Post-Umano

22 Marzo 2015

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Da Rassegna di Arianna del 17-3-2015 (N.d.d.)

 

Sabato 14 marzo corrente anno, alla Sala Umberto di via della Mercede a Roma numerosissime persone hanno affollato la platea per partecipare ad un convegno che è stato sommamente interessante ed insieme inquietante. Mai è stato fatto uno spaccato della nostra società in modo così lucido, esponendo con prove alla mano come la nostra civiltà si stia nullificando in un’altra fatta da esseri bionici, lontani da qualsiasi pallido cenno di natura, appiattiti sul pensiero unico di stampo globalista, orribilmente iposensibili, disgustosamente asessuati. Tutto questo per desiderio di potere, per cieca volontà di ricchezza materiale, che allinea il pensiero oltremarino a quello folle e violento del più becero islamismo. A conti fatti, non sono che le due facce della stessa diabolica perversione economica tesa a portare un gruppo di gestori e di banche al governo del mondo, alla nera signoria di milioni di ombre che lavorano per loro. L’arma letale è la tecnica o la scienza che non valuta la sostanza di cui l’uomo è fatto.

Il convegno è stato aperto dal Prof. PAOLO BECCHI, Docente presso l’Università degli Studi di Genova e Redattore de “Il Fatto Quotidiano”, che ha evidenziato come varie leggi e disegni di legge siano approvati per assecondare questo spaventoso processo: la scusa è il diritto, per sfornare dalla buca figli di semi sconosciuti al fine di far passare le voglie a due esseri omologhi ed omologati alle filosofie dell’ “omofobia”, oppure, ed è peggio, per dimostrare quanto la Tecnica eguagli i miracoli cristiani o i prodigi delle antiche religioni. Il risultato è il progressivo abbattimento di quei valori della personalità che costruiscono non solo una civiltà, ma la stessa ragione della Creazione. A questo scopo si strappa l’uomo dalla sua congeniale attività per avviarlo all’informe lavoro secondo la norma che “tutti possono fare tutto”, che ricorda gli schiavi di Metropolis, vale a dire alla provvisorietà, al precariato a vita espresso nella ghignante parola di flessibilità. Nell’ambito lavorativo è tormentoso ma è nulla rispetto alla diffusa manipolazione del vivente, anche attraverso la genetica, per portare la civiltà attuale ad un altro orizzonte antropologico, dove genitore non è chi genera, ma chi usa il diritto di essere genitore per utilizzare un potere senza la partecipazione diretta nell’atto generativo forse per paura di questo, forse per dolorose esperienze. Psicologicamente è essenziale la partecipazione in quanto il dono di sé veicolato da una profonda emozione irradia il germe che fa vivere; in altri termini, chi è figlio dell’amore ha in nuce una sicurezza psichica maggiore. Ma la società attuale non deve pensare a questo, basta dicotomizzarsi nell’esaltazione della Tecnica che tutto materializza e negli imbambolamenti sentimentali delle soap opera, così si fa contenta. Non serve pensare che ha una parte che vive e non si vede, che si chiama pensiero. Forse esso è una favola da distorcere come quelle narrate ai bambini per inculcar loro la sbiadita cosa della plurisessualità, la Fatina dai Capelli di Mota a nome gender, che fa apparire un i.pad per celare il vulnus psicologico della depressione, del vuoto del domani.  Perché, secondo gli studi del relatore, l’appiattimento del carattere umano normale, maschio e femmina, produce distruzioni nella mente di chi lo subisce. Ma no, non vale che Freud abbia esposto come i guai psichici siano dovuti a educazioni sessuali distorte, e si crede al nuovo Vangelo del MIUR, che lo chiama educazione alla diversità. Che, nel nuovo orizzonte, non è amore per il prossimo in quanto nessuno è eguale all’altro e, dunque, non insegna ad interagire con gli altri, ma è la mano di velluto che castra lentamente ogni vivente, così si è tutti grigi, tutti produttori di cibo per i cari padroni orchi, tutti burattini sostituibili e senza numen o nome. Diranno loro, un giorno, non chi, ma cosa si deve essere.

