Illusionisti

20 novembre 2007

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Stiamo andando dritti dritti verso un vicolo cieco. Ma con una luce in fondo.
Oddio, potreste obbiettarmi che in un vicolo cieco ci siamo già: democrazia che di democratico ha solo il nome, soperchieria manifesta di una classe dirigente senz’altro credo che non la soddisfazione dei desiderata dell’economia, sfascio di ogni limite umano nella società (in)civile, estinzione di ogni rispetto reciproco nei rapporti umani, irrefrenabile paranoia collettiva per il superlavoro a cui votarsi ogni santo giorno per pagare uno stramaledetto debito pubblico, cappio stretto da Stato e banche intorno alle nostre teste.
E il mercato delle statuine di cera, ovvero dei nostri politici tronfi di parole e colmi di vuoto, sforna oggi un nuovo prodotto: il partitone artificiale di Berlusconi. E’ la degna risposta all’altro piazzista, Walter Veltroni, e al suo Pd di cartapesta. Il senso delle due operazioni è chiaro: semplificare l’arena partitica per giungere a grandi formazioni che illudano il popolo di contare qualcosa (di qui le primarie per uno e i gazebi per l’altro). Per cementare col mastice della “novità” e dell’appello alla “partecipazione” il controllo totale dei veri padroni del gioco: la rete di interessi economici e finanziari che ha nei salotti di Londra, Francoforte, New York e nei suoi corollari romani e milanesi le sue vere sedi (la Grande Truffa della politica asservita all’economia).
Per essere ammansito, il popolo, ricordava pochi giorni fa Massimo Fini, ha da sempre bisogno di panem et circenses. Noi aggiungiamo: ha bisogno di credere di essere sovrano, ascoltato, riverito e vezzeggiato dai suoi presunti “rappresentanti”. La coppia Veltroni-Berlusconi è il quadretto perfetto di questa illusione di massa: si ammantano del consenso della mitica “gente” con meccanismi mediatici e simil-elettorali da quattro soldi, e poi fanno e disfano le regolette del risiko partitocratico cambiando la legge elettorale a loro immagine e somiglianza. Per far fuori i partitini che ostacolano l’union sacrée, quella differenza sempre più inesistente fra Destra e Sinistra che fa tanto comodo al pensiero unico liberal-capitalista.
Partito Democratico e Partito del Popolo della Libertà: due partiti per una stessa via. Ma non senza uscita. Perché da oggi si apre uno spazio potenzialmente enorme per chi voglia far saltare il banco e scoprire il velo dell’ipocrisia politica su cui si regge l’Italia. Cioè per chi, come noi, alla Destra e alla Sinistra mira sostituire la battaglia contro la Destra e la Sinistra. Per la Libertà dal modello obbligato di vita di cui i politicanti e le loro bande sono, tutti indistintamente, alfieri e guardiani prezzolati.

Alessio Mannino

Commenti
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sebastiano080@yahoo.it
sebastiano (Registered) 21-11-2007 15:08

Caro Mannino
sono d accordo con te nel rifiutare e combattere l attuale sistema di sviluppo economico cominciando proprio dallo smascherare e delegittimare la sovrastruttura politica che opera per esso.
Siamo ormai giunti ad un alto livello di consapevolezza circa la truffa esistenziale alla quale siamo sottoposti ed a volte abituati. Sappiamo tutti qual è la funzione della politica nella liberal-democrazia e non crediamo nelle formazioni partitiche, ne di destra, ne di sinistra, perché basano la loro legittimità (all esercizio del potere decisionale), sull imbroglio della rappresentanza. Rappresentanza di cosa? In teoria, di quella piccola quota di potere che ogni cittadino rimette nelle mani del suo rappresentante; in pratica degli interessi dei grandi potentati economici.
Un primo passo verso la delegittimazione del potere potrebbe quindi essere quella di rinunciare al voto, in massa. Come dice Bobbio, «l unica vera opinione è quella di coloro che non votano perché hanno capito o credono di aver capito che le elezioni sono un rito cui ci si può sottrarre senza grave danno».
L assenteismo elettorale è sentito da ogni liberal-democrazia come un campanello d allarme perché è un sintomo della perdita di credibilità di tutto il sistema. Malgrado operi nella sua variante degenerata, la democrazia rappresentativa, in quanto democrazia, non può fare a meno, per preservarsi, della partecipazione elettorale del popolo. Di un popolo che abbia fede in essa, ed in quanto fedele non si metta tanto a riflettere sui dogmi e sulle fandonie che tengono in piedi la farsa.
La sensibilizzazione all assenteismo elettorale, e non la partecipazione alla politica attiva, è il modo migliore per abbattere lo status quo. Se la democrazia reale è, come dice Fini, un modo per metterlo nel culo alla gente col suo consenso, cominciamo col cancellare dalla frase la parola consenso non andando a votare, per poi rifiutarci di conseguenza di continuare a prenderlo nel culo in maniera forzata.
Questo sarebbe un modo pratico per far scricchiolare il sistema dalle fondamenta. Che legittimità può avere un governo votato da un numero molto esiguo di cittadini? Nessuna ! Una democrazia senza elettori si avvierebbe ineluttabilmente verso la disgregazione, e solo allora si paleseranno le esigenze per un vero rinnovo democratico. Si passa all azione?

Con stima Sebastiano

AlMan (Registered) 21-11-2007 15:43

Il problema è che la tua proposta, teoricamente ineccepibile, ha una grave pecca: invece di essere un'azione, è una non-azione. Non è dall'astensione elettorale, secondo me, che passa la Ribellione. Non, almeno, come opzione assoluta. Un movimento necessita di militanti e aderenti, e per raccogliergli occorre chiamarli a raccolta intorno ad azioni pubbliche che abbiano una risonanza (per lo meno, inizialmente, simbolica). In questa fase storica, astenersi dalle elezioni politiche nazionali è l'unica scelta - e io la pratico da sempre. Ma, se a Movimento Zero vogliamo dare un corpo - oltre che un'anima, che si sta formando - cioè uomini che s'impegnino attivamente per esso, sul territorio il sabotaggio alle istituzioni può passare anche dal servirsi dei suoi strumenti. E la maggioranza del movimento la pensa così.
L'idea che se la maggioranza degli italiani non votassero si darebbe una vigorosa spallata alla truffa elettorale è giustissima, ma è solo, purtroppo, teoria.
collapse (Registered) 21-11-2007 16:46

A cosa credete che alludesse, la sigla di gelliana memoria ? E' forse un caso che il cavaliere stallato e il comboniano fallito abbiano "riscoperto" entrambi la parola ... oddio che parola ... "partito" ? Due Partiti, questo era il proggetto. Per togliere lo Stato alla Nazione e regalarlo chissà a chi.
(Vigorosi saluti a Massimo e a tutti voi).
RastaRebel (Registered) 21-11-2007 16:48

Secondo me la soluzione sta nel mezzo: invece di limitarsi all'astensione si potrebbe trovare un fronte comune tra tutti quei movimenti d'opinione indipendenti ed attivi: Mz, Grillo ed i MeetUp, le associazioni No-Tav e No dal Molin, i giornalisti seri alla Fini-Travaglio-Gomez-Abbate, gli orfani dei girotondi, i magistrati scomodi come De Magistris e la Forleo, le organizzazione umanitarie, i comboniani. Anche se sono gruppi eterogenei e diversificati tra loro si possono unire per fornire una vera alternativa, stabile e programmatica, a questo sistema oppressivo,invece che limitarsi all'astensione ed al disimpegno.
Che ne pensate?
Ale71 (Registered) 22-11-2007 16:03

Idee simili a quelle di Massimo Fini a proposito della democrazia, del lavoro ecc. le ritroviamo anche in autori come Julius Evola, Renè Guenon tanto per fare due nomi importanti. Evola è da sempre considerato filosofo "sulfureo", assertore di valori spirituali che, con molte e gravi incomprensioni e deformazioni a mio parere, sono entrate a far parte del bagaglio culturale di una certa destra. Evola non fu mai iscritto al partito fascista e faceva parte con altri di una corrente "esoterica" che, probabilmente, ha avuto un ruolo molto secondario nella vita politica reale del paese nel ventennio. Guenon invece non ha mai fatto parte di alcun partito che io sappia. Ha scritto molti libri sulla Tradizione e sulle dottrine esoteriche. Sia Evola che Guenon sono facilmente reperibili nelle edizioni Mediterranee e Adelphi. Le loro critiche alla modernità, alla democrazia ecc. partono da punti di vista molto ostici da accettare per noi "moderni". Il problema, per loro,non è tanto avere una democrazia che funzioni quanto l'affermare che il principio stesso democratico è figlio di una degenerazione spirituale dell'Occidente. Le questioni sollevate sono molto complesse e, ripeto, piuttosto ostiche. Ma possono forse interessare se non altro perchè, ad esempio, traendo le conclusioni del suo pensiero, Evola preconizza fin dagli anni venti il futuro affermarsi di una sorta di poliziotto internazionale, un megastato privo d'anima, una parodia satanica di quello che lui ritiene dovrebbe essere il vero Impero. Inutile dire cosa pensasse del Comunismo e della democrazia liberale....
dandy (Registered) 22-11-2007 20:43

Movimento Zero è un'ottima risposta a questo veloce sprofondamento del Paese e in generale del capitalismo.
Il problema è che la gente è troppo rincoglionita da tv,giornali,partiti...,finchè esiste entusiasmo pre la nascita del Pd o del PDPI,significa che la metaè lontana.
Il pensiero di MZ è ancora lontano da molti italiani,non sembra esserci l'occasione di riflettere sulla sida che propone Mz,siamo intasati di notizie futili ma pochi ci dicono la verità
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