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Progresso alimentare PDF Stampa E-mail
17 settembre 2011

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In un articolo pubblicato alcuni mesi fa, parlando di colesterolo, ricordavamo gli studi che dimostrerebbero l’incontrovertibile legame tra grassi saturi e problemi di cuore, mostrando (o almeno ci abbiamo provato) come siano basati su assunti sbagliati, dati debolissimi, quando non esplicitamente manipolati, e conclusioni che, dal momento che siamo ben disposti, definiremmo stiracchiate. Questa volta cerchiamo di approcciare il discorso da un punto di vista meno strettamente scientifico, ma più basato su aspetti evolutivi e di buon senso.
Partiamo da un dato epidemiologico incontrovertibile: certe malattie vengono definite “malattie del benessere” perchè prima del ventesimo secolo non esistevano o avevano comunque un’incidenza limitata. Ma “malattie del benessere” non è una spiegazione che ci possa convincere, e crediamo valga la pena indagare come mai siano comparse proprio nel ventesimo secolo.
Una spiegazione potrebbe essere che una volta la vita media era molto più breve e certe malattie non facevano in tempo ad arrivare perchè si moriva prima. Non ci convince. La vita media era più bassa, ma la statistica era pesantemente influenzata dall’altissima mortalità infantile (oggi quasi nulla, almeno nei paesi industrializzati), mentre le persone benestanti arrivavano senza problemi a 70-80 anni (basta leggere alcune biografie di personaggi illustri per rendersene conto). E allora cos’era? L’inquinamento atmosferico? Ma no, la gente si ammala anche nei posti di mare, dove l’aria è pulita come lo era 100 anni fa. Lo stress? Non scherziamo…
E se fosse l’alimentazione? Certo, noi siamo quello che mangiamo, per cui è piuttosto probabile che se ci mettiamo a mangiare male ne paghiamo le conseguenze in termini di benessere e salute. Ok, mettiamo che sia l’alimentazione, e cerchiamo di capire come è cambiato il nostro modo di mangiare nel corso dell’evoluzione dell’uomo.
Nel paleolitico, non conoscendo l’agricoltura, l’uomo mangiava gli animali che cacciava e la frutta e verdura che raccoglieva. Degli animali mangiava prima di tutto gli organi, ricchi di grassi e ricchissimi di colesterolo, e poi il resto. Secondo alcuni studi, la composizione della dieta in termini di macronutrienti si componeva del 20% di zuccheri raffinati, 65% di grassi e 15% di proteine. La salute dell’uomo paleolitico era a dir poco eccezionale. Anche se aveva la fortuna di vivere in ambienti che abbondavano di cibo, non aumentava di peso e non presentava malattie degenerative.
Circa 10.000 anni fa l’uomo scoprì che coltivando i cereali avrebbe potuto avere ancora più cibo, e la sua sorte non sarebbe più dipesa dalla disponibilità di animali selvatici. E’ la rivoluzione neolitica, forse la più importante della storia dell’umanità. Sono nati i primi insediamenti, le competenze si sono diversificate, è nata la scrittura, l’organizzazione sociale si è evoluta. Okay, benissimo, ma la salute? Un disastro! La statura media dell’uomo neolitico era di 10 cm inferiore a quella dell’uomo paleolitico, e anche altri valori hanno subito peggioramenti. La spiegazione, a nostro avviso, è una sola: l’uomo neolitico mangiava più cereali, di cui aveva disponibilità in abbondanza, e meno alimenti di origini animale. A causa di questa alimentazione, meno nutriente, ha iniziato a crescere di meno e ha conosciuto per la prima volta malattie degenerative come per esempio la carie dentaria.