ALAIN De BENOIST, il secondo relatore, fa presente che la moda del Gender è nata in USA dopo il 1960 a seguito del Femminismo egualitario, che in breve lo avrebbe sostituito e sarebbe sbarcato nel 2000 in Europa. Il Femminismo non è la valorizzazione del Femminile, ma una rivolta contro la sudditanza spesso disumana della donna all’uomo, durata secoli e dovuta a timore del Maschile per il Femminile. Timore non nativo, non congenito all’uomo, ma dovuto a religioni errate, ad ignoranza imposta come guida da dittatori, da menti altrettanto ignoranti. Spesso i più ostinati maschilisti hanno mende psicologiche dovute a presenze genitoriali castranti, oppure essi sono esiti di etiche sociali basate sulla paura dell’ignoto generativo rappresentato dalla donna, sul rischio di non essere all’altezza in un atto sessuale, o alla paura di unirsi ad un essere diabolico, inferiore, sporco, e finire all’inferno. Il vero male è non riconoscere questo, equilibrando le posizioni, il vero peccato è la religione che dice la donna soggetta all’uomo o figlia del diavolo, che sostiene che il sesso è cosa bestiale a meno che non sia “guarito” dal crisma del matrimonio. Ma De Benoist continua, irridendo a ragione l’assunto femminista egualitario secondo il quale non ci saranno più problemi quando femmina e maschio saranno uguali e, pertanto, le donne devono formarsi sulla libertà. Ma quale libertà? Se si inquadrano gli individui, essi non hanno scelta e quindi non sono liberi e, se si nota che l’eguaglianza è identità, per raggiungerla bisogna cancellare la naturale diversità morfologica, attitudinaria, caratteriale dei sessi, quindi bisogna negare il sesso, disperdendolo in varie sfumature innaturali ed inconsistenti. La natura che ci porta avanti da miliardi di anni è fatta di maschile e femminile, altre manifestazioni sono sporadiche, sono eccezioni, non generano. Il potere ricorre alle chiacchiere, alla menzogna, come quella che il sesso è il ruolo sociale dato da cultura e costruzione sociale, che la biologia non ha riscontro con l’identità sessuale e quindi il genere si costruisce senza sesso, ma secondo un sistema di idee. La scienza dimostra invece che la sessualità, nella sua differenziazione, è presente già nell’embrione umano di pochi giorni, prima dello sviluppo visibile, con soglie, reazioni, forze diverse, e quindi è il sesso a costruire il genere.  Il filosofo francese nota che gay e lesbiche sono biologicamente uomini e donne, quindi l’omosessualità non è il terzo sesso e la neutralità non esiste: ammetterla è negare il limite e l’incompiutezza umana, che sono parte delle personalità come difetti e pregi e che sono spesso i poli di attrazione dei sentimenti, delle simpatie, delle scelte professionali. Non è possibile autogenerarsi altro che nelle astrazioni astruse e pretenziose di chi ama farsi un’immagine modaiola da intellettuale, così come l’uguaglianza viene confusa con un sé medesimo che riduce l’altro allo stesso, e questa è violenza, prigionia, distorsione psicologica. Credere in queste asserzioni è destinarsi al solipsismo, all’isolamento, alla nullità spirituale: Amatevi, come io vi amo, è forse questo?  Benoist sostiene che nessun sesso è inferiore all’altro, ma che essi non sono intercambiabili, ed anche che la mentalità globalista odierna, volendo privare la società delle classi, l’ha invece privata di sesso, facendo guerra a quello maschile, come se volesse nasconderlo perché non avrebbe più nulla da dire.

