Donald Trump for president

27 Dicembre 2015

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Da Comedonchisciotte del 20-12-2015 (N.d.d.)

 

Speriamo che sia questo candidato repubblicano, rozzo e bistrattato, sbrigativo e ricco da fare schifo, con il suo patrimonio di 4 miliardi di dollari (fonte Forbes), il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. Dirò di più: eletto con ampio margine!

L’affermazione precedente potrebbe lasciar supporre che sono impazzito, oppure che ho bevuto, ma io bevo pochissimo alcol e cerco di mantenermi lucido, soprattutto quando rifletto su questioni politiche (e geopolitiche) di vitale importanza.

Se non sono impazzito e non ho bevuto, perché dovrei volere uno come Trump – che farebbe la sua bella figura, senza neppure bisogno di caricatura, nell’Alan Ford “vintage” e nel Gruppo TNT di Magnus & Bunker – al vertice dell’amministrazione federale americana? Perché dovrei sostenere uno così, estremamente “umorale”, irruente, che esterna a briglia sciolta, augurandomi che metta le mani sulla fatidica valigetta, con annessi codici di lancio dei missili balistici intercontinentali? Infine, perché desidero vedere l’irrequieto Donald, che le spara più grosse del nostro Calderoli (ricordate? Quello con la maglietta anti-islam, il padrino del Porcellum), alla guida della più grande e pericolosa potenza mondiale?

Rispondo molto volentieri e in modo articolato alle precedenti domande.

Più che il vietare l’ingresso ai musulmani in America, fino a quando i rappresentanti non avranno capito quello che sta succedendo, cioè per sempre, più che l’intenzione di trovare il modo di chiudere internet, per arginare il terrorismo e zittire i sovversivi, o il condannare alla pena di morte chi uccide un poliziotto, mi colpisce e mi conforta la sana propensione all’”isolazionismo” del re del mattone americano, sperando che la condivida la gran parte dell’elettorato a stelle e strisce.

Prima dello sciagurato attacco giapponese a Pearl Harbour, alla fine del 1941, gli americani e i loro politici erano molto più isolazionisti di oggi, con i loro discendenti che ficcano il naso ovunque, nel mondo, provocando danni irreparabili e stragi innominabili (Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Ucraina, persino inutile fare la lista). Può essere che il pittoresco Donald, dal volto paonazzo, sguaiato e urlante, riesca a concentrare lo sguardo della nazione sulla necessità di difendere i confini – muro sulla frontiera con il Messico compreso – e a ritirarsi, progressivamente, da molti quadranti geopolitici. Non sarebbe troppo strano, perché il nostro “eroe” non apprezza l’intervento militare in Iraq ed è molto attento – come testimonia la proposta di divieto di ingresso ai musulmani – alle questioni interne e alla sicurezza domestica. Certo, se le spara grosse non è perché è completamente scemo – non lo era neppure il nostro Calderoli, quando dava dell’orango alla ministra di colore Kyenge – ma perché vuole assicurarsi il consenso di oltre un terzo degli americani, secondo alcune stime, e dei due terzi dei repubblicani.

Se uno come il buon Donald sbraita che si dovrebbe avere attenzione ai confini, critica l’avventura imperialista in Iraq, vuole gli islamici immigrati fuori dai coglioni (foer di ball, direbbe il nostro Calderoli), dice chiudiamo internet così fottiamo i terroristi e impicchiamo quelli che uccidono poliziotti, è perché c’è molta America profonda che vota e che vorrebbe sentire quelle parole da un candidato alla presidenza come “Dio comanda” (traduzione molto libera di In God we trust!).

Preferireste, forse, Hillary Rodham Clinton, russofobica, guerrafondaia, incistata nel venefico sistema di potere Usa al servizio e al soldo – a differenza di Trump, che è già straricco di suo – delle spietate élite finanziarie che muovono Cia e Pentagono?

Se Donald manterrà ciò che promette, potrebbe darsi che gli Usa si chiuderanno in se stessi, occupandosi principalmente dei loro confini, della sicurezza interna e … perché no? degli ottimi Barbecue e del Superball. Pensate che bello! Si ritirerebbero progressivamente sull’altra sponda dell’Atlantico e l’Europa sarebbe più libera di decidere il proprio destino – e le proprie alleanze! A quel punto la Russia, quale potenza mondiale alternativa e benefica, avrebbe molto più campo libero e potrebbe spingere i popoli dell’Europa occidentale a liquidare l’Unione monetaria, a mettere in soffitta la Nato riacquistando sovranità e potenza. Anche in medio Oriente e in Africa settentrionale la situazione migliorerebbe e stati-canaglia come l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, allentandosi la presa degli Usa in quell’area e nel mondo, avrebbero finalmente ciò che meritano.

Isolazionismo degli Usa, attenzione ai loro confini e principalmente alle vicende interne, per noi, in Europa e in Italia, potrebbero voler dire libertà, sovranità e rinascita! Fine dell’austerity della troika, della troika stessa e dei governucoli collaborazionisti come quello del piddì.

Gli Usa di Trump si ritirerebbero progressivamente, almeno fino alla prossima Pearl Harbour!

È coltivando questa speranza che vi dico, con voce squillante (esagero un po’?): Donald Trump for President! Viva Donald Trump!

 

 Eugenio Orso 

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