Il serpentone metamorfico

21 Febbraio 2017

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In questi giorni si sta svolgendo l' assemblea precongressuale del PD: molta la carne al fuoco, a partire dalle dimissioni formali di Matteo Renzi dalla Segreteria di Partito, quindi le future primarie e la eventuale candidatura ad esse dell’ex premier, la tenuta del governo Gentiloni, le elezioni anticipate o meno e soprattutto il vero nocciolo della questione, cioè la resa dei conti tra Renzi e la minoranza "dem", una resa dei conti che potrebbe-usiamo sempre d' obbligo il condizionale-portare ad una delle ennesime scissioni che il compianto Costanzo Preve chiamò il "serpentone metamorfico PD-PDS-DS(e PCI)". I panni sporchi di quello che al momento è ancora-non si sa per quanto-il maggior partito italiano e principale sponsor degli ultimi quattro governi non eletti (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni) nonché proconsole dei poteri forti finanziari e globali per la colonia Italia ci interessano relativamente poco da un punto di vista della politica pura: lo vediamo solo come una sterile perdita di tempo che paralizza un Paese già immobilizzato, ove il dibattito pubblico si riduce ad astratta teoria a tutto discapito di problemi epocali da far tremare le vene nei polsi, non solo a chi governa ma specialmente a noi governati. Tuttavia qualche considerazione è d' obbligo.

 

La frase pronunciata da Renzi verso gli sfidanti e i "malpancisti", intendiamo Cuperlo, Rossi, Emiliano ma anche Epifani e Bersani che " la minoranza non ha il copyright della sinistra" è parzialmente esatta. Se è vero che nessuno ha depositato all' ufficio brevetti il logo della sinistra-quale sinistra poi, nel mondo ormai depolarizzato e postmoderno di oggi, resta tutto da vedere, dato il sorgere di una sola fede, quella del Mercato -è parimenti vero che Matteo Renzi è l'ultimo a poter richiedere il diritto d' uso della franchigia di tal supposto marchio. Nello psicodramma di quella che ancora, per stanchezza, chiamiamo la "sinistra" si sta aggiungendo un nuovo tassello alla antica dicotomia tra massimalisti e riformisti: quello dello scontro generazionale, che con la accelerazione della Storia dopo il 1989 è diventato esponenziale. La "maledizione della sinistra" europea in generale e italiana (molto) in particolare ebbe sempre come scintilla lo scontro tra le ali riformista ed estremista. Solo con tale dicotomia e scontro si spiegano 125 anni di sinistra italiana,  dalla nascita ufficiale del Partito Socialista (estate 1892) in poi:  l' espulsione del "moderato" Cabrini "reo" di essersi congratulato con Vittorio Emanuele III nel 1912 per un fallito attentato, la drammatica scissione del Congresso di Livorno del 1921 e la nascita del PCI, la scissione del 1947 di Saragat e la nascita del PSIUP poi riconfluito nel PCI nel 1972, la scissione di Rimini del 1991 e la nascita di Rifondazione, poi divisasi nel 1998 con la nascita del PdCI di Diliberto e poi e poi…ci fermiamo qua, che l' album di famiglia diventa troppo lungo da sfogliare, Verdi compresi, che appartengono più o meno alla stessa specie politica. Senza dimenticare, ovvio, le foto dei ragazzi discoli, quei "compagni che hanno sbagliato" in una tragica stagione italiana da fine anni Sessanta a inizio anni Ottanta.

 

Oriana Fallaci soleva dire che la sinistra andasse paragonata alla Chiesa, coi suoi dogmi, le sue eresie ed i conseguenti scismi e in buona parte siamo portati ad essere d'accordo con lei: per decenni, lo stesso Marx non venne infatti citato come profeta e il suo "Capitale" come la Bibbia, ove le frasi potevano venire interpretate secondo propria scelta? Ebbene, questa "Chiesa", con la nascita del PD nel 2007, ha imbarcato anche rimasugli dei rimasugli delle scissioni-il che è tutto dire-di quel partito interclassista e gattopardesco ed opportunista che fu la Democrazia Cristiana: facciamo quattro conti e vedremo che la mutazione generica del renzismo ha radici ben definite. Aggiungiamoci lo scontro generazionale tra una certa vecchia politica e un prodotto del mondo globalizzato e prono al monoteismo finanziario-economico-politico come i renzini e siamo davvero a cavallo. Scontro non duplice, si diceva, ma triplice, fra tre componenti ben distinte in campo. Per farla breve: della scissione presunta del PD a noi nulla cale, anzi ci fa piacere, perché andrebbe ad indebolire mortalmente uno dei maggiori responsabili dello sfacelo e della svendita di sovranità nazionale italiana dal 2011 ad oggi. Ben vengano, dunque, le balcanizzazioni in area PD. Ma ben venga pure un plauso a quelli che possono essere considerati "vecchi arnesi della politica" o che romanticamente credono ci possa essere ancora spazio per la "sinistra" e rompono le uova nel paniere. State sicuri che principalmente lo fanno per giochi di potere e rancori personali e politici, ma fa sempre piacere vedere un certo attaccamento alla tradizione storica e rispetto per gli elettori, specie i più "duri" od anziani, i quali non sono certo nati "comunisti" per poi passare a "riformisti", svilupparsi come "democristiani" e giungere a morire come neoliberisti e anarcocapitalisti finanziari. L' eventuale scissione del PD -se non oggi, di sicuro in un futuro da definire-è normale e fatale. Dei nuovi soggetti politici che nasceranno non avremo alcuna fiducia, ma anche qua nulla importa: importante è che questo contenitore-perché di contenitore si tratta, non di Partito-inizi ad imbarcare acqua da ogni lato.

 

Simone Torresani

 

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