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[Sul Kosovo] per anni sono stato su posizioni pro-albanesi. Ma quello che stanno facendo alla minoranza serba è ormai intollerabile. Ci sono enclave in cui vivono al massimo 15 persone, anziani, bambini. E sono protette da 200 soldati internazionali. Una follia. … l’umanitarismo, il multiculturalismo insistono che la soluzione sta sempre nel restare sempre insieme, nel dialogare. E’ un accecamento. Nelle fasi storiche in cui certi popoli si odiano, bisognerebbe lasciar loro la possibilità di separarsi, magari, col tempo, torneranno a parlarsi, a riavvicinarsi.
Slavoj Zizek
filosofo sloveno
Il Venerdì 9 novembre 2007

Gli Americani sfruttano le rendite di posizione che si sono ritagliati dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale. Giustamente dal loro punto di vista. La Nato è stata lo strumento con cui hanno tenuto l’Europa in uno stato di minorità, militare, politico, economico e, alla fine, anche culturale. Ma il deficit è europeo. Questa alleanza sperequata era obbligata finché è esistita l’Urss, perché solo gli americani possedevano il deterrente atomico necessario per dissuadere l’«orso russo» dal tentare avventure militari nell’Europa dell’Ovest. Ma dopo la caduta dell’Impero sovietico questa protezione, cui abbiamo pagato e continuiamo a pagare pedaggi pesantissimi, non ha più senso per noi. Ne abbiamo tutti gli svantaggi senza più i vantaggi. Né si può andare avanti all’infinito con la storia che gli americani ci hanno salvato dal nazifascismo. Sono passati sessant’anni. Ha detto bene la Litizzetto: «Quando scade il mutuo?» Adesso qualche Paese europeo, ma non l’Italia, dà segnali di insofferenza nei confronti dell’egemonia americana. Ma Hitler non sarà mai stramaledetto abbastanza perché, fra le altre cose, ha fatto perdere all’Europa più di mezzo secolo.
Massimo Fini
Il Giorno 19 novembre 2007

In nome della modernità, ci si chiede di lavorare più a lungo, guadagnare di meno e percepire pensioni più povere. No, grazie, preferisco essere arcaico.
Didier Le Reste
sindacalista ferrovieri, Francia
Il Corriere della Sera 23 novembre 2007

Oggi il problema politico primario italiano è che ci opprime la Casta inadempiente e costosissima, il ceto parassitario che - in altre condizioni - suscitò contro di sé la rivoluzione francese. E’ quello il nemico principale, contro cui non bisogna distrarsi né perdere tempo scontrandosi con nemici secondari o fantastici. Per questo, occorre radunare il numero maggiore possibile di italiani onesti, renderli coscienti del problema primario, organizzarli nella protesta efficace.
Ci sono, sono a «sinistra» come «a destra», etichette ormai truffaldine. Orbene: se per questo scopo altamente nazionale si deve rinunciare a simboli che ricordino il fascismo e perciò suscitano il rifiuto istintivo a «sinistra», se certe tattiche dividono quando è necessario unire, si rinunci ai simboli. L’attaccamento a simboli passatisti, e perdenti verso l’opinione pubblica per giunta (data la schiacciante propaganda contraria) non indica solo che non si sa distinguere l'essenziale dal superfluo. Indica, temo, un ritrarsi «identitario»… un rimpicciolimento, un  volontario rinchiudersi in un ghetto. Non lo fa solo Forza Nuova, lo fanno tutti i partiti. Quando ciò avviene, vuol dire che… ci si contenta di difendere la propria «identità», gridando nel vuoto, invece di «chiamare a raccolta genti diverse a fare qualcosa di grande insieme». Vuol dire che non si ha nessun progetto per la comunità, nè l’energia e la volontà di realizzarlo.
Maurizio Blondet
www.effedieffe.com 18 novembre 2007

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