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La sincerità paga (anche troppo...) PDF Stampa E-mail

8 ottobre 2011

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Cronaca di un collasso annunciato. Le fragili fondamenta economiche non riescono a sopportare il peso del traballante edificio europeo, ma soprattutto la posticcia unità monetaria non riesce a mascherare l’assenza di un’autentica unità politica, il solo cemento che possa rendere stabile qualsiasi entità statuale. E ora, ogni tentativo salvare l’euro è solo vano e crudele accanimento terapeutico.
Potremmo dire, citando la recente e ormai celebre intervista rilasciata dal trader Alessio Rastani alla Bbc, che ormai “nessuno se la beve”. Niente è riuscito a dare una parvenza di credibilità alle strategie di uscita dalla crisi. Sono lì a dimostrarlo i moti di piazza in Grecia, il rischio fallimento che incombe sull’Italia, tacendo di Spagna, Irlanda e Portogallo. Un problema inoltre, non solo europeo. Globale è l’economia, infatti, e globale è il corto circuito che essa ha creato. E chi dovrebbe intervenire non ha voce in capitolo. “Questo non è il momento di credere che i governi sistemeranno le cose” afferma Rastani nel cuore del suo intervento. “Loro non governano il mondo. Goldman Sachs governa il mondo. E a Goldman Sachs non importa questo pacchetto di misure di salvataggio e neanche importa ai grandi fondi di investimento”. Ignobile impostore che vede complotti dappertutto trasformando un’onesta banca d’affari nel simbolo della finanza che soverchia e calpesta l’interesse generale? Forse, ma guardandoci attorno per un secondo questo scenario potrebbe non apparire del tutto inverosimile.
E quando Rastani sottolinea che “Ai traders non importa che vi sia una situazione politica stabile e un’economia sana ma importa solo fare soldi”, rivelando candidamente, in relazione all’attuale drammatica situazione mondiale, “di andare a letto sognando una nuova recessione perché si possono fare molti soldi sui crolli finanziari” e soprattutto che “tutti possono farlo, sapendo come muoversi”, all’indignazione che deriva dall’apprendere in maniera così brutale le modalità di funzionamento del sistema, non può che seguire una lucida e onesta disamina del mondo che ci circonda e degli avvenimenti di questi ultimi anni, dai subprime in poi. Il coming out di Rastani, perciò, appare tutt’altro che fantasioso.
Se pensiamo alla situazione dell’Euro, infatti, abbiamo chiaro in mente che nessuna somma di denaro sarà mai sufficiente a sollevare dal baratro del debito gli Stati in crisi, e l’ostinazione suicida di chi intende proseguire sulla strada dei prestiti riuscirà solo a creare macigni ancor più grandi il cui peso andrà a gravare sulle spalle dei cittadini. Ma l’obiettivo non è salvare il popolo greco, e forse, poi, quello italiano, ma le maggiori banche continentali che hanno speculato sui debiti delle nazioni in difficoltà e ora rischiano di finire a fondo con queste. E tale operazione, come detto più volte, apertamente, da tutti gli “addetti ai lavori” del mondo economico e finanziario mondiale, verrà effettuata con soldi pubblici, ovvero di quelle popolazioni che stanno subendo sulla propria pelle le conseguenze di ciò che riempie di felicità la gente come Rastani.
Euro, finanza, banche, non sono elementi separati ma tasselli di un medesimo mosaico; sono componenti essenziali di un modello di sviluppo economico, quello occidentale, ormai adottato ob torto collo ovunque nel mondo. Si tratta quindi di mettere in discussione un’idea, non singoli aspetti. Cancellare un solo tassello non basta a rendere invisibile il mosaico. I giovani americani che poco tempo fa hanno protestato a New York, di fronte a Wall Street, non contestavano solo la borsa Usa, ma il simbolo e Sancta sanctorum di un sistema che ha sacrificato la politica, e con essa il concetto stesso di democrazia, sull’altare dei profitti e della libera circolazione del denaro e degli scambi. E c’è da credere che questo sia solo l’inizio. A quanto pare stiamo per arrivare a un crocevia della storia, e conviene fare attenzione a non farsi spingere sulla strada sbagliata.

