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Divieti demenziali PDF Stampa E-mail

3 dicembre 2007

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Che a Napoli ci sia una cattiva aria, non è un mistero per nessuno. Per questo il Comune (centrosinistra, Iervolino) è prontamente corso ai ripari: divieto di fumare nei luoghi pubblici in presenza di donne in stato di gravidanza e di bambini fino ai 12 anni. Era ora che si facesse qualcosa per migliorare la qualità dell’aria della città partenopea e che si tutelassero i minori. E noi che credevamo che a Napoli ci fosse il problema dei rifiuti. Poveri ingenui!
Montagne di rifiuti per le strade, roghi di immondizia e amenità varie possono attendere. «Notevoli e gravi - ricorda l’assessore Nasti - sono i danni derivanti dal tabagismo, auspico che questa attenzione verso i bambini e le donne in gravidanza sia da apripista per iniziative analoghe in altri Comuni ma soprattutto induca a riflettere nel difficile rapporto tra fumatori e soggetti cosiddetti deboli». Ora, che si debbano tutelare i non fumatori dal fumo passivo è un pensiero salutare. Ci sembra il minimo, e lo diciamo da fumatori. La legge Sirchia, almeno per noi, ha una sua finalità positiva. Napoli, però, sommersa dalla “monnezza” che ostruisce strade intere, in mano alla camorra e alle ecomafie, in cui si costruisce a caso senza alcun piano regolatore, probabilmente ha bisogno di altro. Ma forse è proprio qui il punto: visto che Napoli sprofonda di giorno in giorno e non si vede il fondo, anzi, si scava sempre di più, bisogna distrarre l’attenzione dai problemi reali ed impellenti, di fronte a cui le istituzioni sono del tutto impotenti. Già da tempo non si parla più da tempo dei roghi e dei miasmi napoletani: se ne parlerà nuovamente solo quando ci lascerà la pelle qualcuno?
La leghista Verona, poi, segue a ruota con il suo sceriffo antipanino: divieto di fumare nei parchi-gioco, anche se il sindaco Flavio Tosi rivendica la paternità dell’ordinanza: era in cantiere già da tempo, la stavano solo mettendo a punto. Nella città scaligera non sarà possibile fumare in 92 aree cittadine, aree dedicate al divertimento dei bambini. Tosi sostiene che sia necessario evitare che venga dato il cattivo esempio. Ma se il cattivo esempio viene dato proprio a partire da casa, a cosa serve imporre un divieto del genere? Cosa si dovrebbe allora fare? Estendere il divieto fino alle abitazioni private? Già in alcuni stati Usa, in Giappone e in Irlanda vigono leggi demenziali: qua non è permesso fumare per strada, là è proibito fumare nei propri appartamenti all’interno di certi condomini. Una psicotica caccia al fumatore che va al di là del buon senso, ma che va a limitare piccole e apparentemente insignificanti libertà e non va veramente a toccare – perlomeno nella nostra Italietta – gli interessi dei produttori di tabacco.

Francesco Viaro

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