Edonismo straccione

19 Febbraio 2015

Image

 

Le considerazioni che seguono non vogliono essere originali ma rimarcare, visto che sembra essercene bisogno, alcune delle tendenze della way of life contemporanea. Tendenze che, mascherate ideologicamente come “normalità”, sembrano far parte, come la forza di gravità o il vento, di dati di fatto di cui c’è solo da prendere atto e non di conseguenze di determinate scelte umane e quindi di prodotti storici per nulla irrevocabili. Un esempio dei più angusti di quest’anormalità è che la nostra civiltà (se così si può chiamare) come già ben notava Pessoa è incapace di grandezza, pensiero profondo, emozioni intense, azioni superiori o anche solo di produrre cose durevoli e grandiose percepite come centrali dall’umanità e destinate non solo ai contemporanei ma anche ai posteri, nell’idea che un popolo è anche un destino comune. Si può richiamare anche la netta contrapposizione che pone lo Spengler tra Kultur e Zivilisation. Infatti, la civiltà contemporanea o post-moderna produce solo cose fatte per non durare: oggetti di consumo di ogni tipo dai gadgets alle apparecchiature hi-tech; perfino le opere architettoniche, artistiche o la musica, i cui effimeri brani pop campano quanto un peto.

Ovviamente il concetto di mercificazione capitalistico e di consumo rapido e veloce colpisce anche la sfera umana perfino nei rapporti interpersonali, sia di amicizia sia sentimentali che hanno assunto un carattere merceologico di usa e getta o comunque di potenziale infinita sostituibilità. Non aveva tutti i torti Horkheimer quando sosteneva che la tipologia di uso strumentale, meccanico, razionale e veloce del sistema produttivo influenza la società fino al singolo individuo: tutto è superficiale, veloce, breve, deve per forza essere "utile" se no è perdita di tempo o stupido idealismo. Si usa tutto: un’opera d'arte, un’altra persona, uno spazzolino da denti e poi lo si sostituisce tutto velocemente.

Chi non si uniforma o è sciocco, pazzo, idealista o sfigato. Tutto quello che non è finalizzato a qualcosa di strumentale come l'autoconservazione della vita a queste condizioni disumane precarie e schiavistiche (cui un uomo d’altri tempi avrebbe sancito un vigoroso “no” con annesse pedate), il guadagno o un qualsiasi utile come l’edonismo straccione oggi in voga, è considerato dannoso o nel migliore dei casi stupido. I prodotti hi-tech sono il massimo simbolo paradigmatico di un simile processo, in due giorni dall'essere all'avanguardia diventano monnezza. Se non hai queste cose sei demodé e non entri nelle grazie della società, idem se non viaggi come una trottola in mezzo mondo con i voli low-cost vedendo e apprezzando davvero poco dei posti visitati (ormai sempre più simili tra loro per via della globalizzazione) e capendone ancora meno.

È la realtà, baby. Rassegnati. E invece qua s’intende affermare che non lo è, questa è post-realtà, come un’oggettivazione, seguendo il linguaggio di Hegel, delle teorie post-moderne in voga pochi anni fa (o per rimettere le cose sui piedi, quelle teorie erano la nuova ideologia della struttura economica post-capitalista che avanzava). In sostanza questa realtà fittizia costruita sulla struttura economica post-capitalista è solo un misto di convenzioni, inganni, bugie, burocrazia, esteriorità, soprusi. Una sorta di realtà virtuale prodotta dal mercato globale finanziario che si oggettiva nel concreto politico, sociale e psichico. Infatti, marxianamente il concreto nel mondo lungi dall’essere semplice dato di fatto è una totalità articolata, nella nostra situazione post-capitalistica: di capitalismo in assenza di valori borghesi come descritto da Preve, di momenti astratti come sono oggi le regole della finanza, degli spread, della new economy, nell’individualismo dilagante, dell’alienazione sentimentale. Un insieme di momenti astratti che diventano concreti nel loro presentarsi come totalità e quindi alienanti la realtà stessa e quindi l’uomo stesso.

Impossibile opporsi a questa seconda natura spacciata per vera natura e realtà! Guai! Quanti passi indietro nella storia del pensiero occidentale, smascherate dal marxismo le leggi di mercato spacciate dai liberali classici per leggi di natura, oggi i nuovi padroni del vapore vorrebbero convincerci che anche le leggi della finanza post capitalistica e del turbo industrialismo sono anche esse oggettive e universali.

L'opposizione a questa deriva, se la popolazione mondiale prendesse coscienza, sarebbe dal punto di vista economico dell’establishment una minaccia al PIL e alla crescita (il nuovo dio dopo che la scienza ha sostituito la teologia). Concetti ai quali ormai solo i collaborazionisti e i fessi danno ascolto. Le risposte a posizioni come quella che qui sto sostenendo, infatti, finiscono per vincere nel completo clima di arrendevolezza cui l’uomo occidentale è caduto. Esse son sempre le stesse ma venendo ripetute all’infinito tutti finiscono per crederci: i tuoi discorsi sono vetero comunisti, intrisi di una romantica nostalgia per il mondo pre-industriale o ancor peggio fascistoidi di chi si dice comunitarista, non tengono conto dei dati economici e porterebbero alla rovina (ora invece si sta benissimo parrebbe sentendo questi “esperti”). Oppure ancora: che sei, anarchico? Il tuo è sentimentalismo da quattro soldi unito a masturbazioni intellettuali da estrema sinistra! A seconda dell’interlocutore, infatti, verrai bollato con qualsiasi etichetta anche contraria all’altra pur di attaccarti sul personale e non rispondere sui punti, sintomo di una mala fede da rigurgito o ignoranza palese.

