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Sul concetto di tradizione (prima parte) PDF Stampa E-mail

1 Settembre 2013

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Il pensiero tradizionalista colloca l’epoca d’oro dell’umanità ai primordi della sua storia.

Quell’epoca che si perde nella notte dei tempi è rimasta nella memoria ancestrale come mito del Paradiso Terrestre, presente in forme differenziate in tutte le culture antiche, a testimonianza di una Dottrina e di una Conoscenza comuni, pur nelle differenti manifestazioni legate a climi e razze diverse.

La storia successiva è la storia di una progressiva decadenza da quella perfezione originaria, di comunità centrate su un Asse che proiettava verso l’alto, comunità in cui il terreno si fondeva col sacro in una visione in cui tutto era simbolo che alludeva a una realtà superiore e in cui i governanti erano anche sacerdoti e i guerrieri avevano il còmpito di ristabilire un Ordine provvisoriamente alterato.

Già la civiltà greco-romana rappresentò un momento di decadenza, aggravata dal successivo avvento del cristianesimo. Il Medioevo, soprattutto quello dell’ideale ghibellino, ha preservato qualche traccia dell’antica spiritualità, mentre la modernità segna la fase finale che porta al disfacimento e alla conclusione del ciclo, prima della ripresa della spiritualità antica e della riproposizione della fase ascendente del ciclo stesso.

Nell’aberrazione della modernità, un barlume dell’antica nobile Dottrina viene preservato da un’élite di iniziati, che hanno la funzione di conservare la sacra fiamma fino al momento in cui il sempre più rapido declino si invertirà e si muterà nel suo contrario.

Esiste pertanto nella Dottrina un aspetto exoterico (o essoterico) destinato alla massa, ombra della Verità, e un aspetto esoterico noto soltanto agli iniziati e che la massa non comprenderebbe.

 

Il pensiero progressista, che domina la scena in questa nostra modernità, vede nei primordi dell’umanità uno stato di pura bestialità. Un’evoluzione prima biologica poi culturale fa sì che ogni epoca successiva rappresenti un avanzamento sulla via della consapevolezza, dell’incivilimento dei costumi, della diffusione della conoscenza, dello sviluppo delle forze produttive. In questo continuo progredire ci sono momenti di apparente inversione di tendenza, momenti di ricaduta verso condizioni di barbarie e di fanatismo religioso, come nel Medioevo, ma osservando dietro le giravolte della storia intravediamo una linea di sviluppo continuo.

Pertanto l’epoca moderna, pur con tutte le contraddizioni inevitabili nella complessità della vicenda umana, ci conduce verso una vita migliore garantita dalle conquiste della scienza, dall’efficienza dell’economia, dalla crescita culturale dei popoli, che devono essere innalzati alla conoscenza e non tenuti in uno stato di minorità.

 

Movimento Zero, in quanto movimento antimoderno, si rifà al pensiero tradizionalista, però in un’ottica significativamente diversa. Per rendere politicamente operativi i presupposti del tradizionalismo e per non chiudersi nella conventicola degli iniziati che coltivano l’ideale in attesa del rovesciamento del ciclo, in altre parole per non chiudersi in uno sdegnoso aristocraticismo sterile, ha cercato di calare il discorso sulla tradizione (che scrivo con la minuscola non essendo evoliano) dalla nebulosa indeterminatezza di epoche ancora preistoriche alla concretezza della storia. Si è pertanto soffermato sull’individuazione del processo degenerativo della modernità vedendone le origini nella Rivoluzione industriale, nell’Illuminismo, nello scientismo, e vedendo capitalismo e social-comunismo come due facce dello stesso fenomeno, giunto ora all’estremo di una crisi che minaccia di sprofondare l’umanità in un caos mortale.

Il tentativo di Movimento Zero per ora è fallimentare.

A parte i limiti soggettivi di un’organizzazione e di una militanza carenti, il còmpito era immane in un’Italia in cui nel campo politico non si esce dallo schema che obbliga a incasellare o nel fascismo, o nel comunismo, o in una delle varianti della democrazia. Chi tenta di uscire da questa gabbia non è compreso. Fra chi si avvicina a Movimento Zero, alcuni sono affetti da un sinistrismo ecologista che si sente incoraggiato dall’adesione del movimento alla prospettiva della Decrescita. Altri, privilegiando la difesa di una mai verificatasi purezza etnica, troverebbero una collocazione più adeguata in movimenti neofascisti.

