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Tutto prevedibile-2 PDF Stampa E-mail

4 Marzo 2013

 

Adesso che le elezioni si sono avute e ne abbiamo visti gli esiti, necessita fare un’analisi. Le mie personali previsioni erano esatte almeno al 90 %, mentre quelle dei giornalisti, degli opinionisti e dei leader politici, erano completamente sbagliate. Poiché mi rifiuto di pensare di essere l’unico genio che aveva previsto quasi tutto, viene quasi da sospettare che in realtà, anche lorsignori sapessero come stavano realmente le cose, ma che preferissero tacerle, e se volessimo farci contagiare dal delirio “complottistico”, persino immaginarci che questi esiti fossero stati pianificati e desiderati. Ma le facce sbigottite dei giornalisti e degli opinionisti, non lasciavano dubbi, così come l’espressione sconcertata dello smacchiatore fallito Bersani; se davvero volessimo credere che recitavano tutti la parte degli increduli, dovremmo concludere che siano tutti attori premi oscar, capaci di calarsi nel ruolo come novelli Stanislavskij. Perciò dobbiamo veramente convincerci che siano una grande massa di fessi, che non avevano minimamente percepito cosa stesse accadendo. Che il Pd stesse perdendo terreno, era evidente, così come la rimonta del PdL era nell’aria. In quanto al “centrino” di Monti, Gianfranco Fini aveva dichiarato pubblicamente che avrebbe ottenuto oltre il 20%. L’ossessione complottistica è spesso alimentata anche dalla sopravvalutazione dell’intelligenza altrui; rifiutandoci di credere che siano tanto stupidi, ci si sforza di trovare delle dietrologie che spesso non ci sono. E, infatti, i manovratori massonici sono talmente bravi a tirare le fila dei loro burattini, che hanno sbagliato tutto. Se credevano che il soggetto montiano avrebbe fatto boom, ponendosi come ago della bilancia per obbligare PdL e Pd a una grande coalizione sotto l’egida tecnica, allo scopo di ricostruire una nuova balena bianca, l’obbiettivo è stato mancato in pieno. E che il Vaticano e i settori cattolici avessero puntato al raggiungimento di quest’obbiettivo, era evidente. Invece, a fare l’ago della bilancia è il Movimento 5 stelle, che naturalmente dopo essere stato irriso e insultato di populismo e fascismo, diventa improvvisamente per Bersani e Vendola un interlocutore credibile, pur di uscire dal guado nel quale si sono infilati; contrariamente ai montiani, però, i grillini rifiutano di dare un qualsivoglia appoggio e così Bersani rimane col cerino in mano.

A cercare una soluzione, ci pensa il machiavellico Massimo D’Alema, che propone scandalosamente all’indagato Berlusconi nientemeno che la presidenza del Senato, naturalmente per ottenere in cambio la propria elezione al Quirinale. Intendiamoci, dal punto di vista tecnico, l’idea di D’Alema è buona: avendo il centrodestra ottenuto la maggioranza al Senato, in virtù del premio di maggioranza che è assegnato su base regionale, è evidente che la presidenza del Senato spetta al PdL. Inoltre “lo scambio” garantirebbe gli interessi nazionali. Infatti, Berlusconi avrà molti difetti, ma che sia dissociato dagli interessi internazionali euromondialisti, è innegabile, e D’Alema è un post-comunista con impronta “nazionalista” e filo arabo-palestinese, al contrario di Monti, Prodi, Bonino e Amato, tutti candidabili al Quirinale, ma che sono riconoscibili come camerieri dei poteri forti internazionali. Tuttavia, dal punto di vista morale, pensare Berlusconi a Palazzo Madama è sconcertante e ad ogni modo a frenare sia il progetto di governissimo dalemiano che l’appoggio esterno grilliano a Bersani, ci pensa il Presidente della Repubblica Napolitano, che immagina invece un esecutivo tecnico, e non si esclude neppure una proroga al governo Monti.

