Silenzio sul Giubileo

23 Giugno 2016

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In queste settimane tutta l' attenzione sta andando all' imminente referendum britannico sul Brexit, alle convulsioni finanziario-borsistiche ad esso connesse, alle elezioni amministrative di casa nostra che hanno visto salire l'astensione e dato micidiali colpi di maglio agli ormai esangui partiti tradizionali, PD in testa ,con la dilagante marea pentastellata...eppure nessuno parla, commenta o scrive di un "grande evento" in corso da ben sette mesi e destinato a durarne altri quattro, come se tale evento non esistesse più: intendiamo il "Giubileo straordinario della Misericordia", tenacemente voluto dal fenomeno mediatico papa Francesco, apertosi l' 8 dicembre 2015 e destinato a concludersi il prossimo 20 novembre. Sparito dalle cronache. Cancellato. Obliato. Immerso nella nebbia, come se la terra lo avesse inghiottito. Eppure secondo la vulgata dell'informazione conformista e dei tromboni di regime, avrebbe dovuto essere non solo un "grande evento" religioso ma al contempo di rinascita turistico-economica per la Capitale, tanto che sull' onda dell'entusiasmo, nel 2015, le strutture alberghiere avevano persino aumentato dell' 1,11% le assunzioni del personale. I dati sono impietosi e vedono non solo un crollo degli arrivi del turismo "laico" a Roma, ma pure una netta contrazione di quello religioso, testimoniato dalle udienze generali del pontefice, in una piazza San Pietro desolatamente semivuota dove risaltano, più che le preghiere dei cattolici, le uniformi dell'apparato di sicurezza. Fallimento doppio, perché in ogni diocesi esistono santuari, chiese e basiliche giubilari, ma la frequenza a messa, sotto il magistero di Bergoglio, è scesa -parlando solo dell'Italia-di ben cinque punti percentuali rispetto ai tempi del meno accattivante e popolare ma senza dubbio più ieratico, ferreo in dottrina e tradizionalista Ratzinger. Colpa delle minacce dell'IS? Colpa dei pochi soldi in tasca (i quali, però, vengono allegramente spesi per finanziarsi l'ultimo smartphone di grido)?

 

Sicuramente tali fattori influiscono in parte, ma non in tutto. A parte il fatto che il terrorismo colpisce a sorpresa in luoghi ove non v' è grande ragione di temere (vedi i bistrots parigini o un concerto al "Bataclan"), balza all' occhio la schizofrenia tutta moderna di un papa acclamato dai laici e dagli atei e diffidato dai veri cattolici, non solo dai tradizionalisti ma anche da chi sa qualcosa della dottrina e non si limita, in chiesa, a ripetere senza capire antiche formule di rito. I ponti di Francesco-rivolti a senso unico verso le altre religioni, i miscredenti e gli anticlericali, mai in direzione del "gregge" -e la sua ansia frenetica di rincorrere il mondo e di proclamare ciò che maggiormente gusta al secolo, invece di diffidare delle lodi del mondo, come vorrebbero gli Evangeli, altro non fanno che portare acqua al mulino di quelle forze non laiche ma laiciste o dell' ateismo militante (che alla fine diventano, esse stesse, religione intollerante) e condurre una Chiesa ormai malconcia e ridotta, in sostanza, ad una gigantesca holding o multinazionale dalle casse piene ma dalle panche vuote, a stravolgere la dottrina, la teologia, a farla confondere in un magma dolciastro, mieloso, buonista, financo relativo-basti pensare alle infelici frasi bergogliane su un Dio che perdona tutto e tutti, sempre, quindi sulla negazione di paradiso ed inferno, sugli arrampicamenti teologici per supportare le migrazioni di massa, sulla sua martellante necessità di un dialogo con l' Islam e le altre religioni senza chiedere tangibili segni di reciprocità.

 

Ne nasce un cattolicesimo svuotato, esangue, dove la sociologia prende il posto della dottrina e l'immanenza quello della trascendenza, dove alle antiche ritualità dense e pregne di significati metafisici si sostituiscono tutti gli "idola" della modernità, un cui segno degradante fu la vista dei vescovi ballerini sulla spiaggia durante il raduno della GMG in Brasile. È il cattolicesimo che piace ai poteri forti e al capitalismo, perché subordina il messaggio di una Entità che ci trascende e ci fa essere solo di passaggio in questa Terra, per poi giudicarci degni di vita eterna in base alla fede e alle opere spese in vita, a una religione in funzione del mondo e che sussiste in esso, coi suoi piaceri e i suoi edonismi, senza tema dell'Aldilà. È il cattolicesimo " 2.0" dell'uomo fintamente emancipato nei costumi ma non nei veri diritti, del politicamente corretto, della deresponsabilizzazione dell'individuo e del "parricidio" verso il concetto di autorità, con un Dio languida femmina che tutto perdona: e quindi, godiamocela. Col consumismo e il relativismo. Visto che non tutti i cattolici sono scemi o teledipendenti, in molti se ne sono accorti, coi risultati sopra scritti. E la crisi della Chiesa ci angoscia, perché la religione è rimasta il solo baluardo contro una postmodernità allucinante e un capitalismo assoluto, smaniosi di sostituirsi in una Religione mondiale del Mercato.

 

Simone Torresani

 

 

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