Questione di brand

30 settembre 2007

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Pochi giorni fa è partita una nuova campagna pubblicitaria. Il marchio è la Nolita (abbigliamento). A firmarla Oliviero Toscani, il provocatorio fotografo che ha fatto le fortune della Benetton.
Il soggetto è una modella anoressica, ritratta nuda in tutto il suo stato pietoso di malata. La malattia della ragazza (il suo nome è Isabelle Caro) è presentata in tutta la sua cruda realtà: la pelle rovinata dalla psoriasi, il corpo scheletrico, le mani grigie ed invecchiate e il viso scavato dove solo gli occhi danno un vago senso di vita.
L'anoressia è una delle patologie che rientra in quelli che sono chiamati “mali moderni”. Le sue vittime sono prevalentemente donne di giovane età, che accusano un disturbo del comportamento alimentare. In pratica cominciano a non mangiare più e a sviluppare un rifiuto per il cibo fino a raggiungere la morte per denutrizione. Pancia vuota in una società che costringe a rimpinzarsi del superfluo fino a vomitare.
Il risultato è sui cartelloni pubblicitari delle nostra città: un macabro inno alla morte causata dalla modernità bulimica e trionfante, che dona infelicità innanzitutto a chi ne dovrebbe essere immagine e splendore (le modelle, appunto).
Il desiderio di diventare scheletriche è dettato dai modelli estetici femminili dominanti, sapientemente orchestrato per creare nuovi bisogni - e nuove consumatrici. Bisogna essere belle da morire.
Ora, una azienda che ha contribuito ad alimentare questa patologia si fa portatrice di una campagna “sociale”. Peccato che, se si sfoglia il catalogo di questa azienda, si noterà che i modelli proposti  sono indossati da modelle maestosamente sifilitiche. Ma non ancora morenti. Insomma, è evidente che è tutta una messinscena per sensibilizzare, sì. Ma il brand, il marchio, l’azienda. Toscani ha dichiarato: “C’è una bellezza nella tragedia. Il paradosso è che ci si sconvolge davanti all’immagine e non di fronte alla realtà. Io ho fatto, come sempre, un lavoro da reporter: ho testimoniato il mio tempo”. Il problema, caro Toscani,  non è l'immagine proposta, ma il suo presupposto, cioè far rendere economicamente di più un marchio commerciale. A persone come Toscani interessa poco del problema anoressia. Più che pensare a come rendere “positivi” i messaggi, le aziende dovrebbero cambiare completamente i prodotti. La merda resta merda, anche se d’autore.

Antonello Molella

Commenti
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Kali Yuga (Registered) 01-10-2007 10:21

Non ho mai provato simpatia per Toscani. Dietro al suo "impegno" c'è solo il solito motivo: far vendere. Ricordo la foto del morto per mafia, per non parlare di quella dei vestiti imbrattati di sangue di un guerrigliero. Toscani non ha interesse, come dice giustamente Antonello, nelle varie tematiche (sociali, planetarie eccetera) ma è un ottimo pubblicitario. Da notare poi la scritta in inglese, che rende il "messaggio" più "cool".
simone.org@email.it
simone.org (Registered) 01-10-2007 12:30

e io invece nn ho mai provato simpatia per il mondo della moda.
Si tratta di comemrcio-consumo inutile-anacefalismo allo stato puro.
Chi indossa quegli abiti assurdi? A quale uomo piacciono quelle modelle che a toccarle ci si fa male? A NESSUNO!
Semplicemte si è creato un mondo parallelo in più, e decisamente malsano, per far girare quattrini.
Sino a creare il paradosso di far morire di fame la gente in un mondo di obesi...
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 01-10-2007 13:49

ho sempre guardato con diffidenza la moda. non è inutile, ne superflua: è dannosa!
propone modelli falsi e sbagliati. è solo un altro mezzo per fare soldi e per mettersi in vista.
io apprezzo quando una ragazza, una donna, si vestono bene, con vestiti che ne mettono in risalto le qualità senza essere volgari, ma quando qualche volta mi è capitato di vedere quelle sfilate di moda (guardando i Tg) ho sempre pensato quanto facessero schifo quei vestiti e le ragazze che li indossavano (soprattutto!).
etcasadei@yahoo.it
Ettore (Registered) 01-10-2007 18:12

premesso che sono d'accordo con Antonello pressoché al 100%, per quanto mi riguarda eliminerei tutti i cartelloni pubblicitari, come è stato fatto a San Paolo del Brasile, e li rimpiazzerei con dei murales alla Banksy. come si dice: eliminare il problema alla radice. scusate la scontatezza.
runa (Registered) 02-10-2007 13:49

Mi rattrista molto pensare che comunque gli obiettivi (quelli veri) della campagna pubblicitaria sono stati raggiunti: io ho ben stampato in mente il marchio pubblicizzato (che prima non conoscevo), e Oliviero Toscani ha qualche migliaio di euro in più (meglio di niente).
Quanto alla presunta sensibilizzazione, tanto sbandierata per ammantare di impegnato pietismo un affare fatto sulla pelle (e, nel caso, sulle ossa) di chi sta male, ritengo che prima ancora che i manifesti scolorino e scivolino via alle prime piogge dell'autunno alle porte, il problema tornerà nel dimenticatoio senza colpo ferire, come si continua a morire per mafia o in guerra, per citare quanto ricordato sopra.
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