Luciano Fuschini  

  

Commenti
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Misopickle (Registered) 03-09-2013 10:37

Sempre prezioso e profondo, il contributo di Fuschini, e attendiamo con piacere il seguito di questo discorso.
L'evoluzione biologica decantata dai progressisti è in realtà evoluzionismo nevrotico ed isterico, ovvero regresso in ultima analisi, giacchè il miglioramento materiale delle masse nel loro stile di vita è stato funzionale solo all'incremento dei consumi, a sua volta reso necessario dall'immensa crescita della capacità produttiva in ogni campo. Il paradosso però è che questi consumi stanno ormai mettendo alla frusta la capacità produttiva e nutritiva del...Pianeta stesso, più l'immenso rischio di catastrofe ecologica, climatica e altro dovute ad estrazione di risorse e relativo inquinamento.
Il paradosso quindi è che il progresso materiale rappresenta già ora l'autodistruzione della civiltà umana, cui si aggiunge la vera e propria degenerazione manifesta nei Paesi "avanzati" sul piano delle nuove malattie degenerative, tumorali, autoimmuni, cardiocircolatorie, metaboliche (obesità e diabete) e soprattutto mentali, dovute proprio alla dieta "scientifica" di cibi raffinati e processati,iper-proteica e lipidica, e snaturata chimicamente, più infine all'ossessione di ipermedicalizzazione fondata sulla nevrosi della "lotta alla morte" che produrrà un'umanità di Zombies necrofili come già sono molti cittadini Europei ed Americani. Questo progrssismo deteriore ha sempre accomunato fascismi e socialismi d'ogni tempo recente, insieme alla dipendenza assoluta dal dio Denaro, per cui anche se incompresi tutti i movimenti veramente innovativi dovranno uscire da quella logica, che pare ancora di moda ma è perdente per l'Umanità intera.
ottavino (IP:5.87.85.215) 04-09-2013 14:06

Il problema della destra e della sinistra è risibile.
Stare vicino alla tradizione ha solo il senso, per me, di mantenere la testa a posto in un mondo impazzito.
Ma se tu gli dici a un pazzo "Sei pazzo!" quello non ci crede, non ci può credere. Può solo rendersene conto da solo, uscendo dalla sua follia e un bel giorno potrà dire "Ero un pazzo".
Quando, come oggi, uno si trova sui giornali la dichiarazione di Veronesi: "I transgender domineranno il mondo", cosa deve pensare?. Che questi sono pazzi e ci condurranno tutti in un abisso di follia. Non si capisce cosa ci sia da celebrare nel totale disfacimento dell'umanità. Cosa significa che i transgender domineranno il mondo? Tante cose. La più importante delle quali mi sembra che l'uomo non potrà mai fare a meno della scienza e della tecnica. Quindi uomo sarà quello che stringe un patto con scienza e tecnica perchè queste gli garantiscono il soddisfacimento delle sue esigenze. Perciò uomo sarà colui che diventa dipendente da queste, rovesciandoo così il concetto "sano" cioè che l'uomo libero è per definizione indipendente. L'indipendente, il libero sarà un paria, un emarginato.
Questo può essere il futuro, perciò, politicamente, possiamo solo stare con chi capisce questo concetto: l'uomo è libero nella sua indipendenza, l'uomo non ha bisogno di strumenti per manifestare la sua libertà.
Wolfram (IP:151.25.20.131) 04-09-2013 21:43

Per nutrire la Visione ed il Vissuto legato alla "Tradizione" (che comunque, in quanto si tratta appunto del modo in cui si esprime un tale valore, risulta esser più d'una) necessita ri-tornare ad approcciare (per poi approfondire) un Sapere che va oltre il fisico (senza per questo annullarlo) per approdare al metafisico.
Quindi recupero di quei Simboli, Miti ed Archetipi eterni fondamentalmente utili alla "causa" moderna di un risveglio interiore del singolo (conosci te stesso e coltivalo)affinchè, poi, sia capace di eludere il "male", individuare il vero nemico, organizzare una cellula comunitaria su piano "orizzontale" (socio-economico-politico).
L'Azione trasversale verrà da sè, gli schemi a gabbie scavalcati e la resistenza assicurata (necessiterebbe però capire veramente cosa rappresentò il fenomeno della rivoluzione conservatrice in Europa, vero imperfetto tentativo di ostacolare il regno dell'usura imposto dalle due facce della stessa medaglia per un recupero di ciò che, come già a suo tempo, risulterebbe ancora oggi ottimale e proficuo).

n.b. per esempio, anche dal discorso sulla purezza etnica (discorso meramente di fattezze "biologiche) si potrebbe approdare (salendo di livello)allo studio delle caste naturali (spiritualità/induismo)ed al concetto delle razze interne dell'anima e dello spirito....nulla è lasciato al caso e tutto da un contributo alla crescita.

Ad majora.
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