Divisioni nel neofascismo

11 Novembre 2014

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Un’inchiesta de Il Giornale sulla presenza nei teatri di guerra ucraini di volontari stranieri fascisti, ha trovato conferme in ammissioni di ambienti ufficiali governativi di quel Paese, secondo lo stesso quotidiano.

Nel battaglione “Azov” militano volontari in camicia nera provenienti da Francia, Svezia, Polonia e altre nazioni europee.

La cosa potrebbe stupire perchè la destra radicale europea tende a solidarizzare con la Russia di Putin. Esplicite sono le simpatie di Marine Le Pen e di Matteo Salvini, come quelle di tanti esponenti politici e movimenti di estrema destra.

Della Russia putiniana piace la presa di distanza dagli aspetti decadenti dell’Occidente, il sentimento nazionale stimolato dal recupero delle tradizioni, anche religiose, la resistenza culturale all’omologazione dei generi e la difesa della famiglia tradizionale contro il riconoscimento delle unioni gay e l’offensiva omofila.

Questa destra spera in un’ Eurasia cristiana e tradizionalista, che vada da Lisbona a Vladivostok e di cui la nuova Russia sia il bastione, contro il cosmopolitismo americaneggiante da una parte e il dilagante islamismo dall’altra.

Pertanto non stupisce che in Ucraina ci siano pure combattenti volontari dell’estrema destra europea, ma dalla parte dei separatisti russi, nonostante su quelle barricate si vedano anche bandiere rosse con la falce e il martello.

L’altra destra, quella che combatte sotto le insegne dell’Ucraina filo-occidentale, vede nella Russia l’erede dell’ URSS e in Putin l’agente del KGB che in fondo all’animo è rimasto un comunista.

Inoltre avverte il dovere di schierarsi in fraterno cameratismo coi partiti ucraini scopertamente ultra-nazionalisti e filo-nazisti che tanta parte hanno avuto nella rivolta che ha instaurato l’attuale governo anti-russo a Kiev.

Si è così assistito a battaglie in cui francesi e polacchi fascisti hanno affrontato in combattimento francesi e polacchi pure fascisti ma schierati dall’altra parte.

Per questo l’analogia con la guerra civile spagnola degli anni Trenta del secolo scorso non regge.

Anche allora si scontrarono brigate internazionali con i volontari stranieri fascisti.

Italiani delle Brigate si presero a fucilate con altri italiani volontari fascisti che combattevano per Franco. Ma allora si trattava di uno scontro ideologico tra fascismo e antifascismo, oggi la linea discriminante passa all’interno di un fascismo lacerato pur ispirandosi agli stessi valori.

Ne deduciamo che le passioni ideologiche che portano a militare anche con le armi in pugno, nell’Europa odierna sono esclusive della destra estrema.

 

La stessa contraddizione potrebbe emergere a proposito del Califfato il cui braccio armato è l’ISIS.

La destra radicale europea è nettamente ostile all’Islam, visto come una minaccia all’ Europa cristiana e alle sue tradizioni.

Lo è anche la destra amica di Putin, quella di Le Pen e Salvini, che vede anzi nella rinata potenza russa il baluardo contro la minaccia islamista.

Per questo motivo quella destra fu con i serbi, cristiano-ortodossi e amici della Russia, contro i musulmani di Bosnia e del Kosovo, fiancheggiati dalla NATO, nella guerra civile jugoslava.

Tuttavia è ragionevole prevedere che una certa simpatia verso l’ ISIS possa serpeggiare nelle file del radicalismo fascista.

Il Califfato combatte l’Occidente e le sue degenerazioni in nome di una fede tanto forte da avere una vocazione al martirio. Combatte anche il sinistrismo laico e socialisteggiante.

Quei guerrieri sono feroci col nemico ma fieri di morire per la loro causa (la “bella morte” declinata in senso musulmano).

Vestono di nero e inalberano vessilli neri, secondo un simbolismo e un’ iconografia cari all’immaginario del fascismo più estremo e più militante.

Non ci sarebbe da stupirsi se trovassimo fascisti europei convertiti all’Islam e col kalashnikov in spalla fra i nerovestiti. 

Grande è il disordine sotto il cielo, anche e soprattutto sotto i cieli di una destra disorientata, mentre a sinistra regna il nulla.

Sempre che destra e sinistra, fascismo e antifascismo, siano termini ancora provvisti di significato preciso.

 

Luciano Fuschini        

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