Bisogna andare avanti, è il progresso baby! Che vuoi riproporre l’economia di piano socialista, non ti sei accorto che è caduto il comunismo e il muro? O peggio vuoi tornare nelle caverne?

Ovviamente per rendere tutto sopportabile a chi si pone domande ed anche alle masse che iniziano a sentire puzza di bruciato, soprattutto dopo la crisi di sistema del 2008, non bastano solo parole, occorre inventare un orizzonte di senso posticcio basato sull’idea di un tempo lineare infinito o quasi nel quale l’individuo singolo portatore di diritti individuali si balocca.

Come nuovi tabù son stati prescelti morte e vecchiaia, poiché il sesso è spacciato in ogni dove e serve ormai non per procreare o creare intimità ma, come intuiva Pasolini già dai ’70, per indurre nuovi comportamenti di consumo, e oggi per distruggere e atomizzare ancora di più la società. L’avere figli non è più un fatto centrale dell’esistenza di una persona in questa nuova Weltanschauung: Io figli? Forse domani... purtroppo la biologia come diceva Freud per molti aspetti è, grazie a Dio, ancora un destino, dopo una certa età ovviamente esiste ancora la menopausa e l’impotenza. Il mondo moderno però ci insegna a non disperare mai, esistono cure ormonali, gravidanze tecnico-mediche fantasiose e pastiglie di viagra. Di sfuggita notiamo come la funzione attuale del sesso soprattutto dei genitali & affini è, infatti, fare reclame pubblicitarie e filmati hard più che produrre prole. È vero si muore ancora e ciò rovina l’edonismo straccione in voga e l’ottimismo cretino che lo accompagna, ma c'è comunque la medicina che ci salva o ci salverà in un futuro prossimo non ben definito. Quando proprio arrivano malattie e vecchiaia c'è l'ospedale e i ricoveri per anziani e morendo non bisogna nemmeno dare troppo disturbo ai parenti e amici che devono andare in vacanza. Ma l’importante è che tutte queste cose costano, è tutto PIL.

In questo tempo che oscilla tra eterno presente e un futuro immaginario ci si illude che andrà meglio. Infatti, ciascuno si proietta coi sogni in un giorno in cui possiederà questo o farà quest'altro. Quando però il tempo passa e ci si accorge che sta finendo la nostra misera esistenza e non è ancora andata come speravamo c'è sempre la soluzione di fingersi giovani anche a costo di martoriarsi coi bisturi, ma che importa se è fasullo? tu sei felice delle rughe che se ne vanno ed è pure tutto PIL, così come gli psicofarmaci per tenerti buono e felice.

Nel campo emotivo, sia sentimentale che delle amicizie, porre certe questioni provoca ormai solo risate, imbarazzo o la compassione che si dà a un risibile romantico demodé che non vuole accettare la realtà. Ma può andar peggio, parlare di sentimenti autentici come amore, onore, fedeltà, amicizia cameratesca, rispetto della parola data, può far piovere come saette accuse di clero-fascismo e se si tratta di coppia, maschilismo. Ovviamente non si vuole accettare che lo smantellamento di questi valori, famiglia compresa, non è risultato di una liberazione ma di un disfacimento prodotto dall’economia capitalistica come sottolineato recentemente da Fusaro. Ormai tutti, infatti, sanno che è implicito non credere nei sentimenti e aver ridotto il sesso a masturbazione reciproca, come i taoisti definiscono il sesso senza trasporto amoroso o comunque emotivo. Relazioni e matrimoni (quando ancora esistono) durano poco e niente ed è giusto così perché è il numero dei partner che conta non la qualità del rapporto, sono le esperienze (notare come questo concetto distorto di esperienza si ritrovi prepotentemente dall'ambito teoretico in filosofia a tutti gli altri: scientifico, lavorativo, emotivo, sessuale, ecc...). L'amicizia, invece, è confusa con la compagnia o la strumentalità di avere qualcuno che ti accompagni a divertirti.

Ma visto che questa realtà, come ho affermato prima, non esiste in sé se non come momento di alienazione prodotto dal post-capitalismo, penso sia molto utile fare un serio esame di coscienza al nostro modello di società, riconoscere in primis i nostri errori e cercare di cambiare anche dalle piccole cose. Il nostro compito è di traghettare di nuovo l'umanità alla realtà vera, inizialmente nella nostra interiorità, prima di iniziare qualsiasi altra proposta di miglioramento o azione che in queste condizioni produrrà solo altri errori e storture (la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni).

Probabilmente piano piano si crederà sempre meno alla favola che tutto quest’ambaradan sia davvero progresso, soprattutto dopo la crisi che imperversa dal 2008 e i recenti fatti geopolitici, ma non si vede ancora una presa di coscienza di massa capace di opporsi, è ben più difficile di quando si riuscì a creare una coscienza di classe operaia nell ‘800, perché qua il problema non riguarda una sola classe ma la popolazione mondiale intera e perché non è così strettamente legato a rivendicazioni che possano essere pratiche concrete, comprensibili e attuabili subito.

In fin dei conti, come scrivevo all’inizio, son cose dette e già dette e non voglio nemmeno essere considerato originale nell'esporle; prima di me ci son stati fior d’intellettuali di alta levatura che hanno ragionato su tali problemi, ma oggi come oggi chi molla l’X-box o il giro in moto per leggere, che ne so, Weber?

Finché l’edonismo straccione sarà preferito alla libertà, alla giustizia e alla morale non ne usciremo se non strisciando e chiedendo pietà. Ma spero qualcuno si svegli prima e inizino a cadere banche, multinazionali, stati criminali e perché no, qualche testa.

 

Alberto Cossu 

Commenti
NuovoCerca
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!