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Due totalitarismi a confronto PDF Stampa E-mail

26 maggio 2011

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Una volta ucciso Bin Laden, poche settimane fa, è partito il solito leitmotiv secondo cui in questo modo si è salvata la democrazia occidentale, come se a minacciarla fosse un agente esterno e non parassiti interni che la consumano puntando diritto al suo cuore: il potere che corre, o dovrebbe correre, dal basso verso l'alto, dal popolo ai suoi rappresentanti. Infatti minaccia infinitamente di più la democrazia di uno Stato una legge elettorale come il Porcellum di Calderoli, che non permette ai cittadini di scegliersi chi li dovrebbe rappresentare, che un Bin Laden qualunque. Questo perché i terroristi fondamentalisti non colpiscono e uccidono per scardinare la democrazia, di cui a loro non frega niente, ma perché non accettano le imposizioni di un'altra cultura. Ma anche fosse, forse che dopo il 2001, anno dell’attentato alle Torri Gemelle, i governi occidentali sono diventati meno esecutivi, i parlamenti meno legiferanti e i voti elettorali meno liberi?
Tralasciando queste sottigliezze, poi, c'è da dire che l'Islam fondamentalista e l'Occidente non sono altro che due aspetti dello stesso problema, il totalitarismo. Ma paradossalmente (paradossalmente per gli occidentali e non per gli islamici) è di gran lunga più pericoloso e letale quello occidentale che quello islamico. Mentre il fondamentalismo islamico infatti si caratterizza progettando attentati, non foss'altro perché non ha la ricchezza e la potenza di fuoco necessaria per dominare il nemico (altrimenti, probabilmente, non esiterebbe), l'Occidente non combatte per dar prova della sua esistenza, ma per dominare "l'altro". Ieri territorialmente, con l'eurocentrismo prima e con il colonialismo classico poi, oggi perché ha il bisogno vitale di rapinare l'energia altrui e di conquistare, con le buone o con le cattive, nuovi mercati perché i suoi sono saturi. La differenza sta nell'obiettivo: il dominio occidentale tende ad essere solo economico, quello islamico, che dell'economia non sa che farsene, di pensiero religioso (il nostro fu anche religioso fino a che le Guerre di Religione, nel ‘700, non posero fine all’Europa cristiana a favore di quella laica). Ma sempre di due totalitarismi si tratta.
È comunque più pericoloso per la pace mondiale quello occidentale perché militarmente e tecnologicamente più avanzato: il massimo della forza devastatrice dell'Islam fondamentalista, che non può contare nemmeno su aerei da guerra, è stato buttar giù due grattacieli (l'11 settembre) e uccidere 3000 civili, il resto sono attentati a metropolitane con decine di morti. L'Occidente, invece, con le armi che dispone ha non solo la capacità di mirare con precisione e a distanza di migliaia di chilometri un obiettivo come può essere un grattacielo, ma possiede le armi necessarie per poter radere al suolo una intera città. La guerra in Afghanistan ha provocato la morte di più di 60 mila civili, 20 volte l'orrore delle Torri Gemelle; secondo uno studio Unicef, tra il 1991 e il 1998, a causa dell'uranio impoverito utilizzato dagli americani nella prima guerra del Golfo, ci sono stati 500 mila decessi di bambini iracheni sotto i 5 anni, una strage ben più ampia di quella causata dall'esplosione delle due bombe atomiche nella seconda guerra mondiale. E i loro bambini morti non sono meno bambini dei nostri.
Ma ciò che più distingue il totalitarismo occidentale da quello fondamentalista islamico, ed è proprio questo a fare più paura, è la motivazione. Mentre i fondamentalisti, infatti, giustificano i loro attentati con la motivazione naturale per la quale combattono, e cioè cancellare, o quantomeno contenere, la cultura totalitaria avversaria; mentre si sentono integralisti, e non lo nascondono, l'Occidente è sinceramente convinto di avere dalla sua il diritto e la morale. Si dice: "il nostro è il migliore dei mondi possibili", e questo è ritenuto sufficiente per disgregare tutti gli altri mondi, per “bombardare con la serenità della buona coscienza”, per torturare alla stregua della Santa inquisizione le proprie vittime (vedi Guantanamo), con la pretesa di farlo per il Bene.

Marcello Frigeri

Commenti
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Giovanni Marini (Registered) 29-05-2011 10:50

Stiamo assistendo al completamento della colonizzazione del mondo arabo con l'attacco a quei paesi che conservano ancora un'indipendenza. E questo con la complicità delle classi dirigenti arabe corrotte o assimilate al modo di vita occidentale. Il terrorismo rappresenta la forma della resistenza a questo attacco. Ci sono tutti i presupposti perchè questa guerra asimmetrica si risolva a favore dell'Occidente mentre il fenomeno terrorismo durerà a lungo come fatto residuale e ineliminabile di questo scontro.
I franco-britannici questa volta non hanno fatto l'errore del 1956 quando invasero l'Egitto in risposta alla nazionalizzazione del canale di Suez e furono costretti a ritirarsi per l'opposizione americana. Perciò hanno coinvolto da subito gli USA nell'impresa.
Normalizzato il Medio Oriente il passo successivo sarà la neo-colonizzazione dell'Africa. Quel processo che partendo dalla fine della II Guerra mondiale portò alla nascita degli stati indipendenti africani e noto come decolonizzazione ha fatto il suo tempo. L'Africa è un continente vastissimo in gran parte ancora poco conosciuto, ricco di risorse sul quale la Cina affamata di energia e con una popolazione in esubero ha puntato gli occhi. L'unico concorrente serio che abbiamo in Africa è la Cina. Per quanto riguarda la Russia, questa è ricca di per sè di risorse ed ha un territorio eccedente per la popolazione, esattamente l'opposto della Cina perciò non è un problema. Questo secondo me è lo scenario per i prossimi anni.
L'élite che governa il mondo occidentale deve risolvere essenzialmente due problemi: uno è assicurarsi l'accesso alle risorse strategiche del pianeta, ciò che sta diligentemente operando, l'altro è controllare le reazioni di una popolazione che deve essere scientemente impoverita. Perchè l'impoverimento di cui siamo in grandissima parte vittime non è assolutamente il frutto di una sfortunata combinazione, ma piuttosto di una criminale programmazione. Il debito pubblico, il cui spettro è agitato ogni giorno davanti agli occhi della gente per giustificare i tagli al welfare e al lavoro è a mio avviso un falso problema deliberatamente creato per questo scopo e per impadronirsi delle residue ricchezze ancora in mano allo Stato.
Riuscirà la gente a difendersi? Per difendersi come minimo bisognerebbe capire dove sta il nemico.
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