Non ci lascia eredità

16 Aprile 2016

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La prematura scomparsa di Gianroberto Casaleggio, oltre alle normali ed umane manifestazioni di cordoglio, deve indurre tutti quanti noi dell' area antisistemica a farci alcune domande e riflessioni, in particolar modo le due seguenti: riusciranno i pentastellati, dopo la morte della loro mente, a tenere saldo ed unito il movimento continuando la loro storia politica e soprattutto (domanda principale) quali pensieri, idee, travagli intellettuali, lascia il defunto ideologo dei Cinque Stelle a tutti quanti noi che siamo "contro" questo status quo di cose? Possiamo, in una parola, ricevere anche noi una parte di eredità e usarla a nostro vantaggio?

 

Alla prima domanda, possiamo rispondere con alcune tendenze, congetture, ipotesi, da non prendere troppo sul serio, perché nessuno ovviamente ha il potere di leggere il futuro, ma siamo propensi a credere che il timone del Movimento verrà a trovarsi nelle mani o di Di Maio oppure in quelle di Di Battista, che sono d' altronde le due figure ascendenti dell'area pentastellata: se riusciranno a tenere saldo il Movimento, il pericolo di eventuali scismi, scissioni, correnti destabilizzanti potrà dirsi allora superato. Teniamo conto che come tutti i movimenti e partiti fortemente eterodiretti e personalistici -e l' M5s lo era e lo è, chi non è d' accordo se ne faccia una ragione- la morte del leader carismatico o della testa pensante lascia un vuoto immenso. Tocca alla giovane generazione, adesso, colmarlo.

 

Circa la risposta alla seconda domanda possiamo essere netti e trancianti: Casaleggio non lascia a noi nessuna eredità né intellettuale, né politica, né ideologica, né spirituale. Siamo pronti a riconoscere in lui le doti di un grande imprenditore del Web, di chi ha avuto la vista lunga ed ha saputo sfruttare tutte le potenzialità della rivoluzione digitale, quando tale rivoluzione era ancora agli albori: in questo, Casaleggio è stato almeno dieci passi dinnanzi alla politica, sapendo anticipare i tempi e d'altronde per creare un blog che come fatturato è tra i primi dieci del mondo e un Movimento che nel febbraio 2013, alle ultime urne, per un lungo, interminabile momento fece venire i sorci verdi alla ammuffita classe politica italiana, per far tutto ciò insomma, serve avere doti non comuni: in questo, siamo i primi a dire "giù il cappello". La cosa, però, finisce qui: per il resto, le idee diffuse dal suo movimento e blog sono confuse, poco chiare, sterili, alcune che sfociano in inutili utopie -il tempo dei sogni belli è finito da un pezzo. La democrazia diretta -concetto che esisteva in piccole comunità locali quando la gente neppure sapeva dargli un nome, non da ultimo nel tanto vituperato Ancien Regime (leggetevi gli statuti locali dei "contadi" del Ducato di Milano...) è del tutto assurda e impraticabile in uno spazio virtuale come Internet in quanto abbisogna di comunità reali e di una dimensione territoriale, generalmente piccola, non il "mare magnum" della Rete in cui tutto si amalgama e si dissolve. Fare politica, prendere decisioni, è qualcosa di vivo e deve essere esercitato nel mondo reale, nel faccia a faccia tra la gente, non nel chiuso della propria stanza. Oltre che alla paresi decisionale, tale concetto così esplicato porta solo diritto di voto a masse di incompetenti, troppo spesso travestiti da esperti. La crociata contro la Casta? Ma sono scoperte dell'acqua calda, sono cose vecchie come il mondo e poi diciamolo, che all' apogeo dell'epopea craxiana, quando forse le cose erano ancor peggio, faceva comodo chiudere un occhio e vivere al di sopra dei propri mezzi nell' economia del debito, al massimo ci pensavano i comunisti a fare i Catoni dei costumi pubblici… Reddito di cittadinanza? E con che soldi? Li fabbrica Internet, i quattrini? Manca inoltre una ampia visione della geostrategia e dello scacchiere internazionale, della politica estera, della critica ragionata al paradigma economico-finanziario e al modello di sviluppo che ormai ci pervade da due secoli e mezzo, delle teorie della moneta, la sovranità monetaria, l'Europa, gli USA, la NATO, ultra-ambigua la politica sulle epocali immigrazioni, ondivaga. Manca qualsiasi riflessione sul rapporto tra l'uomo e la tecnologia, anzi ci pare che questi vogliano ancora più tecnologia, vista come la panacea di tutti i mali, quando invece avremmo bisogno di un nuovo umanesimo, rimettendo la tecnologia nel ruolo secondario in cui sempre è stata. e Non si cambia il mondo con più wi-fi, banda ultralarga, mandando a calci a casa la "Casta" pestando le dita su Internet per decidere se la vernice dei barattoli deve essere atossica per poi magari ritrovarsi sempre coinvolti nelle politiche dell'Impero, strozzati dalle politiche monetarie europee, immersi nella solita melma etica, economica, morale.

 

Per provarci, serve rimettere in discussione la struttura, non la sovrastruttura. Per questo e per altri motivi, noi riconosciamo il genio imprenditoriale e il fiuto di Casaleggio, ma rifiutiamo in blocco o quasi il pensiero uscito dal suo blog o "MoVimento".

 

Simone Torresani

 

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