Una voce per Madrid

4 Ottobre 2017

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Dopo i disordini e le cariche della polizia per sgomberare i seggi nelle scuole, con quasi 800 contusi o feriti, oggi la Catalogna è paralizzata dallo sciopero generale, cui ha aderito pure uno dei suoi simboli, il Barcellona calcio, sì proprio quello dei vari Piquè e compagnia che sputano nel piatto dove mangiano (forse i premi per le vittorie al Mondiale 2010 ed Europei 2008 e 2012 con la maglia spagnola sono una delle prove tangibili del motto "pecunia non olet"…).

 

Vediamo ora di fermarci un momento, lasciare da parte le emozioni di pancia delle immagini e provare a ragionare di testa. Al di là delle cariche poliziesche-e comunque l'ordine pubblico non si tutela distribuendo caramelle, sia chiaro-la testa direbbe di stare dalla parte di Madrid, ma non per Rajoy o per una difesa dello "Stato nazionale" nato con la Modernità. Proviamo infatti a passare in rassegna non gli anziani sgomberati dai seggi ma i protagonisti della faccenda. Il presidente della "Generalitat", Carles Puidgemont, successore di Artur Mas, è stato eletto nelle schiere di "Junts pel Sì", una coalizione di 5 partiti indipendentisti tutti schierati a sinistra che, accordandosi con la sinistra radicale del partito "CUP" ha permesso la nascita dell'attuale esecutivo. Un altro dei protagonisti è il sindaco di Barcellona, Ada Colau, ex leader degli antisfratto eletta nel 2015 con un'altra lista elettorale,"Barcelona en Comù" formata tra gli altri da "Podemos", di certo una formazione molto più radicale dei grillini nostrani. Dimenticavamo: nel "listone" figura pure un singolare partito dalla ideologia "ecologico-indipendentista". Benché un poco in disparte e defilata nella programmazione del referendum dichiarato, a ragione, illegale dalla Corte Costituzionale Spagnola(la Carta del Paese iberico, come la nostra, non prevede alcuna secessione unilaterale), Ada Colau è pur sempre nella schiera degli indipendentisti ed è il sindaco, ricordiamolo, che guida le manifestazioni dell' accoglienza indiscriminata usando la parola d' ordine: "vogliamo più profughi e meno turisti": peccato che una buona fetta della ricchezza cittadina e catalana venga dai vituperati e odiati turisti, non dai giovanotti dei barconi o entrati forzando le barriere di Ceuta e Melilla. Ovviamente l'attentato della Rambla non ha mosso di un millimetro le convinzioni di tali personaggi e seguaci... È anche la vispa Teresa che ha come portavoce Agueda Banon, il cui "hobby", documentato da Instagram, è quello di orinare per strada. L' altro vispo Tereso, Puidgemont, dalla simpatica frangetta, dovrebbe comunque spiegarci la logica e coerenza di un "sovranismo" che parla di frontiere aperte e di Unione Europea volendo mettere, allo stesso tempo, la dogana con la Spagna, aderendo però alla UE, restando nella NATO e ovviamente tenendosi stretto l'euro che anche in Spagna capolavori non ne ha fatti.

 

Ricapitolando: i catalani indipendentisti sono sovranisti ed identitari solo nei confronti degli spagnoli. Anzi, da come si comportano, sono prevenuti verso gli spagnoli (anche se la maglia delle "Furie Rosse" fa racimolare allori, vero Gerard Piquè Bernabeu?) e a malapena sopportano i turisti occidentali che contribuiscono all' entrata di valuta. Le ondate di immigrazione, stranamente, non mettono in pericolo l'identità nazionale e già questa è una stranezza che balza all' occhio nella galassia sovranista europea.

 

Per il resto, sono europeisti, aperti, cosmopoliti, mondialisti, globalisti, filo-euro, filo-UE, filo-americani e filo-israeliani, aggressivi e intolleranti verso chi non la pensa come loro: un sms prima del voto accusava di "fascismo" chiunque non si fosse recato alle urne. Poi scopriamo, così per inciso, che il quotidiano "La Vanguardia" ha raccontato ai suoi lettori di finanziamenti ad alcuni non ben precisati enti di "diplomazia parallela" del Governo della "Generalitat" elargiti da una vecchia conoscenza: George Soros. Il qual "filantropo"(?) avrebbe messo lo zampino pure aprendo il portafogli, per parecchi anni, ad una associazione antirazzista catalana e pro-immigrazione. Allora a noi sgamati e scafati viene un sospetto maligno: non è che quello catalano, per caso, sia un sovranismo ed un indipendentismo mascherato da globalismo mondialista e in perfetta convergenza col Soros-pensiero? Non è che a Barcellona ci sia un poco di vernice da "rivoluzione colorata" nelle strade? Non è che ci sia una specie di connubio, un matrimonio nato tra le ideologie da centro sociale alla Colau e Puidgemont e l'ingegneria sociale elitaria finanziaria globalista? I vertici catalani sembrerebbero essere, permetteteci la citazione leninista, gli "utili idioti" di turno utilizzati dal Sistema globale. Utili idioti che trascinano altri utili idioti con lo specchietto delle allodole della indipendenza, per la trasformazione del "cantiere Catalogna" secondo i nuovi dettami dei padroni del vapore. Per tutte queste ragioni, Barcellona val bene qualche sgombero e qualche bastonata della polizia spagnola. Che ha agito nella legalità e per la tutela dello Stato, a differenza dei "Mossos d'Esquadra", dimostratisi una polizia ideologica e politica, non tutori dell'ordine pubblico. Io sto col governo di Madrid.

 

Simone Torresani

 

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