Il discorso è ripreso a titolo di conferma con la Prof.ssa GIUSEPPINA BARCELLONA - dell’ Università degli Studi di Enna – per illustrare le stesse condizioni dal punto di vista della Giurisprudenza, indotta dagli alieni dell’oltremare a favorire l’inverarsi di questo incubo e analizzato da ERIC ZEMMOUR, giornalista francese de Le Figaro dal punto di vista storico. Egli fa presente che dalla fine dell’Impero di Napoleone gli uomini si sono ostinatamente opposti alle sue direttive. È infatti un negare tutti gli ideali che lo costruirono, no alla guerra, no ai confini, no all’audacia, no alla difesa, usando i valori femminili come arma per distruggerli e facendo credere alle donne di essere alla guida di una nazione, quando invece si conferma il potere maschile nella presenza quasi esclusiva di esso nella finanza, nucleo infame del Governo delle infelici nazioni che ad essa sono soggette. Esattamente, tale offensiva ha data dalla fine della prima Grande Guerra, poiché è da quel momento che si è evidenziata la brutalità, il dolore della guerra senza esprimere l’onore, l’amor di patria, l’eroismo degli uomini che hanno salvato o costituito la loro patria.  Gli stati d’oltremare hanno destabilizzato le Nazioni che hanno raggiunto già con l’equazione chapliniana dell’operaio uguale alla macchina, con un principio diverso di quello visto da Metropolis, anzi, l’opposto, ed indotto a guarire i problemi della sovrapproduzione con l’iperconsumo, indugiando infine a togliere alla politica il potere, a mettere il padre al posto della madre, la madre come reggente e far diventare il bambino il re della famiglia. Se ciò appare seducente, è bene notare che è come se gli si facesse guidare un treno: polemicamente può essere ammesso, ma la realtà può dare esiti tragici. Per questo motivo, sostiene Zemmour, l’Islam fa ascendere in ferocia la mascolinità contro la femminilizzazione dell’opera statunitense ed occidentale, ritenuta decadenza, e per questo motivo la società occidentale è dominata dall’omosessualità e rigidamente guidata dalla teoria del genere, vero e proprio cavallo di Troia che porterà la Civiltà attuale verso un sabbioso, infecondo nulla. Il giornalista conclude con l’affermazione che la Rivoluzione francese è la reazione contro la femminilizzazione della corte settecentesca e ciò rende essenziale l’opera di Bonaparte.

DIEGO FUSARO, filosofo e ricercatore presso l’Università San Raffaele di Milano, esce per fortuna dalla consuetudine intellettualoide riportando alla centralità il Pensiero di Hegel, e non l’Economia di Marx come in molti luoghi definiti centri di cultura si trova e, attraverso la Filosofia del Diritto, indica come purtroppo oggi tutto sia compiuto con la distruzione della Famiglia, il nihilismo, l’omologazione forzata. Ricorda che Hegel dice che la vita etica è fondata sulla stabilità professionale (lavoro) ed affettiva (famiglia), mentre il capitale non vuole umanità, ma uomini resi stupidi atomi di consumo. Il tedesco sostiene che il matrimonio è la fondazione divina degli Stati, e che con la Famiglia lo Stato si realizza oggettivandosi. Inutile chiamare gli individui odierni, abbrutiti dall’ignoranza, a considerare queste idee né romantiche, né incensanti, ma semplicemente giuste. 

Né la luminosa grandezza del “Pensiero Hegeliano”, né la chiusa del convegno, egregiamente compiuta dalla dottoressa TIZIANA CIPRINI del Movimento Cinquestelle, possono toglierci la tristezza del prendere atto che l’umanità è poco più che analfabeta, quando la mente corre agli studenti che non conoscono la storia, soprattutto quella antica, a seguito della dissennata serie di programmi ministeriali fatta a “salti” di secoli, a “moduli” per “non confondere lo studente”. Non possono accorgersi cosa sarà il loro futuro, o non-futuro e, non avendo cultura, non hanno difesa. Forse anche questo è quello che vuole la Globalizzazione. La dottoressa Ciprini interpreta lo stato dei nostri paleolitici progenitori, osservando che non il potere prepotente dei maschi negava alle donne il partecipare alla caccia, ma il loro alto senso di famiglia, di donna, di minore da preservare da rischi, così come l’Archeologia dimostra.  L’uomo nostro originario, figlio di Natura, che è lato manifesto del Dio inconoscibile, ci ha portati fino al duemila perché non globalizzatore e ciò si vede dai prodotti artistici e di uso comune. L’uomo nostro padre, figlio della Fede nella Natura, difendeva la donna, la onorava, generava con lei senza paura, perché non aveva la Tecnica attuale, né il concetto di peccato, ma di amore e di sesso come unica e sola via per passare la morte e ritornare rigenerato. Il potere sta uccidendo entrambi, sia donna che uomo sono le sue ghiotte vittime, anche nella reazione al lato occidentale di esso che è l’Islam, né si può guardare al Cattolicesimo, perché questo è distaccato dal Figlio di Natura Cristo ed ha guardato al Femminile solo come Madre Vergine, ma mai nella vera consistenza di Donna.

 La salvezza da questa orribile situazione, emersa dai contributi di saggezza offerti dai relatori del convegno, affinché il Post-Umano non sia travolto da un impalpabile Diluvio, è solo e soltanto un rapido ritorno alle leggi maschili e femminili della Natura, confidando nella potenza infinita della sua Arca e nella luce generatrice del suo Gradale.

Marilù Giannone

  

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