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Diversità omologanti PDF Stampa E-mail

21 febbraio 2011

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Nella civiltà progressiva non manca mai l'occasione di ribadire l'importanza della diversità, la sua tutela e il suo rispetto. Ci si rende conto del dilagare di una mentalità omologante e standardizzata, e si comprende l'importanza della varietà dei fenomeni nella loro manifestazione. Tuttavia accade spesso che la tutela della diversità venga condizionata dalla stessa omologazione che pretende di combattere, e finisca per diventare una sua variante. Ovvero si tenta di far fronte ad un nemico con i mezzi forniti dal nemico stesso, e non ci si accorge che anzichè combatterlo lo si rinforza.
Quante volte, giusto per fare un esempio, sentiamo incalzare le associazioni per i diritti degli omosessuali per difendersi dalle discriminazioni che essi subiscono? Ossia, per essere più precisi, quante volte li sentiamo rivendicare la possibilità di usufruire degli stessi diritti di tutti in materia di matrimonio e adozione dei figli? Eppure in questo modo non fanno altro che omologare la loro categoria alla normalità vigente, presa a modello insostituibile. Questo vuol dire parificare, normalizzare, ossia riportare tutto ad un'unica dimensione, la normalità eterosessuale.
Eppure i difensori dei diritti dei gay per certi aspetti non avrebbero tutti i torti. E' presente nella nostra società infatti un atteggiamento ostile nei confronti dell'omosessualità, che si spiega con l'eredità monoteista di una presunta "normalità" naturale proveniente da Dio, una e unica. Affermare infatti che l'omosessualità è contraria alla natura dell'uomo -ossia una sorta di malattia- è una colossale sciocchezza, e definire "peccato" la sua pratica è stato appunto il dettame che la Chiesa cattolica ha portato avanti fino a ieri (anzi, fino a oggi). L'omofobia della modernità, la volontà dell'uomo moderno di escludere l'omosessuale dal proprio campo visivo e mentale, consiste quindi in una tendenza all'uniformità, e all'omologazione verso la "normalità" eterosessuale.
Nell'antichità classica invece l'omosessualità era accettata come uno dei tanti aspetti della sessualità, e così succedeva in molte culture extra-europee e primitive. Tuttavia, proprio tali culture, compresa la classicità greca e romana, mai si sognarono non solo di concedere, ma nemmeno di chiedere il diritto a un tale tipo di matrimonio: gli antichi infatti accettavano l'omosessualità come una componente della natura, perchè per un uomo antico la natura non era l'uniforme e unico frutto di un unico Dio, ma uno dei tanti aspetti di un divino molteplice. Ma proprio perchè l'accettavano per come era, ne accettavano anche il fatto che fosse un aspetto inusuale, minoritario, non normale: non certo una malattia, ma piuttosto un'anomalia, una particolarità, sulla quale non era possibile costruire nè una famiglia nè tanto meno una società.
Ci troviamo quindi nella situazione, quasi paradossale, che la modernità, a fronte di una condizione omologante -l'esclusione- propone una soluzione altrettanto omologante, ossia la parificazione. Parificazione rivendicata peraltro proprio da quella stessa cultura progressista che in tempi non troppo lontani disprezzava apertamente il matrimonio come il frutto di una mentalità borghese, e la famiglia mononucleare come la conseguenza classista e oppressiva di quella stessa mentalità.
Questo tipo di situazione, per cui a fronte di un male si risponde con lo stesso male uguale e contrario, pare una condizione senza uscita per il mondo moderno. Gli esempi non mancano. Uno su tutti: la parità dei sessi, ossia l'ingresso della donna in una società maschilista, cioè allineata al pensiero maschile. Che cosa è la parità dei sessi, di fatto, se non l'adattamento della donna al modello dell'uomo? E' inutile affermare che così non dovrebbe essere, che la parità non dovrebbe cancellare le differenze e via dicendo...di fatto, anche qui la modernità ha imposto una soluzione analoga al caso precedente, alla condizione per cui la donna è inferiore e sottomessa all'uomo. Anche in questo caso, l'eredità monoteista è palese, perchè nella sua tendenza a moralizzare tutto (il bene e il male) il cristianesimo ha trasformato quello che era un aspetto naturale, cosmico della realtà -ossia la componente tellurica, lunare, femminile del mondo- in un male. La femminilità è diventata da "Terra" del cosmo a potenziale fonte del male: in epoca moderna, ossia dal Rinascimento in avanti, la donna è diventata potenziale comunicatrice con il demonio, e anche la caccia alle streghe, che comincia appunto in questo periodo, ne è la riprova.
Anche in questo caso la segregazione della donna costituisce una forma di omologazione in ottica maschile. Ma analogamente la modernità non offre una vera via d'uscita: la donna rivendicando la parità con l'uomo, non ha fatto altro che mettersi al suo livello creando un diverso tipo di omologazione. Questo è il leitmotiv di ogni tipo di "rivoluzione" moderna, di trasformazione che la modernità suggerisce: a fronte di una distorsione, si agisce proponendo come soluzione una distorsione ulteriore.
E' evidente questa tendenza anche nelle soluzioni che si propongono per fare fronte al fenomeno epocale delle migrazioni di massa dai paesi più poveri a quelli più ricchi. Lo viviamo quotidianamente: è comune infatti l'opinione che vi siano ancora da fare dei passi in avanti in ambito sociale e culturale per colmare il divario tra una società avanzata improntata a valori illuministici come la nostra, e le altre arretrate ancora basate su concezioni arcaiche e primitive. Si tratta evidentemente di una favola, derivante da una visione progressiva della storia, tipica dell'anomalia moderna, secondo la quale le varie civiltà non sarebbero altro che stadi diversi di un'unico processo di evoluzione lineare della civiltà. Così, se da parte di certi ambienti conservatori vi è il rifiuto di accettare la diversità culturale -per esempio nei confronti dell'Islam- con la conseguente volontà di ricacciare i migranti al loro Paese, da parte di ambienti progressisti c'è sì la disponibilità ad accettare i nuovi abitanti, purchè beninteso la diversità della loro cultura non contraddica i princìpi dei diritti dell'uomo -libertà, uguaglianza, parità, laicità- su cui ogni cultura si deve basare. Come dire, ben venga la diversità delle civiltà, purchè esse si conformino ai nostri universali princìpi!
Anche qui la modernità non si comporta diversamente rispetto agli esempi riportati prima: a fronte del rifiuto della diversità in nome della superiorità della nostra civiltà, si propone come soluzione di accettare le altre culture a patto che diventino come la nostra. La modernità non lascia via di scampo: se da una parte elimina creando uniformità, dall'altra accetta solo parificando, ma sempre l'uniformità si viene a creare. Da una parte o dall'altra, il risultato è il medesimo, perchè unica e uniforme è la matrice della anomalia che viviamo.

