Cosa c'entra l'amore?

22 Giugno 2016

 

L'ultima "idea" insensata, che purtroppo si va diffondendo anche tra i docenti universitari, è che gli studenti debbano "amare" lo studio. Mi riferisco agli studenti universitari; per gli studenti delle superiori l'affermazione possiede, forse, un nucleo di verità. Io, come tutti coloro che studiavano con me e che si sono laureati in giurisprudenza con lode, ho seguito un terzo dei corsi: sette corsi su ventuno (e considero i tre biennali come un solo corso). Quattordici esami, dunque, li ho preparati soltanto sui libri di testo. Non sono mai andato ad un ricevimento e ho conosciuto i docenti soltanto il giorno dell'esame. Ne discende che l'amore per lo studio non lo pretendevamo dai docenti.  Esiste l'amore per il sapere non per lo studio. Lo studio è un dovere (dall'adempimento del dovere nasce l'amore per le discipline): 5-6 ore al giorno per 4 mesi l'anno quando gli esami erano lontani; 7-8 ore al giorno per 5 mesi l'anno; 10-15 ore al giorno per 45 giorni l'anno, nelle settimane prima degli esami; e 45 giorni di vacanze totali.

 

Tutti coloro che hanno studiato in questo modo hanno poi amato le discipline apprese e ora sono magistrati, notai, docenti universitari, dirigenti della P.A. e bravi avvocati, anche se erano figli di nessuno. Tutti, nessuno escluso. Lo studio è dovere, sacrificio, sforzo, fatica, disciplina, sfida lanciata a se stessi. Amare lo studio non è diverso da amare un lavoro creativo e impegnativo. Significa soltanto avvertire il senso del dovere nei confronti dei genitori che finanziano, amare le sfide con sé stessi ("oggi leggo e sottolineo 70 pagine"; "oggi leggo due volte ad alta voce e ripeto ad alta voce 50 pagine"), amare l'umiltà di voler frequentare studenti più bravi o più avanti negli studi, amare la prova dell'esame cercando di dare il meglio di sé stessi, accettando di rintanarsi in casa gli ultimi 10 giorni con addosso lo storico tutone (sempre lo stesso per anni), amando la pazienza e lo sforzo necessari a risolvere i problemi (matematici, di traduzione o di comprensione).

 

L'AMMORE è uno dei concetti più velenosi, sia nel rapporto tra fidanzati o coniugi, sia nel rapporto tra genitori e figli, sia nel preteso rapporto tra studenti e studio. È falso, molle e alla fine spesso malefico. L'amore, quello vero, nasce sempre dall'adempimento dei doveri, dall'impegno, dal sacrificio, dalla pazienza, dall'intelligenza.

 

Stefano D’Andrea

 

Commenti
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fengshuitherapy@gmail.com
Misopickle (Registered) 22-06-2016 11:43

non a caso, la parola AMORE non esiste, in giapponese, ed il concetto è sempre accantonato, o spiegato in tutti altri termini, nelle lingue e filosofie orientali
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