Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
L'implosione dell'Occidente PDF Stampa E-mail

7 agosto 2012

Estratto di un’intervista concessa a E.Barraco e L.Cancelliere e apparsa su Rassegna di Arianna del 3-8-2012 (N.d.d.)


  l'Italia e gli altri Stati Nazionali europei umiliati e espropriati della loro sovranità dalla Banca Centrale Europea, dalla Commissione di Bruxelles, dai "mercati finanziari" e dalle "agenzie di rating"  (leggasi speculatori internazionali), dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale hanno qualche possibilità di sopravvivenza o debbono rassegnarsi a lasciare il proscenio della Storia ad altri popoli più giovani e combattivi?

 L’Europa è nata male, doveva nascere prima politicamente e solo dopo economicamente. Ma questo non era possibile perchè gli Americani non ce l'avrebbero permesso. Adesso la mia formula per l’Europa è questa: unita, neutrale, armata, nucleare e autarchica. In questa formula l’aggettivo più importante è autarchica: l’Europa avrebbe, volendo ragionare in questi termini, la popolazione, il mercato e il “know-how“ sufficienti per fare da sola. Naturalmente ciò comporterebbe una diminuzione dello sviluppo. Ma allo stesso tempo ci metterebbe al riparo dagli effetti più devastanti della globalizzazione. Questa è un'ipotesi possibile, nel senso che se ci fosse la volontà politica si potrebbe fare. Ma siccome continuiamo ad essere tributari degli Stati Uniti d’America, non mi sembra che in concreto sia possibile. Molto dipende dalla Germania e dal Regno Unito.  Cioè, se il Regno Unito  decide di abbandonare questo legame atavico con gli Stati Uniti d’America e si unisce all’Europa, allora si può fare un’Europa del tipo che dico io, in grado di difendersi. Dico che deve essere armata e nucleare non per aggredire nessuno, ma per non essere dipendente dalla difesa altrui che naturalmente viene pagata a caro prezzo, come abbiamo visto in questi 50 anni.  

Lei ritiene che, in qualche misura, il "Movimento 5 Stelle" di Beppe Grillo possa farsi portavoce, almeno in parte, di qualcuna delle istanze cui Lei ha dato voce con i suoi libri e i suoi articoli e che ha cercato di organizzare politicamente con il "Movimento Zero"? Qual è il suo giudizio sui principali soggetti del panorama politico italiano? 

Anche se molte cose mi dividono dal Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo è un mio amico personale da 30 anni. I rischi per Grillo verranno dopo, nel senso che il sistema ingloba e distrugge i suoi oppositori. Come è successo alla Lega, che alle origini era contro la partitocrazia, la globalizzazione e anche contro le lottizzazioni politiche, ma che nel giro di alcuni anni è diventata un partito come gli altri. Il rischio che corre il Movimento 5 Stelle è esattamente questo. Stiamo a vedere, per il momento è l'unico movimento che si distingue in modo netto dalla partitocrazia che abbiamo vissuto per 30 anni. Quanto alle altre forze politiche, io credo che verranno azzerate o quasi alle prossime elezioni, sia in conseguenza di un'astensione notevole sia per la crescita dello stesso movimento di Grillo. Le vecchie forze politiche, ciascuna per la propria quota, portano su di sé la responsabilità di 30 anni di malgoverno, malaffare, soprusi e abusi. Con Berlusconi c’è stata anche una devastante campagna di delegittimazione della magistratura. Forse Mani Pulite avrebbe potuto frenare ancora in tempo utile la frana che ci sta crollando addosso oggi. Ecco, quindi penso che i vecchi partiti verranno quasi azzerati, lo spero perlomeno. 

 Lei ritiene che l'immigrazione extraeuropea, in particolare islamica (ferma restando, da parte nostra, la più profonda repulsione per l'anti-islamismo "occidentalista" in voga in certi ambienti politici europei) possa essere una minaccia mortale per l'identità e la sopravvivenza dei popoli europei? Può l'identità etnica essere un punto fermo da cui ripartire per ricostruire un mondo migliore?

 Io non credo ad una minaccia islamica, nella misura in cui noi la smettiamo di aggredire l'Islam. Se non vado errato, ci sono decine di migliaia di soldati occidentali sul suolo islamico. L’Afghanistan è l'esempio più evidente e clamoroso, poi c’è  l'Iraq, adesso la Siria, poi si vuole aggredire il Mali perché è diventato islamico e quindi si dice che è controllato da Al Qaeda. Ma Al Qaeda non esiste, è un'invenzione occidentale. Quindi noi potremmo avere anche una buona convivenza con l'islam, se col nostro radicalismo non lo radicalizzassimo a sua volta. In quanto all'identità, possiamo dire che la questione in Italia è nata con la Lega, contro l'utopia illuminista e volterriana dell'uomo cittadino del mondo. Quella dell’identità è certo una questione che si affermerà sempre più, perché l'uomo ha bisogno di radici. Bisogna vedere come questo si può conciliare eventualmente con la società multietnica. Ma è anche vero che se smettiamo di invadere e depredare gli altri paesi le migrazioni cesseranno. Non si erano mai visti neri dell’Africa Centrale venire verso l’Europa e qui non parliamo di Islam. Eppure le navi qui esistevano anche prima. L'Africa è stata trasformata in un cimitero proprio dal nostro modello di sviluppo. 

 Secondo Lei il mondo nato dalla Rivoluzione Francese, dal pensiero scientifico moderno e dall'industrializzazione è l'antitesi o - come avrebbe sostenuto il suo amato Nietzsche -  il completamento dell'Europa cristiana sorta sulle ceneri di quella pagana? E in questo senso, i movimenti religiosi e culturali identitari neo-pagani che affiorano in tutto il vecchio continente potrebbero essere un sintomo del ripudio dei valori che hanno caratterizzato l'Europa del XIX e del XX secolo?

 Reazioni al mondo nato dalla Rivoluzione Industriale ce ne sono e si avvertono, nonostante siano ancora di nicchia e variegate al loro interno. E’ comunque certo che questo tipo di vita che facciamo è concepibile quando le cose economicamente vanno bene: comunque provoca disagio, stress, depressioni, nevrosi, e come tale viene percepito dalle persone. Però non credo che saremo noi a rovesciare il modello, ma sarà il modello a implodere da solo. 

 Come ha dimostrato la spietata e sincera introspezione di "Ragazzo. Storia di una vecchiaia", Lei non coltiva facili illusioni. Non pensa che oltre alla dimensione salvifico-consolatoria delle religioni rivelate, possa esistere una via magica e attiva alla conservazione e sublimazione della propria sostanza spirituale, come teorizzava un autore a Lei ben noto, Julius Evola? 

Non credo a un futuro metafisico. Naturalmente questo è un dramma per tutti e secondo me le religioni sono nate per lenire l'angoscia di morte dell'uomo, che è l’unica creatura vivente che ha la lucida coscienza di avere una fine. Le illusioni sono importanti per la vita dell'essere umano, ma io credo che sempre illusioni restino.
 

Massimo Fini 

 

Commenti
NuovoCerca
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 07-08-2012 23:10

Sovranità nazionale politica e monetaria oppure una diversa Unità Europea? Come giudicare il Movimento di Grillo? Identità etnica o multiculturalismo? Adesione attiva a movimenti di contestazione o attesa del crollo del sistema per sue contraddizioni interne? Questi sono i grandi interrogativi dei nostri anni,alternative fra le quali rischiamo il disorientamento. La presa di posizione del nostro fondatore è un contributo molto importante per fare chiarezza.
Wolfram (IP:151.25.122.60) 14-08-2012 09:39

"Non credo a un futuro metafisico".

Peccato!
Ci si lamenta che le Azioni e le Reazioni siano ancora di nicchia o variegate e non ci si accorge che le apparenti sfumature che dividono (le ciambelle di salvataggio) siano invece "paletti" così enormi da risultare crepe profondissime.
E' proprio, invece, nel saper far proprio il concetto di unione (e visione) tra Sacro e profano, materia e Spirito, fisico e Metafisico che si nasconde la soluzione, soluzione sia personale che comunitaria.
Quindi non cedere all'attuale recente visione progressista della vita (inflammata a suo tempo dallo stesso cristianesimo ed avvalorata dai contemporanei processi di decadenza) ma sintonizzarsi sul quel "tutto è eterno e tutto ritorna" del qui ben apprezzato Nietzsche.
Ricordo che "re-ligo" è un termine latino di largo uso tra le genti indo-europee di stanza a Roma riabilitato successivamente dai cristiani alterandone il significato.
Rileggere l'atto, tramandare il rito(quindi essere parte attiva di una ben precisa Azione) e non legare, vincolare fideisticamente (cioè passivamente) alla divinità.
Quindi, per finire, continuare sulla strada da Noi intrapresa ma coscienti di esistere per destino in un momento storico "difficile" che altrimenti non poteva essere e consapevoli di un non lontanissimo risvolto di matrice opposta e benefica sul piano di vita terrena.
Saluti.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 14-08-2012 17:04

