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Manicheismo PDF Stampa E-mail

24 Novembre 2012

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Prima ancora che col ricatto finanziario e coi bombardieri, gli USA hanno conquistato il globo diffondendovi la loro concezione del mondo. Per farlo hanno avuto la genialità di comprendere che non ci si impadronisce del  profondo sentire delle genti  con la propaganda politica, ma in modo più subdolo e mediato, agendo sui sentimenti e sull’immaginario collettivo. I veicoli che hanno permesso questa penetrazione sono stati la musica popolare, dal jazz al rock al pop, e, soprattutto, il cinema. Hollywood è la più straordinaria macchina propagandistica che sia stata concepita e attivata. Più ancora dei film di guerra, molti dei quali esplicitamente propagandistici, furono i western a fare breccia nell’immaginario collettivo. Rispondevano a uno schema obbligato, con rare eccezioni che servono soltanto a confermare la regola assecondando i gusti di un pubblico più colto e smaliziato ma sostanzialmente innocuo perché netta minoranza.

Lo schema è quello del Bene che lotta contro il Male, del Buono che alla fine affronta in duello il Cattivo, pellerossa o bandito che sia. Il Bene contro il Male, il Buono contro il Cattivo, e dentro i panni del Buono giustiziere si avverte tutto il mondo di valori degli States: individualismo, competitività, il farsi strada da soli con la propria volontà e le proprie virtù morali.  Ci siamo imbevuti di quegli stereotipi, noi e gli europei tutti, e poi gli africani e gli asiatici. Li abbiamo assorbiti inavvertitamente e per ciò stesso più in profondità, mentre di un esplicito messaggio politico ci saremmo sbarazzati più facilmente. Allo stesso modo la pubblicità commerciale e le trasmissioni televisive di intrattenimento sono più pericolosi veicoli di mentalità e di modelli di vita di quanto non sia la propaganda politica esplicita. 

Il Bene contro il Male, il Buono contro il Cattivo: un manicheismo che sembrerebbe venire da archetipi della psiche universale, da un linguaggio universalmente comprensibile perché radicato nel profondo dell’animo umano. Non è esattamente così. Non lo era nella letteratura dell’antichità classica. Lo schema strutturale dell’Iliade è a ben vedere l’ispiratore di tanti western. Il grande eroe Achille si sottrae alla battaglia perché gravemente offeso, come tanti pistoleri del west solitari, apparentemente cinici, dal misterioso passato. Achille tornerà al combattimento per vendicare l’amico fraterno Patroclo, ucciso dal troiano Ettore. Tanti pistoleri del west usciranno dal loro alone di mistero e di solitaria scontrosità per dedicarsi a una causa, sia essa la vendetta o l’affermazione della giustizia. Ma il greco Omero, o chi per lui abbia composto l’Iliade, non mette di fronte il Buono, il greco Achille, e il Cattivo, il troiano Ettore. Il lettore, o l’antico fruitore del canto, è invece portato a provare simpatia e pietà per la sorte di Ettore, figura nobile di eroe tenero con moglie e figlio, pronto  a sacrificarsi per la sua patria. Anche nell’Eneide di Virgilio la sfida finale fra Enea e Turno non è affatto il duello fra il Buono e il Cattivo. E, per tornare alla letteratura greca, il tragediografo Eschilo seppe calarsi nei panni del nemico persiano. Siamo lontanissimi dai “musi gialli”, prima giapponesi poi nord coreani e vietnamiti, dell’ Hollywood manichea e razzista. 

Si potrebbe pensare che in questo passaggio dalla complessità dolente dei classici alla semplificazione manichea dei moderni abbia avuto un ruolo decisivo il monoteismo. Il Dio unico, che vuole il Bene, non può essere anche la fonte del Male. Ma quel Dio perfettamente buono è onnipotente. Allora come si spiega la presenza del Male in un mondo creato da un Essere onnipotente che vuole il Bene? A livello di religiosità popolare si trova la spiegazione nella figura del Demonio, sorta di divinità del Male. Così, surretiziamente, viene introdotto un Dualismo nella concezione monoteista, anche se il Diavolo è una divinità minore, destinata alla sconfitta finale. Ecco da dove viene lo schema semplificato della lotta del Bene contro il Male. Più attente considerazioni di carattere teologico smentirebbero questa tesi. Nel Corano, il più recente e più esplicito dei Libri Sacri, Satana agisce perché Allah glielo consente. In ultima analisi anche il Male indotto dal tentatore Satana (o Iblìs come talvolta è chiamato in quel testo) rientra nel misterioso progetto divino. Il Corano spesso è apparentemente contraddittorio, ma a saperlo leggere attentamente vi si scoprono versetti di singolare profondità che risolvono la contraddizione. Così sul problema dell’esistenza del Male nel mondo, a tanti versetti che l’attribuiscono al demonio tentatore e all’uomo incline al peccato si può contrapporre la sorprendente e meravigliosa Sura CXIII: “mi rifugio nel Signore dell’alba nascente, contro il male che ha creato...” Dunque anche il Male viene dal Dio unico, come è logico concludere data la premessa di un Dio onnipotente. Non c’è solo il Male come infrazione della legge morale, quel Male che scaturisce dalla libera scelta della volontà. C’è il male come dolore fisico, come sofferenza dell’essere mortale, il male insito nella creazione stessa, quel processo di nascita, crescita e decadimento fino alla morte, processo che è inevitabilmente doloroso, come ben sapevano Leopardi e Schopenhauer, e prima di loro i Greci e il biblico Qoélet. Dunque, anche in un monoteismo che non sia il povero credo di bigotti e beghine Bene e Male sono avvinti in un nodo difficilmente districabile: il reale è complesso e misterioso, le discriminanti sono meno nette e chiare di quanto gli schemi propagandistici vogliono farci credere. 

Per tornare a  Hollywood, oggi la figura romantica del pistolero solitario è desueta. L’iconografia dell’eterno schema manicheo dell’Impero del Bene contro quello del Male, preferisce lo scenario dei Guerrieri quasi automi, con le loro macchine sterminatrici, contro il Nemico non da affrontare in un faccia a faccia fra combattenti che si riconoscono e si rispettano, ma da cancellare dalla faccia della terra: “terrorizza e distruggi” è il motto di questa nuova fase dell’ideologia imperiale. Goebbels non avrebbe fatto di meglio. Niente che venga da Hollywood è ingenuo o innocente. Con questi film si veicola un messaggio che introduce futuribili in atto. Obama nel suo primo mandato seppe frenare l’aggressività di Israele. Si può sperare che lo faccia anche in questo suo secondo quadriennio, ma il marchio che segna la nostra epoca è quello dei mostri meccanici che seminano terrore e morte, un Bene che assume l’aspetto demoniaco del Male. 

Luciano Fuschini        

 

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