Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
Io sto con chi resiste PDF Stampa E-mail

4 luglio 2012

Image

Testo del 16-1-2012 ripreso dal blog di Alessio Mannino, Asso di Picche (N.d.d)      

C’è chi mi chiede: ma tu, da che parte stai? Ho scritto e riscritto ad nauseam che destra e sinistra sono categorie superate dalla storia, tenute in vita dall’inerzia politico-psicologica di massa che fa comodo ad un sistema di potere oligarchico neutro, post-ideologico, mondializzato e senz’anima, una megamacchina tecnocratica e finanziaria che dei vecchi schemi progressisti/conservatori se ne infischia e ingloba tutto in nome dell’unico dio, lo Sviluppo irragionevole e infinito. L’Ottocento è morto, il Novecento non si sente bene ma qui ci si combatte ancora fra fascisti e antifascisti, fra comunisti e anticomunisti come se il tempo si fosse fermato.

Il teatro dei fantasmi non mi interessa, e un giudizio realistico e scevro di pregiudizi non può che indurre a schierarsi caso per caso. Secondo i propri valori di fondo, certo, che per me si riassumono nella prevalenza dei valori ideali su quelli materiali, economici, utilitaristici del denaro virtuale, motore della globalizzazione. Chi resiste a questo Leviatano tecnocratico e anonimo mi diventa automaticamente simpatico. Pertanto, fatti tutti i distinguo che occorrerebbero se analizzate una ad una, in ciascuna situazione “calda” del mondo farei certe scelte e non altre. Negli Stati Uniti d’America, baricentro del pianeta globale, starei con Ron Paul, repubblicano, libertario, avversario implacabile dello strapotere bancario, isolazionista. In Venezuela starei con Hugo Chavez e il suo socialismo bolivariano. In Perù con Evo Morales e il suo socialismo indio. In Argentina con Christina Kirchner e la sua autarchia economica. In Francia appoggerei  Arnaud Montebourg, della sinistra del Psf, uno dei pochi politici europei a porre la questione della mondializzazione come problema a monte di tutti i problemi. In Ungheria, ingoiando il rospo di certi eccessi di rivalsa contro gli eredi dell’epoca comunista, sarei col governo nazionalista di Viktor Orban, che vuole liberare il suo paese dalle mire strangolatrici della Bce e del Fmi. A Cuba, sia pur mal sopportando, da guevariano quale sono, la gerontocrazia fidelista, affiancherei chi vuole mantenere un’identità alternativa al capitalismo, anche se finalmente dando libertà di iniziativa al singolo come ha cominciato a fare Raul. In Afghanistan mi batterei coi partigiani Talebani del Mullah Omar. In Palestina mi iscriverei ad Hamas, in Egitto probabilmente ai Fratelli Musulmani. In Iran, non so se con Ahmadinejad o con Kamenei, ma di sicuro lotterei per il mio orgoglio persiano prima ancora che islamico. In Gran Bretagna starei con Nigel Farage e il suo tradizionale anti-europeismo british. In Irlanda del Nord sarei indipendentista con l’Ira,  in Cina tenterei, coi mezzi che ho, di resistere al regime (Tibet libero!).

E in Italia? In Italia non c’è una forza politica che concentra in sé abbastanza ragioni da convincermi a sostenerla, sempre, beninteso, con senso critico e libertà intellettuale. Ce ne vorrebbe una che assommasse le due grandi questioni aperte specifiche della società italiana: la questione locale (autonomie locali, un vero federalismo) e la questione sociale (che è comune a tutti i paesi occidentali e si tradurrebbe nel porre fine alla dittatura della finanza, secondo un ideale ecologico e comunitario).  

Alessio Mannino

 

Commenti
NuovoCerca
willon@libero.it
willon (Registered) 16-07-2012 10:08

ti cito passo passo, perché alcune cose mi sembrano davvero assurde:
Negli Stati Uniti d%u2019America, starei con Ron Paul, repubblicano, libertario, avversario implacabile dello strapotere bancario, isolazionista.
R. paul è vicino a posizioni di anarcocapitalismo alla rothbard, roba reazionaria e dogmatica, punto. non è necessario sposare le sue tesi per ritenere sacrosanto che un abanca che è insolvente debba fallire o essere nazionalizzata e non ricevere sussidi restando in mano ai suoi stessi carnefici. e il suo isolazionismo significa solo niente politiche di trattati commerciali ma libera circolazione totale di merci e capitali. nessun movimento migratorio di persone.

