Da Parigi

19 Novembre 2015

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Ieri, 13 novembre 2015. Prima ancora di giungermi la notizia degli attentati ricevo messaggi di amici che mi chiedono se sto bene. "Come mai tutto questo affetto repentino?" Mi chiedevo con stupore. Giuntami poi la notizia dissi tra me e me: "su 4 milioni di abitanti che ci sono a Parigi, poco più di un centinaio sono stati mitragliati, la probabilità che anch'io fossi coinvolto era minima".

Questo lo sapeva anche la gente che mi ha chiesto se ero in salvo, gente che di solito non mi caga di striscio. Perché secondo voi questa frenesia e questo allarmismo? Perché quando il mondo intero parla di ciò che accade in un posto, fa figo dire: "cazzo anch'io ho un amico che abita a Parigi, spero che stia bene!", anche se sotto sotto sai benissimo che non mi sono fatto un graffio, e anche se così fosse, non t'importerebbe granché. L'importante è poter dire che conosci qualcuno sul posto per sentirti al centro dell'attenzione. Alla stessa stregua è inverosimile piangere per la morte di qualcuno che non hai mai conosciuto, ed è ridicolo far finta di esserne affranto.

Ma a dispetto di questa premessa mi direte: "povere vittime, non c'entravano niente, era brava gente, innocente, e i barbuti sono dei bastardi!" Mia mamma e mia sorella erano in città ieri sera, mia mamma ha l'ufficio proprio in una delle zone prese d'assalto. Poteva trovarsi lì durante la sparatoria, potevano rimanerci secche tutte due. Certo la cosa non mi rasserena, certo anch'io potevo esserne vittima, o peggio, orfano di madre. Questo è il terrorismo: incutere terrore facendoti pensare che un domani può toccare anche a te, e se te la fai sotto, vuol dire che funziona. Questa è la paura che dilaga in occidente, la minaccia islamica, paura di quella orda aliena e barbarica che vuole imporci un fondamentalismo anti-occidentale. Questo è il terrore espresso da quelle mezze seghe pacifiste e svirilizzate che sono gli europei a fronte di ricorrenti attentati.

Ora io mi chiedo: se l'occidentale vive nel terrore per via di attacchi che si riproducono in media ogni anno, come deve sentirsi colui che in Medio-Oriente vive questa realtà quotidianamente da oltre 20 anni? Qual è ad esempio lo stato d'animo di un ragazzo libico alle prese con l'ISIS e la Sharia dopo la caduta del regime - laico e sociale - di Gheddafi, orchestrata dall'occidente per volontà di Sarkozy e del suo amico Bernard Henri Lévi? A cosa pensa un siriano quando si sveglia la mattina a suon di ordigni firmati Al-Nusra e finanziati da Parigi sotto la presidenza di Hollande? Come si sente un pastore afgano dopo che la sua famiglia viene sterminata da un drone pilotato da uno yankee chiuso in una sala giochi nel deserto dell'Arizona? Che infanzia può essere stata quella di un palestinese che ha perso i suoi fratelli e sorelle in un bombardamento israeliano, ampiamente sostenuto dalla diplomazia francese? Con che occhi deve guardarci un commerciante iracheno dopo essere stato fatto prigioniero in una base americana senza accusa alcuna e torturato per estorcergli informazioni che non ha mai avuto e che mai potrà avere?

Queste sono le conseguenze della politica estera interventista e delle sue crociate modernizzatrici, liberalizzanti e democratiche che hanno anteposto (ed imposto) la sedicente libertà a scapito dell'ordine in questi paesi. Ma la libertà ha un costo e la si può pagare a caro prezzo. Azione, reazione. Il mondo arabo è sotto assedio dell'occidente da troppo tempo, e il loro ragionamento é pienamente comprensibile: avete seminato guerra e terrore tra i nostri popoli? Noi faremo altrettanto. Costoro non hanno droni e satelliti però, hanno solo odio e vendetta, e sotto questi impulsi, il loro grido può essere uno solo: "facciamo casino!".

