione da parte nostra. Lo direi anche a un fascista, a un decrescista, a un autonomista, a un integralista religioso, a tutti coloro che cercano un'alternativa alla bruttura che ci sommerge.
ul.lucio (Registered) 14-11-2010 18:19

Grazie Luciano, condivido pienamente.
ul.lucio (Registered) 14-11-2010 18:12

Caro Giovanni, pensavo di essere stato chiaro con i commenti precedenti...qui si continua a commettere il solito errore dell' etichetta appiccicata al contenitore sbagliato. Errore, tra l'altro voluto ed abilmente diffuso da sempre dall'ideologia dominante.
Tu confondi il comunismo rivoluzionario internazionalista di Marx, Engels e Lenin con il capitalismo di stato (falso comunismo)frutto della politica reazionaria di staliniana memoria, subentrata tramite la controrivoluzione borghese dopo la morte di Lenin.
Ti ricordo che in quel momento i quadri rivoluzionari internazionalisti sono stati integralmente massacrati dallo stalinismo e dalla socialdemocrazia, ancor peggio di quanto fatto dai fascisti. Un esempio lampante, che sicuramente conoscerai, è stato Trozky ucciso da un sicario di Stalin negli anni 40.
Tutti gli stati social-imperialisti derivati dalla russia stalinista: cina, cuba, corea d. nord, germania dell'est, europa dell'est, sono tutti esempi di dittature del capitalismo di stato e nulla hanno a che vedere con l'internazionalismo proletario, se non il nome. Ma questo ormai può continuare ad ingannare molti ma non tutti. E prima o poi la verità storica verrà a galla.
Dunque, non essendo mai stato applicato nella storia, non può esserci alcuna "NUOVA realizzazione del marxismo".
Perciò, Giovanni, se vuoi lodare alcuni aspetti da te ritenuti positivi delle dittature staliniste fallo pure ma chiamale con il loro vero nome.

Quando dici che il marxismo è una scienza in grado di predire il futuro, beh l'hai detto tu non certo io.
Marx già negli anni 50 dell'800 parlava di globalizzazione. Ed infatti oggi possiamo dargli ragione. Ma non l'ha mica previsto tramite la sfera di cristallo. E' stato in grado di sostenerlo un secolo e mezzo prima grazie all'incessante lavoro di scienziato rivoluzionario quale egli era.

Rispetto la tua opinione per la quale dopo il capitalismo ci sarà un nuovo feudalesimo. Tuttavia sarei curioso di conoscere quali sono le basi scientifiche per sostenerlo.

Concludo ringraziandoti della tua analisi che trovo cmq. lucida almeno nella parte finale e proprio per questo ritengo che tu non abbia bisogno di alterare la realtà storica per far valere la tua idea di futuro socio-economico del pianeta.
Ciao
Lucio
Fabio Mazza (Registered) 18-11-2010 19:34

Ma quale confronto civile,se vieni qui a fare propaganda sinistroide della peggior specie. Mi darebbe fastidio anche se venissero a fare propaganda "nera" senza se e senza ma. ma per farti notare quanto sei ipocrita,come tutti i marxisti,ti riporto le parole,a caso di uno dei tuoi interventi..

"al m-l ! Siamo ancora in fase controlivoluzionaria. Quello che intendevo è che quando la prossima crisi porterà alla guerra globale si potrà reagire con la rivoluzione. E' ovvio che non tutti parteciperanno, sicuramente non profumo...è ovvio che nella fase attuale non c'è coscienza di classe diffusa, ce l'hanno in pochi, quei pochi che saranno l'avanguardia rivoluzionaria e trascineranno quei tanti..."
controrivoluzione,coscienza di classe,proletari..le peggiori ideologie sovvertrici insieme a quelle liberal-borghesi.
Quindi o si leggono gli articoli e si commentano,e in quel caso benvenuto,e libero di esprimere il tuo parere,anche se dissonante.
Se invece tu credi davvero che in questo movimento si abbia qualcosa in comune con l'idea del futuro dei comunisti a base delle solite trite e ritrite fandonie su lotta di classe,sovrastruttura e compagnia bella,evidentemente hai capito male.
E mi spiace se altri zeristi sono convinti che necessitiamo di fare da balia a questi scarti della storia che non si sono mai messi in discussione,ma vivono ancora di viete ideologie del 1800.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 19-11-2010 08:09

