L'Iran, la Russia e la schiavitù atlantica

31 ottobre 2007

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Mohammaed El Baradei, direttore dell’agenzia atomica ONU (mica uno qualsiasi): “non ho nessuna informazione concreta sul fatto che esista in Iran un programma nucleare in corso ad oggi”. Altro che la minaccia da Terza Guerra Mondiale paventata e sotto sperata dalla Casa Bianca.
El Baradei ne ha poi anche per Israele, che poco tempo fa ha lanciato un estemporaneo raid aereo sulla Siria. Obiettivo, sembra, presunte postazioni nucleari siriane. “Esiste un sistema: se Paesi hanno informazioni su un programma nucleare di altri paesi devono farcelo sapere. Prima bombardare e poi denunciare, come ha fatto Israele, non è la strada giusta.” Un ragionamento che non fa una piega.
Ma la realtà è che le parole di El Baradei non contano un bel niente. Il duo Usa-Israele ha dimostrato di poter fare tranquillamente a meno dell’ONU. Se vogliono e possono attaccare, lo fanno, punto e basta. E se il pretesto non c’è, lo si fabbrica. Come in Irak con le immaginarie armi di distruzione di massa.
D’altronde limitare il ruolo dell’ONU è stato uno dei capisaldi della politica USA, a partire da Clinton. Da lì sono venute le guerre Nato (Serbia, Afghanistan), le guerre unilaterali (Irak), le guerre in gestazione (Iran), le gratuite e pericolose prove di forza (scudo missilistico in Polonia e Cechia) e via andare.
Questa “brillante” politica ha ottenuto il risultato di far tornare alla ribalta l’antico nemico: la Russia. Vladimir Putin, a differenza di quella macchietta etilica di Eltsin, ha cominciato a ritessere i vecchi fili. C’è lui dietro l’Iran e la sua tecnologia, almeno quanto c’è l’America dietro Israele. Si è riavvicinato alla Cina e profonde energia (le riserve di gas e petrolio di cui la Russia è leader mondiale e con cui ricatta l'Europa) nell’impedire lo scudo americano in Est Europa.
Un nuovo equilibrio è alle porte. Un equilibrio basato su un poderoso riarmo, anche in Europa. Se gli Usa attaccano l’Iran, una seconda guerra fredda diventerà realtà.  E nel mezzo, come al solito, ci finirà la nostra vecchia, inconcludente e rissosa Europa, che dovrà scegliere da che parte stare. Con un “contratto” da firmare, in un caso come nell’altro, gravemente oneroso.
Forse è proprio questo uno degli obiettivi americani: strozzare sul nascere la potenza europea, serrando le fila della schiavitù atlantica e dividendola così dalla Russia.
Gli Europei: i soliti fessi.

Antonio Gentilucci

Commenti
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LeoBulero (Registered) 01-11-2007 15:18

Parole sante.
Forse si può anche intravedere un tentativo di stroncare sul nascere il potere economico cinese rompendo i contatti, consapevoli che una 3° guerra mondiale non sarebbe altro che l'ultimo gesto d'orgoglio della specie.
Poggesi (Registered) 03-11-2007 14:28

Anch'io la vedo così, purtroppo. Nei prossimi mesi ed anni si decideranno le sorti della nostra amata Europa: riusciremo a comporre il mosaico delle nostre Patrie in un progetto comune di politica estera? O sarà più comodo continuare a stare a guardare? Riusciremo a lasciarci indietro l'Europa delle garanzie e dei mercati, appendice spenta ed accidiosa dell'aggressivo gigante americano -e sempre più debole argine alla "barbarie" orientale-, per fondare un'Europa dei popoli, che sappia trovare nella propria storia le ragioni di una identità dialogante e mediatrice? O saremo i primi testimoni di un fatale "tramonto dell'Occidente"? Facciamo almeno ciò che dobbiamo (ed avvenga ciò che può).
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