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M.Thatcher fra luci e ombre PDF Stampa E-mail

18 Aprile 2013

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Si è spenta Margaret Thatcher, conosciuta con il soprannome di “Lady di ferro”, nel bene e nel male una protagonista degli anni 80. Non mi perderò in inutili ricostruzioni biografiche, politiche e personali; mi limiterò a ricordare che questa donna è stata molto amata e molto odiata. Intanto è stata una conquista delle lotte femministe per un potere “al femminile”e al tempo stesso la prova che le lamentele sulla mancanza di spazio delle donne nella politica e nella società sono discutibili, in quanto, quando vuole, una donna lo spazio riesce a trovarselo; al tempo stesso, dopo un decennio di slogan retorici del tipo: “Uomini, se volete fare l’amore, non fate la guerra”, la Thatcher dimostrò che anche le donne, in quanto a guerre, non scherzano, in quanto ella si rivelò una guerrafondaia irriducibile, per quanto sia giusto ricordare che quella delle Falkland fu una guerra diversa da quelle che si sarebbero combattute nei decenni successivi. Come prima cosa, non ci fu l’ipocrisia di chiamarla “missione umanitaria”; era una guerra, una di quelle “vecchio stile”, forse “l’ultima vera, vecchia guerra”, combattuta per motivi “patriottici” e nazionalistici. Le Falkland erano isole contese tra Inghilterra e Argentina, finché l’Argentina – governata da una giunta militare dittatoriale – occupò “di forza” le isole, provocando la reazione dell’Inghilterra, che vinse quella guerra e rilanciò nel paese un rinnovato sentimento patriottico e nazionalistico che si era completamente perso prima del governo Thatcher.  Ai mondiali del 1986, l’Argentina si prese la sua “rivincita morale”, battendo l’Inghilterra per 2 a 1; quella partita è passata alla storia per i due goal di Maradona, il primo perché in realtà realizzato attraverso una deviazione di mano che però sfuggi all’arbitro e il secondo perché fu probabilmente il più bel goal della storia del calcio mondiale. Successivamente Maradona avrebbe dichiarato che quel primo goal irregolare era stato realizzato “un po' con la testa di Maradona e un altro po' con la mano di Dio”, come dire che “l’irregolarità del goal, era giustificato moralmente”, in quanto una punizione divina contro un’ingiustizia subita dal popolo argentino.

La Thatcher riuscì a scalare il partito e nel 1975 ne divenne la leader, per essere eletta primo ministro nel 1979. Ella guidò il paese con pugno di ferro e piglio decisionista. Fu anche colei che per prima introdusse nel sistema economico occidentale le “ricette neoliberiste” che per molti versi ci hanno condotto all’attuale società globalizzata; inoltre,  dimostrò cinismo e indifferenza nei confronti delle classi più deboli che furono colpite duramente dalle sue politiche economiche. Nessuno può dimenticare la violenza durissima con la quale represse qualunque forma di protesta sociale e sindacale. Al tempo stesso, va riconosciuto che se il paese si trovò in quelle circostanze, la responsabilità principale fu di chi aveva governato prima di lei, i governi laburisti, che con ricette economiche opposte a quelle liberiste, avevano condotto la nazione ad un passo dalla catastrofe. La deregulation thatcheriana, che da lì a poco avrebbe contagiato tutto il mondo, a cominciare dall’America reaganiana, sicuramente introdusse meccanismi perversi e contraddittori all’interno del sistema economico ma nell’immediato consentirono all’Inghilterra e al mondo di risollevarsi dalla crisi e conoscere forse il periodo di miglior benessere economico mai vissuto, quello degli anni ‘80; questo merito le va riconosciuto, come non può essere dimenticata la macelleria sociale che questa sua azione determinò.

D’altro canto, chi si aspettava che il ritorno dei laburisti al potere avrebbero rovesciato la situazione, fu clamorosamente smentito; Tony Blair non archiviò certo la deregulation, ma al contrario la ampliò a livello planetario, grazie alla collaborazione dei suoi alleati del progressismo mondiale degli anni ‘90; più che figli della Thatcher e di Reagan, la globalizzazione e il mondialismo furono figli di Blair e Clinton, anche perché la Thatcher era notoriamente e dichiaratamente antieuropea e anti Euro, e considerando la fine che stanno facendo l’Europa e l’Euro, direi che fu un altro incontestabile merito della Thatcher.

Chi accusa la Thatcher di essere stata “reazionaria”, dovrebbe ricordarsi che non andò al potere con un colpo di stato, ma attraverso democratiche e libere elezioni e che fu rieletta altre due volte. Il “Regno della Thatcher” non finì con una sconfitta elettorale, ma per delle faide interne al suo partito e allo stesso governo. Tuttavia, Obama ha commesso una gaffe, affermando: "Con la scomparsa della baronessa Margaret Thatcher, il mondo ha perso uno dei suoi paladini della libertà e l'America ha perso una vera amica". Forse sarebbe opportuno ricordare che sebbene sia stata tra le principali protagoniste della lotta vincitrice contro il comunismo, è stata anche amica e sostenitrice del dittatore cileno Augusto Pinochet, sebbene anche Pinochet fosse andato al potere dopo una crisi economica spaventosa, provocata dal precedente governo socialista, tanto che il golpe di Pinochet fu inizialmente sollecitato anche da parte del Parlamento. Il dittatore ultraconservatore e reazionario governò in modo spietato, commettendo crimini gravi, ma risollevò l’economia del paese e dopo una fase di “normalizzazione” si dimise, dopo un referendum indetto nel 1988, che fu considerato regolare e senza brogli.

Il principale danno che la Thatcher ha provocato nella società è stato quello di far degenerare il liberalismo in liberismo e quest’ultimo in “neoliberismo”; con la deregulation si fece passare il potere decisionale dalla politica all’economia, introducendo, di fatto, una sorta di anarchia oligarchica. Il thatcherismo ha anche cambiato “la destra”, condannandola a diventare “il gendarme dei ceti privilegiati”, eliminando qualunque elemento spiritualistico dal fronte conservatore, perché la formula “liberista in economia, conservatore nei costumi”, è una formula di difficile attuazione, in quanto l’elemento consumistico del liberismo economico tende a prevalere e a introdurre l’immoralità edonista, all’interno di quei costumi che si vorrebbero “eticamente conservatori”. Alla fine tutto si riconduce a un moralismo puritano di facciata, che in un certo senso ha reso ancora più forte la risposta di quel fronte progressista e libertario che è oggi dominante e, ovviamente, anche questo, alleato di ferro del capitalismo. La Lady di ferro non c’è più, tra luci e ombre: rispettiamola; il capitalismo, seppur decadente, c’è ancora: abbattiamolo! 

 

Gianluca Donati 

  

Commenti
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fosco2007@alice.it
admin (Super Administrator) 18-04-2013 00:31

Sarei più severo dell'Autore nel giudizio sull'operato della Thatcher (fra l'altro l'articolo non ricorda il cinismo con cui costei lasciò morire in carcere i patrioti irlandesi).Tuttavia è apprezzabile l'equilibrio della valutazione, in giorni in cui si passa dall'esaltazione del personaggio all'insulto.
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