Una netta involuzione

26 Aprile 2016

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Da Rassegna di Arianna dl 24-4-2016 (N.d.d.)

 

Prendo spunto dalla chiusura di ComeDonChisciotte, il maggior sito di controinformazione italiano, ma estendo il discorso a tutto ciò che si muove – o meglio, sembra non muoversi più – fuori dal sistema. È chiaro che nel caso della chiusura del maggior sito di controinformazione italiana possono aver pesato questioni particolari, vicende personali ed economiche, ma è da molto tempo che osservo “il deserto che avanza” fuori dagli steccati sistemici, anche in relazione a gruppi e movimenti che dovrebbero garantire qualche forma di rappresentanza effettiva alla popolazione italiana. Rappresentanza effettiva d’interessi vitali che all’interno del sistema le è negata, come gli è negata una corretta e veritiera informazione. Oggi più che mai, in Italia, avrebbe senso l’esplosione del fenomeno politico dell’extraparlamentarismo, in grado di far valere le ragioni della maggioranza della popolazione – sovranità, giustizia economica e fiscale, contrasto ai criminali della grande finanza, rifiuto dell’accoglienza indiscriminata – fuori dalle regole a senso unico della liberaldemocrazia, applicando metodi di lotta “non politicamente corretti”, perché quelli “pacifici” e “democratici” sono del tutto inefficaci, come sappiamo per esperienza. Oggi più che mai, parimenti, dovrebbero proliferare gli organi di controinformazione – per contrapporre la verità alle menzogne dei giornalisti servi del sistema – sia in rete che nella forma tradizionale della carta stampata. “Fuori e contro” dovrebbe essere la parola d’ordine di chi vuole evitare di sprofondare nella de-emancipazione, nell’ingiustizia sociale “santificata” dalla prevalenza della ragione mercatista, nell’irrilevanza come paese e nazione.

 

Eppure, non da ieri mattina, ma già da molti anni, si sta verificando esattamente l’opposto e al velocizzarsi della caduta dell’occupazione, dei redditi popolari, delle produzioni nazionali, si mantiene o addirittura cresce il consenso nei confronti dei carnefici-collaborazionisti piddini e liberaldemocratici, mentre fuori e contro il sistema, in termini di gruppi, movimenti popolari non eterodiretti e controinformazione, non solo non si muove nulla di nuovo e di rilevante, ma il poco che rimane tende a scomparire. In sintesi, da tempo osserviamo un paradosso apparente (che ho già analizzato, anni addietro): aumentano le sofferenze della popolazione, si riducono redditi, occupazione e risorse pubbliche dedicate all’assistenza sociale, ma la passività sociale aumenta di pari passo, mentre dovrebbe diminuire rapidamente (quanto il benessere materiale), lasciando spazio al dissenso conclamato, all’opposizione sociopolitica organizzata, financo alle rivolte di piazza e al crepitio dei mitragliatori. Invece, tre decenni di rimbecillimento massivo organizzato hanno prodotto l’italiota inerte, che riceve continuamente colpi e non reagisce, nuove generazioni mute e inutili (giornalisticamente chiamate né-né, cioè ni estudia ni trabaja, oppure “NEET”, ossia Not engaged in Education, Employment or Training), vomitando addirittura, in buon numero, supporter lobotomizzati di una sinistra apostata, mercenaria della finanza mondiale e leccapiedi delle élite neocapitaliste. Italioti, nuove generazioni obnubilate e inutili, sinistroidi privi di materia cerebrale, sono da considerarsi gli scarti e i cascami di questo capitalismo assoluto, docili e orientabili nel senso (politico) voluto, o persino una nuova specie, nata da uomo e donna, che rappresenta una netta involuzione dell’essere umano. Non resta che lo sballo notturno con abuso di alcol e assunzione di droghe, i rulli dei tamburi delle discoteche, oppure, durante il giorno, le sale slot per imbecilli, che distruggono i risparmi residui e ingrassano ancor di più le élite.

 

Il paradosso che ho evocato è, quindi, solo apparente e la passività sociale è destinata ad aumentare, per quanto riguarda la maggioranza lobotomizzata e diminuita. In altri casi (minoritari) in cui esiste ancora un barlume di coscienza di classe e un po’ di capacità di analisi sociopolitica, agirà lo sfinimento, la necessità impellente d’affrontare l’incertezza quotidiana, il peso delle rinunce e dei ricatti economici, che inibiscono la riflessione e fanno passare in secondo piano l’analisi della realtà, la ricerca di soluzioni possibili (Che fare?), dentro ma soprattutto fuori del sistema. Lo spazio che un tempo chiamavamo extraparlamentare, popolato da numerosi gruppi (super)politicizzati, aggressivi e spesso vicini alla lotta armata (mai rimpianta abbastanza), ormai non ospita che “rivoluzionari colorati” sponsorizzati o adottati (a distanza) dalla Cia e dal Pentagono – il popolo viola di qualche anno fa? La Notte in piedi francese di oggi? – improbabili coalizioni sociali alla Landini, principale esponente del “sindacalismo televisivo”, per trattenere la protesta e i voti “di sinistra” (utili anche al piddì contro eventuali “populisti” e “razzisti” come Salvini), centri sociali venduti a Soros e alle grandi banche d’affari che bastonano innocui leghisti e altra, variegata feccia che non ha niente a che vedere con l’extrasistemico. Anche la controinformazione langue o chiude i blog, mentre le fila del vero dissenso e della potenziale opposizione, futura o “futuribile”, si assottigliano sempre di più. Anzi, ormai ci sono pochi soggetti, isolati, che vanno avanti per inerzia, ma che nel prossimo futuro potrebbero mollare. Non serviranno neppure minacce e ricatti, visto che si va spediti verso l’estinzione.

 

Eugenio Orso

 

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 25-04-2016 23:14

A parte la nostalgia per la lotta armata, che fu ampiamente infiltrata e fu utile al sistema, non si può che condividere il contenuto dell'articolo. Purtroppo le cose stanno così.
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