Facciamo un salto in avanti di un centinaio di secoli e arriviamo alla rivoluzione industriale. I poveri mangiavano patate, pane, polenta e quel poco grasso che potevano trovare qua e là. Vivevano in condizioni di salute spaventose e morivano presto. I ricchi invece non se la passavano male. Mangiavano burro (molto costoso all’epoca), selvaggina, e vivevano a lungo. Per permettere ai poveri di mangiare il burro, o qualcosa di simile, verso la fine dell’Età Vittoriana si iniziarono a produrre dei grassi poco costosi e di bassa qualità, prima derivati dallo strutto, poi, verso la metà del XX secolo, da grassi di origine vegetale. Chi era costretto a mangiarli avrebbe fatto carte false per mettere le mani su del burro fatto come Dio comanda.
Ma ecco che succede l’imprevisto. Le malattie cardiovascolari, fino ad allora praticamente sconosciute, fanno morire gli Americani come birilli. Bisogna trovare una spiegazione, che arriva grazie ad Ancel Keys, un ricercatore che con un audace manipolazione di dati comunque decisamente poco significativi e non proprio attendibili, si inventa letteralmente una correlazione tra il consumo di grassi animali e questo nuovo, terribile disturbo. E, anche non tenendo conto dei grafici ad effetto ottenuti omettendo i dati non favorevoli, si può affermare con forza e decisione che tale correlazione fa a pugni con le decine di migliaia di anni in cui l’uomo si è nutrito principalmente del grasso degli animali, senza mostrare problemi di sorta.
Ma, incredibile, la balzana teoria prende piede, anche perchè la potentissima industria alimentare, sviluppatasi sul bisogno di produrre alimenti da fornire ai soldati impegnati in guerra, può così continuare a produrre in tempo di pace per le famiglie ormai terrorizzate dalla grancassa mediatica che demonizza i grassi animali senza possibilità di appello, mentre osanna i grassi vegetali. Una follia! Un alimento scadente e artificiale, estratto chimicamente e destinato a nutrire chi non si poteva permettere di meglio, diventa improvvisamente una prima scelta.
E così ecco un’altra rivoluzione. Il consumo di grassi negli ultimi 40 anni diminuisce sensibilmente (anche perchè gli oli di semi sono obiettivamente schifosi), mentre quello di zuccheri raffinati, per compensazione, aumenta vertiginosamente. Sulla base delle teorie di Ancel Keys ci si potrebbe aspettare un sensibile miglioramento delle malattie degenerative. E inceve no, sempre peggio. L’obesità schizza in alto con una discontinuità davvero insolita per una dato del genere, proprio in coincidenza con la pubblicazione delle prime indicazioni nutrizionali della commissione McGovern nel ‘77, ma anche cancro, diabete e disturbi cardiovascolari non danno segni di cedimento.
Invece di puntare il dito, come buon senso suggerirebbe, sul vertiginoso aumento del consumo di zuccheri, passati da 2 chili all’anno pro capite nel 1700 alla spaventosa cifra di 75 chili pro capite oggi, si continua a perseverare in un errore che ha causato, e continuerà a causare se non si inverte la tendenza, inutili sofferenze ad un numero spaventoso di persone.

Paolo Costa

www.dissapore.com

Commenti
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ottavino (Registered) 19-09-2011 07:54

"Un disastro! La statura media dell%u2019uomo neolitico era di 10 cm inferiore a quella dell%u2019uomo paleolitico, e anche altri valori hanno subito peggioramenti."
Ma che cos'è, una battuta? Cosa significa? che chi è di statura inferiore sta peggio? Che chi è più alto è più sano?
Misopickle (IP:87.13.23.93) 20-09-2011 10:23

Articolo completamente da rigettare, per infiniti motivi. La passione peraltro genuina messavi dal sig. Costa meriterebbe ben altre cause,come quella della lotta allo zucchero ed ai cibi raffinati ad esempio.In fondo,si tratta poi di progressismo della più bell'acqua, non di antimodernismo.
Ma andiamo con ordine. Negli anni 40-50, un grande dentista in pensione, il Dr Weston Price, viaggiò il mondo esaminando la bocca di popoli tribali e moderni, per scoprire che la malattia dentaria in genere - ben più della sola carie! - arrivava tra i popoli nativi con le farine raffinate e lo zucchero bianco. L'enfasi della sua ricerca fu posta tutta sulla bontà del vivere di cibi locali e tradizionali, in base al clima, territorio e consuetudini, contrapposta all'effetto totalmente degenerativo dei cibi imposti dalla modernità colonialista occidentale. In compenso, la W Price Foudation odierna è strumento finanziato dai produttori di bestiame da macello, specialmente quelli allevati a terra ovvero "genuini" rispetto agli allevamenti intensivi. Perchè tutto questo? perchè da anni il livello di consumi di carni è in ribasso, e il nuovo nemico dei macellai è la soia, che peraltro viene per la gran parte processata in maniere innaturali e nocive dall'industria stessa. Gli attacchi non si fermano qui: c'è poi LA PSEUDO-TEORIA DELLA "DIETA PER GRUPPO SANGUIGNO" e infine, LA DIETA DELL'UOMO PALEOLITICO, ultima moda per chi crede a tutto quel che c'è su internet,per cui bisognerebbe cibarsi di delizie a base di rognone crudo di struzzo, occhi di gazzella, lardo di foca e fegato fermentato di coccodrillo. E si, perchè i grassi saturi di origine animale son davvero ciò che può sfamare il mondo, e farci venire più alti, più belli e liberi dal cancro, diabete o calvizie. Il nostro amico può mangiare quel che vuole, ma quale titolo ha per pontificare sulla "dieta ideale per l'uomo"?? sospetto che non ne abbia neppure l'esperienza,visto che per lui gli oli sarebbero "obbiettivamente disgustosi"( lo invito a pranzo, dato che forse non sa cucinare) ma solo la convinzione mentale teorica, e pure recente, come da tutte le mode che -NON - si rispettino. Il principale propugnatore di questa moda è deceduto d'infarto fulminante a soli 48 anni,e molte altre sono le sfide al buon senso di una dieta al 70% di grassi saturi di origine animale.
L'uomo primitivo viveva in ambiente ostile, al freddo e senza altre difese se non le nude mani, un bastone, una pietra. Appena al di sopra delle bestie quadrupedi, per vivere doveva solo raccogliere o uccidere; non alleveva, non coltivava, non leggeva nè filosofeggiava, ma semplicemente, sopravviveva, ed in numero estrememente esiguo, come sempre sarà dei carnivori. La sua evoluzione alimentare sulla coltivazione di cereali e legumi lo portò ad un progresso mentale e spirituale che cpontinuò diversi millenni, per giungere ora alla fase suprema dell'uomo involuto grazie a se stesso ed all'involuzione della sua dieta, mediante ingerenza della chimica a livello massiccio nel corpo, mediante USO FUORI MISURA DI CARNI E LATTICINI, oltretutto di pessima qualità industriale, e il peggiore di tutti, luso massiccio di ZUCCHERO E PRODOTTI DEGENERI DEI CEREALI, le farine bianche. Basta con la generica sciocchezza dei "carboidrati" accusati in massa, signor Costa, mai sentito parlare dello sviluppo mentale nell'infante, basato sugli ZUCCHERI CONTENUTI NEL LATTE MATERNO, non IN QUELLO DI VACCA, IPER-PROTEICO PROPRIO PER FAR CRESCERE IL VITELLO IN UN ANNO, MA CON LA PSICHE DA VACCA? L'abuso di cibi animali, zucchero, raffinati e chimica alimentare sta degenerando l'intera vita umana sul pianeta a partire dagli stati più "progrediti " e moderni, vedi l'infame Nordamerica,la PRODUZIONE STESSA, abnorme, di carni e latticini è di per sè un disastro ecologico immane, nonchè di iperconsumo di tutte le risorse planetarie, non potrà in nessun caso essere adottata che da quel mezzo miliardo d'infelici obesi mangiatori di hamburger e patatine transgeniche fritte nello strutto di vacca, mentre oltre un miliardo, a salire, non mngia a sufficienza perchè circondato da campi di caffè, tabacco, soia da mangime, e inutili frutti tropicali. Un'ultima aggiunta: gli uomini premoderni erano forti robusti e brillanti intellettualmente proprio perchè di statura modesta, la statura maggiore serviva solo a sopravvivere nei conflitti con le bestie, ma oggi, oltre che al basket.....in compenso, i giganti son deboli, allergici, proni a vari malanni specie polmonari ed ossei, mangiano di più, batton testate...e sono costantemente tiranneggiti dai "tappi" prepotenti, vedi il paese che ci circonda.
paolo883 (Registered) 20-09-2011 12:10

Patatine transgeniche fritte nello strutto di vacca? Fino agli anni '70 la Mac Donald friggeva le patatine nel grasso animale, poi in seguito al delirio anti colesterolo l'hanno costretta a friggerli nei grassi trans idrogenati di origine industriale. Lo stesso per le botteghe di Fish and Chips in Inghilterra.

Io comunque non ce l'ho con i carboidrati in generale (consumo patate e riso a senza problemi) e non con tutti gli oli vegetali (figurarsi se mi privo dell'olio extravergine di oliva, ne ho appena fatto scorta) ma solo con le schifezze industriali. E per quanto riguarda il saper cucinare, ti invito a venire a provare il mio risotto alla milanese (fatto con burro e parmigiano ovviamente).
MarMar81 (IP:78.4.84.196) 20-09-2011 12:16

Da quando ho ridotto sensibilmente zuccheri raffinati e grassi animali (mangio carne e uova una volta alla settimana, così come i formaggi), ne ho guadagnato in salute: ho perso peso (non ero una botte, ma tendevo a ingrassare con facilità) e le energie per affrontare la giornata non mi mancano affatto.
Mangio moltissimi vegetali, spesso autoprodotti o da me (soprattutto frutta) o da amici e conoscenti nei loro orticelli fuori porta. Lo zucchero lo uso solo per addolcire il caffé, e con moderazione. Rifiuto i cibi particolarmente elaborati, in primo luogo quelli industriali come le salse da condimento: se mi voglio concedere un po' di maionese, o la "rubo" a mia sorella (che la fa in casa) o ne acquisto un tipo che so essere prodotta in modo artigianale senza aliementi "artefatti". Non voglio passare per l'illuminato consumatore che da esempio a tutti, ben inteso, dico solo che a mio modestissimo avviso basta sapersi regolare in base alla propria esperienza personale e a dati nutrizionali certi, per ottenere una dieta che fornisca il giusto apporto nutrizionale senza estremismi da un lato (veganesimo) o dall'altro (alimentazione a base di grassi animali).
paolo883 (IP:217.111.139.241) 20-09-2011 12:58

Rispondo a spizzichi al tuo commento perchè non ho molto tempo.

Vogliamo parlare di sostenibilità? Un agricoltura che produca solo vegetali è destinata a impoverire il suolo fino a farlo morire (e a fare estinguere noi tutti). E' giocoforza nutrita da fertilizzanti chimici di derivazione fossile, anche perchè nessuno alleva animali solo per fargli produrre letame. Ormai è abbastanza assodato che la sostenibilità passa dalle piccole fattorie che producono un po' di tutto (http://www.edwardgoldsmith.org/776/do-we-need-small-farms/).
MarMar81 (Registered) 21-09-2011 10:50

Ciao Paolo, forse nel mio intervento precedente ho dato l'impressione di essere un "militante" del vegetarianismo, ma non è così.
Ho scritto che ho ridotto i grassi animali, non che li ho eliminati: mangio ancora carne di vacca o di maiale (una volta alla settimana, mediamente), pesce, uova e formaggi (che adoro, specie quelli poco sputtanati a livello commerciale, come certi tipi di pecorino o di tome).
Per il resto, sono sostanzialmente d'accordo con te (e con Goldsmith)sulla questione della sostenibilità agricola.
paolo883 (Registered) 21-09-2011 12:31

@MarMar81

Non ti preoccupare, il problema semmai è che sono io a sembrare uno che alla mattina si strafoga di burro, poi a mezzogiorno passa allo strutto e alla sera finalmente si fa un monopiatto di Lardo di Colonnata :-)

Quello che voglio dire è che la fobia dei grassi anumali con cui siamo cresciuti è assolutamente esagerata, ma certo non invito a mangiare solo quelli. Ho visto gente mangiare una salsiccia e dire "oddio, ora mi arriva un infarto!", oppure persone che buttano via il tuorlo dell'uovo, tra l'altro insultando pesantemente la miseria. Il problema di questa fobia è che fa passare in secondo piano il vero nemico della nostra salute, che sono i cibi raffinati. Oggi perfino il pane non si salva, un mio amico figlio di panettieri mi dice che le farine oggi sono completamente cambiate, non hanno più la stessa qualità, lo stesso profumo di quelle di vent'anni fa (mica un secolo). E credo non sia un caso che oggi il problema dell'intolleranza al glutine stia esplodendo. Io stesso credo di essere intollerante, perchè mi è bastato smettere di mangiare pane e pasta per migliorare sensibilmente la mia salute.
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