Cambiare stile di vita non basta

22 Aprile 2015

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 Da Comedonchisciotte del 18-4-2015 (N.d.d.)

 

 

Il Comitato consultivo federale per le linee guide in materia di dieta, per la prima volta, ha

raccomandato di evitare carne e latticini i quali, secondo quanto riportato dal Wall Street

Otc, “sono considerati la causa principale di malattie e obesità in America”.

Il rapporto preliminare prosegue affermando che “una dieta ricca di cibi vegetali e che

contiene pochi alimenti di origine animale è più salutare per l'organismo e fa bene anche

all'ambiente”.

Comprensibilmente, i miei compagni vegan hanno accesso il dibattito sui social media con

questa notizia fornendo un gran numero di statistiche (alcune affidabili, altre no) su come

l'agricoltura destinata agli animali stia uccidendo l'ecosistema. “Siate vegan” erano in

sostanza gli argomenti “e il mondo sarà salvo”.

 

Prima che io mi  dedichi  ad affrontare questa rivendicazione comune, lasciatemi

fermamente affermare, per la cronaca: Sì, certo, sarebbe un passo sorprendente nella

giusta direzione per tutte le specie se ogni umano, che da un punto di vista logistico fosse

in grado di farlo, diventasse vegan.

 Lasciatemi anche affermare: un evento sismico epocale non potrebbe mettere fine alla

nostra marcia verso l'eco-cidio.

 

Sì, l'agricoltura animale è una piaga per il nostro ambiente, ma...è ancora un sintomo. Per

“salvare” il pianeta, la malattia che dobbiamo affrontare e sradicare è il capitalismo in tutta

la sua miriade di incarnazioni ingannevoli. […]

 

Siamo condizionati a credere che il capitalismo potrebbe aver bisogno di qualche leggera

modifica occasionale e a volte di una revisione, ma hey, è meglio di qualsiasi altra cosa là

fuori!

I prezzi potrebbero essere controllati, i salari possono crescere, i prodotti potrebbero

essere fatti per durare più a lungo, etc etc etc -  ma tutto ciò che questo ignora è che

capitalismo = ecocidio.

 

Finché non rimarrà più nulla.[…]

 

Il capitalismo è un sistema economico basato sulla crescita perpetua e 

sull'incessante sfruttamento di quelle che noi chiamiamo “risorse naturali”. Per 

definizione, un tale approccio è insostenibile, non può essere riformato, ed è, quindi,

contrario alla vita.

 

Per ottenere l'accesso e il controllo delle risorse, il capitalismo richiede brutali e prolungati

interventi militari (o la loro minaccia). Il Dipartimento della difesa americano, per esempio,

è il più grande e più pericoloso potere militare al mondo e il peggior contaminatore del

pianeta e divora circa la metà dei dollari che derivano dalle tasse federali U.S.A.

Gli interventi militari (o la loro minaccia) conducono alla guerra, ai crimini di guerra, alla

costituzione di  regimi autoritari, alla povertà e alla repressione, alla devastazione

ambientale e alla fine... al dominio delle grandi aziende sulle risorse.

Il capitalismo – nel suo predatorio perseguimento del profitto – richiede umani per

dominare umani e umani per dominare i non-umani e umani per dominare il paesaggio...

finché non rimarrà più nulla.

 

Le risorse sono finite. Non possono essere e non saranno replicate in un laboratorio

Lo sfruttamento, l'avvelenamento, e il  consumo dell'ecosistema alterano il  delicato e

simbiotico equilibrio del mondo naturale -  che da solo ci conduce verso ulteriori

devastazioni.

 

Il capitalismo richiede un consumo costante. Quindi, gli umani sono riprogrammati in

consumatori accondiscendenti e male informati. La capacità pervasiva della propaganda e

delle pubbliche relazioni fa continuare i consumatori a consumare, gli operai a lavorare, e i

repressori a reprimere (così si spiega perché i poliziotti del ceto medio spruzzano pepe agli

attivisti invece che unirsi a loro).

 

Mentre altri sistemi possono affrontare alcune delle vaste ineguaglianze inerenti alla

società capitalista, a meno che un tale sistema sia progettato in sincronia con il nostro

ecosistema condiviso, questa non farà nulla per prevenire l'incombente collasso

economico/sociale/ambientale.[…]

 

Da che parte stai?

 

Essere anti-capitalista significa guardare oltre la prossima scadenza fiscale, oltre i confini

nazionali, e oltre la propaganda delle grandi aziende.

Essere capitalista è ignorare la realtà.

Essere capitalisti è pretendere che la tecnologia sia

neutrale, che gli umani possano “controllare” la natura, e il campo da gioco rimanga lo

stesso.

 

Essere anti- capitalista è abbandonare i privilegi e scegliere la solidarietà oltre l'ego e la

paura .

Essere capitalista è dare valore agli azionisti al di sopra della condivisione, alle merci al di

sopra delle comunità.

 

Essere anti-capitalista è comprendere che un sistema basato sulla crescita a tutti i costi è

contrario alla vita. Essere anti-capitalista è essere contro l'eco-cidio.

 

Essere capitalista è esprimere il supporto per una terra tossica, avvelenata, deforestata e

devastata da guerre incessanti, malattie, disuguaglianze, repressione, incarcerazione e

discriminazione.

Essere anti- capitalista è vedere coraggiosamente oltre la facciata, riconoscere la miriade

di crisi globali, e avere una intensa visione del futuro - un futuro che va ben oltre gli

odierni campanelli di chiusura delle vendite di Wall Street.

 

Essere anti- capitalista è riconoscere l'urgente bisogno di cominciare il processo di

creazione di un nuovo sistema – un sistema non per vendere le azioni più alte; che non sia

basato sulle celebrità, sul consumo materiale, sulla bellezza fisica, o sulle conquiste

militari; un sistema che promuova azioni unitarie e collettive mentre mantiene individualità

e indipendenza; un sistema che ci sfidi a pensare a noi stessi e agli altri; un sistema che

capisca la connessione tra comportamento umano e vita non umana.

 

Essere capitalista è comportarsi come se fossimo l'ultima generazione di umani.

Essere anti-capitalista è rendersi conto del bisogno di fare più che cambiare il nostro stile

di vita; consiste nel re-immaginare la nostra relazione con il mondo naturale[…]

 

Mickey Z 

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