Conoscenza e coscienza

30 Gennaio 2017

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Il 27 gennaio è una data importante, ricorre il 72° anniversario della liberazione del Campo di concentramento di Auschwitz, ed è la giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah, di quell’immane carneficina passata alla storia come l’Olocausto del popolo ebraico. Anno dopo anno, ricorrenza dopo ricorrenza emergono sempre più fatti, narrazioni, dettagli e filmati in merito a ciò che avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale con riferimento al genocidio del popolo ebraico ad opera del regime nazista di Hitler, in particolare al ruolo e al funzionamento dei terribili campi di sterminio disseminati soprattutto nell’Est Europa nei quali trovarono un’atroce morte la quasi totalità degli ebrei europei di quei Paesi. Una stima per difetto certifica in almeno sei milioni le vittime ebraiche durante il Secondo Conflitto Mondiale, ma altre stime ne quantificano sino a otto milioni, alle quali aggiungere anche coloro che furono uccisi in quanto prigionieri politici, slavi, omosessuali, soggetti asociali, si giunge a una stima per difetto di undici milioni di persone! Ma tutto questo si poteva evitare, perché non è accaduto dall’oggi al domani, è maturato giorno per giorno, provvedimento legislativo dopo provvedimento legislativo, in seno alla società tedesca e al regime nazista; sì perché è grazie alla legge che tutto ciò è stato possibile!

 

Le basi dell’odio razziale antisemita non si sono certo sviluppate in Germania, aleggiavano già in Europa, grazie al Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane di di J.A. de Gobineau (1855) e grazie a I fondamenti del XIX Secolo di H.S. Chamberlain (1899); mentre a inizio ‘900 notevole influenza ebbe la lettura de I Protocolli dei Savi Anziani di Sion, un falso documento dove si davano per certe le fantasiose prove di un’inesistente congiura ebraica che tramava segretamente per impadronirsi del mondo. Quando Hitler prese il potere nel 1933 in Germania, il terreno era fertile per attecchire con l’approccio antisemita e, come ricorda uno dei maggiori studiosi della Shoah, Raul Hilberg, se Hitler ebbe un ruolo centrale nella “soluzione finale”, bisogna aggiungere che la burocrazia fu prontissima a rispondere alla sua volontà; la distruzione degli ebrei non fu accidentale, nei primi giorni del 1933 quando il primo funzionario stilò la prima definizione di “non ariano” in un’ordinanza dell’amministrazione, la sorte del mondo ebraico europeo si trovò ad essere segnata. I passaggi furono cadenzati anno dopo anno, ne ricordiamo i più significativi: nella notte tra il 9 e il 10 maggio 1933 vi fu il falò dei libri di autori ebrei dinnanzi l’Università di Berlino, il 15 settembre 1935 furono emanate le Leggi di Norimberga, disposizioni normative a sfondo razziale che sancirono la classificazione degli ebrei come cittadini di seconda categoria. Ma se fino al 1938 non si registrarono episodi significativi di violenza fisica, la notte tra il 9 e il 10 novembre di quell’anno passerà alla storia come “la notte dei cristalli”, con un dilagare di violenze verso gli ebrei sia come persone fisiche, sia rivolte ai loro beni e patrimoni personali. In merito a come affrontare la questione ebraica, Hitler cambiò più di una volta soluzione, dapprincipio pensò alla possibilità di concentrare gli ebrei in una riserva della regione di Lublino e successivamente, dopo la conquista della Francia nel 1940, pensò alla possibilità di trasferire milioni di ebrei nel Madagascar nel quadro di una trattativa di pace che non si realizzò mai. Da qui in avanti l’idea di una “riserva ebraica” verrà abbandonata per quella più radicale dello sterminio, per rendere il territorio del Terzo Reich judenfrei, privo di ebrei. Nel 1941 si portò avanti un metodo detto “sterminio caotico”, caratterizzato da immensi massacri portati a termine soprattutto in Unione Sovietica dagli Einsatzgruppen, gruppi d’azione che uccisero oltre unmilionecinquecentomila persone, seppellite in numerose gigantesche fosse. Nel 1942 in territorio polacco fu messa a punto la “Operazione Reinhard”, consistente nello svuotamento periodico dei ghetti, nel trasferimento degli ebrei nei campi della morte (tra i quali ricordiamo Sobibor e Treblinka) e nella sistematica rapina dei loro beni. Erano campi dotati di camere a gas ancora tecnicamente arretrate ed erano privi di forni crematori ma le operazioni di sterminio erano regolate e organizzate secondo precise procedure; qui morirono circa unmilioneottocentocinquantamila ebrei. Ma la data chiave di questa terribile storia è il 20 gennaio 1942, con la Conferenza di Gross Wannsee presso Berlino, a seguito della quale Reinhard Heydrich predispose la “soluzione finale della questione ebraica” in Europa, con lo sterminio sistematico frutto di un programma costruito con maggiore razionalità ed eseguito con scrupolosa sistematicità e freddezza. In quest’ultima fase vi fu la messa a punto di campi di sterminio dotati di camere a gas con annessi forni crematori per dare la morte a migliaia di persone contemporaneamente. Qui tristemente famosi sono i campi di Auschwitz-Birkenau e Auschwitz-Monowitz, nei quali perirono oltre unmilioneemezzo di ebrei. Ma altri campi di sterminio in Europa sono stati teatri di massacri di massa, tra i quali: Bergen Belsen, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Gross Rosen.

 

Se qualcuno si dovesse chiedere perché, a così tanti anni di distanza da questi terribili fatti raccontati, ci sia comunque ancora bisogno di dedicare una giornata a memoria di quanto accaduto, basti ricordare le parole con cui Hitler in prossimità dell’invasione della Polonia arringò i propri collaboratori a perpetrare le violenze sugli ebrei che poi si realizzarono: “Andate, uccidete senza pietà. Chi è che ricorda oggi l’annientamento del popolo armeno?” L’unica arma che abbiamo come persone per far sì che certe tragedie, certi crimini, vengano bloccati sul nascere è la mescolanza di conoscenza e coscienza; la conoscenza, perché la storia si ripete ciclicamente, sempre uguale a sé stessa a parità di condizioni, e la coscienza, perché è l’unica cosa che caratterizza e diversifica la persona umana dal resto del mondo animale.

 

Roberto Locatelli

 

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