Naturalmente, un’altra possibilità sarebbe quella di formare un governo di minoranza, a guida bersaniana, che andasse a cercare al senato il confronto con tutte le altre forze parlamentari, sulle singole leggi. Questa ipotesi sarebbe la mia preferita e quella teoricamente più logica, ma sembrerebbe che nessuno la voglia percorrere. Del resto sarebbe difficile per il centrosinistra far passare i propri provvedimenti al Senato dove il centrodestra è numericamente avanti e con un Movimento 5 stelle che è pronto alla “guerriglia parlamentare”. Ad ogni modo, Grillo e Casaleggio insistono a ripetere che non faranno accordi con nessuno e sembrano intenzionati a rifiutare la presidenza della Camera. Certo è che il pareggio sostanziale tra centrodestra e centrosinistra genera un’impasse parlamentare che era stata pianificata dai poteri forti, per dare all’Italia quell’instabilità che avrebbe costretto le diverse parti politiche all’inciucio necessario per approvare il piano riformatore desiderato, ma le cose non sono andate esattamente come loro speravano, perché i centristi, alle elezioni, sono andati male e quindi un eventuale governissimo, o la proroga del governo Monti, non creerebbe le condizioni per la ricostituzione del “grande centro”, e soprattutto non metterebbe Berlusconi “fuorigioco”, non potendolo così estromettere da un’eventuale grande coalizione. È improbabile a questo punto che i due partiti principali, Pd e PdL, si spacchino per convergere al centro, come certi poteri forti centristi e vaticani, desideravano. Certo, anche dietro al Movimento 5 stelle ci sono manovre massoniche per controllarlo o condizionarlo, ma sarebbe errato presumere che i poteri forti e la massoneria marcino compatti; in realtà ciascuno va per conto suo, e Casaleggio, pur sognando un Nuovo Ordine Mondiale, ha in mente un mondo completamente diverso da quello sognato dal Vaticano e  da quello, per intenderci, di Rothschild. I “poteri forti” convergono sull’idea di globalizzare la società, ma divergono su che tipo di globalizzazione è necessaria per l’umanità. Se il Vaticano, corrotto da penetrazioni gesuitiche, persegue mondialismi influenzati da esoterismi gnostici “satanico spiritualisti”, dove la figura di Lucifero è vista come colui che si ribella al falso Dio malvagio (il Demiurgo platonico); Rothschild è animato invece da deliri “socialisti” di uguaglianza mondiale e da fantasticherie su un futuro distopico, di orwelliana memoria. Per quanto riguarda Casaleggio, sembra invece un incrocio tra un nerd e un neo hippie, dove intravedendo l’avvento di un’apocalisse sotto il segno “dell’era dell’Acquario”, si pregusta un mondo unificato e pacificato da un’ideologia apollinea ed ecologista.

Trascinato da un’insolita ed eccessiva ondata di ottimismo, Massimo Fini ha scritto un ottimo articolo in proposito dell’esito delle urne, dove però, a mio parere, presenta il fianco a diverse critiche. Immaginare che Grillo e Casaleggio saranno i realizzatori pratici di una politica di decrescita e antimodernismo che contagerà l’Europa e il mondo, è francamente utopistico. Se immaginiamo il grillismo come forza antisistemica destabilizzante, che impone una scossa alla politica e alla “percezione delle cose”, allora restiamo all’interno del perimetro della razionalità, ma se viceversa ci illudiamo che Grillo e i suoi improvvisati parlamentari siano i “rivoluzionari del tradizionalismo”, allora commettiamo un fatale errore. Né Grillo, né i grillini, sarebbero realmente capaci di governare un paese complesso come l’Italia, figuriamoci poi promuovere una nuova visione economica-sociale. Massimo Fini è convinto che si scriverà una nuova legge elettorale e si tornerà alle urne e che questa volta Grillo prenderà tra il 40 e il 50% di consensi, spazzando via gli altri partiti. Anche questo è improbabile; se davvero i grillini dovessero prendere quelle percentuali bulgare, è evidente che andrebbero al governo con la maggioranza assoluta, ma a quel punto, affiorerebbe in modo inequivocabile la loro totale incapacità di governare e porterebbero l’Italia alla catastrofe (cosa forse desiderata da alcune correnti massoniche). Se ha senso (per ora) sostenere il Movimento 5 stelle, è per dare forza a un soggetto politico che fa opposizione al sistema e non sperare che si sostituisca a questo, divenendo a sua volta sistema. Ma soprattutto, Massimo Fini non tiene conto di due importanti fattori: in primo luogo il Movimento 5 stelle è già spaccato e al suo interno c’è la forte corrente dei transfughi della sinistra che vorrebbero l’accordo con il Pd e non è detto che obbediranno agli ordini di Grillo e Casaleggio: potrebbero dare l’appoggio a Bersani e se così non fosse, alle prossime elezioni questa parte di elettorato grillino “collaborazionista” potrebbe non votare nuovamente per Grillo, accusato di “sfascismo”. La seconda considerazione è che Massimo Fini disprezza a tal punto Berlusconi e confonde la sua personale visione con quella degli italiani, da alterare in parte la visione della realtà; Berlusconi non è affatto finito, lo sarebbe stato se i montiani avessero preso tanti voti e avessero costretto i due poli a spaccarsi e a convergere verso di loro. Il cavaliere è nelle condizioni di tornare in sella. È vero che rispetto al 2008 il PdL ha perso molti voti ma rispetto alle ultime elezioni locali e ai sondaggi ha compiuto una rimonta che ha dell’incredibile, una rimonta che io avevo previsto e che a mio avviso, se si tornerà alle urne, continuerà, fino probabilmente a rovesciare i rapporti di forza. Anche perché c’è da scommettere che se approveranno una nuova legge elettorale, Pd e PdL  cercheranno di studiarne una che possa svantaggiare il movimento di Grillo. In tal caso il centrodestra potrebbe tornare a essere maggioranza nel paese, e il Movimento 5 stelle, pur ottenendo un ottimo risultato, non potrebbe completare la sua opera rivoluzionaria. Il rischio per il Movimento 5 stelle, sarebbe che la corrente “di sinistra” del grillismo potrebbe staccarsi e andare con il centrosinistra e tutto tornerebbe alla normalità. O quasi …   