Massimiliano Viviani

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 22-02-2011 16:59

Questo è un ragionamento su cui è difficile discutere, perché è inappuntabile. Si tratta di meditarlo e assimilarlo
Misopickle (Registered) 22-02-2011 17:46

esatto Luciano, e visto che siamo in vena - come sovente qui - di congratulazioni all'autore, le estendo anche a chi sceglie le immagini, credo sempre il super-administrator, per l'arguzia e l'appropriatezza.
paolo883 (Registered) 23-02-2011 08:41

Sono d'accordo, articolo perfettamente condivisibile. Credo che l'origine del problema che viene denunciato da Massimiliano sia da ricercare nelle religioni monoteiste che hanno sostituito il precedente spontaneismo religioso, basato sull'innato bisogno umano di spiritualità ma anche sull'esperienza personale quotidiana, con una serie di regole e dogmi scritti che poco spazio lasciano alla libertà individuale.

Queste religioni hanno tutte codificato il concetto di famiglia, naturalmente e spontaneamente presente in tutte le società primitive, e la cosa ha provocato l'emarginazione, anche morale, di chi non era in grado di metterlo in pratica (gli omosessuali).

E visto che nessuno a questo mondo vuole essere emarginato, gli omosessuali hanno finito col volersi omologare alle regole, forse perchè non avevano altra scelta (comprensibilissimo!).

P.S. ovviamente tra le religioni monoteiste non metto solo le classiche ebraica, musulmana e cristtiana, ma anche, forse soprattutto, quella odierna che va sotto il nome di metodo scientifico, di cui forse non abbiamo ancora colto l'impatto devastante che ha avuto, e sta continuando ad avere, sulla specie umana.
max (Super Administrator) 23-02-2011 10:40

Sì Misopickle, le immagini le scelgo sempre io, e devo dire che non è facile trovarne una azzeccata...talvolta mi ci vuole diverso tempo. Ad ogni modo grazie a tutti per i complimenti.
Stefano DAndrea (Registered) 23-02-2011 11:13