Fabio, credo che dovremmo rispondere gentilmente a tutti coloro che ci prendono in considerazione e vengono a discutere, con la sola esclusione di chi assume un tono arrogante e offensivo. Stiamo attenti a non cadere noi in questo errore. A me fra l'altro i fascisti e i comunisti stanno simpatici, perchè hanno scelto di restare fra i perdenti. Sarei più duro con chi è saltato sul carro dei liberal-social-democratici. Se poi qualcuno, come Lucio, usa il nostro sito come tribuna per diffondere le sue idee, siamo abbastanza ferrati nelle nostre convinzioni da non temere questi confronti. Anzi, ben vengano. Nessun nostro lettore si farà convincere da un argomento come l'infallibilità scientifica del marxismo-leninismo.
max (Super Administrator) 19-11-2010 10:23

Fabio, io non porrei la questione nei termini in cui l'hai posta tu. Non credo che lucio sia così ingenuo da credere di fare propaganda marxista in questo blog, non credo cioè nella sua malafede, credo invece come giustamente ha sottolineato luciano fuschini, che, al di là di quello che scrive, lui senta il bisogno, forse inconsapevolmente, di ampliare i propri orizzonti oltre il marxismo leninismo, se no leggendo i nostri articoli se ne sarebbe già andato via schifato tacciandoci di essere dei retrivi reazionari. Ossia mi pare che, al di là di quello che dice, il suo comportamento tradisca che le sue non sono certezze granitiche. Di conseguenza non vedo il motivo di trattarlo male. Come vedi, per me il marxismo leninismo è talmente lontano da rivestire un qualunque interesse che mi sono persino rifiutato di partecipare alla discussione, perchè al massimo potrei tagliare corto in due righe annoverandolo nelle degenerazioni moderne del pensiero, e chiuderla lì. Tuttavia non vedo le condizioni per attaccare chi questo pensiero espone qui dentro, se lo fa con educazione e rispetto. Ce ne sono già abbastanza di blog dove si cade presto nel personale solo perchè si intravvede il riflesso di idee diverse.
Del resto, non mi pare che la linea di pensiero del blog possa generare equivoci. Non credo poi che qui dentro qualcuno possa farsi influenzare da idee marxiste leniniste, e anche qualora ciò accadesse per così poco, vuol dire che egli maturava molti dubbi in seno all'antimodernità, e allora sarà andato per la sua strada...
Fabio Mazza (Registered) 19-11-2010 10:49

Cari amici. Io non ho nulla contro chi viene dalla sinistra. Io stesso in tenera età ne feci parte,Luciano viene dalla sinistra e anche tanti altri. E il problema qual'è? Nessuno. Ma qui la questione è diversa. Se leggete i commenti non si trova il commento all'articolo,si trova la solita becera propaganda dei compagni di lotta comunista,che conosco bene perchè frequentavo anch'io (quando non capivo un cazzo) questi circoli. E mi indispone pensare che dopo che siamo andati avanti per anni a parlare di capitalismo e marxismo due facce della stessa medaglia,si venga ad utilizzare questo forum per interventi da "comune" presi pari pari dalle peggior dotrrine sovvertitrici della storia.
Ora,ammetto di essere stato un po cafone,ma questo è dovuto anche alla mia insofferenza generalizzata per la confusione tipica di un età di decadenza estrema,che si ha di questi tempi. Posso concepire che si venga da idee di sinistra,ma non che si faccia ancora,dopo le dimostrazioni della storia,apologia di comunismo. Sarebbe come fare l'apologia del meraviglioso sistema capitalistico attuale. Poi,ognuno libero di dire la sua,io ritengo sia ora di essere un po meno accoglienti e un po più "incazzati" verso certe posizioni. Idea mia.
Fabio Mazza (Registered) 19-11-2010 10:51

Luciano,io ho simpatia per i fascismi,e per chi non saltò sul carro del vincitore. Ossia il capitalismo/comunismo alleato contro l'Europa. I comunisti si sono sconfitti da soli,e la cosa in fondo in fondo,come dici tu,è dovuta al fatto che il capitalismo è il suo fratello sovversivo meglio dotato.
ul.lucio (Registered) 21-11-2010 01:54

Al Fabio rispondo così:
%u201CIl problema dell%u2019umanità è che gli idioti sono strasicuri di loro stessi e le persone sensate piene di dubbi.%u201D
(Bertrand Russell).
Ringrazio Luciano e Max x lo spazio e la considerazione.
Tuttavia ritengo, a mio modesto parere, che nessuno di voi abbia espresso un'analisi lucida ed oggettiva del marxismo x quello che è, ma solo ideologie stereotipate.
Per evitare ciò, esiste un ottimo testo scientifico da studiare ed approfondire, prima di giudicare, si chiama IL CAPITALE.
Io non sono riuscito a leggerlo in quanto troppo prolisso e rigoroso, ecco perchè mi aiuto con le dispense di LC.
E Voi? Siete riusciti a leggerlo?
Ciao!
L
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 21-11-2010 10:02

