Narcisismo

16 Aprile 2014

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Da Appello al Popolo dell’11-4-2014 (N.d.d.)

 

Qualche giorno fa, Marino Badiale ipotizzava come possibile spiegazione della mancanza di ribellione dei popoli europei all’austerity, una causa psicologica e/o antropologica. La sua analisi partiva da due saggi che dimostravano come la società capitalistica stia mirando a inoculare sempre più l’ideologia consumistica già nei bambini, che ne sono inevitabilmente corrotti.

In questo post vorrei brevemente affrontare un’altra caratteristica della società dei consumi che potrebbe in parte rispondere alla domanda iniziale: la predominanza nella popolazione contemporanea dell’individuo narcisista.

Questa caratteristica psicanalitica di gran parte di noi occidentali, ci porta alla totale incapacità di instaurare legami paritari con le altre persone (la discussione non è quasi mai accettata), e non ci consente di formare veri e propri gruppi identitari che perseguano il bene comune o comunque un qualunque altro obiettivo a lungo termine e dal non scontato risultato immediato.  Inoltre, visto che il narcisista è portato a cercare in tutti i modi la realizzazione dei propri obiettivi, in caso di fallimento non resta che il suicidio (ahimè gesto eclatante molto presente nei giornali di questi ultimi anni).

Narciso, per cercare di amare la propria immagine riflessa nell’acqua… annegò.

Una lettura che ho fatto recentemente mi ha chiarito come il narcisismo sia legato indissolubilmente all’ideologia del capitalismo, in quanto caratteristica essenziale per consumare a ritmi sempre maggiori il flusso di merci che ci viene imposto. (La vetrinizzazione sociale: il processo di spettacolarizzazione degli individui e della società. Vanni Codeluppi, 2007)

Nel saggio l’autore spiega come il concetto di “vetrinizzazione” sia fondamentale nella società moderna:

La vetrina ha posto per la prima volta l’individuo di fronte alle merci. Stimolando il senso della vista, ha insegnato a coltivare l’arte dello sguardo, contribuendo dunque in modo significativo alla nascita di quella vera e propria passione voyeuristica che contraddistingue l’odierna cultura occidentale.

Questo fenomeno può essere riassunto in tre capisaldi teorici: l’istantaneità della propria scelta di consumatore e quindi la mancanza assoluta di progettualità, l’isolamento e l’egoismo conseguente di chi vuole raggiungere i propri obiettivi, e l’ansia dovuta all’obbigo sociale di migliorare continuamente le proprie prestazioni.

La vetrina vive dell’istantaneità che caratterizza i consumi. Obbliga a fare delle scelte che non sono le migliori possibili ma solamente le più soddisfacenti in quel determinato momento.

L’individuo ha imparato che è diventato necessario affrontare la vita in solitudine, senza più quei rassicuranti legami garantiti dall’esistenza comunitaria.

…il conseguente obbligo sociale per tutti di promuovere al meglio la propria immagine e migliorare constantemente le proprie performances.

Purtroppo il narcisismo è un lato della nostra personalità che ha occupato tutti gli spazi della vita pubblica e privata, dai mass-media, lavoro, sport, medicina fino al più intimo rapporto con il proprio corpo.

È un’ esigenza del sistema produttivo, il quale ha bisogno che l’individuo renda pubblico il suo consumo privato per poter sintonizzare con esso le strategie di produzione.

Non a caso, il narcisismo è penetrato anche nella politica e nel modo con cui il parlamentare di turno chiede voti ai suoi elettori/consumatori. Esempio ne è il M5S, dove chiunque, non importa che competenze abbia, può essere eletto in parlamento come in un qualsiasi reality show televisivo e, proprio come in un reality, le telecamere riprendono tutti i momenti della vita parlamentare:

Lo spettatore del reality show è affascinato dall’idea che una persona sconosciuta come lui possa diventare celebre. Più il reality si diffonde e si evolve, più gli spettatori si abituano a quello che vedono e più è necessario introdurre delle novità.

Per contrastare il liberismo di stampo europeo e il consumismo ad esso associato, non basteranno soluzioni politiche ed economiche, prima bisognerà agire sul background culturale individualista e narcisista in modo da far riemergere la passione di identificarsi in un gruppo di persone/cittadini che lavorino per un obiettivo comune e che abbia possibilità di agire concretamente sul territorio.

Dobbiamo fare in modo che Narciso rompa lo specchio e impari come si usa la Lira…

Davide Visigalli 

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