Anche io mi complimento.
L'osservazione che svolgo è a margine dell'articolo e non intende minimamente essere un critica.
Con riguardo a uno dei tre campi esaminati, quello del rapporto uomo-donna, si è verificato anche un fenomeno diverso e inverso: la femminilizione del modo di pensare e valutare, nonché dello stile e della prassi di vita dell'uomo. In particolare è evaporata la figura del Padre. Con la conseguenza che il processo di omologazione è stato doppio
Fabio Mazza (Registered) 23-02-2011 13:29

L'articolo mi piace molto e lo condivido in toto. Massimiliano non ha specificato,ma a mio avviso é da chiarire però un equivoco,a mio avviso,che riguarda la presenza del cosidetto "dogma",che tradizionalmente sta ad indicare un interdetto,un veto non motivato e imposto.
Ora,si rischia di cadere in un altrettanto sterile egualitarismo,se pensassimo davvero che tutti gli esseri umani possano capire la realtà ontologica delle cose,e possano conformarvisi. Ci sono più verita,ciascuna adatta e comprensibile ad un certo tipo umano (o sub-umano):tutte queste verità,se provengono da una concezione sana e tradizionale di stato,sono veritiere,e non si contraddicono. Si adattano all'utente. Ora alcuni "dogmi" erano in realtà presenti nello stesso paganesimo romano,che spesso viene idealisticamente confuso,in parte per colpa di Nietzche o di certe visione rinascimentali,come una religione "libera" contrapposta alla repressiva religione cattolica. Cosi come all'interno dello stesso paganesimo,ci sono coloro che attaccano i "patriarcali e fascisti" romani (sic) contrapponendovi la libertà del paganesimo celta,visto come una sorta di woodstock ante litteram.
La verità è che la preoccupazione costante delle autorità romane,che erano nel contempo religiose e temporali,fu quella che il popolo camminasse in modo sacro. Quindi non erano vietate manifestazioni eterodosse di fede religiosa privata,purchè non interferissero nei sacra pubblica,che soli garantivano la stabilità e la continuità dell'Imperium di Roma.
Ma basterebbe notare la violenza con cui furono repressi i culti bacchici,con il senatus consultum de bacanalibus,per rendersi conto che da sempre,e perfortuna,vi è un controllo dall'alto sulle deviazioni che la massa,la plebe,il demos,per sua stessa natura cosi vicino e affine all'elemento caos o oscuro,può subire.
Alcuni dogmi della chiesa,come faceva notare Evola,derivano semplicemente da un malinteso. Esempio ne è il matrimonio inteso quale vincolo sacro e indissolubile,esteso indiscriminatamente a tutti gli uomini. Ora,a Roma esistevano tre diversi tipi di matrimonio,di cui uno solo,la confereatio,era sacrale e indissolubile,mentre gli altri due avevano effetti per lo più "civili" (ovviamente la distinzione civile-religioso in una società sana è molto meno marcata). Rendendo massificato il matrimonio sacrale la chiesa ha fatto l'errore di pensare che tutti siano in grado di prendere un impegno del genere,e sopratutto,che tutte le unioni siano compenetrate dallo stesso spirito,affinità e sacralità,cosa che è evidentemente falsa.
Un altro esempio è la castità. La castità esistette in tutti i tempi ed in tutte le religioni e le civiltà tradizionali. Ma non come fine,bensì come mezzo. Il sesso libera energie che se mantenute e indirizzate nella giusta direzione possono portare a realizzazioni iniziatiche,che sono però,alla portata di pochissimi. E anche qui la chiesa ha voluto estendere ciò che era buono e sensato per pochi,all'intera umanità,per cui scopare era una cosa demoniaca,e bisognava assolutamente evitare il più possibile tutto ciò.
Questa è la colpa vera e propria del cristianesimo. Un enorme,colossale,tragico,errore della storia e della filosofia.
Detto questo ritengo che l'omossesualità sia un'anomalia,intesa nel senso di uno scorretto identificarsi dell "anima" in un corpo (un omossesuale è una donna che è nata in corpo maschile o viceversa). Per quanto riguarda l'omossessuale virile,si tratta di influenze culturali,di abitudini militari,o nella maggior parte dei casi di deviazioni psicologiche.
tullio (IP:93.36.181.80) 23-02-2011 14:48

@ Misopickle e Max (photo-editor),
si, anch'io mi associo alle congratulazioni per la scelta delle immagini... ma questa in particolare!
Si, perché questa immagine valica smisuratamente i confini dell'articolo e della nostra stessa e miope immaginazione, in quanto, a mio avviso, essa simboleggia beffardamente il nec plus ultra paradosso: una sorta di contrappasso che si riverserà su tutto ciò che ha prodotto questo mirifico processo di omologazione dilagante alla quale si è tutti destinati a naufragare.