Lucio, molti anni fa dedicai un'intera estate alla lettura integrale del Capitale. Sono certo di non avere capito tutto, ma abbastanza per spingermi a cercare altrove risposte a domande più fondamentali che il marxismo non si pone. Tu che citi il Russel che esalta il dubbio, hai verso i sacri testi del marxismo-leninismo lo stesso atteggiamento che hanno l'ebreo davanti alla Bibbia, il cristiano davanti ai Vangeli e il musulmano davanti al Corano. Mi sembra che tu non abbia confutato la tesi sostenuta nel mio articolo. Dici che il cosiddetto socialismo realizzato è stato solo un capitalismo di stato. Allora riformulo la domanda: come mai tanti popoli, con storie e culture diversissime, nel tentativo di realizzare il socialismo hanno fatto soltanto un capitalismo di stato? In spirito di amicizia, mi permetto di suggerirti di coltivare i tuoi dubbi.
ul.lucio (Registered) 21-11-2010 20:10

Mi spiace essere stato frainteso.
Io considero Il Capitale e le Opere di Lenin testi scientifici in quanto, studiandoli ed approfondendoli (ne ho ancora tanta di strada da percorrere...), reputo che le analisi storiografiche e socioeconomiche incontrate siano obbiettive, affidabili, verificabili, reiterabili, insomma, portate avanti con metodo scientifico.
Ciò non vuole assolutamente dire che essi siano infallibili ma semplicemente che si basano sulla realtà dei fatti in atto e su approssimazioni scientifiche della realtà in divenire.
Dunque altro pianeta rispetto ai testi sacri e dogmatici da Voi citati.

Il socialismo prima e il comunismo poi, possono essere realizzabili solo se intesi come fase evolutiva del capitalismo globale ed ottenibili solo e soltanto con la RIVOLUZIONE MONDIALE.
Ecco cosa ha fallito! La rivoluzione mondiale!
Solo Lenin, grazie alla sua straordinaria organizzazione ed alla sua preparazione veramente marxista, (oltre ad aver ottenuto il rovesciamento dello zarismo) è riuscito a portare i bolscevichi alla vittoria rivoluzionaria facendo tornare dal fronte i soldati che, invece di continuare a farsi massacrare e massacrare altri proletari, fraternizzarono con loro (Contro la guerra, rivoluzione!).
La Russia, tuttavia, non era sviluppata capitalisticamente (conditio sine qua non per il comunismo), dunque non poteva in alcun modo instaurare il comunismo e Lenin lo sapeva perfettamente.
è per questo che, essendo fallite le altre rivoluzioni negli stati sviluppati capitalisticamente, come Germania e Inghilterra, Lenin non potè fare altro che sviluppare il possibile il capitalismo in Russia, con la NEP ovvero lo statalcapitalismo.
(E così ho risposto anche al commento qui sotto di Max...).
IL SOCIALISMO IN UN UNICO STATO, fu voluto da stalin, a cui Lenin si era sempre opposto.
è da qui che sono nati tutti quei tanti popoli con storie e culture diversissime che, nel tentativo di realizzare il socialismo, hanno fatto soltanto un capitalismo di stato.
Grazie Luciano che, oltre a coltivare i miei dubbi, mi permette anche, con questo spazio, di chiarire soprattutto le cose a me stesso.
Lucio
max (Super Administrator) 21-11-2010 11:09

Già che ci siamo mi accodo pure io. So che LC considera stalin fuori dalla prassi rivoluzionaria ma lenin assolutamente dentro: allora perchè secondo la teoria marxista la rivoluzione doveva sorgere nei paesi più avanzati in termini di industrializzazione e con maggiori capitali (Inghilterra, Usa, Olanda, Germania, Francia, Belgio ecc) ed è invece sorta nel paese occidentale (la Russia) più arretrato dal punto di vista industriale e con una storia capitalistica più recente?
max (Super Administrator) 21-11-2010 11:22

ps x lucio: il mio invito a non metterla sul personale vale ovviamente anche per te, a maggior ragione poi se dai implicitamente dell'idiota a qualcun altro. Fabio non ti ha offeso, ha solo sollevato motivazioni -la provocazione- che nel tuo caso mi parevano fuori luogo.
Tieni conto poi che anche tu mi pari strasicuro di te stesso, per cui la citazione di Russel ti si ritorcerebbe contro e secondo questa logica finireste per essere idioti tutti e due...
ul.lucio (Registered) 21-11-2010 20:20

