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Federalismo...noglobal PDF Stampa E-mail

 
Luca Casarini, veneziano, esponente storico dei centri sociali del Nordest, s’è fatto tutte le marce vicentine contro il Dal Molin. Con lui, in mezzo a una folla di cattopacifisti e marxisti-leninisti, ambientalisti e veltroniani, autonomisti veneti e No Tav (ma anche tanta gente semplicemente stufa del destrasinistracentro all’italiana), l’attuale sindaco Achille Variati. Ed è un Casarini che non ha nulla dello stereotipo “facinoroso”, quello che qui ci parla degli ultimi sviluppi del caso Ederle bis.
Come giudica la sentenza del Consiglio di Stato che ha stoppato la consultazione indetta dal Comune di Vicenza?
Una volta viste le motivazioni, si capisce che la sentenza sia come proiettata da un mondo diverso da quello reale. Questo la dice lunga sull’astrattezza delle istituzioni. Parlando di “auspicio irrealizzabile” nel chiedere il parere dei cittadini, è come se ci dicessero: vi do la democrazia, ma decido io se e quando potete esercitarla. E’ il modo di fare di un sovrano: “potete fare quello che volete, ma tanto decido io”. La forma-Stato è in crisi, è diventata un’entità che dà ordini e basta.
Esiste dunque un problema di democrazia rappresentativa in Italia?
Certo che esiste. Lo Stato ha cessato di essere rappresentativo, dà solo ordini dall’alto. E’ talmente in crisi che non riesce a confrontarsi coi meccanismi basilari della democrazia. Questo perché i governi sono abituati a ottenere il consenso attraverso i media, non sul territorio. Lo aveva già visto il New York Times quando scrisse delle due grandi forze politiche degli ultimi anni: gli Stati Uniti e i governi occidentali da una parte, e il popolo internazionale della pace dall’altro.
Il referendum autogestito è una prova di democrazia diretta, un po’ come se i cittadini volessero autogovernarsi?
Sì, è una grande prova a cui tutti i movimenti del mondo guardano con grande interesse. A un governo e uno Stato senza consenso la popolazione risponde con forme di autogoverno. E per esprimere questo bisogno non c’è niente di meglio dello slogan “paroni a casa nostra”.
Motto storico della Lega Nord, che invece è favorevole alla base ed è stata contraria alla consultazione.
E infatti oggi si vede il falso ruolo della Lega. La Lega era partita con intuizioni anche giuste, come una sorta di sindacato territoriale che negoziava con lo Stato per strappare democrazia dal basso. Vicenza ha svelato il trucco di una Lega che oggi parla il linguaggio di Roma, anzi di Washington, di Bruxelles e delle banche centrali, visto che decisioni come la base Usa partono da strutture sovranazionali. E sì che Vicenza è pure la sede del parlamento padano… E ai vicentini non andranno schei, come hanno sostenuto.
L’appalto se lo sono aggiudicato le Coop vicine al Pd…
Ma sì, le coop rosse. Perché lo Stato o è semplice autorità o è spartizione dei beni pubblici per gli amici, e anche per i nemici. Le coop rosse fanno affari con quello che la loro parte politica dovrebbe teoricamente osteggiare. Sono senza ritegno. D’altronde, sono la cassaforte del Pd, come Mediaset lo è di Forza Italia.
Ha votato quasi un terzo dei vicentini aventi diritto. Abbastanza per dare forza al sindaco Variati di fronte al governo Berlusconi?
Il numero è straordinario, anzi di più. Viviamo in un mondo dove ci insegnano a non partecipare, e ti slegano ogni cinque anni per fare una crocetta alle elezioni. Ma oltre la quantità c’è anche la qualità: è una battaglia di Davide contro Golia. Nonostante il muro di fuoco dei media e degli opinion makers, le persone in piazza dopo la sentenza del Consiglio di Stato hanno creato un’agorà politica. Variati vi si è immerso, non ne è a capo. Quella gente è da ammirare per l’irriducibilità e l’onestà.