Difatti, a me, questa immagine mi racconta che: non so quanti anni, secoli o secoli dei secoli dovranno ancora passare affinché, - grazie al progresso di questi tempi, alla civiltà delle "democrazie" e dell'orgoglio dell'uomo moderno della scienza e della tecnica - un bel dì si arriverà allo scempio dell'estinzione di tutte le diversità multi etniche culturali estetiche e cromatiche sinora sopravvissute e che col passo col quale stiamo tutti comminando si arriverà al tempo in cui anche gli ultimi brandelli di diversità di quei tempi ancora sopravvissuti; saranno gli ultimi degli abbrancati dall'implacabile contrappasso della metamorfosi dell'appiattimento... al fine di partorire una umanità universalmente ed esteticamente monocromatica di colore e di sapore giallastro.

Boh... forse sto vaneggiando...
max (IP:79.25.94.45) 23-02-2011 16:15

Tieni conto, Tullio, che l'omologazione procede in modo più sottile di come la immagini tu. Le diversità non spariranno, nè le diversità etniche, nè culturali, nè gastronomiche, nè linguistiche forse....semplicemente perderanno di senso. In riferimento al tuo esempio, le diversità etniche persisteranno ma non saranno più l'identificazione di un popolo, di una storia, di una cultura ecc, bensì saranno lo sfizio di genitori capricciosi: davanti al genetista che tiene l'embrione del figlio in vitro, i genitori potranno avere il figlio "alla carta" scegliendoselo come vorranno, biondo con gli occhi azzurri, oppure nero, alto e muscoloso come un guerriero masai, oppure magari se è una femmina, con gli occhietti a mandorla come una giapponesina. Il fatto è che se lo sceglieranno tutti immancabilmente bello, e già questo fa capire che la diversità sarà solo posticcia e illusoria, una diversità di plastica insomma...
La gente crederà di avere mantenuto la diversità, così come oggi ci si vanta di avere mantenuto le tradizioni locali per il fatto di avere salvaguardato i prodotti gastronomici locali dop e doc. E' tipico della società della tecnica quella di prospettare un futuro omologato, unico, meticciato, uniforme, modello robot, e al persistere delle diversità, inneggiare al pericolo scampato e gioire della varietà che non muore. La modernità, soprattutto la post-modernità, è gentile, amabile, tollerante, non distrugge nulla con violenza ma tutto invade e su tutto si sovrappone mantenendone intatta la forma esterna ma svuotandone la sostanza, e cambiandone irrimediabilmente la natura.
MarMar81 (IP:78.4.84.196) 24-02-2011 16:25

Ho notato delle differenze sostanziali nell'atteggiamento verso i propri figli da parte delle diverse comunità di immigrati presenti nel nostro Paese.
Si può dire che gli immigrati più inclini all'assimilazione e all'omologazione siano i sudamericani (peruviani ed ecuadoriani).
Per quanto, così come altre comunità, gli adulti tendano a coltivare i propri rapporti interpersonali con altri individui dei loro gruppi, ho notato da una semplice osservazione "per strada" che le madri generalmente parlano ai figli piccoli (nati qui) in italiano, evitando di usare la loro lingua.
Può sembrare un piccolo dettaglio, ma è significativo che siano proprio i sudamericani andini a subire gli effetti dell'omologazione: né gli immigrati dell'Est asiatico né quelli dell'area islamica hanno un atteggiamento paragonabile, nemmeno quelli maggiormente integrati nella nostra società.
In un certo senso, i Paesi andini sono stati i primi nella storia dell'umanità a subire gli effetti dell'omologazione modernista: le loro culture tradizionali sono state distrutte con le armi e le malattie, e sostituite da una civilità allogena (quella europea) mentre politicamente si andavano formando governi di tipo coloniale-predatorio che, sostanzialmente, sono arrivati fino a noi.
La Chiesa è stata il primo collante culturale di questa riprogrammazione di massa, poi è venuto il Mercato con la colonizzazione "criptata" degli USA (dalla Dottrina Monroe in avanti), che ha imposto i nuovi dogmi della Modernità: omologazione, massificazione, appiattimento delle differenze individuali e culturali a beneficio delle leggi di Mercato.
E' per questo che, oggi, i genitori sudamericani immigrati in Italia parlano ai loro figli solo in italiano: è l'ennesima forma di riprogrammazione mentale di un popolo che, a dirla tutta, dovrebbe parlare quechua e non castigliano, né tanto meno la lingua di Petrarca. La cosa inquietante è che questa riprogrammazione avviene oggi in modo del tutto spontaneo, senza apparenti imposizioni esterne, segno che la Chiesa tra '500 e '800 e il capitalismo in seguito hanno proprio fatto un "buon lavoro"...
kulma (Registered) 24-02-2011 17:55