Sorge allora un paradosso: chi più di chiunque altro ha combattuto il terrorismo? Vi sembrerà strano ma sono stati proprio gli arabi. I nomi di Gheddafi, Saddam, Assad non vi dicono niente? Perdonatemi, costoro erano tiranni, ed è dovere delle moderne democrazie redimere un popolo dall'autocrazia di certi personaggi. Ma toglietemi una curiosità, come mai non si è mai fatta alcuna campagna contro l'islamismo wahabita dei sauditi e del Qatar? Come mai sono gli stati governati dalla casta più fondamentalista e sostenitrice delle varie milizie salafite ad essere i fedelissimi alleati dell'occidente e di Israele? Non venite a dirmi che costoro rispecchiano i princìpi universali dei famigerati "droits de l'homme"... Tra gli altri quesiti e misteri: Cosa ne pensa il quai d'Orsay dei pupilli che ha finanziato e addestrato in Siria per sovvertire il regime di Assad ora che se li ritrova a sparare sotto casa? Perché il presidente di uno stato sovrano che è la Russia viene definito un dittatore quando interviene militarmente a sostegno di un altro presidente eletto per arrestare l'avanzata jihadista ed evitare che certi disastri avvengano all'interno del suo territorio? Non è che i russi si siano accorti che le pallottole di un AK-47 hanno il sopravvento sulle matite di Charlie? Inoltre vorrei chiedere a Obama se un attacco terroristico possa considerarsi un "attacco all'umanità intera" solo se viene rivolto ai danni di un paese alleato.

Qualcuno ricorda la strage che in Kenya provocò qualcosa come 150 vittime neanche un anno fa? O l'attentato all'aereo russo della scorsa settimana che causò più di 200 vittime di cui 30 bambini? Certo che no, visto che non ne ha parlato nessuno, così come nessuno parla di ciò che accade tutti i giorni in Medio-Oriente a opera di questi predicatori del bene. Tutti penseranno, "ma i nostri concittadini cosa c'entrano con tutto questo? Se i nostri governanti sbagliano, non è giusto che sia il popolo a pagare!". E da quando in qua la politica è sinonimo di giustizia? Questa situazione, oltre che alla machiavellica strategia della tensione messa in atto dai burocrati è anche il frutto della vostra indifferenza, cari miei innocenti, del menefreghismo dilagante, dei buonisti di sinistra che condannano ciecamente le azioni di Assad (senza intendersene minimamente di geopolitica) e dei NeoCon di destra che citano le banalità di stampo borghese ed etnocentrico della Fallaci.

Gli uni sono nemici dell'ordine e della logica, gli altri nemici dell'Islam (come se esistesse UN Islam ed una lettura univoca del Corano). Gli uni predicano amicizia e solidarietà per chi scappa dalla guerra, sputando su chi la guerra decide di combatterla per la salvezza del proprio popolo; gli altri si ostinano ad indicare un "nemico" introdottosi forzatamente (ma non così tanto) in casa nostra suggerendo di radere al suolo un'intera civiltà. Agli uni dico: se qualcuno vi minaccia pesantemente, porgete l'altra guancia o lo bastonate a dovere? Agli altri dico: se un ladro vi entra in casa, va biasimato il ladro o l'incosciente che ha lasciato le porte spalancate? Avete ragione, erano aperte solo le finestre, ma adesso che c'è lo ius soli questi hanno le chiavi di casa, e porteranno anche gli amici a far festa. Sarà un bel casino.

Chiudo questa parentesi goliardica e arrivo al dunque: spiacente cari concittadini, ma il mio sostegno e la mia solidarietà vanno a chi queste atrocità le subisce ogni giorno... Scordatevi le lacrime da coccodrillo, i miei occhi sono stati prosciugati dal sangue versato dai palestinesi da cinquant'anni a questa parte. Lo so che queste mie considerazioni politicamente scorrette susciteranno sdegno e indignazione, ma stavolta ho deciso di mettermi dalla parte dei cattivi, perché i buoni hanno rotto i coglioni. Detto ciò sia chiaro un concetto: io non biasimo le vittime ma mi rifiuto di rimpiangerle per volontà altrui, così come non sostengo l'atto cruento dei loro esecutori ma non li associo ad un astratto "nemico" per adeguarmi al pensiero unico. Non esistono buoni e cattivi, la situazione è purtroppo più complessa, fatta di una miriade di attori, di conflitti d'interesse e di sofferenza. Questa è la vita, cari occidentali, sarà ora che lo impariate. Chi si rifiuta di capire questi aspetti della politica internazionale attenda pure la grazia della divina provvidenza o la redenzione della democrazia. Rimanete chiusi nelle vostre casucce ad ascoltarvi i brani di John Lennon. Dio vi benedica.

 

Brando Baranzelli 

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