In Venezuela starei con Hugo Chavez
direi che si commenta da sè, è solo un dittatore autocrate, come si possa simpatizzare per un dittatore per me resta misterioso.

In Perù con Evo Morales e il suo socialismo indio
forse un po' meglio, ma come sopra con patate. il socialismo è statalismo e come tale uno dei frutti più indigesti della modernità.

In Argentina con Christina Kirchner e la sua autarchia economica.
populismo plutocratico statalista distillato all'ennesima potenza. robaccia come sopra, più di sopra.

In Francia appoggerei Arnaud Montebourg, della sinistra del Psf...
in francia preferirei la le pen a questo punto, se il fn non fosse una cloaca anch'essa di fascisti e nazionalisti indigeribili.

In Ungheria, ingoiando il rospo di certi eccessi di rivalsa contro gli eredi dell%u2019epoca comunista, sarei col governo nazionalista di Viktor Orban...
altro ultranazionalista, i nazionalisti sono sono un pericolo costante per chiunque creda davvero nell'autonomismo territoriale etc etc...


A Cuba, sia pur mal sopportando, da guevariano quale sono, Raul...
va beh... lì c'è ben poco da scegliere.

In Afghanistan mi batterei coi partigiani Talebani del Mullah Omar...
l'Afghanistan merita l'indipendenza dagli occidentali invasori, ma i talebani...
ma davvero o sei con gli americani o con i talebani?...

In Palestina mi iscriverei ad Hamas,
senza parole.

in Egitto probabilmente ai Fratelli Musulmani.
forse la scelta che preferisco tra tutte.

In Iran, non so se con Ahmadinejad o con Kamenei, ma di sicuro lotterei per il mio orgoglio persiano prima ancora che islamico.
Kamenei senz'altro, l'altro è uno schifoso. chi nega l'olocausto è uno schi-fo-so. Kamenei non si è permesso.

In Gran Bretagna starei con Nigel Farage e il suo tradizionale anti-europeismo british.
ma sì. mi è simpatico, laburisti e conservatori fanno veramente ribrezzo, tutti. in tutto il regno unito voterei solo indipendentisti, ovunque.

In Irlanda del Nord sarei indipendentista con l%u2019Ira,
applausi scroscianti, perfettamente d'accordo.

in Cina tenterei, coi mezzi che ho, di resistere al regime (Tibet libero!).
idem come sopra.

sull'italia, scriverò a parte un'altra volta.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 16-07-2012 11:04

In politica come nella vita di ogni giorno si è quasi sempre costretti a scegliere il meno peggio, non il meglio. Credo fosse questo lo spirito della presa di posizione di Mannino
willon (Registered) 16-07-2012 14:03

si può anche decidere di non scegliere.
altrimenti tutto si trasforma nel giochino "cosèdidestracosèdisinistra" per autocollocarsi e sentirsi gratificati dall'aver messo un pochino di ordine mentale tra i propri pensieri. per dire, sono contro l'imperialismo plutocratico americano, ma odio i talebani fino al mio midollo e odio il regime iraniano. si fa presto a parlare quando non si è mai vissuto neanche un giorno della propria vita sotto certi regimi. l'interventismo occidentale è un'altra faccenda.
se tutto si riduce al nemico del mio nemico è mio amico, l'antimodernismo allora è una barzelletta.
ma del resto, già le simpatie per la decrescita felice dimostrano che l'antimodernismo così come viene ultimamente declinato, sta trasformandosi in una battuta di spirito, un po' troppo lunga e ripetitiva.
certe cose non funzionano neanche come provocazione intellettuale, tanto sono deboli sotto ogni profilo.
eppure resto antimodernista. credo...
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 16-07-2012 17:04

La decrescita (senza aggettivi: lasciamo stare la felicità) è fuorviante solo se la si intende come un ecologismo radicale. Tornare all'orticello, viaggiare a dorso di mulo, investire solo nelle piste ciclabili...Se la intendiamo nel modo giusto, come mentalità nuova e stile di vita opposto a quello che sta devastando il mondo, è un cardine dell'antimodernità correttamente intesa.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >