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Parliament addicted PDF Stampa E-mail

18 Novembre 2012

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Da il-main-stream-blogspot, ripreso da Rassegna di Arianna del 12-11-2012

Per capire “a che punto è la notte”, vale la pena di leggere Diliberto.
E' notevole il passaggio nel quale Diliberto spiega che “solo una cosa c’è in ballo: se non torniamo in parlamento, altri cinque anni così consegnano i comunisti all’inesistenza”. Per cui a qualunque costo e in qualsiasi modo, loro devono tornare in Parlamento. Non ne possono fare a meno. Senza una poltrona parlamentare vanno in crisi di astinenza. Comunisti parlamentodipendenti. Parliament addicted, si potrebbe dire in questi tempi di imperante anglofilia.
Lo ammetto, prendersela con i Comunisti Italiani può apparire manifestazione di scarsa pietas.
Per cui non voglio usare toni indignati od offensivi. Ormai comincio ad “avere un'età”, come si suol dire, e non ho riserve infinite di indignazione. Tutta quella che potevo impiegare nei confronti di Diliberto e soci l'ho consumata al tempo della guerra di aggressione alla Jugoslavia, quando, lo ammetto, ho perso un po' del mio aplomb di fronte allo spettacolo surreale di un Partito Comunista che partecipa ad un'aggressione imperialistica dichiarandosi ovviamente ora e sempre antimperialista, di militanti che agitano bandiere rosse e pugni chiusi contro le guerre della NATO mentre i loro dirigenti partecipano ad un governo che fa la guerra della NATO, di politici e intellettuali che si producono in capriole dialettiche mentre le bombe esplodono su Belgrado.
Cerco quindi di esprimere nella maniera più fredda possibile un giudizio politico sulla scelta del PdCI di cercare un'alleanza col PD.

 Siamo oggi di fronte, col governo Monti, al più massiccio attacco ai diritti  e ai redditi del mondo del lavoro e dei ceti subalterni che sia mai stato tentato nella storia della Repubblica Italiana. Questo attacco ha come unico risultato possibile una spaventosa regressione civile, un immiserimento economico, culturale e umano, che si riassume nell'espressione coniata dall'economista francese Bernard Conte: “terzomondizzazione” (“Tiers-mondialisation”). Il PD di Bersani è parte integrante di questa azione nefasta, come è evidente dal fatto che esso sostiene il governo che la compie (mi scuso con i lettori di questo blog per dover dire simili ovvietà, ma qui, come ho ricordato, stiamo parlando di gente che mandava i cacciabombardieri su Belgrado dichiarandosi contraria all'imperialismo USA), per cui un qualsiasi progetto di alleanza col PD, specie se fatto da forze politiche di piccole dimensioni, non potrà che seguire il solco già tracciato dal governo Monti. I Comunisti Italiani si stanno quindi proponendo come coloro che agiteranno bandiere rosse e pugni chiusi e nello stesso tempo collaboreranno alla distruzione della civiltà e della democrazia di questo paese (allo stesso modo, appunto, nel quale tredici anni fa agitavano bandiere rosse e pugni chiusi mentre partecipavano all'aggressione imperialistica contro la Jugoslavia).
Questa è la sostanza dei fatti. A scanso di equivoci, preciso che ritengo ovvio e naturale che una forza politica anticapitalistica cerchi uno spazio in Parlamento, e delle alleanze per arrivarci. Ma non lo si può fare a qualsiasi prezzo e a prescindere da ogni analisi della realtà. Una tale analisi è alla portata di qualsiasi persona di normale intelligenza e media cultura, e porta alle conclusioni sopra indicate.
 

Ma come ho detto all'inizio, è inutile arrabbiarsi. Si tratta, in fondo, solo di un ristretto gruppo di militanti e politici di professione che ha deciso di vendere un patrimonio simbolico (bandiere rosse, falci e martelli, dotte citazioni di Marx e Lenin e Gramsci e quant'altro, serissime analisi marxistosociostoricoeconomicogeopolitiche e tutto il resto della chincaglieria di ogni partito comunista che si rispetti) in cambio di qualche posto remunerato dentro all'apparato della politica. Perché arrabbiarsi? E' una onesta compravendita. Loro si vendono al PD, il PD fa i suoi calcoli se conviene comprare oppure no, se il baratto si conclude il PD raccatta  un po' di voti e l'apparato dei Comunisti Italiani ottiene i posti che gli garantiscano le “quattro paghe per il lesso” di carducciana memoria.
In fondo oggi un Diliberto che dichiara tranquillamente che l'alfa e l'omega della propria strategia politica è il ritorno in Parlamento, fa quasi simpatia. Si tratta della stessa squallida operazione di Vendola, ma almeno Diliberto è più sincero.

Marino Badiale

 


 

Commenti
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Noto (Registered) 18-11-2012 23:12

se si creassero in Italia due soli partiti come negli Stati Uniti, quale sarebbe lo scandalo?! A cosa serve un partito che si vanta ad ogni elezione di passare dallo 0.2% allo 0.3%?! Serve solo a fare testimonianza di purismo, mentre Roma brucia! Il problema è che il comunismo non piace ed evoca nella gente i peggiori turbamenti e quindi presentarsi, oggi, con la falce e il martello, strumenti che poco si usano ormai, ahimè, risulta essere grottesco e anacronistico! Le stesse percentuali si possono utilizzare per creare una corrente in un grande partito e giocarsela, forti del proprio consenso e delle proprie proposte, in occasioni di congressi e primarie. Se i programmi risultano graditi alla gente, si può completamente ribaltare la linea politica di un grande partito della sinistra, intervenendo più concretamente sul campo, piuttosto che stare affacciati alla finestra a sventolare simboli buoni per un museo dedicato al '900! Stare in un partito grande a fare la minoranza combattiva, è molto più utile che stare in una saletta a commemorare il ritratto di Lenin, perché nel primo caso, si partecipa attivamente e si può correre il rischio di diventare maggioranza, mentre nel secondo si può fare solo folklore.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 18-11-2012 23:28

Il ragionamento di Noto sembra convincente, ma è confutabile coi dati dell'esperienza. In Inghilterra effettivamente il grande partito laburista ha al suo interno diverse correnti, perfino una trotzista. Resta il fatto che sono insignificanti e invisibili, condannate a condividere di fatto scelte come quelle, guerrafondaie e acquiescenti verso il mercato, del partito laburista di Blair. E quello attuale non è molto migliore. Se piccoli partiti che si richiamano a esperienze per noi fallimentari ma per loro riproponibili pensano di avere un futuro, sarebbe meglio per loro che mantenessero un'orgogliosa autonomia in attesa di tempi in cui potrebbero avere ancora qualcosa da dire.
Noto (Registered) 18-11-2012 23:38

i dati dell'esperienza dicono che il peggior partito laburista inglese o socialista francese sono nettamente migliori del Pd nostrano e dei ridicoli partitelli della sinistra che solo in Italia si chiama radicale. E questo perché le anime comuniste, non si accontentano, in quei paesi civili, di fare testimonianza, ma si sporcano le mani e cercano di spostare anche se minimamente l'asse a sinistra e infatti la sintesi socialdemocratica che se ne ricava è lontana anni luce dal liberismo che impera nel nostro Paese.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 19-11-2012 10:55

Concordo con l'aggettivo "ridicoli" attribuito ai partitelli della sinistra e col duro giudizio sul PD. Invece non vedo alcun motivo per una sia pur minima rivalutazione del laburismo inglese e del socialismo francese, privatizzatori come il PD e con una vocazione imperialista che ora Hollande manifesta insistendo per un intervento arnmato in Siria, analogo a quanto fece Sarkozy in Libia. Alla larga da questa gente.
Noto (Registered) 19-11-2012 12:03

Non sono un tifoso del partito socialista francese nè del laburismo inglese. Dico solo che in termini di efficacia, l'operato di un comunista vero all'interno di quei partiti è nettamente superiore a quello dei nostri comunisti che oltre a stare fuori dal Parlamento, devono osservare le politiche neoliberiste del Pd. La testimonianza aventiniana non mi ha mai attratto e preferisco sempre chi si batte, cercando di raggiungere un compromesso senza svendere le proprie idee. Alla fine, se in un grande partito si hanno opinioni differenti e si vota, significa che c'è vera democrazia! Alla fine, nessuno impedisce al singolo deputato di dissentire e quindi in sede di votazione di atti importanti, può sempre votare liberamente in linea col proprio pensiero. Se poi. si ha paura che il voto del singolo deputato possa far cadere un governo, significa che la mozione di quel deputato non è proprio così minoritaria e quindi anche chi vuole dare un indirizzo esclusivamente neomercantile e guerrafondaio ad un partito di sinistra, deve inchinarsi. Il concetto tendente a mettere i puri da un lato e i cattivi dall'altro è stato smentito anche dall'esperienza. Il caso Di Pietro docet!
ul.lucio (Registered) 25-11-2012 13:03

Classico esempio di OPPORTUNISMO PARLAMENTARE.
Massima solidarietá al povero Marx, di sicuro, il personaggio storico che ha raggiunto il record mondiale di rigiri tombali!....
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