Marco Bombagi

Commenti
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Noto (Registered) 08-10-2011 16:23

Bella analisi! E quindi?! Che fare?!
daniela (IP:151.42.63.114) 08-10-2011 20:49

La voce di Rastani mi è sembrata la voce del sistema che grida le sue ragioni. Tutti vogliono far soldi facilmente e la speculazione finanziaria oggi è attuata dalla grande banca come dal singolo che attua il fai da te in internet. C'è una mentalità diffusa a tutti i livelli, che spiega la fortuna delle macchinette mangia-soldi nei bar, dei video-pocker, delle lotterie, del gioco in borsa.
La speculazione finanziaria in grande stile rientra nella generica etichetta di Mercati, ma dietro ci stanno "persone" che sperano di drenare soldi prodotti da altri verso sè stessi. Persone che si servono di banche, di fondi di investimento, di finanziarie. I potenti che comandano possono essere le 10 famiglie di banchieri potenti, possono essere governi di Stati, ma alla base ci stanno persone consenzienti che ritengono tutto ciò normale.
La lotta alla voglia di speculare oggi non ha confini, ma la presenza di confini non l'eliminerebbe. Occorre combattere gli attacchi speculativi in Italia come in Europa.
Concordo con l'autore dell'articolo quando dice che occorre fare attenzione a non farsi spingere dalla parte sbagliata. Spesso capita di scegliere la parte sbagliata perché è la più semplice, la meno faticosa. Cambiare direzione invece è complicato e si può rischiare l'incoerenza.
h2otonic (Registered) 09-10-2011 15:03

Importante il commento all' outing di Restani da parte di Bombagi per un paio di riflessioni.
La prima e' che non ho notato sollevarsi ondate di interrogativi/commenti dallo stagno dell'informazione nazionale, niente ,neanche un'increspatura, nonostante l'obbiettiva importanza di questa anche per il personaggio. Lo stesso dicasi degli amalgami politico-sindacali autoistituzionalizzatisi.
La seconda e' implicita negli scritti di Noto e di Daniela: riguarda la grande incognita che sempre accompagna i salti epocali.
Non e' solo per scontata coerenza, coerente malafede o ignoranza scontata che si auspicano tappulli ,virate di bordo, adattamenti e sacrifici; credo che alla base di questa velenosa prudenza vi sia per molti l'impossibilita' di trovare una risposta accettabile alla domanda CHE FARE?
Pero':
solo ad immaginare rimedi per poter procedere al saccheggio morale e materiale del Cosmo (micro e macro), ci rendiamo ancora piu' vittime e colpevoli.
Se poi ci si rende conto che i cosidetti rimedi non possono che essere a scadenza, allora cercare soluzioni vuol dire essere ancora piu' folli di coloro che osano immaginare ben altro.
In questo BENALTRO non sono contemplate filosofie,teorie o predizioni.
Questo BENALTRO tiene conto solo delle ricadute sull'Uomo e sul suo Ambiente di tutto cio' che e' stato fino ad ora, nel bene e nel male.
Questo per evitare ,molto semplicemente e solo per fare degli esempi, fughe dalla realta' quali immanentismi planeteri, tragici equivoci riguardo al progresso ed a i suoi derivati, e negato riconoscimento /accettazione della nostra natura sacramente animale.
Non sara' facile ne' indolore, purtroppo.
Giovanni Marini (Registered) 11-10-2011 23:30

Il signor Rastani non è un trader né lavora per una istituzione finanziaria.
Qui la sua intervista a The Telegraph:
http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/8792829/BBC-financial-expert-Alessio-Rastani-Im-an-attention-seeker-not-a-trader.html
E qui i commenti su un forum di finanza:
http://www.finanzaonline.com/forum/macroeconomia/1346366-alessio-rastani-qualcuno-sa-chi-e-sto-5.html

Con tutto il rispetto non vedo quale particolare interesse abbiano le opinioni di costui presentato come un insider dei meccanismi finanziari. Che poi esprima delle opinioni abbastanza diffuse è un altro discorso. Queste opinioni però andrebbero supportate da fatti e argomentazioni e non basarsi sulla supposta autorevolezza di personaggi discutibili.
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