Non sono abilitato a presentarmi come l'interprete del pensiero di M.Fini, ma penso che quando dice di non credere a un futuro metafisico intenda la sopravvivenza dell'anima individuale. Con questa precisazione, forse la visione del mondo di Wolfram non è incompatibile con quella di Fini.
Gaetano (IP:79.2.73.73) 15-08-2012 08:24

Ho sempre apprezzato il pensiero di Massimo Fini, soprattutto la sua pars destruens, la sua capacità di analisi spesso tagliente e corrosiva. Ma al contempo, mi ha sempre lasciato perplesso il suo giudizio sulla spiritualità. E l'ultima risposta data dimostra l'abisso che separa un critico "laico" della modernità quale è Massimo Fini, dai grandi filosofi tradizionalisti come Evola, Guenon, etc.. questi sì davvero radicalmente antagonisti della decadenza occidentale, in quanto producenti una critica che parte dalle fondamenta della crisi del mondo moderno.
A mio parere, vi è un errore nell'ultima domanda posta da "Arianna". Se a Fini Evola fosse "ben noto" non avrebbe mai potuto dichiarare che le religioni sono illusioni.
Di conseguenza, mi permetta Luciano Fuschini di dissentire sulla compatibilità della visione espressa da Wolfram con le posizioni di Fini (pur non essendo anch'io abilitato a presentarmi come interprete del pensiero di Fini, ma basandomi sulla lettura delle sue opere), le quali, se pure apprezzabili sul piano della riflessione critica verso questa realtà, non raggiungono la profondità e le vette dei già citati autori della Tradizione.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 15-08-2012 14:10

Evola e Guenon, facendo risalire le cause della decadenza a epoche antichissime, precedenti l'antica Grecia e l'antica Roma, si trasferiscono su un piano mitico, secondo una costruzione intellettuale affascinante ma scarsamente documentabile, se non su reperti archeologici e relitti filologici interpretabili in tanti modi. Fini, facendo risalire la nostra decadenza al Settecento della rivoluzione industriale, dela rivoluzione francese e dell'illuminismo, le cui radici del resto risalgono al Rinascimento e al Seicento, fonda la sua analisi critica su un terreno più solido e la rende spendibile anche politicamente, il che non si può dire delle costruzioni vagamente visionarie di Evola.
Wolfram (IP:151.25.122.60) 15-08-2012 19:01

Oltre a quotare Gaetano, aggiungo;
Evola e Guenon (per rimanere ad i più noti) sono stati Sapienti Testimoni di quanto tramanda la Tradizione Primordiale (forse universale) ne più e ne meno di altri loro predecessori fino ad arrivare ai tempi in cui la storia sfuma nel Mito.
Mito, Simbolo e Rito son più di quanto si possa immaginare nel saper profondere Verità, bisogna solo saper ri-appropriarsi di certi concetti utili alla realizzazione della propria Vocazione.
D'altronde se Fini, giustamente, da inizio alla fase di decadenza a partire dall'illuminismo, altri han detto la stessa cosa ben prima di lui dimostrando inoltre come l'avvento del suddetto sia solo stato la risultante finale di un processo molto più antico.
"Tenersi in piedi" non è un esercizio meramente intellettuale, ma è il risultato di un esistenza condotta con uno STILE ed un CARATTERE orientati al Sacro. Bisogna essere coscienti che l'esistenza è una continua sfida tesa verso la conoscenza di se stessi e del piano metafisico, solo una lotta che ancor prima di essere materiale è esclusivamente spirituale ci permette di operare una reale modifica del nostro stile di vita necessaria alla vittoria nella rivolta contro il mondo moderno.
I mezzi c è li abbiamo, che ognuno di Noi sia lo scultore del proprio essere ritrovato.
Wolfram (IP:151.25.122.60) 15-08-2012 19:49

Vorrei precisare, comunque, che quanto è stato detto finora non determina un allontanamento in toto dalle vedute (e soprattutto dagli intenti) dell%u2019intervistato o dal suo giornale quale punto d%u2019incontro, semmai una critica costruttiva tesa ad una miglioria dei risultati che si vorrebbero raggiungere.
Ci si rammarica, infatti, che per aver una visione integrale della questione ci si debba appoggiare altrove quando, invece, sarebbe utile ed essenziale (quanto esemplare) far quadrato in un unico posto in modo che non ci sia dispersione della dovuta necessaria attenzione.
Buona continuazione.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >