Panem, circenses e ultras

16 novembre 2007

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Panem et circenses erano gli strumenti con cui le oligarchie romane tenevano a bada la plebe. In Italia il pane comincia a scarseggiare e i "circenses" sono stati distrutti.(...)
Il calcio era, per dirla con Gramsci, una grande festa nazional popolare; ineterclassista, con una importante funzione di coesione sociale. Sugli spalti si trovavano a fianco l'operaio e il piccolo imprenditore. Se ne è voluto fare uno spettacolo televisivo, "show & businnes", deprivandolo di tutti i suoi valori identitari, spirituali, simbolici, mitici in favore dell'orgia economica. I ragazzotti, estromessi da Sky, estromessi dagli spalti dove vanno i ricchi abbonati, stipati tutti insieme dietro le porte, non trovano più la loro identità nei colori di una squadra (come si fa a tenere per una squadra con undici stranieri in campo?). Come scrive giustamente sul Corriere di mercoledì Giuseppe De Mita "La loro identità non è più sportiva, è l'appartenenza al segmento disumano degli ultras". Cioè a una parte della comunità dei diseredati. La loro aggressività non è più sportiva, non si erano mai visti tifosi che, come a Bergamo, "non vogliono" che si giochi la partita, ma si rivolge contro lo Stato, simboleggiato dalla polizia. È certamente grave che costoro devastino e attacchino caserme, ma l'accusa iperbolica di terrorismo segnala solo l'impotenza dello Stato a fronteggiare fenomeni di ribellione sociale sempre più frequenti e multiformi. Ma quale rispetto delle leggi, delle istituzioni e dello Stato possono averne questi giovani quando proprio dalla classe dirigente arrivano di continuo segnali in senso opposto? Ancora l'altro giorno Berlusconi, parlando dei circoli di Dell'Utri, pluricondannato, dove era presente anche Previti che ha fatto un solo giorno di reclusione degli 8 anni che dovrebbe scontare, attaccava la Magistratura accusandola di una "ferocia giacobina, di chi usa impropriamente e in modo assolutamente contrario a ciò che si deve fare, il potere che la carica di magistrato conferisce".
Non c'è da stupirsi se in un recente sondaggio Ipsos gli italiani, non sapendo più a che santo votarsi, hanno indicato nell'Ue l'istituzione in cui hanno più fiducia (66\%) relegando i partiti all'ultimo posto (21\%). Scarseggia il pane, i "circenses" sono stati distrutti, la sfiducia nella classe dirigente è totale, sul ponte sventola bandiera bianca. L'Italia è seduta su una polveriera, ma i partiti continuano nei loro giochini, come se nulla fosse.

Massimo Fini Il Gazzettino 16 novembre 2007

Commenti
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dandy (Registered) 18-11-2007 11:32

E' vero,non capire che la violenza è un fenomeno che nulla ha a che fare col calcio è un errore di sottovalutazione o malafede.
Personalmente ritengo che siano ancora pochi a scagliarsi contro questa politica,contro lo strapotere delle banche e dei monopolisti e delle cooperative,ci si indigna molto ma alla fine si continua ad accettare questo stato di cose.
Ale71 (Registered) 18-11-2007 11:38

Quando è sceso in campo Berlusconi non credevo ai miei occhi. L'ironia era d'obbligo. Quando ha vinto ho capito che per l'Italia era finita. Che cinquant'anni di Tv erano riusciti dove nessun regime storicamente conosciuto era mai riuscito: distruggere completamente una cultura senza uccidere tutti i portatori di questa cultura. Allora ho ripensato a quello che scriveva Pasolini sulla Tv. E ho rivisto qualche giorno fa un piccolo spezzone dove Pasolini, intervistato da Enzo Biagi, riassumeva il suo pensiero. Biagi forse non era particolarmente "sveglio",non aveva grandi capacità di riflessione psicologica. Era un italiano di quella generazione che ancora si faceva affascinare dalla modernità, dai motori, dalle straordinarie possibilità della comunicazione. Pasolini ha scritto invece pagine profetiche sulla Tv, sul genocidio culturale, sul vizio oscuro della modernità, sul degrado morale dei giovani. Rileggendo alcuni suoi scritti oggi sembra impossibile, leggendone la data, siano stati scritti più di trent'anni fa. Quello che dice Fini nell'articolo è vero. Non si sa più a che santo votarsi. Anche perchè ai santi non crede più nessuno. Ora sui calendari si celebrano ben altre immagini....
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