Né buoni né cattivi

21 Febbraio 2016

 

 

Permane sempre alta la tensione tra Russia e Turchia, soprattutto in merito allo scambio di accuse circa i bombardamenti su scuole ed ospedali che hanno causato 150 vittime civili: Ankara continua, imperterrita, a puntare l'indice accusatore su Mosca e parla anche di crimini di guerra. Davvero sono stati i russi i responsabili oppure si tratta solo di propaganda? Chiunque sia stato, ha ben scarsa importanza. Siamo diventati cinici? Insensibili? Guerrafondai? Disumani? Putiniani (aggettivo che oggi suona come una bestemmia...)? No, abbiamo semplicemente conservato un briciolo di testa e di equilibrio che ci permette di continuare a pensare che in guerra non esistono-non sono mai esistiti- né buoni e né cattivi. Lo stesso pensiero occidentale, da oltre due millenni, si è spesso interrogato sulle modalità, la natura, le origini della guerra, sulle possibili soluzioni -dimostratesi solo utopie- per rimuovere, cancellare, prevenire la guerra, ma mai sulla divisione in "buoni e cattivi" secondo uno schema ideologico preconfezionato come sta avvenendo oggi. Il nemico una volta era il nemico, punto e basta: poi con la modernità è nata anche la propaganda, ora portata al massimo livello in quanto sposatasi con il pensiero unico e "mainstream": è una propaganda peggiore rispetto a quelle di una volta, dove le nefandezze del nemico erano congiunturali, ossia legate alle contingenze del momento: i tedeschi erano "unni" e "barbari" nella Prima Guerra Mondiale solo perché in conflitto con l'Intesa, ma mai nessuno si sarebbe sognato di attribuire tali epiteti negli anni precedenti la guerra. Oggi invece abbiamo una propaganda strutturale, che attacca popoli e capi di Stato prima di tutto non ufficialmente nemici, in quanto noi non siamo in conflitto armato con la Russia, ma li colpisce in quanto portatori di visioni del mondo, valori, geostrategie e mentalità che non coincidono con le nostre, considerate a prescindere da tutto le migliori del mondo e le uniche degne di essere esportate obbligatoriamente perché devono illuminare i popoli, le culture, le civiltà ancora "arretrati", oscurantisti, reazionari...

 

La Russia non corrisponde ai nostri schemi e per forza, allora, deve essere il Male assoluto, quindi se in Siria muoiono 150 civili per forza che sono stati i russi. Ma ammettendo che la responsabilità fosse davvero russa, forse che noi occidentali siamo senza macchia e peccato, nella lunga storia delle guerre? Hiroshima, Dresda, Nagasaki, i massacri coloniali -tra cui quelli coi gas in Etiopia nel 1936, fatti da italiani- portano il marchio dell'Occidente. Ma forse non è solo questo il punto della questione: stiamo perdendo la nostra capacità di discernimento per scivolare nel puro manicheismo americano, di origine calvinista, che è incapace di cogliere le sfumature di grigio, vedendo solo il bianco e il nero.

 

La guerra è una situazione eccezionale ove, come detto, non esistono buoni e cattivi: Eraclito scrisse che i conflitti erano alla base degli equilibri umani, Anassimandro lo contestò, poi alcuni secoli dopo la filosofia cristiana con Agostino d' Ippona parlò di guerre lecite e giuste qualora soddisfacessero alcuni requisiti -concetto poi ripreso nel medioevo dalla filosofia tomista- quindi guerre per restaurare diritti violati o crearne nuovi, come dissero nel Seicento Ugo Grozio e Samuel Pufendorf; Thomas Hobbes la definì naturale essenza degli uomini nello "stato di natura", dando al "Leviatano" il compito di assicurare la pace; Kant elucubrò una federazione mondiale per abolirla, mentre De Maistre vide nei conflitti la Provvidenza Divina, Hegel lo sviluppo della Storia, ridotta senza battaglie "ad un libro bianco", Pascal invece si interrogò sulle miserie dell' uomo, né angelo e né bestia, capace di cose grandi e miserrime, specie appunto nei conflitti, la cui ultima parola sull' operato andava fatta da "un terzo uomo neutrale". Modi di pensare diversi, filosofie diverse, ma nessuno dei grandi del pensiero, parlando di guerra, catalogò il Bene da una parte e il Male dall' altra.

 

Nessuno mette in discussione lo sdegno per scuole od ospedali colpiti, ma nello stato eccezionale della guerra- si badi bene, poi, che la guerra siriana è un conflitto occidentale preparato a tavolino!- queste bassezze succedono perché, come disse Napoleone dopo una battaglia  a chi lo accusava d' aver provocato un macello " mi è impossibile, signori, condurre guerre umane!". La guerra è condizione allo stesso tempo umana (dell'uomo) e non umana (per le sue conseguenze), ove tutti sono "angeli e bestie", sia che abbiano nazionalità russa, americana, cinese, italiana, eccetera: "Star Wars" coi suoi Jedi e guerrieri galattici lasciamoli alla spazzatura di Hollywood o meglio ancora evitiamo di farci lavare il cervello guardandoli.

 

Simone Torresani

 

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