@ Fabio:
"Per quanto riguarda l'omossessuale virile,si tratta di influenze culturali,di abitudini militari,o nella maggior parte dei casi di deviazioni psicologiche."

Cioè? Cosa intendi per omosessualità virile? E perché gli attribuisci nella maggior parte dei casi una deviazione psicologica? Da quali studi scientifici arrivi a questa conclusione (che è appunto scientifica)?

Io invece penso che non esista né l'eterosessualità e né l'omosessualità. Che siano categorizzazioni tipicamente moderne. Penso che la sessualità sia una cosa molto più sfumata e complessa.

Visto che ho trovato un motivo per intervenire, ne approfitto per fare i complimenti a Massimiliano. Anche a me era venuto in mente questo parallelismo tra rivendicazioni della comunità glbt e rivendicazioni femministe.
Fabio Mazza (Registered) 28-02-2011 15:41

Bhe francamente un essere virile,che invece di prediligere l'unione con l'opposto,la femmina,e ricomporre cosi l'androgine originario o il rebis,preferisce sodomizzare un uomo,qualche problema lo ha. Non è questione di modernità. è questione di deviazione psicologica. è un senso di potere sull'altro essere,di superiorità e di dominio.
Fabio Mazza (Registered) 28-02-2011 15:44

Se fosse una questione di un uomo che si sente donna ciò sarebbe comprensibile. Nel caso opposto si tratta di deviazioni,come chi raggiunge il piacere facendosi frustare,o si sollazza con le feci. Non si tratta di "gusti" si tratta di deviazione. Anzi è tipicamente moderno il giustificare queste cose come una "particolarità". Ciò che esce dall'ordine delle cose è anti-naturale,e quindi anti-tradizionale. I romani che si dettero alla pederastia sono i romani della decandenza,non certo i romani prischi e della grande Roma (non per nulla influenzati dai greci già decadenti al tempo del contatto con Roma).
kulma (Registered) 28-02-2011 17:55

@Fabio

Vabbè, è una questione di interpretazioni e di sensibilità. Abbiamo sull'argomento due modi di vedere totalmente diversi. Poi bisogna capire anche cos'è quest'"ordine delle cose". Anche qui le interpretazioni possono essere varie.
Sorvolando sul triste paragone tra l'omosessualità virile (quindi l'attivo) e il coprofago sadomaso, la cosa che continua a non convincermi è la tua "diagnosi". Utilizzi una scienza profana come la psicologia per fare considerazioni su un comportamento che per te è antitradizionale. Non ti poni neanche un dubbio. Per te è certezza.
Una domanda: per te Mishima è un deviato? evito di farti la stessa domanda su Pasolini...
ottavino (Registered) 01-03-2011 07:45

E' un articolo strano di Massimiliano Viviani. Io personalmente non capisco dove vuole andare a parare.
L'antica società greca, probabilmente, faceva schifo come l'attuale modernità. L'eden non è mai esistito.
Non comprendo poi il bisogno di fare analisi storico-sociali. Semplicemente uno dovrebbe dire quello che pensa di un determinato argomento.
Esempio: l'omosessualità. Per me gli omosessuali dovrebbero essere sottoposti a un lungo digiuno (che non ne comprometta però le funzioni vitali).
Perchè? Perchè gli omosessuali dimostrano nei fatti di non comprendere cosa sia la vita. Cos'è la vita? Non lo sappiamo, ma osserviamo che la vita riproduce se stessa grazie all'unione di maschio e femmina.
Questo significa che il cibo di ognuno di noi dipende dal fatto che maschi e femmina si incontrino. Cioè, il pollo che mangio esiste perchè il gallo ha fecondato la gallina. Senza di questo non mangio.
Dunque, per un senso di ringraziamento verso questa modalità della vita (l'unione di maschio e femmina), dovrei provare un profondo rispetto per le dinamiche dell'etereosessualità.
L'omosessuale dimostra di non provare rispetto. Da questo il digiuno.
ottavino (Registered) 01-03-2011 07:57