Variati ne è però il beneficiario sul piano politico. Lei ha fatto coppia televisiva con lui nel febbraio 2007, alla vigilia della manifestazione dei centomila a Vicenza, nella trasmissione di Lucia Annunziata su Rai3. Variati era allora capogruppo (autosospeso) del Pd in Regione Veneto. Come lo considera oggi?
Per toglierlo da ogni imbarazzo, dico che non è lui d’accordo con me, sono io a essere d’accordo con lui. Lo considero positivamente, ha capito qual è il suo ruolo. Poteva rifugiarsi nello schematismo istituzionale, come un pagliaccio dei partiti nazionali. Invece, come tanti altri amministratori, è alla ricerca, non sopporta più il fatto di viver male lo scollamento con lo Stato.
E in primo luogo col suo partito, il Pd, che ha accettato la base Usa e non supporta la lotta del sindaco. Non pensa che la consultazione, ancorchè autogestita, può essere un modo per togliersi di torno la questione da parte del sindaco e del centrosinistra locale, in imbarazzo per il disinteresse del Pd nazionale?
Non credo che finisca così. E’ un modo per interpretare il federalismo. Perché il federalismo lo Stato non lo concederà mai, anche se lo chiamerà così. La riforma del governo è una buffonata, basta vedere come hanno tagliato i soldi ai Comuni. Quanto al Pd, solo due persone mi sembrano interessanti: Variati e Massimo Cacciari (sindaco di Venezia, ndr). Il partito, invece, è compartecipe di un governo senza consenso. E mi pare che neanche il Pd ce l’abbia, viste le magre fortune elettorali…
In una nota diramata all’indomani del voto Variati che Vicenza non si riduca a “capitale della protesta”. Secondo lei cerca di sfilarsi dall’opposizione alla base che il Presidio promette di continuare?
Oltre che la protesta, ci deve essere la proposta. E cioè il federalismo. In questa prospettiva si va ben oltre la situazione contingente. I cittadini, in altre parole, devono riprendere in mano il loro destino, imponendo il “paroni a casa nostra”.
Casarini più leghista dei leghisti?
Guarda, noi quando siamo in corteo ci muoviamo con la bandiera di San Marco, ma senza la spada ammosciata di Alberto da Giussano. Noi ragionamo di autonomia locale a partire da quando parlavamo con gli zapatisti. Indipendenza, autogoverno, anche libertà oggi hanno un significato nuovo. Solo la sinistra non si accorge che il mondo cambia.
Lei e la rete dei noglobal appoggerete la contestazione futura?
Noi ci metteremo a disposizione. Appoggeremo, supporteremo, ascolteremo. Qui si tratta di fare leva sui sentimenti, rimotivando prima di tutti noi stessi dall’esempio dei vicentini.
La prossima tappa sarà fare resistenza fisica contro i lavori?
Questo non lo so, da parte mia presto la massima attenzione a ogni segnale che arriverà da Vicenza.
In quella stessa trasmissione dell’Annunziata lei disse: “Vicenza è un nuovo inizio per tutti noi: un nuovo modo di intendere la lotta contro la guerra perchè coniuga bene comune, territorio, democrazia”. Esiste una sinistra che si batte in quest’ottica, oggi? Lei si dichiara di sinistra?
Destra e sinistra sono definizioni che non vanno più bene. Esistono gruppi che rispondono secondo un automatismo ideologico. Ed esistono movimenti che non coincidono con gli schieramenti di partito e le ideologie del passato. Esiste una sinistra ideologica, della sconfitta, quella rimasta fuori dal parlamento, ed esiste la gente che non ha il problema della poltrona parlamentare. Io sto con questa. Forza Vicenza, e… paroni a casa nostra, ma veramente!

11 ottobre 2008 da VicenzaPiù
Commenti
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arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 19-10-2008 01:09

Mah... detto da Casarini che è uomo di sistema...
Andrea Marcon (Registered) 28-10-2008 16:47

Parole comunque sante, le sue. Da non crederci.
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