Idioti pericolosi

5 Settembre 2014

 

Da Rassegna di Arianna dell’1-9-2014 (N.d.d.)

 

 Le menti geostrategiche di USA e UE avevano già sufficientemente manifestato il loro livello di intelligenza e lungimiranza nelle campagne di pacificazione, stabilizzazione e democratizzazione di Iraq, Afghanistan, Libia, Egitto. In Siria mesi fa stavano per aiutare gli insorti jihadisti bombardando l’esercito siriano, e ora aiutano l’esercito siriano bombardando i jihadisti.

 Mentre le fabbriche licenziano e chiudono e l’economia comunitaria si contrae perfino in Germania, e mentre si avvicina un freddo inverno, le sullodate menti si lanciano in una campagna di sanzioni, dirette a parole contro la Russia, ma nei fatti contro le imprese, i lavoratori, i consumatori dell’Europa Occidentale, che non possono più esportare verso il più grande paese del nostro continente. Quindi vanno a gambe all’aria.

 Qual è il fine degli illuminati strateghi? Indurre Mosca a decurtarci i prodotti energetici per costringerci ad affidarci ai fornitori USA, così da aumentare anche la sudditanza politica verso Washington, e con un passaggio per forti rincari, che si tradurranno in maggiori costi per riscaldarsi, per viaggiare, per fabbricare?

 Dopo che la loro geniale e felicissima guerra in Libia (voluta da Londra e Parigi, appoggiata da Washington, e a cui Berlusconi fu spinto a partecipare da Napolitano) ci ha privato di quella fonte alternativa, sarebbe logico che adesso puntassero a privarci anche del fornitore russo, per metterci completamente in pugno di quello americano.

 Intanto – ripeto – è assodato che queste stupide sanzioni ci stanno facendo perdere punti di pil e guadagnare punti di disoccupazione.

 

 Non meno balorda è la motivazione delle sanzioni medesime. Le menti strategiche dei nostri leaders, dopo aver inglobato nella NATO e armato (contro la Russia) diversi paesi dell’area ex-sovietica, anche nel Caucaso e nella zona altaica, ora vorrebbero estendere la NATO all’Ucraina, portando i loro missili a poche centinaia di chilometri da Mosca. È pensabile che Mosca accetti ciò senza combattere? Che accetti un accerchiamento che arriva sotto casa? Non è meglio, non è più sicuro, magari, creare uno Stato-cuscinetto nel Donbass, libero da armi strategiche? Non è meglio lasciare alla Russia le sue tre provincie storiche, piuttosto che rischiare una guerra nucleare o anche solo un ulteriore tracollo economico?

 Infatti, la Russia rivuole semplicemente indietro le sue tre provincie, che da secoli sono abitate in maggioranza da russi, e che Krushev aveva passato amministrativamente all’Ucraina nel 1953. È chiaro che i recenti rivolgimenti in Ucraina hanno cambiato le carte in tavola, che è emersa e si sta consolidando una forma di nazionalismo ucraino il quale, verso la minoranza russa, va dal non amichevole all’ostile, e che politicamente si estende dal liberismo al fascismo. Santa Julia Timoshenko, celebrata leader filoeuropea ed eroina della democrazia di Kiev, è stata intercettata mentre diceva di voler eliminare i separatisti russi con le armi nucleari. Dopo questo, e dopo le stragi che sono state consumate, come si può onestamente pensare a una pacifica convivenza della minoranza russa con la maggioranza ucraina entro il medesimo Stato e sotto il medesimo governo?

 

 La divisione umana è incolmabile e insanabile, meglio prenderne atto, e tracciare un confine che metta fine alla guerra e alle carneficine, prima che prenda corpo il fenomeno che già è iniziato, ossia dei volontari stranieri, perlopiù di estrema destra, che vanno a combattere in Ucraina contro i comunisti russi, e che, a differenza dei soldati ucraini, non si fanno scrupolo di sparare anche sui civili, identificandoli come nemico etno-ideologico. Altri volontari europei stanno già combattendo contro Kiev. Si aggiungono i mercenari e i contractors occidentali, i mercenari delle multinazionali USA che supportano Kiev, assieme a neonazisti svedesi. Combattenti francesi, americani, serbi, polacchi, israeliani, britannici, etc., già versano il loro sangue, per idealismo o per mercede, soprattutto a difesa dei russi. Hanno formato una brigata sotto il nome United Continent.

 Stanno così risvegliandosi gli odii atavici e tradizionali del Vecchio Continente, complicati, oltre che dalla stupidità dei vari fanatismi, dalla valenza di lotta paneuropea contro l’invadente presenza del capitalismo americano e dalla contrapposizione ideologica.

 Una deriva, questa, di cui i cauti media non ci informano, ma che è ovviamente assai pericolosa, che tende a coinvolgere altri paesi e a far evolvere un conflitto etnico locale in qualcosa di incomparabilmente peggiore e che può portare all’uso di armi nucleari in Europa, quindi a conseguenze mortifere o persino peggio che mortifere anche per noi dell’Europa occidentale.

 La guerra di Ucraina è già una guerra europea. Assomiglia alla guerra civile spagnola. Ma a differenza di quella, tocca direttamente una superpotenza nucleare.

 Perciò ripeto: basta sanzioni idiote contro la Russia, tracciare un confine per separare le opposte forze armate, porre fine alla guerra, lasciare alla Russia ciò che è della Russia, e prendersi pure il resto. Ma senza piazzarci armi strategiche.

 

Marco Della Luna 

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