Non era mio intento nè offendere nè dare dell idiota a nessuno.
Dunque se così è risultato dalla mia citazione me ne scuso e spero che Fabio non me ne abbia.
Certo, la citazione è biunivoca, dunque se sono risultato troppo sicuro è giusto che valga anche per me...
Sono contento del confronto con Voi, vedo che c è voglia reciproca di approfondire la conoscenza delle altrui posizioni.
Ciao!
Lucio
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 21-11-2010 22:21

Mantengo aperto il dibattito perché gli argomenti dell'intervento di Lucio spedito alle 20.10 sono interessanti e ci permettono una puntualizazzione doverosa. E' storicamente vero e documentato che Lenin, come Trotzky, riteneva impossibile realizzare il socialismo nella sola Russia. E' anche vero che la NEP può essere intesa come una sorta di capitalismo di stato, essendo fallita la rivoluzione nei Paesi avanzati dell'Occidente. Marx e Lenin pensavano a una rivoluzione mondiale dopo la piena esplicazione di tutte le potenzialità del capitalismo come sistema globale; con la rivoluzione la classe operaia avrebbe ereditato un formidabile apparato produttivo da volgere alla piena realizzazione dell'uomo, nell'abbondanza dei beni messi a disposizione della collettività, in una visione prometeica, scientista e progressista che impronta tutto il marxismo. Ebbene, vediamo al contrario che il crollo della globalizzazione capitalista, che già si profila, lascerà un cumulo di macerie, un ambiente depredato delle sue risorse, non rinnovabili, un'umanità disorientata, lacerata e abbrutita, in cui non esiste più la classe operaia come era concepita dai classici del marxismo. Un quadro di putrefazione e di decadenza da cui si può uscire solo recuperando valori antichi, radici locali, vita comunitaria in una sana povertà. Tutto il contrario dello sviluppismo capitalista e marxista, scaturiti dalla stessa logica.
A questo punto il nostro dibattito rischia di diventare infinito, ma è sempre meglio confrontarsi con gli argomenti, piuttosto che chiudere la discussione sbattendo la porta.
ul.lucio (Registered) 21-11-2010 23:52

Concordo, in buona sostanza con Luciano, tuttavia gli chiedo, come intende riuscire ad ottenere una società che recuperi i valori antichi, radici locali, vita comunitaria?
fosco2007@alice,it
lucianofuschini (Registered) 22-11-2010 10:44

Sicuramente una società radicalmente diversa non si otterrà con le prediche né restando entro l'orizzonte progressista, industrialista e sviluppista. Sarà la forza delle cose a imporla, attraverso l'insostenibilità dell'attuale follia, vicina al collasso. Nel frattempo gruppi come il nostro si propongono di parlare a una minoranza disposta a recepire i temi dell'antimodernità. A loro toccherà ricostruire sulle macerie. Purtroppo voi leninisti siete su tutt'altra lunghezza d'onda. Ma si può sempre cambiare, quando ci si influenza reciprocamente col dialogo. Noi abbiamo la presunzione di pensare che siano i progressisti a dover cambiare.
ul.lucio (Registered) 23-11-2010 22:41

I leninisti non sono progressisti ma rivoluzionari (e senza rivoluzione non potrà nascere alcuna nuova società) dunque anti-progressisti.
E non sono neanche sviluppisti, in quanto se nascerà una nuova società, sulle macerie dell'attuale, basata sul -da ognuno secondo le proprie capacità ad ognuno secondo i propri bisogni- non sarà certo sviluppista. Evoluzionista certamente si ma non sviluppista.
Per quanto riguarda l'industrialismo invece sì, la nuova società sarà industrialista ma verso il bene dell'essere umano e non certo verso la massimizzazione del profitto.
Grazie ancora, Luciano, x il tempo dedicatomi, entrambi ci siamo arricchiti del confronto altrui anche se entrambi rimasti sulle proprie posizioni. Ma, del resto, non era intenzione di nessuno dei due cambiarle...
Ciao!
Panizzi (IP:93.32.239.50) 30-11-2010 16:43

ottimo dibattito,molto interessante,e' su questi temi che si ci confronta e ci si arrichisce
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