Gianluca Donati

 

 

  

Commenti
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Giovanni Marini (Registered) 05-03-2013 19:01

Da uno che fa previsioni esatte al 90% mi aspettavo qualche indicazione più precisa sul prossimo futuro, in realtà facciamo scommesse. Possiamo inquadrare il problema cominciando dal principale e cioè se la diarchia Grillo-Casaleggio riuscirà a mantenere il controllo sul M5s. Da questo si dipanerà uno scenario anziché un altro. Il M5s si sta ponendo come un'alternativa all'attuale classe politica che si compatterà per annientarlo, vedremo ignobili tentativi più o meno diretti per spaccare il movimento. Considerate le forze in campo la coppia Grillo-Casaleggio ha serie possibilità di uscirne sconfitta Solo una sovrumana forza morale potrà scongiurarla e porre le basi per altre successive vittorie. Ma chi sono realmente gli attuali capi del movimento? Dire come fa Grillo che nel M5s non ci sono capi significa pronosticarne già da ora il fallimento. I capi ci sono e lo sappiamo bene. Successi del genere sono il frutto dell'azione di abili leaders. Se il movimento rimarrà compatto e, oserei dire, idealmente puro secondo me arriverà al potere. E qui sorge l'altra grossa domanda, il M5s sarebbe in grado di governare l'Italia? E che significa governare in un sistema di istituzioni dove le leve reali del potere stanno fuori dal Paese?
Se le posizioni sui temi economici sono quelle espresse nel programma il conflitto è sicuro. Sarebbe in grado di sopravvivere il Movimento ad un trattamento come quello che i mercati hanno imposto al governo Berlusconi? C'è da dubitarne, a meno che il Movimento non si dia inizialmente un astuto programma di profilo più basso e più condivisibile dalle masse, mi riferisco al recupero di quella enorme massa di ricchezza nazionale sequestrata dalla casta dei parassiti e con quella rifinanziare il welfare prima che i parassiti lo smantellino e svendano i beni pubblici per un tozzo di pane. In questo compito forse potrebbe assicurarsi la neutralità dei super poteri sovranazionali.
Il tempo poi potrà riservare delle sorprese, in fondo la granitica élite tecnofinanziaria al potere è fatta di uomini e gli uomini, si sa, sono mortali.
daniela (Registered) 05-03-2013 20:34

Mi riconosco nel commento di Giovanni Marini. Per il momento penso che un profilo basso sarebbe la cosa migliore per M5s. Guardo alla Sicilia come se potesse essere un laboratorio. Anche se l'iniziativa è del Pd succedono cose che in passato non sarebbero successe. Non so se l'abolizione delle Province è cosa veramente buona e se la si farà veramente, però effettivamente si cambia strada.
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