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Sciopero camionisti, prova generale di decrescita PDF Stampa E-mail

14 dicembre 2007

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Una vita dura e stressante. Le ore di lavoro che aumentano e i margini di guadagno che diminuiscono a fronte di una esternalizzazione selvaggia praticata dalle aziende produttrici. Queste ultime che scaricano sui piccoli trasportatori gran parte dei costi delle consegne. È questa la cornice della massiccia protesta che fino all'altro ieri ha paralizzato le autostrade italiane, tagliando i rifornimenti al Paese. I piccoli trasportatori chiedono al governo un prezzo del carburante più ragionevole e contemporaneamente chiedono maggiori esenzioni fiscali. Fin qui tutto normale. Ma se si analizzano i fatti recenti con una prospettiva più allargata la percezione del problema cambia.
In realtà i camionisti non domandano più soldi e più sgravi fiscali per tradurre il tutto in minori carichi di lavoro con una maggiore qualità dello stesso. Chiedono più sgravi per potere lavorare con gli stessi ritmi folli per magari aumentarli in modo da incrementare i profitti. Per fare girare ancor più una economia che se solo si ferma per un secondo schianta sotto il suo stesso peso.
Per chi scrive l'unico antidoto al collasso dell'economia mondiale si chiama decrescita. Il paradosso però è un altro. A far capire l'importanza di questa prospettiva così radicalmente avversa al senso comune del "tutto, di più e subito" è stata proprio la protesta dei camionisti, passata per golpista e violentemente corporativa. Sì proprio loro, l'emoglobina di un sistema circolatorio produttivo come quello italiano dove la gomma è l'unico vettore di un modo di produrre che nel Paese è ancora, per certi versi, il più assurdo e pericoloso.
Spero che qualcuno un po' se ne sia accorto, ma il blocco, anche termporaneo, della consegna delle merci, forse ci ha fatto capire un po' meglio che è qui il punto. Le merci. Quanto di quello che viene stipato ogni giorno nei container autostradali è realmente utile? Perché in nome della produzione di massa applicata al superfluo si è finiti per inquinare, disboscare, cementificare e ammorbare l'ambiente, la nostra storia, la nostra vita? Detto in parole povere, tutto 'sto casino è venuto fuoti in realtà per motivi legati alla sinistra banalità del superfluo. Il necessario perpetuarsi del circolo produci, consuma, spreca, inquina che grazie all'economia del petrolio è divenuto cifra assoluta del mondo contemporaneo. Anche se non si sa per quanto ancora. Lo sciopero dei camionisti è stato, a guardarla da questo punto di vista, la prova generale di quando l'oro nero scarseggerà per davvero. Un putsch (involontario) della decrescita.
L'ultimo aspetto, comico direi, è quello che esce dalle prese di posizione di condanna di Montezuma Cordero alias Luca di Montezemolo, ras italico di Ferrari e soprattutto Fiat. Ma caro Montezuma: non sono stati i tuoi angeli protettori, gli Agnelli negli anni '60 ad imporre il trasporto su gomma per favorire la produzione di auto e camion? Non sono stati proprio loro ad affossare il trasporto su ferrovia? E ora proprio tu, Mr Fiat, ti lamenti con i tuoi clienti camionisti? Caro Luca, meglio che tu taccia e ti limiti a pettinare il tuo ciuffo.

Marco Milioni

Commenti
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magmau64@yahoo.it
Magmau64 (Registered) 14-12-2007 20:23

SCIOPERO AUTOTRASPORTATORI: LE RIVENDICAZIONI DEI MERCANTI DI GHIACCIO E CARBONE


Altro che agevolazioni ai trasportatori!
IL TRASPORTO SU GOMMA VA ABOLITO!!
L'anomalia è tutta italiana, il 90% delle merci, sul territorio italiano, viaggia su gomma.
il problema è tutto qui, questo spiega il perchè della deregolarizzaizione del settore, il mercato ribassista di società che impiegano stranieri con paghe da fame, le ore e le velocità folli che gli autisti sono costretti a sostenere per esseRe "competitivi".
Certo, sovvenzionare, scontare gasolio, non risolverà il problema primario.
Del resto, è normale che gli autisti stranieri con paghe da fame vengano a svendersi sulle nostre strade:il mercato , la domanda è qui, qui si trasporta con i tir.

E' ovvio che la risposta puerile di questo governo non puo' essere la soluzionerodi dice" bloccano l'economia nel periodo natalizio!"
Per quello che mi riguarda, "chi se ne frega", del periodo in questione!
Credo, inoltre, che l'economia in movimento su gomma sia un artificio:la quasi totalità delle merci trasportate sono inutilmente spostate lungo la penisola.
Indotte, da questa economia "fasulla", "taroccata", sono poi le emergenze di questi giorni.
In una logica dettata dal buon senso, nessuno resterebbe a secco, visto che i prodotti che realmente servono, sarebbero già in loco e non necessiterebbero di alcun inutile trasferimento.
Certo è che si "pialla" tutta la produzione alimentare di Genova, tanto per fare un esempio, per agevolare le multinazionali, che risiedono a Venezia o Milano, bisogna per forza bruciare inutile carburante.
Il carburante che manca, poi, serve soprattutto per perpetuare questa inutile e stupida "macchina" .
Che dire, poi, degli autotrasportatori?
Che sono adeguati a questi tempi come un negoziante di ghiaccio e carbone, in pieno centro di Milano.
il trasporto su gomma, prima o poi,scomparirà,come è avvenuto altrove.
E' meglio che comincino a guardarsi intorno..

simone.org@email.it
simone.org (Registered) 15-12-2007 10:18

condivido, la maggior parte dei disagi trova radice nell'artificiosità dell'economia e del nostro sistema di vita.
Aggiungo che se, con un economia più "ac orto raggio" non avessimo bisogno di muoverci troppo per raggiungere il posto di lavoro, nessuno avrebbe sofferto per la mancanza di benzina
Taxi no Global (Registered) 15-12-2007 10:58

Il Montezemolino lo vuole eccome il trasporto su gomma, ma lo vuole a basso costo,sfruttando mandopera exstracomunitaria e vantaggi del basso costo della benzina.


Montezemolino consolati dai ,che un giorno riuscirai a trasformare il servizio taxi in call center..

magmau64@yahoo.it
Magmau64 (Registered) 15-12-2007 15:39

Già, il telelavoro!!
Sai che risparmio energetico, che diminuzione di costi e di consumi generali.
Ma, il lavoro, o meglio , la condanna del lavoro quotidiano, non basta: bisogna infierire sul povero lavoratore, dobbiamo aggiungergli la rottura di coglioni del trasferimento quotidiano, lo sfinimento delle ore buttate negli spostamenti.
Una concezione tutta cristiana del lavoro, una concezione punitiva.
Cioè, "tu donna, o uomo, giungerai sul posto di lavoro,con dolore!!!"
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