In fondo, nessuno comprende che c'è da ringraziare qualcosa o qualcuno. Dunque il problema assume caratteri spirituali.
Non ha nessuna importanza il monoteismo o il paganesimo. L'importante è il fatto che l'umano desideri essere profondamente grato per la vita che riceve ogni giorno.
L'assenza di questa gratitudine è IL GUAIO.
Naturalmente anche agli eterosessuali non gliene frega niente di essere grati, però almeno sono eterosessuali!!. Cioè sono istintivamente condotti verso "la realtà delle cose", dimostrano in qualche modo la loro gratitudine nei fatti.
L'omosessuale è invece, nel comportamento, un ingrato.
ottavino (Registered) 01-03-2011 08:15

Lo dico francamente: per me tutta questa passione dell'uomo per le cose sociali è un altro indice della degenerazione.
Le cose sociali, la società, sono cose infime rispetto alle possibilità e alle attitudini umane.
Bisogna rimettere le cose al loro posto e nel giusto ordine: la religiosità e la ricerca dell'ordine della natura stanno al vertice. Il resto viene di conseguenza.
kulma (Registered) 01-03-2011 09:08

@ ottavino
La vita non è esclusivamente riproduzione. Sarebbe riduttivo descrivere in questi termini una cosa così complessa. Bisogna considerarne tutte le sfaccettature, tra cui anche l'omosessualità e l'interesse per le "cose sociali" (la prima tra l'altro è comune anche ad altre specie animali).
Se poi vogliamo alzare il discorso, tu parli di "ordine della natura" cercando di superare l'antropocentrismo ma alla fine rimanendo intrappolato in una visione biocentrica. La vita è una parte insignificante della Natura, dell'Universo. Forse addirittura potrebbe essere considerata la sua parte imperfetta.

ottavino (IP:213.243.202.169) 01-03-2011 11:01

@ kulma
La vita è proprio esclusivamente riproduzione!. E' proprio un incontro degli opposti a tutti i livelli!
Magari si fosse tutti intrappolati in una visione biocentrica, come la chiami tu!!, magari. Non hai idea di quante sofferenze ci si risparmierebbe!.
La vita imperfetta? Certo! E magari l'uomo può perfezionarla...è proprio l'idea dei moderni.....
Comunque, il mio intervento verte sulla gratitudine, sul riconoscimento di essere parte di qualcosa di più vasto, negazione del quale ha portato l'umanità a creare il peggiore mostro che abbia passeggiato sul pianeta: l'ateo materialista.
Le "cose sociali", poi, avranno la loro soluzione solo quando si avranno chiari i principi a cui ispirarsi. Altrimenti sarà solo un triste rimestare un insipido minestrone.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 05-03-2011 15:45

Concordo pienamente con la tesi dell'articolo, è quello che ho sempre pensato, ma non condivido questo punto:

"Anche in questo caso, l'eredità monoteista è palese, perchè nella sua tendenza a moralizzare tutto (il bene e il male) il cristianesimo ha trasformato quello che era un aspetto naturale, cosmico della realtà -ossia la componente tellurica, lunare, femminile del mondo- in un male. La femminilità è diventata da "Terra" del cosmo a potenziale fonte del male: in epoca moderna, ossia dal Rinascimento in avanti, la donna è diventata potenziale comunicatrice con il demonio, e anche la caccia alle streghe, che comincia appunto in questo periodo, ne è la riprova."

La componente lunare/femminile è nel cattolicesimo esotericamente assimilata alla componente devozionale/religiosa cristiana. Il culto della Madonna nè è testimonianza.

Riguardo le forze telluriche esse sono indicate negativamente da diverse scuole esoteriche e religiose, non solo dalla religione cristiana: dal neoplatonismo pagano & cristiano fino all'induismo, che non negano questa dimensione ma ontologicamente la degradano ad un livello gerarchico inferiore rispetto agli altri.
Questo è il senso della gerarchia della manifestazione dell'Essere. L'essere è un tutto ma è articolato. Hegelianamente il tutto precede le sue parti (olismo) ma si può dare solo mediante tale articolazione (una delle poche idee da salvare del "moderno" Hegel che di fatto copia paro paro dal neoplatonismo antico pagano & cristiano).

Queste puntualizzazioni non sono certo in polemica con la tesi di fondo. Volevo solo puntualizzare un mio punto di vista che del resto penso sia condiviso da diverse "scuole antimoderne".
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 05-03-2011 15:56

Ho letto solo ora il commento di Ottavino... interessante!
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